Obesità

Cos’è l’obesità e quali sono le sue cause? Scoprilo in questo approfondimento, per capire come si riconosce la condizione e quali sono i rischi associati
Korian Redazione

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Redazione scientifica
Articolo revisionato dalla nostra redazione scientifica
9 Gennaio 2025

    L’obesità è una condizione patologica caratterizzata da un eccesso di peso corporeo dovuto all’accumulo di grasso. Oltre a influenzare negativamente la qualità della vita e ridurne l’aspettativa, è correlata a un rischio aumentato di molte altre malattie e disturbi, tra cui problemi cardiocircolatori (come infarto e ictus), diabete, dislipidemia, problemi all’apparato riproduttivo, al sistema scheletrico e articolare e al fegato; può inoltre portare allo sviluppo di calcoli biliari, difficoltà respiratorie e apnee notturne. L’obesità è anche correlata a un aumentato rischio di sviluppare alcune forme di cancro, in particolare quelle che interessano l’apparato digerente (come il tumore dello stomaco, del colon-retto, del fegato e del pancreas) e l’apparato riproduttore femminile (tumore di seno, utero, ovaio). A tutto ciò si possono aggiungere problemi psicologici legati a scarsa stima di sé stessi, bullismo e depressione.

    Purtroppo, l’obesità è un problema in crescita a livello globale, sia per l’età adulta sia per l’infanzia. Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità è più che raddoppiato il numero di adulti con obesità tra il 1990 e il 2022, mentre gli adolescenti sono addirittura quadruplicati.

    La crescente diffusione dell’obesità, unita al suo essere un fattore di rischio per molte altre malattie, la rendono a oggi uno dei principali problemi di salute pubblica al mondo.

    Quali sono le cause dell’obesità?

    La causa di sovrappeso e obesità è nella mancanza di equilibrio tra il cibo assunto e il dispendio energetico, che determina l’accumulo di grasso. In altre parole, si può dire che alla base dell’aumento di peso, fino a condizioni di sovrappeso e obesità, vi è un eccessivo consumo di cibo (soprattutto alimenti ricchi di grassi e zuccheri) rispetto al consumo calorico dell’organismo (soprattutto a causa di un’insufficiente attività fisica).

    Questo meccanismo è solo apparentemente semplice: è ormai ampiamente riconosciuto che l’obesità è una malattia multifattoriale, a determinare la quale entrano in gioco diversi fattori genetici, psicologici e sociali che contribuiscono a favorire questo squilibrio e il conseguente aumento di peso. 

    Principali cause dell’obesità

    • Fattori ambientali, psicologici e sociali. L’ambiente in cui si vive, il contesto in cui si è nati, la scuola, l’ambiente lavorativo eccetera possono contribuire a un’alimentazione scorretta e a un’attività fisica insufficiente. Si parla infatti di determinanti sociali della salute (Social Determinants of Health, SODH) per riferirsi a quell’insieme di fattori che, pur non essendo legati direttamente ad aspetti biomedici, influenzano la salute. Per esempio, non avere accesso a cibo sano a prezzi sostenibili o l’impossibilità di fare attività fisica in sicurezza nella vita quotidiana sono due fattori che possono facilmente portare a un eccesso di peso. Sotto questo aspetto, è bene notare infatti che il sovrappeso non è più un problema solo dei paesi più ricchi, ma sta aumentando velocemente anche nelle regioni a basso e medio reddito e nelle fasce economiche più basse della popolazione. È stato inoltre dimostrato che sonno insufficiente e stress possono essere correlati all’aumento di peso, perché in grado di alterare la produzione degli ormoni coinvolti nel controllo dell’appetito.
    • Fattori genetici. Alcune varianti genetiche alterano il metabolismo e predispongono a un maggior appetito. Poiché i geni sono trasmessi per via ereditaria dai genitori ai figli, è possibile osservare un certo grado di familiarità per l’obesità. Esiste inoltre una forma di obesità monogenica, molto più rara, che segue un modello di trasmissione ereditaria più definito ed è caratterizzata da un esordio precoce (prima dei dieci anni d’età).
    • Medicinali. Alcuni farmaci (come per esempio antidepressivi, insulina per il diabete, corticosteroidi) predispongono all’aumento di peso, perché promuovono l’accumulo di grasso, o riducono il metabolismo basale (che rappresenta la principale forma di dispendio calorico dell’organismo), o ancora variano i livelli di ormoni quali l’insulina, che regola l’assunzione di zucchero nelle cellule, o di quelli coinvolti nella regolazione dell’appetito.
    • Condizioni mediche: alcune malattie come, per esempio, l’ipotiroidismo e la sindrome di Cushing determinano un aumento di peso e possono contribuire a sviluppare obesità. Anche disordini psichiatrici, come il disturbo da alimentazione incontrollata (binge eating disorder) possono essere causa di obesità.

