Vitiligine

La vitiligine è una condizione le cui cause non sono note e comprendono probabilmente fattori genetici e ambientali. Scopri di più nell’approfondimento
Korian Redazione

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Redazione scientifica
Articolo revisionato dalla nostra redazione scientifica
23 Maggio 2025

    La vitiligine è una condizione cronica che interessa la pelle (e a volte le mucose), caratterizzata dalla comparsa di aree prive di pigmento (più chiare rispetto al resto del corpo o completamente bianche). È dovuta alla perdita dei melanociti, le cellule che producono la melanina, ossia il pigmento che, oltre a dare il colore alla pelle, la protegge dai danni che i raggi ultravioletti del sole possono causare.

    Le aree depigmentate possono avere dimensioni differenti: si parla di macule quando sono inferiori al centimetro di diametro, di placche se più vaste. 

    La vitiligine può interessare qualsiasi parte del corpo, capelli compresi; in base alla localizzazione delle aree depigmentate è possibile distinguere la condizione in diversi tipi. Per esempio, si parla di vitiligine generalizzata, la tipologia più comune, quando la depigmentazione interessa varie aree del corpo; di vitiligine segmentale quando interessa un solo lato o una singola area del corpo; di vitiligine mucosa quando interessa le mucose (come quelle della bocca o quelle genitali). In una rara forma di vitiligine, quella universale, gran parte del corpo risulta depigmentata.

    Pur non essendo contagiosa né pericolosa per la salute generale, la vitiligine può avere un impatto psicologico importante, causando stress e bassa autostima, e può anche essere fonte di stigmatizzazione sociale. Interessa maschi e femmine in modo uguale e, anche se può presentarsi a ogni età, di solito si manifesta prima dei trent’anni di vita.

    vitiligine

    Quali sono le cause della vitiligine?

    Se il meccanismo alla base della vitiligine è la perdita dei melanociti della pelle, le cause che innescano tale perdita non sono del tutto chiare. Vari studi sono stati dedicati a indagare le cause della vitiligine; i risultati suggeriscono che potrebbe dipendere da una condizione autoimmune nella quale il sistema immunitario dell’organismo attacca i suoi stessi melanociti (la vitiligine è anche spesso associata a malattie autoimmuni come per esempio l’artrite reumatoide, il lupus eritematoso sistemico, la psoriasi o disturbi autoimmuni della tiroide come la tiroidite di Hashimoto). 

    In linea di massima, comunque, la vitiligine sembra essere una condizione multifattoriale, nella quale entrano in gioco diversi fattori. Per esempio, anche la genetica potrebbe avere un ruolo nell’influenzare la probabilità che si sviluppi, e l’età di insorgenza. Oltre a quelli genetici, comunque, alla vitiligine contribuiscono anche fattori emotivi e ambientali: per esempio, alcune ricerche suggeriscono come lo stress emotivo possa avere un ruolo nello sviluppo di questa condizione.  

     Le cause della vitiligine non sono chiare: gli studi suggeriscono sia una condizione multifattoriale, probabilmente con una base autoimmune.

    Quali sono i sintomi della vitiligine?

    Più che di sintomi, per la vitiligine è più corretto parlare di segni: in medicina, infatti, il termine sintomo è riferito a manifestazioni soggettive percepite dal paziente (come il dolore o il prurito), mentre il segno è una manifestazione oggettiva osservabile o misurabile dal/la medico/a. Nel caso della vitiligine, la comparsa di aree di pelle depigmentate è il principale nonché unico segno della condizione, che non causa altri disturbi o anomalie dell’organismo. 

    Le aree depigmentate possono essere più chiare rispetto alla tonalità di pelle del resto del corpo, oppure completamente bianche; di solito iniziano a presentarsi in piccole quantità e poi si diffondono. Le placche, cioè le aree depigmentate del diametro superiore al centimetro, rimangono di solito nello stesso punto per molti anni (anche se possono aumentare di dimensione), mentre le più piccole macule tendono a cambiare maggiormente localizzazione nel tempo, con alcune aree che riprendono la pigmentazione.

    La quantità di pelle interessata dalla vitiligine varia da una persona all’altra: per alcune si tratta solo di poche zone, per altre invece la vitiligine può interessare gran parte del corpo.

