Cefalea tensiva

La cefalea di tipo tensivo è la forma più comune di mal di testa: approfondisci quali sono le sue cause e quali i sintomi, come riconoscerla e come può essere prevenuta e trattata.
Korian Redazione

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Redazione scientifica
Articolo revisionato dalla nostra redazione scientifica
30 Aprile 2025

    La cefalea tensiva è un tipo di mal di testa primario, cioè non è dovuto ad altri disturbi o condizioni. Si distingue in tre sottotipi, classificati in base alla frequenza degli episodi:

    • cefalea tensiva episodica infrequente: si manifesta meno di 1 giorno al mese o meno di 12 giorni all’anno;
    • cefalea tensiva episodica frequente: si presenta da 1 a 14 giorni al mese o tra 12 e 180 giorni all’anno;
    • cefalea tensiva cronica: compare almeno 15 giorni al mese o più di 180 giorni all’anno. 


    La cefalea tensiva può variare per intensità e durata. Sebbene in genere non sia associata a lesioni cerebrali o patologie gravi, può comunque influire in modo significativo sulla qualità della vita.

    È la forma più comune di mal di testa, colpisce più frequentemente le donne e tende a insorgere intorno ai 30 anni.

    Quali sono le cause della cefalea tensiva?

    Le cause della cefalea tensiva non sono ancora del tutto chiare, ma si ritiene che siano legate principalmente alla contrazione e alla tensione dei muscoli di testa, collo e cuoio capelluto. Per questo motivo, è spesso definita anche cefalea muscolo-tensiva. L’irrigidimento muscolare può essere innescato da posture scorrette, come tenere la testa piegata a lungo per leggere o usare il telefono, dall’affaticamento visivo, da disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare (bruxismo e malocclusione), dall’artrite cervicale e da una tensione muscolare generale. Anche attività che richiedono di mantenere a lungo la stessa posizione, come lavorare al computer, possono contribuire all’insorgenza del disturbo.


    Come altre forme di mal di testa, anche la cefalea tensiva può essere scatenata da alcuni trigger, cioè fattori che rendono più probabile un attacco. I trigger variano da una persona all’altra, ma possono includere, per esempio:

    • stress fisico o emotivo, ansia e depressione;
    • eccessiva stanchezza;
    • insonnia o apnea notturna;
    • assunzione eccessiva di caffeina;
    • consumo alto di alcol;
    • fumo;
    • infezioni respiratorie come raffreddore e sinusite.
    cefalea tensiva

    Quali sono i sintomi della cefalea tensiva?

    La cefalea tensiva si manifesta con un dolore sordo, solitamente da lieve a moderato, diffuso su entrambi i lati della testa, del viso o del collo, accompagnato da una fastidiosa sensazione di pressione, come se qualcosa stringesse la testa. L’area interessata può risultare sensibile al tatto, con un peggioramento del dolore in caso di stimolazione. A differenza dell’emicrania, la cefalea tensiva non peggiora con l’attività fisica e non è generalmente accompagnata da nausea, vomito, disturbi visivi o altri sintomi neurologici, anche se in alcuni casi può essere presente una lieve sensibilità alla luce o ai rumori. I sintomi si sviluppano gradualmente e possono durare da 30 minuti fino a una settimana. Nelle forme croniche, il dolore può persistere a lungo e alcune persone riferiscono la sensazione di convivere costantemente con questo disturbo.

    Nella cefalea tensiva, il dolore si sviluppa lentamente e può durare da 30 minuti a una settimana, nelle forme croniche è spesso continuo.

    Come si arriva alla diagnosi di cefalea tensiva?

    La diagnosi di cefalea tensiva si basa principalmente su una valutazione clinica accurata, in quanto non ci sono esami strumentali specifici in grado di identificarla in modo diretto. Il/la medico/a inizia raccogliendo un’anamnesi dettagliata, analizzando elementi come la frequenza, la durata, la localizzazione e le caratteristiche del dolore, i fattori che lo scatenano o lo alleviano, la presenza o l’assenza di sintomi associati e la storia clinica personale e familiare del paziente. La diagnosi viene completata applicando i criteri stabiliti dalla Classificazione Internazionale dei Disturbi Cefalalgici (ICHD-3), e deve includere un’attenta esclusione di altre possibili cause, come emicrania, cefalee secondarie di origine organica (tumori, infezioni, patologie vascolari) o nevralgie craniche.

