Disturbi alimentari
I disturbi alimentari, o disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, sono un insieme di disordini diversi tra loro ma accomunati da comportamenti alimentari disfunzionali. Tra questi vi sono per esempio diete restrittive, il rifiuto di mangiare determinati alimenti, le abbuffate (ingestioni di grandi quantità di cibo con senso di perdita del controllo sul comportamento), esercizio fisico eccessivo, uso di lassativi e induzione del vomito. I disturbi dell’alimentazione sono inoltre spesso associati all’eccessiva preoccupazione sul proprio fisico e peso.
I disturbi dell’alimentazione hanno un grave impatto sulla salute fisica e mentale della persona. Dal punto di vista fisico, i comportamenti alimentari disfunzionali possono arrivare a compromettere tutti gli organi e apparati e, nei casi più gravi, essere fatali. Dal punto di vista psicologico, oltre ad avere un impatto psicosociale sulla vita della persona che ne soffre, sono spesso associati ad altri disordini mentali (come abuso di sostanze e disturbi dell’umore e dell’ansia).
Tra i disturbi alimentari riconosciuti vi sono l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa, il binge eating disorder (i più comuni), il disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo, la sindrome da alimentazione notturna, il picacismo e la sindrome di ruminazione, oltre ad altre forme.
I disturbi dell’alimentazione rappresentano condizioni mediche a tutti gli effetti e sono spesso cronici: soprattutto se non trattati per tempo, possono perdurare tutta la vita, con periodi di ripresa e ricadute. Sono più comuni tra le donne e tendono ad avere un esordio in giovane età (di solito tra l’adolescenza e la prima età adulta), ma possono interessare ogni tipo di persona indipendentemente dall’età, dal sesso, dal peso e dalla forma fisica.
Si stima che in Italia ne soffrano oltre 3 milioni di persone e i dati suggeriscono che la pandemia di COVID-19 abbia determinato un incremento dei casi, stimato intorno al 30-35%, con un abbassamento dell’età di esordio (già scesa nel corso degli ultimi decenni), rendendo sempre più frequenti le diagnosi nella preadolescenza e nella prima infanzia.
Quali sono le cause dei disturbi alimentari?
I disturbi alimentari non originano da una singola causa bensì dall’interazione di diversi fattori genetici e ambientali. Alcuni di questo fattori sono associati o predittivi di un singolo disturbo, altri sono collegati a più di un disturbo. Alcuni esempi sono:
- fattori genetici, in particolare un familiare stretto con disturbo dell’alimentazione o altri disordini mentali (come disturbo dell’ansia e depressione);
- fattori biologici legati al sistema di ricompensa del cervello, che è associato anche alle sensazioni di felicità, fame, sazietà, sembrano essere coinvolti nel rischio di sviluppare disturbi alimentari;
- alcune malattie come il diabete di tipo 1 (gli studi hanno evidenziato che una percentuale significativa di persone con il diabete di tipo 1 sviluppa un disturbo dell’alimentazione. In generale, comunque, i disturbi dell’alimentazione sono comuni tra le persone con diabete, sia di tipo 1 sia di tipo 2);
- dinamiche e modelli familiari, al di là dei tratti ereditari (per esempio, essere esposti nell’infanzia a comportamenti come la dieta restrittiva, o a commenti da parte dei genitori sul proprio peso e comportamento alimentare);
- peso nell’infanzia (per esempio, un basso indice di massa corporea da bambini è associato allo sviluppo di anoressia nervosa, uno alto allo sviluppo di bulimia e binge eating disorder);
- orientamento sessuale o identità di genere LGBTQIA+;
- tratti della personalità quali perfezionismo, impulsività e compulsività;
- presenza di altri disordini mentali come per esempio depressione, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbo bipolare;
- aver subito traumi o abusi (emotivi, sessuali, verbali, fisici, compreso il bullismo);
- esposizione a un ideale di bellezza legato all’essere magri, per esempio attraverso i media;
- essere insoddisfatti del proprio corpo;
- partecipare ad attività sportive di alto livello.
Approfondimenti:
Quali sono i sintomi dei disturbi alimentari?
I sintomi dei disturbi alimentari dipendono dal tipo di disturbo e, comunque, ciascuno di essi si può manifestare in modo diverso a seconda della persona, della sua storia medica, della sua fisiologia, delle sue esperienze, eccetera.
