Incontinenza urinaria

L’incontinenza urinaria, maschile e femminile, è molto diffusa: scopri cos’è, quali sono le possibili cause, i possibili sintomi e i trattamenti disponibili
Korian Redazione

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Redazione scientifica
Articolo revisionato dalla nostra redazione scientifica
18 Aprile 2025

    L’incontinenza urinaria è una perdita involontaria di urina, in quantità più o meno abbondante a seconda dei casi (e delle cause). 

    La vescica, che ha il compito di raccogliere l’urina prodotta dai reni prima che venga espulsa all’esterno, è un organo muscolare dalle pareti elastiche, che si distendono man mano che aumenta al suo interno la quantità di urina. Quando quest’ultima raggiunge una certa quantità, corrispondente a una determinata distensione della parete vescicale, la vescica invia un segnale al sistema nervoso che, a sua volta, attiva lo stimolo della minzione (cioè lo stimolo a urinare). Infatti, in condizioni fisiologiche, la fuoriuscita di urina è impedita dallo sfintere uretrale: si tratta di due gruppi muscolari circolari (detti sfinteri), uno interno sotto un controllo involontario e uno esterno, sotto un controllo volontario. È quest’ultimo che permette di controllare volontariamente la minzione; nei bambini piccoli, questo controllo non è presente perché il sistema nervoso non è ancora completamente maturo e la vescica si svuota in modo automatico, senza che ci sia un controllo consapevole.

    L’incontinenza urinaria è una condizione comune, che interessa soprattutto le donne e le persone anziane. Tuttavia, non fa parte del normale processo di invecchiamento; non è nemmeno, però, una patologia in sé, quanto piuttosto l’espressione di un problema alla vescica o allo sfintere che regola la fuoriuscita dell’urina.

    Quali sono le cause dell’incontinenza urinaria?

    L’incontinenza urinaria può avere cause differenti, che permettono di distinguere anche la tipologia di incontinenza stessa.

    Principali cause e tipologie di incontinenza urinaria

    • Incontinenza da stress. È dovuta a un improvviso aumento della pressione intraddominale, come può verificarsi per esempio con un colpo di tosse o uno starnuto, o sforzi durante un’attività fisica (per esempio il sollevamento di pesi). Si può verificare in persone il cui pavimento pelvico (l’insieme di muscoli e tessuti che chiude inferiormente il bacino, sostenendo organi come vescica, utero e retto) o gli sfinteri uretrali sono indeboliti. Negli uomini, l’incontinenza da stress rappresenta tipicamente una complicanza di interventi alla prostata (per esempio in caso di ipertrofia prostatica); nelle donne può verificarsi durante la gravidanza, o dopo aver avuto un figlio. 
    • Incontinenza da urgenza. Si presenta come un bisogno di urinare impellente, che si presenta in modo così veloce da non dare a volte il tempo di raggiungere il bagno. È dovuto all’iperattività del muscolo detrusore, il principale della vescica, a sua volta legata a condizioni quali per esempio la sindrome della vescica iperattiva, disturbi al detrusore stesso, o condizioni neurologiche come la malattia di Parkinson o la sclerosi multipla.
    • Incontinenza da rigurgito. Si verifica quando la vescica non si svuota completamente e l’urina fuoriesce in modo involontario a causa dell’eccessivo riempimento. È associata a condizioni quali il diabete, la sclerosi multipla, l’ipertrofia prostatica o traumi al midollo spinale. Rappresenta anche l’unica forma di incontinenza urinaria che presenta diretti rischi di complicazioni, perché può causare danni permanenti alla vescica e ai reni.
    • Incontinenza mista. È detta mista perché presenta caratteristiche dell’incontinenza sia da stress sia da urgenza; è di solito dovuta a cedimento o prolasso del pavimento pelvico.
    • Incontinenza funzionale. È la perdita di controllo della minzione dovuta ad altre condizioni patologiche e/o a elementi ambientali che ostacolano il raggiungimento del bagno. Si può presentare per esempio a causa di disturbi cognitivi o neurodegenerativi, come demenza, malattia di Parkinson, o a seguito di ictus, oppure per malattie che rendono difficile il movimento (e quindi anche raggiungere il bagno in tempo), come l’artrite. Può anche presentarsi a causa di infezioni del tratto urinario (come la cistite), o dell’assunzione di farmaci come i diuretici o i sonniferi; in questi ultimi casi, l’incontinenza è di norma a breve termine. 

