L’intervento di protesi al ginocchio: in cosa consiste, durata e tempi di recupero

L’intervento di protesi al ginocchio, tecnicamente noto come artroplastica del ginocchio, rappresenta oggi una procedura ortopedica consolidata, una delle più eseguite ogni anno. È un intervento che offre concrete possibilità di ripristinare la funzionalità dell’articolazione, riappropriandosi di tutti quei gesti e movimenti che il dolore e la rigidità impedivano.
In questo articolo vediamo quando è il momento di considerare l’intervento, in cosa consiste l’operazione e i tempi di recupero necessari.
Intervento di protesi al ginocchio: quando farlo e per chi è indicato
Varie condizioni patologiche possono rendere necessaria un’artroplastica del ginocchio. Tra le più diffuse vi è la gonartrosi o artrosi del ginocchio, nella quale si verifica una progressiva degenerazione della cartilagine dell’articolazione. È una delle forme di artrosi più diffuse al mondo, soprattutto tra le persone con più di 55 anni, e rappresenta un’importante causa di disabilità: al progredire della malattia, infatti, la capacità di movimento si fa sempre più limitata.
Oltre all’artrosi, altre patologie possono richiedere un intervento di protesi al ginocchio: è il caso per esempio dell’artrite (l’infiammazione dell’articolazione, che può essere di origine autoimmune), ma anche di traumi e fratture, o ancora deformità congenite o acquisite come il ginocchio valgo (che devia all’interno) o quello varo (condizione in cui il ginocchio è deviato verso l’esterno). Un’altra condizione che può richiedere l’intervento è l’osteonecrosi, che si verifica quando s’interrompe l’afflusso di sangue all’articolazione con conseguente morte del tessuto osseo e collasso articolare.
In linea generale, quando il dolore e la rigidità arrivano a compromettere in modo significativo il movimento e i trattamenti conservativi, basati sulla fisioterapia e sulla terapia antidolorifica e antinfiammatoria, non sono più sufficienti a mitigarlo, può essere raccomandato l’intervento chirurgico.
L’intervento di protesi al ginocchio, in dettaglio: come si svolge e durata
Ma come avviene l’intervento di protesi al ginocchio? Di base, l’artroplastica consiste nella rimozione delle strutture danneggiate dell’articolazione, che vengono sostituite con protesi costituite da leghe metalliche, polietilene ad alta densità oppure ceramiche specifiche – tutti materiali biocompatibili e resistenti. Si possono distinguere due principali tipi di artroplastica:
- intervento di protesi al ginocchio totale, necessario quando l’intera articolazione è compromessa, prevede di rimuovere tutta la cartilagine danneggiata e parte del femore e della tibia (la rotula può essere mantenuta o meno a seconda delle condizioni del paziente);
- intervento di protesi al ginocchio monocompartimentale o parziale, preferito quando il danno è limitato, in cui vengono sostituite dalle protesi le porzioni danneggiate di cartilagine e una piccola quantità dell’osso e della tibia di uno solo dei tre compartimenti del ginocchio (mediale, laterale o femoro-rotuleo).
La scelta dell’uno o dell’altro tipo di intervento dipende da diversi fattori, tra cui per esempio età del paziente e suo stile di vita, nonché grado di deterioramento articolare. L’intervento ha una durata variabile: in media dura una o due ore e tende a essere più breve quando monocompartimentale, perché la procedura è meno invasiva e complessa. L’avanzare delle tecnologie disponibili, comunque, ha reso sempre più efficiente anche l’intervento di protesi totale: nelle strutture Korian, per esempio, ci avvaliamo del sistema ROSA Knee Robot, che sfrutta un supporto robotico e, rispetto alle tecniche tradizionali, permette un posizionamento più preciso della protesi e un recupero più veloce.