In generale, alcuni comuni sintomi comportamentali sono:
- la preoccupazione sulla perdita di peso, sulla dieta e sul cibo;
- il rifiuto di alcuni alimenti o gruppi alimentari (per esempio i carboidrati);
- salto dei pasti, anche trovando scuse;
- restrizione alimentare ed eccessivo esercizio fisico;
- sviluppo di rituali particolari per il momento del pasto (per esempio mangiare solo in un orario specifico, o masticare eccessivamente, o mettere il cibo in un particolare ordine sul piatto…);
- episodi di abbuffata, cioè l’ingestione di grandi quantità di cibo con la sensazione di perdita di controllo sul comportamento, che di solito avvengono di nascosto;
- controllo frequente allo specchio, cercando i difetti estetici;
- fluttuazioni forti dell’umore;
- estrema preoccupazione per il proprio peso e la forma fisica;
- isolamento dai familiari e dagli amici.
Sono invece comuni sintomi fisici:
- fluttuazioni rapide ed evidenti del peso (sia aumento sia diminuzione);
- difficoltà a concentrarsi;
- debolezza muscolare;
- vertigini e svenimenti;
- disturbi del sonno;
- disturbi gastrointestinali (come nausea, reflusso gastro-esofageo, diarrea, crampi);
- nelle donne, mestruazioni irregolari;
- unghie fragili, capelli e pelle secchi;
- comparsa di una peluria fine sul corpo (lanugo);
- problemi dentali (per esempio carie);
- difficoltà nella guarigione di piccole ferite;
- difese immunitarie indebolite;
- presenza di calli o piccole lesioni sulle mani, dovute all’induzione del vomito (segno di Russell).
A lungo andare, i disturbi alimentari hanno conseguenze gravi su tutto l’organismo, a seconda del tipo di disturbo presente. In generale, la malnutrizione conseguente a molti di questi disturbi causa danni ai muscoli (incluso quello cardiaco) e l’induzione del vomito e l’uso di lassativi associati all’anoressia e alla bulimia possono portare a sbilanciamenti degli elettroliti, come potassio e calcio, con effetti negativi sul cuore, fino all’arresto cardiaco, e sul sistema nervoso (con il rischio di convulsioni). A livello gastrointestinale possono presentarsi costipazione, gastroparesi (il rallentamento della digestione) e pancreatiti; le abbuffate, cioè l’assunzione di grandi quantità di cibo in poco tempo con la sensazione di perdita di controllo, che caratterizzano molti di questi disturbi, possono causare perforazione gastrica, condizione che può risultare fatale senza un intervento di emergenza. Ancora, poiché il grasso corporeo ha un ruolo importante nella produzione ormonale, questi disturbi possono alterare i livelli degli ormoni, in particolare quelli sessuali, con diversi effetti, dall’irregolarità nel ciclo mestruale al maggior rischio di osteoporosi. Inoltre, il bindge eating disorder può essere associato all’obesità, a sua volta fattore di rischio per molte altre malattie come per esempio diabete, problemi cardiovascolari, alcuni tipi di tumore.
Gli studi hanno anche mostrato come i disturbi dell’alimentazione possano influenzare i meccanismi di ricompensa del cervello in relazione al cibo, rinforzando i comportamenti stessi legati al disturbo.
In generale, l’anoressia è considerato il disturbo dell’alimentazione più pericoloso, perché è quello con un maggior tasso di mortalità, sia a causa dei danni causati dal digiuno o dall’apporto calorico eccessivamente ridotto nel lungo termine, sia per il rischio di suicidio connesso alla malattia. Inoltre, i rischi dei disturbi dell’alimentazione sono particolarmente alti se si presentano in giovane età (infanzia o preadolescenza), perché possono compromettere lo sviluppo.
Infine, è da notare che un disturbo del comportamento alimentare può evolvere in un altro, un fenomeno definito crossover.

Come si arriva alla diagnosi dei disturbi alimentari?
