Sebbene il tumore al seno rappresenti ancora un’importante causa di morte per le donne,  l’Organizzazione mondiale della sanità evidenzia come, almeno nei paesi ad alto reddito, la mortalità sia calata in modo significativo tra il 1980 e il 2020, diminuendo del 40%. Questo dato non riflette solo l’avanzamento delle terapie, ma anche i risultati della diagnosi precoce: infatti, come per molte altre patologie, poter individuare il tumore fin dalle prime fasi del suo sviluppo permette d’iniziare il trattamento in modo tempestivo. Questo, a sua volta, ha un ruolo importante nel determinarne l’efficacia: prima si interviene, maggiori sono le probabilità di guarigione. 

Naturalmente, però, ancora meglio sarebbe evitare del tutto lo sviluppo del tumore al seno. In effetti, la prevenzione del tumore al seno è possibile, e una parte importante inizia proprio a casa e con buone abitudini quotidiane.

La prevenzione primaria del tumore al seno inizia con le buone abitudini

I tumori sono patologie complesse, che si sviluppano a partire da un insieme di fattori genetici e ambientali. Certo, possiamo fare poco per modificare la nostra storia familiare (la presenza di parenti che hanno avuto il tumore del seno è un noto fattore di rischio della malattia), ma possiamo fare molto per modificare comportamenti e stili di vita che possono aumentare la probabilità di sviluppare il tumore. È il concetto della prevenzione primaria, cioè agire per eliminare i fattori di rischio che possono contribuire allo sviluppo del tumore e promuovere, invece, comportamenti e condizioni che tutelano la nostra salute.

Nel caso del tumore al seno, alcuni fattori di rischio sono ormai ben noti; e, tra questi, alcuni offrono un ampio margine di manovra per una prevenzione efficace. È il caso del sovrappeso e dell’obesità: il tessuto adiposo è infatti in grado di produrre estrogeni, gli ormoni femminili, che hanno un ruolo importante nello sviluppo del tumore al seno. È il caso anche del fumo e del consumo eccessivo di alcol, che sono entrambi in grado di promuovere la trasformazione tumorale delle cellule (sono cioè carcinogeni) e associati a una maggior probabilità di sviluppare la patologia.

Prevenzione del tumore al seno: l’importanza dello stile di vita

La strategia di prevenzione primaria per il tumore del seno prevede: non fumare, limitare il consumo di alcolici (le linee guida indicano come consumo a basso rischio per le donne quello di un’unità alcolica al giorno, corrispondente a un bicchiere di vino o una lattina di birra) e mantenere il proprio peso nella norma, o dimagrire se necessario. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, sono fondamentali una regolare attività fisica e una dieta equilibrata, ricca di frutta e verdura.

Tutti comportamenti e abitudini che hanno un ruolo importante per la tutela della salute nel suo complesso, non solo per la prevenzione del tumore al seno! Anzi, secondo l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro, potrebbero contribuire a evitare lo sviluppo del tumore in un caso su tre.

La prevenzione secondaria del tumore al seno

La prevenzione non è solo l’insieme di strategie volte a ridurre i fattori di rischio, ma anche di quelle che permettono una diagnosi precoce, così da favorire al massimo l’esito positivo del trattamento. Questo è il concetto della prevenzione secondaria, che ha un ruolo fondamentale per il tumore al seno. In Italia è attivo un programma di screening rivolto alle donne tra i 50 e i 69 anni (e, in alcune Regioni, anche ad altre fasce d’età) basato sulla mammografia. Ogni donna, tuttavia, dovrebbe eseguire comunque l’autopalpazione del seno con regolarità: è un esame semplice, che si può condurre a casa propria e serve a identificare eventuali cambiamenti delle mammelle.

L’autopalpazione del seno: come e quando farla

Come si svolge? Innanzitutto, è necessario eseguire l’autopalpazione in un periodo fisso, idealmente dopo 7-14 giorni dall’inizio delle mestruazioni: in questo periodo, infatti, il seno è meno teso. Inoltre, in generale, eseguire l’autopalpazione in un periodo preciso evita che i cambiamenti fisiologici legati ai cicli ormonali creino ansie immotivate.  

L’autopalpazione ha come primo obiettivo l’identificazione di eventuali noduli nel seno, ma è anche importante verificare se sono presenti altre anomalie quali cambiamenti nel colore della pelle e alterazioni del capezzolo (nella forma o nel colore, o anche la perdita di liquido). Attenzione, perché eseguire l’autopalpazione non esclude la necessità di sottoporsi a regolari controlli ginecologici né di aderire ai programmi di screening mammografico: è invece uno strumento aggiuntivo, e molto prezioso, per fare prevenzione già a casa propria.

Se poi l’autopalpazione rivela qualche anomalia, il passo successivo è approfondirne la natura affidandosi a uno specialista. Ogni donna dovrebbe sentirsi incoraggiata a chiedere supporto e informazioni qualificate per affrontare con serenità la prevenzione e un’eventuale diagnosi. 

I nostri specialisti sono a disposizione per guidarti nel tuo percorso di prevenzione, fornendo il supporto e le informazioni di cui hai bisogno.

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