    Quali sono i sintomi dell’obesità?

    L’obesità non ha sintomi specifici. Tuttavia, vi sono alcuni problemi rilevabili nel quotidiano associati all’obesità, tra cui per esempio la mancanza di fiato anche per attività fisiche limitate (dispnea) o il dolore alle articolazioni e alla schiena.

    Come si arriva alla diagnosi di obesità?

    La diagnosi di obesità per gli adulti si basa innanzitutto sul calcolo del Body Mass Index (BMI) o indice di massa corporea, che mette in relazione il peso e l’altezza di una persona. Si ottiene dividendo il peso (in kg) per il quadrato dell’altezza (in metri). Un valore di BMI compreso tra 25 e 29,9 è indice di sovrappeso, mentre BMI uguali o superiori a 30 indicano obesità.

    Si distinguono tre classi o gradi di obesità:

    • BMI 30-35: classe I, obesità lieve
    • BMI 35-40: classe II, obesità moderata
    • BMI >40: classe III, obesità grave

    Il calcolo del BMI per i bambini segue criteri leggermente diversi, perché fa riferimento alle curve dei percentili usate dai pediatri per valutare la crescita, distinti per sesso ed età.

    È bene considerare che il BMI non è un parametro preciso, perché non tiene in considerazione sesso ed età, non calcola la quantità di grasso né fornisce informazioni sulla proporzione di massa magra e massa grassa della persona. Per esempio, una persona molto atletica può pesare molto (e avere di conseguenza un BMI alto) a causa del tessuto muscolare sviluppato: ciò non significa, però, che abbia problemi di sovrappeso oppure obesità. 

    Per un corretto inquadramento diagnostico dell’obesità, quindi, il BMI non è sufficiente da solo e sono necessarie ulteriori valutazioni. La prima è la misura della circonferenza della vita, che fornisce indirettamente informazioni sul grasso che si accumula nell’addome e intorno alla vita (grasso viscerale o addominale). È stato infatti dimostrato che il grasso viscerale, a differenza del grasso sottocutaneo e dell’accumulo nella metà inferiore dell’addome, è un fattore di rischio per malattie cardiovascolari e diabete di tipo 2. Una circonferenza della vita superiore a 94 cm per gli uomini e a 80 cm per le donne indica un accumulo di grasso viscerale, con conseguente rischio cardiovascolare aumentato.

    Inoltre, particolari tecniche consentono di stimare la composizione corporea (stato di idratazione, massa grassa e massa magra). Un metodo d’indagine largamente usato a questo scopo è la bioimpedenziometria: si tratta di un esame semplice e non invasivo che si esegue collegando alcuni elettrodi a mano e piede del paziente e facendo scorrere una corrente a bassissima intensità. Il tessuto adiposo agisce da isolante, mentre l’acqua e i muscoli sono buoni conduttori. Analizzando l’intensità della corrente è possibile quindi stimare la quantità di massa magra e grassa.

    Inoltre, per definire il quadro diagnostico sono importanti la misurazione della pressione arteriosa e della saturazione di ossigeno. Gli esami del sangue si concentrano sul controllo della glicemia (per verificare la presenza di diabete), dei lipidi e del colesterolo. 

    A questi esami, il/la medico/a deve associare un’anamnesi che consenta di valutare la presenza di familiarità e per eventuali patologie endocrine e metaboliche e per verificare la presenza di disturbi alimentari specifici.

    Approfondimenti:

    Come si previene l’obesità?

    Indipendentemente dalle sue cause,  per la prevenzione dell’obesità sono importanti una dieta equilibrata, un regolare esercizio fisico e, più in generale, seguire uno stile di vita salutare che preveda anche sufficienti ore di sonno, corretta gestione dello stress e controllo regolare del peso. 

    La prevenzione dell’obesità è particolarmente importante per l’età infantile. Infatti, l’obesità infantile può influenzare negativamente lo sviluppo e determinare l’insorgenza delle malattie e dei disturbi correlati (diabete di tipo 2, problemi cardiovascolari e ortopedici, steatosi epatica eccetera) già in età pediatrica. Inoltre, l’obesità infantile può avere gravi effetti psicologici e sulla vita sociale: purtroppo, infatti, l’obesità è un fattore che porta a stigma sociale e rende ancora frequentemente chi ne soffre vittima di bullismo o di esclusione sociale, con un impatto particolarmente significativo nei più giovani. Tutto ciò è a sua volta correlato a maggiori difficoltà a mantenere un peso corretto nell’età adulta.