    Le forme più comuni di incontinenza urinaria sono quelle da stress, da urgenza e mista. Si presentano in larga maggioranza nelle donne (circa il doppio di quanto avvenga negli uomini) e nelle persone anziane; negli uomini, il principale fattore di rischio è l’intervento chirurgico alla prostata. Gravidanza, parto, menopausa, aumento di peso corporeo e diabete rappresentano altri fattori di rischio per l’incontinenza urinaria.

    Esistono diverse tipologie di incontinenza urinaria, che interessano più di frequente le donne e le persone anziane.

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    Quali sono i sintomi dell’incontinenza urinaria?

    L’incontinenza urinaria sia femminile sia maschile si manifesta con la perdita involontaria di urina, che può variare da quantità abbondanti o moderate a molto piccole. A seconda delle cause dell’incontinenza, la fuoriuscita di urina può essere costante oppure occasionale e, inoltre:

    • può essere associata alla necessità di urinare più di frequente;
    • può essere associata alla sensazione di non riuscire a svuotare completamente la vescica durante la minzione;
    • può presentarsi come enuresi notturna (perdita di urina durante il sonno).

    L’incontinenza urinaria non rappresenta di per sé una condizione che possa causare complicanze: i problemi che le si possono associare sono semmai di ordine sociale, perché può causare molto imbarazzo e disagio in chi ne soffre. L’unica forma di incontinenza che possa causare complicanze mediche è l’incontinenza da rigurgito. Infatti, il mancato svuotamento completo della vescica e il conseguente accumulo di urina aumenta il rischio di infezioni urinarie, perché l’urina stagnante favorisce la proliferazione di batteri. Inoltre, la pressione all’interno della vescica può aumentare tanto da danneggiare i reni nel lungo periodo, provocando un reflusso urinario verso l’alto.

    Come si arriva alla diagnosi di incontinenza urinaria?

    Poiché l’incontinenza urinaria non è una patologia di per sé, non è corretto parlare di diagnosi in riferimento a questa condizione. Tuttavia, la diagnosi è importante in riferimento al disturbo che causa l’incontinenza urinaria e per stabilire la tipologia di quest’ultima, così da decidere il tipo di trattamento più idoneo. In questo senso, il primo passaggio è rappresentato dalla visita con un/a urologo/a. Oltre a raccogliere informazioni sulle caratteristiche dell’incontinenza (ogni quanto si presenta, se si manifesta in condizioni specifiche, quanto è abbondante la perdita eccetera) e sui possibili fattori di rischio (per esempio se si è in menopausa, se si hanno patologie note eccetera), l’urologo/a conduce anche un esame fisico. Può inoltre raccomandare esami quali:

    • esame delle urine, per valutare la presenza di infezioni o altre anomalie, come la presenza di sangue (ematuria);
    • ecografia della vescica, per verificare se rimane urina residua dopo la minzione;
    • stress test, cioè viene chiesto di tossire per verificare se vi siano perdite involontarie di urina;
    • cistoscopia, che permette di esaminare uretra e vescica nel dettaglio grazie a un tubo dotato di fonte luminosa e telecamera;
    • test urodinamici, che valutano la funzionalità di vescica e uretra durante le fasi di  riempimento e svuotamento con passaggio dell’urina;
    • pad test o test del tampone assorbente, che consiste nell’uso di uno specifico dispositivo assorbente per valutare la quantità di urina fuoriuscita involontariamente.