Intervento di protesi al ginocchio: anestesia e visita pre-operatoria
L’operazione, inoltre, richiede l’anestesia. Ne esistono diversi tipi: nella maggior parte dei casi si preferisce l’anestesia spinale, che rende insensibile la metà inferiore del corpo, ma in alcuni casi può essere invece raccomandata l’anestesia generale. La scelta dipende da diversi fattori; pertanto, prima dell’artroplastica ti saranno raccomandati esami del sangue e delle urine, ed eventualmente un esame cardiologico, per verificare le condizioni generali di salute e limitare i rischi sia dell’anestesia sia dell’operazione.
Inoltre, il/la chirurgo/a ortopedico/a può richiedere esami di imaging, come la radiografia, per avere un quadro quanto più chiaro possibile dei danni all’articolazione.
Intervento di protesi al ginocchio: il recupero post-operatorio
Il tipo d’intervento eseguito e di protesi impiantata, le condizioni del paziente e in generale il decorso post-operatorio sono tutti elementi che influenzano la durata della degenza necessaria. In linea di massima, comunque, sono necessari alcuni giorni di ricovero, di solito tra i 3 e i 5, durante i quali il team che ti cura monitora le tue condizioni, interviene per la prevenzione delle complicazioni e ti guida nell’inizio della fisioterapia, fondamentale per riprendere forza e mobilità il prima possibile. I primissimi giorni, dunque, sono incentrati sulla terapia antidolorifica e sulla prevenzione dei trombi, una possibile complicazione dell’intervento; a quest’ultimo scopo possono essere raccomandate calze elastiche a compressione graduata ed eventualmente una terapia con farmaci anticoagulanti. Soprattutto, ti sarà consigliato d’iniziare a muovere piede e caviglia: il movimento consente infatti l’afflusso di sangue ai muscoli, prevenendo la formazione di coaguli.
La fisioterapia segue a strettissimo giro. Nelle prime fasi, si basa su:
- mobilizzazione assistita, una tecnica che aiuta a ripristinare il movimento del ginocchio in modo graduale e controllato con movimenti passivi (oppure attivi, ma con l’assistenza esterna per ridurre lo sforzo);
- carico parziale, ossia iniziando a caricare gradualmente il peso sulla gamba operata, ma con l’ausilio di stampelle o un deambulatore e con la guida di un/a fisioterapista per ridurre lo stress sull’articolazione.
Complessivamente, già questi primi interventi di fisioterapia sono preziosi per mantenere la flessibilità dell’articolazione e riattivare i muscoli dell’arto inferiore.
Il percorso di fisioterapia è personalizzato in base alle tue condizioni e prosegue per diverse settimane, con esercizi progressivi che ti consentono di rafforzare i muscoli e di riprendere a camminare in modo autonomo. I tempi di recupero possono variare da una persona all’altra: in media sono di circa sei settimane, durante le quali è importante proseguire la riabilitazione (eventualmente anche a domicilio).
Dopo l’intervento: le buone norme in casa
L’intervento di protesi al ginocchio è di beneficio significativo per la stragrande maggioranza dei pazienti, che può riprendere le proprie attività quotidiane senza dolore. La piena ripresa può però essere lunga e va affrontata, oltre che con pazienza, in sicurezza: potresti avere bisogno, almeno per un periodo, di supporto in casa, ed è bene che ti assicuri che la tua abitazione ti consenta di muoverti in sicurezza. Per esempio, può essere molto utile rimuovere tappeti e altri ostacoli al movimento, utilizzare una sedia per la doccia e, se abiti in una casa a più piani, trasferire temporaneamente quanto ti è necessario al piano terra per evitare di dover salire e scendere le scale.
La fisioterapia è una compagna importante del percorso di recupero dopo l’intervento di protesi all’anca; in aggiunta, e confrontandoti con il/la fisioterapista per evitare sforzi eccessivi ed erronei, puoi man mano riprendere le tue normali attività e iniziare a camminare di più. Un esercizio molto utile per migliorare la flessibilità del ginocchio e rafforzare i muscoli è la cyclette. Sono invece di solito sconsigliati, anche dopo la piena ripresa, gli esercizi ad alto impatto come corsa, jogging, o attività che prevedono salti. Questo tipo di attività fisica, infatti, stressa l’articolazione delle ginocchia e può rendere necessario prima del previsto un intervento di revisione della protesi.