    Qual è il trattamento dell’obesità?

    La perdita di peso è il principale trattamento per l’obesità. Questa passa innanzitutto attraverso una modifica dello stile di vita e delle abitudini alimentari, seguendo programmi specifici per il paziente, elaborati da un/a nutrizionista. Alla dieta può essere associato un trattamento psicologico che aiuti il controllo dei comportamenti disfunzionali relativi all’alimentazione del paziente. È importante, in questo contesto, ricordare che la perdita di peso deve essere graduale: diete troppo drastiche e rigide, infatti, sono difficilmente sostenibili nel lungo termine e spesso fanno sì che il peso perso sia riacquistato velocemente. Inoltre, anche una perdita di peso relativamente moderata, se mantenuta nel tempo, contribuisce a ridurre il rischio che si sviluppino complicanze dovute all’obesità.

    Se questo primo approccio non è efficace per la perdita di peso, il/la medico/a può suggerire una terapia farmacologica. Diversi farmaci sono oggi autorizzati in Europa per il trattamento dell’obesità: alcuni agiscono riducendo l’assorbimento dei grassi a livello intestinale, altri,  attraverso vari meccanismi, per favorire il senso di sazietà o sui meccanismi neurologici della gratificazione legata al cibo. I farmaci per il trattamento dell’obesità possono avere effetti indesiderati anche gravi: devono quindi essere assunti dietro stretto controllo medico. Inoltre, la terapia dev’essere interrotta dopo un periodo variabile da 4 a 12 settimane, a seconda del farmaco, se non si è raggiunta una perdita di almeno il 5% del peso corporeo.

    Se anche la terapia farmacologica fallisce, è possibile in alcuni casi intervenire chirurgicamente. Sono idonei per gli interventi bariatrici i pazienti con obesità moderata e grave, soprattutto se associata a comorbilità. Esistono diverse procedure chirurgiche per il trattamento dell’obesità, che agiscono principalmente attraverso  un ostacolo meccanico al transito del cibo (e limitandone quindi l’assunzione) e/o un malassorbimento dei nutrienti (con conseguente minor introito di calorie). A oggi, gli interventi più diffusi sono il bypass gastrico e la gastrectomia verticale parziale. Il primo consiste nella creazione di una tasca gastrica, cioè una piccola parte dello stomaco è separata e collegata all’intestino tenue. In questo modo, il cibo non transita più dallo stomaco e da parte dell’intestino: l’appetito risulta ridotto, così come l’assorbimento di nutrienti. Questo comporta però anche un malassorbimento di micronutrienti importanti, tra cui vitamine e sali minerali, che devono quindi essere assunti con specifici integratori.

    La gastrectomia verticale parziale (o sleeve gastrectomy) determina effetti simili. In questo caso, però, l’intervento consiste in una divisione dello stomaco in senso verticale, e una delle due porzioni viene rimossa. Questa procedura limita il malassorbimento dei nutrienti, perché il cibo può ancora attraversare l’intero tratto intestinale. Però, diversamente dal bypass gastrico, l’intervento è irreversibile. 

    Esistono diversi altri interventi di chirurgia bariatrica volti alla riduzione del peso. È bene tenere presente, comunque, che si tratta sempre di procedure invasive, cui sono associati rischi significativi; inoltre, nessuna di esse è, da sola, garanzia di successo per la riduzione del peso: una dieta equilibrata e un’attività fisica adeguata rimangono elementi imprescindibili.

    AIRC, Obesità e cancro, https://www.airc.it/cancro/prevenzione-tumore/alimentazione/obesita-e-cancro

    Bhutta ZA, Norris SA, Roberts M, Singhal A. The global challenge of childhood obesity and its consequences: what can be done? The Lancet 11 (8), E1172-73 (2023) https://www.thelancet.com/journals/langlo/article/PIIS2214-109X(23)00284-X/fulltext

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    Istituto superiore di sanità, Prodotti per il controllo del peso, https://www.iss.it/prodotti-per-il-controllo-del-peso/-/asset_publisher/S27m3JVjGST7/content/farmaci-per-il-trattamento-dell-obesit%C3%A0-autorizzati-al-commercio-in-italia

    Ministero della Salute, Obesità, https://www.salute.gov.it/portale/nutrizione/dettaglioContenutiNutrizione.jsp?lingua=italiano&id=5510&area=nutrizione&menu=vuoto

    Società Italiana di Endocrinologia, Inquadramento diagnostico dell’obesità, https://www.societaitalianadiendocrinologia.it/html/news/inquadramento-diagnostico-obesita.asp

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