Infezione da Helicobacter pylori (H. pylori)
Helicobacter pylori (H. pylori) è un batterio responsabile di infezioni allo stomaco, molto comuni: si stima possano interessare fino alla metà, o anche di più, della popolazione mondiale. Le infezioni da Helicobacter pylori sono frequenti soprattutto nei Paesi a basso e medio reddito, ma interessano anche percentuali significative della popolazione adulta dei Paesi industrializzati.
Sebbene spesso l’infezione da H. pylori sia asintomatica, il batterio è la principale causa di gastrite cronica, un’infiammazione a lungo termine della mucosa dello stomaco (lo strato di tessuto più interno dell’organo) che può determinare complicanze quali ulcere gastriche. La gastrite dovuta all’infezione può nel tempo diventare di tipo atrofico: si verifica, cioè, una progressiva perdita delle ghiandole del tessuto gastrico. Questa condizione è inoltre associata a un maggior rischio di sviluppare tumore allo stomaco e linfoma gastrico MALT (un tipo di linfoma non-Hodgkin). Proprio per il suo ruolo nel determinare lo sviluppo di tumori, Helicobacter pylori è stato classificato come carcinogeno umano (cioè in grado di indurre lo sviluppo di un tumore).
In assenza di trattamento, l’infezione da H. pylori negli adulti può perdurare per tutta la vita, con i rischi connessi.
Helicobacter pylori è la principale causa di gastrite cronica
Quali sono le cause dell’infezione da Helicobacter pylori?
Lo stomaco è caratterizzato da un ambiente acido che lo rende difficile da colonizzare da parte dei batteri e di altri microrganismi. Tuttavia, Helicobacter pylori è in grado di neutralizzare il basso pH gastrico e sopravvivere con successo, causando infezioni croniche; inoltre, è in grado di modulare e sfuggire alla risposta immunitaria dell’organismo. Esistono diversi ceppi di H. pylori, ossia varianti che possono influenzarne la virulenza (la gravità dei danni che può causare).
Il batterio è stato isolato per la prima volta nei primi anni Ottanta, sebbene per lungo tempo la comunità scientifica sia rimasta scettica sulla sua associazione a ulcere e tumori gastrici: in passato, infatti, si riteneva che la gastrite fosse correlata soprattutto allo stress o all’alimentazione. Da quando è stato riconosciuto il ruolo patologico di Helicobacter pylori, comunque, il batterio è stato ampiamente studiato: ciononostante, a oggi non sono ancora del tutto chiari i meccanismi di infezione e trasmissione. Tra le teorie proposte vi è la trasmissione orale; è anche possibile la trasmissione per via oro-fecale. L’essere umano è l’unico serbatoio noto del batterio e diversi studi suggeriscono che Helicobacter pylori possa trasmettersi da una persona all’altra.
Sembra, inoltre, che l’infezione avvenga prevalentemente in età pediatrica e solo in rari casi in età adulta. Infatti, sebbene l’infezione si manifesti in stragrande maggioranza tra le persone adulte, l’età non sembra essere un fattore di rischio quanto, piuttosto, un effetto “di coorte”: le persone nate più indietro nel tempo hanno probabilmente contratto più facilmente l’infezione. In linea generale, secondo la World Gastroenterology Organisation, lo status socio-economico nell’infanzia è il principale determinante del rischio di contrarre un’infezione da H. pylori.

Quali sono i sintomi dell’infezione da Helicobacter pylori?
Nella maggior parte dei casi, l’infezione da Helicobacter pylori non causa sintomi. Questi sono presenti quando invece l’infezione porta allo sviluppo di gastrite, che si può manifestare con dolore addominale, nausea/vomito e perdita di appetito e peso e, in generale, dispepsia (disturbi digestivi tra cui per esempio eruttazione e gonfiore addominale). I sintomi della gastrite possono peggiorare con l’ingestione di alcuni alimenti (per esempio cibi molto speziati, alcol e caffè).
Vale la pena segnalare anche che alcuni studi hanno evidenziato le alterazioni della lingua, per esempio la presenza di una patina bianca, in associazione alla gastrite (e altri disturbi) e suggeriscono che possano essere usate come indicazioni di un’infezione da H. pylori, sebbene i risultati non siano ancora conclusivi (è importante comunque ricordare che la patina bianca sulla lingua è un segno aspecifico). Inoltre, l’infezione da parte di questo batterio è stata associata a diversi disturbi della pelle, tra cui per esempio la dermatite atopica, la rosacea e la psoriasi, sebbene, anche in questo caso, l’associazione tra le due condizioni non sia del tutto dimostrata né spiegata.