Spesso chi soffre di disturbi dell’alimentazione tende a negare o nascondere la malattia, e i sintomi stessi possono essere confusi dai familiari e da persone vicine con mode salutistiche o di fitness. Tuttavia, una diagnosi precoce è fondamentale per iniziare il prima possibile il percorso terapeutico, così da aumentarne le possibilità di successo e limitare il rischio che il disturbo diventi cronico, causando un impatto negativo sia dal punto di vista fisico sia da quello psicologico su tutta la vita della persona.
Per arrivare alla diagnosi di un disturbo alimentare è fondamentale il ruolo del/la medico/a di base (o del/la pediatra se si manifesta in giovane età), che può indirizzare a un centro specializzato in disturbi dell’alimentazione, dove possa essere formulata la diagnosi tenendo conto del quadro complessivo della persona (attraverso sia esami clinici e di laboratorio sia valutazioni psicologiche e comportamentali) e stabilito un percorso terapeutico adeguato in base alle necessità specifiche. È importante ricordare che, sebbene siano disponibili diversi test per i disturbi alimentari, anche scientificamente validati, questi non sostituiscono in alcun modo la diagnosi di un/a specialista.
Come si prevengono i disturbi alimentari?
La prevenzione dei disturbi alimentari è un campo complesso che richiede interventi a diversi livelli per contrastare i fattori di rischio modificabili e promuovere invece i fattori di protezione. Per esempio, gli studi hanno mostrato come consumare pasti regolari con la famiglia e avere genitori che parlano dell’alimentazione sana, invece di concentrarsi sul peso e sulla dieta, rappresenti un fattore di protezione. La Società italiana di psicopatologia dell’alimentazione distingue tre linee di intervento.
- La prevenzione primaria mira a ridurre o eliminare i fattori di rischio per lo sviluppo dei disturbi dell’alimentazione attraverso programmi e campagne di sensibilizzazione, informazione ed educazione, come quelle promosse dal Ministero della salute.
- La prevenzione secondaria mira a ridurre la diffusione e la cronicizzazione dei disturbi nella popolazione con l’identificazione precoce delle persone a rischio. Per questo tipo di prevenzione è fondamentale la sensibilizzazione dei giovani, delle loro famiglie, degli operatori scolastici, ma anche tra i medici di medicina generale e gli specialisti; è fondamentale anche favorire la comunicazione tra le diverse istituzioni che possono essere coinvolte (come scuola, famiglia e sanità) e le condizioni per facilitare la richiesta di aiuto.
- La prevenzione terziaria mira alla prevenzione delle complicanze per le persone con un disturbo alimentare conclamato, per il trattamento e la riduzione dei sintomi.
Sebbene questi programmi di prevenzione agiscano a livello di politiche sanitarie e sociali, anche a livello personale è possibile contribuire a prevenire i disturbi dell’alimentazione informandosi sul loro impatto e sui fattori di rischio, evitando di promuovere ideali di bellezza legati all’essere magri e giudizi basati sull’aspetto estetico, imparando a valutare in modo critico i messaggi trasmessi dai media sull’immagine corporea, non categorizzando gli alimenti in “buoni” e “cattivi” ma ricordando l’importanza di una dieta varia ed equilibrata e, infine, promuovendo questi messaggi tra le persone vicine.

Qual è il trattamento dei disturbi alimentari?
Il trattamento dei disturbi alimentari dipende da moltissimi fattori, compresi il tipo di disturbo specifico e le caratteristiche della persona. In generale, comunque, il trattamento richiede un approccio multidisciplinare che di solito comprende il supporto di psicologi, psichiatri e nutrizionisti e che, a seconda dei casi, può richiedere la necessità di un trattamento anche farmacologico. Spesso è necessario un percorso di riabilitazione nutrizionale, che si basa su diversi tipi d’intervento che differiscono per obiettivi, metodi e strumenti e in base allo stato del pazienti, ma che condividono il fine ultimo di ristabilire, in modo graduale, un’alimentazione corretta e ridurre invece i comportamenti di restrizione alimentare, abbuffate ed eliminazione di determinati alimenti.
Il percorso terapeutico può coinvolgere anche la famiglia, e quasi sempre risulta essenziale la psicoterapia.
American Psychiatric Association, Eating disorders, https://www.psychiatry.org/patients-families/eating-disorders
American Psychiatric Association, Eating disorders guide for patients, families, and friends, https://eguideline.guidelinecentral.com/i/1499761-apa-eating-disorders-patient-guide/0?
