Tiroidite di Hashimoto

La tiroidite di Hashimoto è una malattia cronica autoimmune che spesso causa ipotiroidismo: un approfondimento su sintomi, cause e conseguenze di questa condizione
Korian Redazione

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Redazione scientifica
Articolo revisionato dalla nostra redazione scientifica
27 Marzo 2025

La tiroidite di Hashimoto è una malattia autoimmune che interessa la tiroide e che ha effetti a livello sistemico, cioè sull’intero organismo. 

Infatti, la tiroide ha un ruolo fondamentale nel metabolismo di tutto il corpo. È una ghiandola dalla forma che ricorda una farfalla, localizzata nella parte anteriore del collo, ed è controllata dall’ipofisi, un’altra ghiandola localizzata però nel cranio. Più precisamente, la tiroide è una ghiandola endocrina: significa che secerne ormoni, molecole che agiscono come messaggeri raggiungendo i diversi distretti del corpo grazie al flusso sanguigno. Gli ormoni prodotti dalla tiroide sono la tiroxina o T4 e la triiodotironina o T3, che agiscono sull’attivazione del metabolismo basale (quell’insieme di processi metabolici necessari per mantenere tutte le funzioni vitali). Nell’infanzia, inoltre, gli ormoni tiroidei hanno un ruolo importante per lo sviluppo del sistema nervoso e per la crescita corporea.

La tiroidite di Hashimoto rappresenta una comune causa di ipotiroidismo, cioè un’insufficiente produzione di ormoni da parte della tiroide; in rari casi può dare origine a un temporaneo ipertiroidismo, una condizione nella quale, invece, la produzione di ormoni tiroidei è eccessiva. È molto più frequente nelle donne che negli uomini, soprattutto dopo i 45 anni di età (ma può presentarsi anche prima).

La condizione prende il nome dal medico giapponese Haruto Hashimoto, che l’ha descritta nella prima metà del ‘900.

Quali sono le cause della tiroidite di Hashimoto?

Il meccanismo alla base della tiroidite di Hashimoto è quello che caratterizza le malattie autoimmuni: invece di attaccare cellule e microbi potenzialmente dannosi, il sistema immunitario attacca il proprio stesso organismo. Nel caso della tiroidite di Hashimoto, in particolare, gli anticorpi prodotti dai linfociti attaccano il tessuto della tiroide, causandone l’infiammazione (in medicina, infatti, i termini con il suffisso -ite indicano in genere condizioni infiammatorie). Nel tempo, si determina un danno che impedisce alla tiroide di produrre ormoni a sufficienza per le necessità dell’organismo e si sviluppa così l’ipotiroidismo. È importante notare, comunque, che non tutte le persone con tiroidite di Hashimoto hanno l’ipotiroidismo. In alcuni casi, più rari, l’attacco del sistema immunitario può rendere temporaneamente più attiva la tiroide, cioè portare a un ipertiroidismo transitorio.

Le cause precise che portano allo sviluppo della tiroidite di Hashimoto non sono del tutto chiare. Sono noti però alcuni fattori di rischio, tra cui in particolare:

  • storia familiare di disturbi alla tiroide;
  • essere femmina;
  • età (la probabilità che si sviluppi la tiroidite di Hashimoto aumenta con l’avanzare degli anni);
  • presenza di altre malattie autoimmuni (per esempio lupus eritematoso sistemico, celiachia, malattia di Sjögren, artrite reumatoide, diabete di tipo 1).

In linea generale, comunque, si ritiene che la tiroidite di Hashimoto dipenda da fattori sia genetici sia ambientali. Vari studi stanno indagando, per esempio, il ruolo delle infezioni virali e dei livelli di alcuni micronutrienti nello sviluppo della patologia.

La tiroidite di Hashimoto è una malattia autoimmune nella quale il sistema immunitario attacca il tessuto della tiroide.

tiroidite di hashimoto

Quali sono i sintomi della tiroidite di Hashimoto?

La tiroidite di Hashimoto è una malattia che progredisce lentamente nel tempo e, negli stadi iniziali, può non dare sintomi (anche se gli anticorpi che attaccano la tiroide possono già essere rilevati nel sangue). Nel tempo può svilupparsi il gozzo, cioè un ingrossamento della tiroide: non è doloroso, ma può essere fastidioso. 

I sintomi della tiroidite di Hashimoto sono in realtà quelli relativi all’ipotiroidismo che la patologia può causare. Sebbene possano variare da una persona all’altra, i più comuni sono l’aumento ingiustificato di peso e l’intolleranza al freddo (entrambi dovuti al rallentamento del metabolismo basale, legato all’insufficienza di ormoni tiroidei). Possono inoltre presentarsi:

  • aumento dei livelli di colesterolo nel sangue;
  • costipazione e pancia gonfia; 
  • bradicardia (rallentamento del ritmo cardiaco) e fiato corto;
  • debolezza muscolare, crampi e dolore alle articolazioni;
  • a volte problemi ai sistemi sensoriali (per esempio perdita di senso del gusto o diminuzione di vista e udito);
  • pelle secca e capelli fragili;
  • problemi di fertilità e alterazioni del ciclo mestruale nelle donne (per esempio amenorrea).