Bisogna infine precisare che la gastrite dovuta all’infezione da Helicobacter pylori può avere complicanze quali le ulcere peptiche, cioè lesioni alla mucosa dello stomaco o anche a quella del duodeno, il primo tratto dell’intestino, che si possono manifestare con crampi addominali o bruciore, sangue nelle feci e, nei casi più gravi, con la presenza di sangue nel vomito (che può anche assomigliare a fondi di caffè: si parla di vomito caffeano). Da ultimo, alcuni studi suggeriscono un’associazione tra l’infezione da H. pylori e disturbi mentali, in particolare disturbi d’ansia.
Come si arriva alla diagnosi di infezione da Helicobacter pylori?
In caso di sospetta infezione da Helicobacter pylori, dopo la raccolta dell’anamnesi e dei sintomi da parte del/la medico/a, sono di norma raccomandati test strumentali per verificare la presenza del batterio. Tra i più comunemente usati e non invasivi vi è l’Urea Breath Test, o test del respiro, che si basa sulla capacità di H. pylori di produrre ureasi, un enzima che degrada l’urea in ammoniaca e anidride carbonica (la stessa capacità che lo aiuta a sopravvivere nell’ambiente acido dello stomaco). L’esame consiste nella somministrazione per bocca di una soluzione contenente urea marcata con un isotopo radioattivo; quindi, il paziente espira in un apposito dispositivo e, se l’urea è stata metabolizzata dal batterio, l’anidride carbonica marcata può essere rilevata. In alternativa, può essere raccomandato un esame delle feci, dal quale si possono rilevare gli antigeni di Helicobacter pylori, cioè molecole specifiche prodotte dal batterio e che ne possono quindi confermare la presenza.
In alcuni casi può essere raccomandato un esame più invasivo, l’endoscopia (esofagogastroduodenoscopia), che consiste nell’inserire attraverso la bocca un tubo lungo e flessibile, dotato di luci e microcamere che consentono di visualizzare l’interno dello stomaco e della prima parte dell’intestino. In questo modo è possibile valutare le condizioni gastriche interne e prelevare un piccolo campione di tessuto (biopsia) per un’analisi dettagliata che stabilisca la presenza o meno del batterio.

Come si previene l’infezione da Helicobacter pylori?
Sebbene le modalità di trasmissione di H. pylori non siano note, per prevenire l’infezione è in linea generale raccomandato seguire corrette norme igieniche: lavarsi con frequenza le mani, soprattutto prima di mangiare, e lavare accuratamente anche gli alimenti, soprattutto se non verranno cotti. Inoltre è importante assicurarsi di bere acqua potabile o, in caso di dubbi, in bottiglia.
Qual è il trattamento dell’infezione da Helicobacter pylori?
Il trattamento dell’infezione da Helicobacter pylori si basa sulla terapia antibiotica, che prevede nella maggior parte dei casi una combinazione di due farmaci. La ragione principale di questo approccio è che questo batterio ha una significativa capacità di sviluppare resistenza agli antibiotici; usando una combinazione di due con meccanismi d’azione differenti, si riduce il rischio che sopravviva e sviluppi mutazioni che lo rendono resistente.
Normalmente, alla terapia antibiotica sono aggiunti anche un farmaco antiacido e il bismuto. Come suggerisce il nome, il farmaco antiacido, di solito rappresentato da un inibitore di pompa protonica, riduce l’acidità dell’ambiente gastrico, aiutando ad alleviare i sintomi dolorosi. Il bismuto, invece, è un metallo naturale che, usato in forma di sale, contribuisce all’azione degli antibiotici nell’eradicazione di H. pylori grazie alle sue proprietà antibatteriche.
La terapia per contrastare l’infezione da Helicobacter pylori, che sia triplice (antibiotici e inibitore di pompa protonica) o quadruplice (nella quale è aggiunto anche il bismuto) è disponibile in formulazioni uniche, in una singola capsula, e ha dimostrato un’efficacia alta nell’eradicazione del batterio, riducendo così il rischio di complicanze gravi come lo sviluppo di tumore allo stomaco.
Dopo il periodo di trattamento raccomandato, comunque, è necessario sottoporsi a un test (non invasivo, di solito l’Urea Breath Test) per verificare che l’infezione sia stata effettivamente eradicata. Vale la pena precisare che è raro che l’infezione si presenti nuovamente, sebbene siano possibili recidive dovute a infezioni non completamente debellate.
Helicobacter pylori ha una significativa capacità di sviluppare resistenza agli antibiotici
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Korian Redazione
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