    In presenza di segnali d’allarme, come l’insorgenza improvvisa della cefalea o la comparsa di sintomi neurologici, può essere necessario un approfondimento con visita neurologica o un intervento di emergenza, e possono essere prescritti esami diagnostici come la risonanza magnetica o la TC per escludere condizioni gravi.

     

    Come si previene la cefalea tensiva?

    La prevenzione della cefalea tensiva si basa su tecniche di rilassamento, su uno stile di vita sano e, nei casi più gravi, su trattamenti farmacologici prescritti dal/la medico/a. Un primo passo utile è tenere un diario del mal di testa per individuare possibili fattori scatenanti.

    • Tecniche di rilassamento: la meditazione, lo yoga e la respirazione profonda aiutano a ridurre la tensione muscolare e lo stress, che rappresenta una delle principali cause della cefalea tensiva.
    • Stile di vita sano: riposare adeguatamente e mantenere un ritmo sonno-veglia equilibrato contribuisce a ridurre l’insorgenza della cefalea tensiva. Questo effetto è potenziato dall’attività fisica regolare, che aiuta a diminuire lo stress, migliora la qualità del sonno e favorisce l’equilibrio dei ritmi biologici. Anche una buona postura e un ambiente di lavoro o domestico confortevole possono contribuire a limitarne la frequenza. Un’alimentazione sana evitando il consumo eccessivo di caffeina e alcol può aiutare a prevenire gli attacchi.
    • Farmaci preventivi: quando i sintomi persistono nonostante queste misure, il/la medico può prescrivere farmaci come antidepressivi, antiepilettici o miorilassanti, da assumere regolarmente e strettamente sotto controllo medico.

    Qual è il trattamento della cefalea tensiva?

    Il trattamento della cefalea tensiva ha come obiettivo principale il rapido sollievo dal dolore e la prevenzione di nuovi episodi, attraverso l’identificazione e la gestione dei fattori scatenanti. Le strategie terapeutiche si dividono principalmente in due categorie: terapie conservative e terapie farmacologiche.

    • Terapie conservative: mirano alla riduzione dello stress e al rilassamento. Tra queste rientrano il massaggio, il biofeedback, la terapia cognitivo-comportamentale, l’agopuntura, gli esercizi stretching dolce e la fisioterapia.
    • Terapie farmacologiche: quando le terapie non farmacologiche non sono sufficienti, può essere necessario ricorrere ai farmaci per la gestione del dolore. Sebbene molte persone tentino di curarsi da sole, è sempre consigliabile consultare un/a medico/a per individuare la cura più adatta ed evitare un uso scorretto dei medicinali. Gli analgesici da banco rappresentano spesso la prima linea di trattamento: tra i principi attivi più utilizzati figurano i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) e il paracetamolo. È fondamentale sottolineare che l’uso prolungato e non controllato di farmaci per l’analgesia può portare, oltre alla manifestazione degli effetti collaterali caratteristici di una singola molecola, anche allo sviluppo della “cefalea da abuso di farmaci”. Quando la cefalea tensiva è associata all’emicrania il/la medico/a potrebbe prescrivere i triptani, farmaci che agiscono inducendo la vasocostrizione nel cranio.

     

    La cefalea tensiva risponde generalmente bene al trattamento e quando non passa è possibile che si tratti della forma cronica.

    È importante rivolgersi ulteriormente a un/a medico/a in presenza di cambiamenti nel modello abituale del dolore, nella frequenza o nella risposta alla terapia. Una rivalutazione medica è raccomandata se si ricorre a farmaci analgesici più di tre volte a settimana, se il mal di testa compromette le attività quotidiane, se è più intenso in posizione sdraiata o se si sviluppano effetti collaterali legati alla terapia farmacologica e in caso di gravidanza o sospetta gravidanza, poiché alcuni trattamenti possono essere controindicati.

    L’assistenza d’emergenza è indicata in caso di cefalea improvvisa e grave, specialmente quando accompagnata da sintomi atipici quali febbre, rigidità nucale, alterazioni dello stato di coscienza, convulsioni, deficit neurologici come visione doppia, debolezza, intorpidimento o difficoltà nel linguaggio e soprattutto se insorti per la prima volta o in seguito a un trauma cranico. La valutazione medica tempestiva è necessaria per escludere condizioni gravi come emorragie cerebrali o tumori.

    I trattamenti per la cefalea tensiva si distinguono tra terapie conservative, che mirano alla riduzione dello stress e al rilassamento e terapie farmacologiche per la gestione del dolore.

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