L’ipotiroidismo può anche determinare alcuni sintomi mentali, come la depressione. La malattia può influenzare inoltre l’aspetto del viso, che può apparire gonfio, mentre le palpebre possono apparire cadenti. Alcune persone possono sviluppare la sindrome del tunnel carpale.

In linea generale, i sintomi dell’ipotiroidismo (così come quelli dell’ipertiroidismo) coinvolgono tutto il corpo, perché l’alterazione del metabolismo influenza ogni organo e apparato. La patologia è particolarmente pericolosa in gravidanza perché, se non trattata, può portare per esempio a preeclampsia, aborto e nascita pretermine. L’assenza di trattamento può comunque portare a vari problemi: per esempio, l’aumento dei livelli di colesterolo associato all’ipotiroidismo è correlato a un maggior rischio di disturbi cardiovascolari.

La complicazione più grave dell’ipotiroidismo è il coma mixedematoso, una condizione caratterizzata da bassi livelli di ossigeno e globuli rossi nel sangue, bradicardia, respirazione lenta e superficiale, ipotermia e alterazioni mentali (per esempio letargia o disorientamento). Il coma mixedematoso è una complicazione rara ma potenzialmente fatale, che richiede un intervento medico tempestivo.

I sintomi della tiroidite di Hashimoto si presentano quando la patologia causa ipotiroidismo e coinvolgono tutto l’organismo.

Come si arriva alla diagnosi di tiroidite di Hashimoto?

La diagnosi di tiroidite di Hashimoto richiede una visita durante la quale il/la medico/a raccoglie l’anamnesi (compresa la presenza di eventuali fattori di rischio) e i sintomi per poi condurre un esame della tiroide per verificarne un eventuale ingrossamento. Per confermare la diagnosi sono però necessari specifici esami del sangue per valutare tre parametri:

  • i livelli di ormoni tiroidei;
  • i livelli di ormone tireostimolante (TSH), che è prodotto dall’ipofisi e stimola la produzione di ormoni tiroidei;
  • la presenza di anticorpi specifici, indicativi della tiroidite autoimmune.

Questi esami permettono di verificare la condizione di ipotiroidismo e riconoscerne come causa la tiroidite di Hashimoto (vale la pena ricordare, infatti, che l’ipotiroidismo può originare da vari altri fattori). Eventualmente, è possibile riconoscere la tiroidite di Hashimoto prima che abbia portato a una condizione di ipotiroidismo: questo è importante per iniziare un monitoraggio che consenta di agire in modo tempestivo a eventuali abbassamenti dei livelli di ormoni tiroidei.

Inoltre, può essere raccomandata un’ecografia della tiroide per valutare dimensioni, struttura e stato dei vasi sanguigni dell’organo. 

tiroidite di hashimoto

Come si previene la tiroidite di Hashimoto?

Purtroppo non c’è un modo per prevenire la tiroidite di Hashimoto, perché le cause non sono del tutto conosciute e i fattori di rischio noti non sono modificabili. È però possibile gestire l’ipotiroidismo con un adeguato trattamento che limita i sintomi e i rischi associati. Inoltre, se la tiroidite di Hashimoto viene diagnosticata prima che abbia causato l’ipotiroidismo, è possibile sottoporsi a un monitoraggio regolare per poter intervenire in modo tempestivo ai primi segnali di abbassamento dei livelli di ormoni tiroidei.

Qual è il trattamento della tiroidite di Hashimoto?

Non c’è una cura per la tiroidite di Hashimoto: il trattamento è necessario quando causa ipotiroidismo, per mitigare i sintomi ed evitare le complicazioni associate. Si tratta di una terapia efficace e semplice: si basa infatti sulla somministrazione, per via orale, di una forma sintetica dell’ormone T4 (che rappresenta il precursore della forma biologicamente attiva dell’ormone, cioè il T3). La terapia richiede controllo medico per verificarne l’efficacia ed eventualmente modificare i livelli di ormone necessari da somministrare (che possono anche variare nel tempo). Prima del trattamento è importante informare il/la medico/a di eventuali altre terapie farmacologiche in corso o se si stanno assumendo integratori: diverse sostanze, infatti, possono interferire con l’assimilazione dell’ormone sintetico. Il trattamento per l’ipotiroidismo (anche quello non causato dalla tiroidite di Hashimoto) deve essere continuato per tutta la vita.

American Thyroid Association, Hashimoto’s Thyroiditis (Chronic Lymphocitic Thyroiditis or Autoimmune Thyroiditis), https://www.thyroid.org/hashimotos-thyroiditis/

Cleveland Clinic, Hashimoto’s Disease, https://my.clevelandclinic.org/health/diseases/17665-hashimotos-disease

Kaur J, Jialal I. Hashimoto Tyroiditis. StatPearls (2025) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK459262/

National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases, NHI, Hashimoto’s Disease, https://www.niddk.nih.gov/health-information/endocrine-diseases/hashimotos-disease

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