    Come già accennato, la vitiligine non è una condizione dolorosa né pericolosa. Vale però la pena evidenziare che è spesso associata a condizioni autoimmuni e che le aree depigmentate della pelle sono più sensibili alle radiazioni ultraviolette del sole (ma anche ovviamente di lampade abbronzanti e lettini solari): per le persone con vitiligine, dunque, è particolarmente importante l’uso di prodotti ad alto fattore di protezione solare. Inoltre, le anomalie della pelle possono causare disagio, e anche problemi di depressione e disturbi d’ansia.

    La vitiligine non è una condizione pericolosa per la salute, ma può causare notevole disagio psicologico.

    Come si arriva alla diagnosi di vitiligine?

    La diagnosi di vitiligine è essenzialmente clinica, cioè basata sull’anamnesi del paziente e l’osservazione visiva della pelle e delle aree depigmentate nell’ambito di una visita dermatologica. Il/la medico/a può inoltre condurre una valutazione con uno strumento usato in dermatologia noto come lampada di Wood, che emette una luce ultravioletta sotto la quale alterazioni della pigmentazione (come quelle della vitiligine) e altre anomalie cutanee possono diventare più evidenti o assumere una fluorescenza particolare. 

     

    vitiligine

    Come si previene la vitiligine?

    Purtroppo, non essendo note le cause precise della vitiligine, non c’è una strategia di prevenzione efficace per questa condizione. In linea generale, comunque, è importante tutelare la pelle, soprattutto con l’uso di una protezione solare efficace, e, per le persone con malattie autoimmuni diagnosticate, seguire il trattamento indicato per la loro gestione.

    Qual è il trattamento della vitiligine?

    Il trattamento della vitiligine non rappresenta una necessità medica, perché la condizione non causa complicazioni gravi o rischi per la salute. Tuttavia, le persone con vitiligine possono vivere con disagio la loro condizione: in questo caso, è possibile trattarla con diversi approcci che aiutano a uniformare la tonalità della pelle, ripristinando la pigmentazione originale o, in alternativa, eliminando quella rimanente. 

    In linea generale, un approccio importante è quello del counseling e/o dei gruppi di supporto, che aiutano le persone con vitiligine a migliorare l’autostima e ad affrontare eventuali disturbi mentali associati alla condizione.

    Possibili trattamenti per la vitiligine

    • Farmaci. Sebbene non esista un farmaco in grado di curare la vitiligine, alcuni possono rallentare la depigmentazione e aiutare i melanociti a rigenerarsi. In quest’ottica sono usati, come trattamento topico, farmaci corticosteroidi e inibitori della calcineurina, che agiscono entrambi con effetto immunosoppressore, e analoghi della vitamina D, che supportano la crescita e la differenziazione delle cellule della pelle. L’unico trattamento specifico per la vitiligine, in particolare le forme non segmentali, è il ruxolitinib, che ha dimostrato efficacia nella ripigmentazione della pelle.
    • Fototerapia. La fototerapia rappresenta un approccio dermatologico basato sull’uso della luce ultravioletta a una specifica lunghezza d’onda, usata per stimolare i melanociti a riprodursi e a riprendere la produzione di melanina nelle aree depigmentate, così da ripristinare il colore naturale della pelle. Ci sono vari tipi specifici di fototerapia ma, in linea generale, questo approccio richiede diverse sessioni (di solito è ripetuto più volte la settimana) per risultare efficace.
    • Terapia di depigmentazione. È un approccio che mira a uniformare il tono della pelle eliminando la pigmentazione residua.
    • Trattamento chirurgico. È un’opzione che può essere considerata quando la vitiligine interessa solo aree limitate della pelle e che, in genere, non è raccomandata per persone in cui questa condizione si diffonde molto velocemente ma solo per chi ha una vitiligine stabile. In altre parole, questi trattamenti non sono adatti a tutti i pazienti; inoltre possono avere complicanze come infezioni, cicatrici o differenze di colore tra aree trattate e pelle circostante. Esistono diverse strategie chirurgiche per la vitiligine, che mirano a ripristinare la pigmentazione trasferendo cellule sane in aree depigmentate; tra queste vi sono per esempio:
      • skin grafting o innesto di pelle sottile, in cui si preleva un sottile strato di pelle pigmentata da una zona donatrice e lo si trapianta sulla zona depigmentata;
      • blister grafting o innesto a bolle di suzione, in cui si crea una bolla sulla pelle pigmentata usando una leggera aspirazione, si preleva l’epidermide dalla bolla e si trapianta sull’area depigmentata.

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