American Psychiatric Association, Expert Q&A: eating disorders, https://www.psychiatry.org/patients-families/eating-disorders/expert-q-and-a
Barakat S, McLean SA, Bryant E et al. Risk factors for eating disorders: findings from a rapid review. J Eat Disord 11 (8) (2023) https://jeatdisord.biomedcentral.com/articles/10.1186/s40337-022-00717-4
BC Children Hospital, Kelty Mental Research, Prevention, https://keltyeatingdisorders.ca/prevention/prevention-resources/
Bulik CM, Blake L, Austin J. Genetics of eating disorders. What the clinicians need to know. Psychiatr Clin North Am 42 (1), 59-73 (2019) 10.1016/j.psc.2018.10.007
Frank GKW, Shott ME, Stoddard J et al. Association of brain reward response with body mass index and ventral striatal-hypothalamic circuitry among young women with eating disorders. JAMA Psychiatry 78 (10), 1123-33 (2021) 10.1001/jamapsychiatry.2021.1580
Hay P, Aouad P, Le A et al. Epidemiology of eating disorders: population, prevalence, disease burden and quality of life informing public policy in Australia – a rapid review. J Eat Disord 11 (1) (2023) 10.1186/s40337-023-00738-7
Ministero della salute, Campagna di comunicazione sui disturbi del comportamento alimentare, https://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_6_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=campagne&p=dacampagne&id=152
Ministero della salute, Cosa sono i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA), https://www.salute.gov.it/portale/saluteMentale/dettaglioContenutiSaluteMentale.jsp?lingua=italiano&id=6160&area=salute%20mentale&menu=DNA
Ministero della salute, Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione: raccomandazioni per i familiari. (2018) https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2774_allegato.pdf
Ministero della salute, Il riconoscimento precoce dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, https://www.salute.gov.it/portale/saluteMentale/dettaglioContenutiSaluteMentale.jsp?lingua=italiano&id=5642&area=salute%20mentale&menu=DNA
Ministero della salute, Interventi nutrizionali nel trattamento dei DNA, https://www.salute.gov.it/portale/saluteMentale/dettaglioContenutiSaluteMentale.jsp?lingua=italiano&id=6161&area=salute%20mentale&menu=DNA
Mortimer R. Pride before a fall: shame, diagnostic crossover, and eating disorder. J Bioeth Inq 16 (3), 365-74 (2019) 10.1007/s11673-019-09923-3
National Eating Disorders Association, Health consequences, https://www.nationaleatingdisorders.org/health-consequences/
National Eating Disorders Association, Risk factors, https://www.nationaleatingdisorders.org/risk-factors/
National Eating Disorders Association, What can you do to help prevent eating disorders? https://uhs.berkeley.edu/sites/default/files/bewell_whtcnudo.pdf
National Institute of Mental Health, NHI, What are eating disorders? https://www.nimh.nih.gov/health/topics/eating-disorders
Royal Osteoporosis Society, Anorexia and osteoporosis, https://theros.org.uk/information-and-support/osteoporosis/causes/anorexia/
Società italiana di psicopatologia dell’alimentazione, La prevenzione dei disturbi del comportamento alimentare, https://www.psicopatologiaalimentazione.it/per-i-familiari/prevenzione/
The Bulimia Project, 30 Eating disorder symptoms that are cause for a concern, https://bulimia.com/eating-disorders/symptoms/
The Bulimia Project, What causes eating disorders? Genetics vs. environment, https://bulimia.com/eating-disorders/what-causes-eating-disorders-genetics-vs-environment/
Weinstein D, Moran V, Culhane J. Acute gastric perforation after leaving against medical advice: a case presentation. Trauma Case Rep 37 (2022) 10.1016/j.tcr.2021.100598
Korian Redazione
L’attività redazionale di Korian si basa su un approccio rigoroso e responsabile alla divulgazione scientifica, con l’obiettivo di offrire contenuti che siano clinicamente accurati e accessibili. Grazie al supporto di un pool di esperti, tra cui medici, biologi e professionisti del settore, specializzati in comunicazione medica, sviluppiamo testi che riflettono l’attualità delle conoscenze scientifiche…Leggi di più