    Inoltre, l’urologo/a può raccomandare in alcuni casi di tenere un diario che consenta di tracciare un pattern delle perdite involontarie di urina nell’arco di alcuni giorni, aiutando a capire il tipo specifico di incontinenza urinaria.

    Come si previene l’incontinenza urinaria?

    Prevenire l’incontinenza urinaria non è sempre possibile. Tuttavia, è possibile prevenire le infezioni del tratto urinario che possono dare incontinenza a breve termine con un’adeguata igiene genitale, e il cedimento del pavimento pelvico con specifici esercizi (noti come esercizi di Kegel).

    incontinenza urinaria

    Qual è il trattamento dell’incontinenza urinaria?

    In alcuni casi a breve termine, l’incontinenza urinaria può risolversi completamente con il corretto trattamento della causa sottostante (per esempio la terapia di un’infezione urinaria o l’interruzione dell’assunzione di uno specifico farmaco). Nei casi di incontinenza urinaria cronica, invece, il trattamento dipende dal tipo di incontinenza e può basarsi su una o più strategie che comprendono quelle conservative, basate su modifiche dello stile di vita, quelle farmacologiche e quelle chirurgiche.

    Trattamenti per l’incontinenza urinaria

    • Trattamenti conservativi. Sono di norma il primo approccio per il trattamento dell’incontinenza urinaria: comprendono modifiche della dieta, per mantenere o raggiungere un peso nella norma (in modo da ridurre la pressione sulla vescica), e delle bevande assunte. Può infatti essere raccomandato di controllare l’assunzione di acqua (pur mantenendo un’idratazione adeguata), limitandola per esempio prima di andare a dormire e/o prima di un’attività fisica, e di limitare il consumo di caffeina. A seconda dei casi, possono essere raccomandati la programmazione della minzione, cioè stabilire momenti specifici per urinare invece di farlo ogni volta che si presenta lo stimolo, esercizi di Kegel, per rafforzare il pavimento pelvico, e tecniche di rieducazione vescicale. Queste ultime comprendono per esempio l’elettrostimolazione, una tecnica che utilizza impulsi elettrici a bassa intensità per stimolare i muscoli del pavimento pelvico e i nervi coinvolti nel controllo della vescica, e il biofeedback, che aiuta a prendere consapevolezza dei muscoli coinvolti nel controllo della vescica. Infine, in questo contesto può essere raccomandato l’uso di dispositivi assorbenti.
    • Trattamenti farmacologici. Vari farmaci possono aiutare a ridurre l’incontinenza urinaria, per esempio stabilizzando la contrazione muscolare in caso di vescica iperattiva o favorendo il rilascio muscolare per consentire il completo svuotamento durante la minzione. Inoltre, per le donne in menopausa può essere consigliata una terapia ormonale, come le creme a base di estrogeni.
    • Trattamenti chirurgici. A seconda del tipo di problema che causa incontinenza urinaria, possono essere raccomandati diversi tipi di interventi chirurgici. Tra questi, alcuni dei principali sono:
      • iniezioni di agenti volumizzanti, nella parete dell’uretra o attorno allo sfintere uretrale, per aumentare il volume e migliorare la chiusura del canale urinario (rappresentano una tecnica mininvasiva);
      • iniezioni di botulino;
      • impianto di dispositivi neuromodulanti, che agiscono sui nervi della vescica per migliorarne il controllo;
      • interventi con sling (o con benderella), tecnica che consiste nel posizionamento di una piccola benderella di materiale sintetico o biologico sotto l’uretra per sostenerla (anche nella variante, meno invasiva, dell’uretropessi TOT); 
      • inserimento di uno sfintere urinario artificiale, un dispositivo usato soprattutto negli uomini dopo intervento alla prostata, che riproduce la funzione dello sfintere fisiologico.

    Il trattamento dell’incontinenza urinaria può basarsi su strategie conservative, terapie farmacologiche o interventi chirurgici

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