Aterosclerosi

Conosci l’aterosclerosi: cos’è, quali sono i sintomi, quali le cause, come si previene e come può essere trattata
Korian Redazione

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Redazione scientifica
Articolo revisionato dalla nostra redazione scientifica
13 Gennaio 2025

    L’aterosclerosi è una condizione nella quale le pareti interne delle arterie si ispessiscono e diventano irregolari a causa della formazione di placche, dette ateromi, costituite da lipidi, colesterolo e altre sostanze. 

    Comporta il restringimento del lume del vaso, cioè del suo diametro interno, per cui il sangue vi scorre con maggiore difficoltà. La prima conseguenza è una riduzione dell’afflusso di sangue ossigenato a organi e tessuti, la seconda un aumento del rischio che si sviluppino trombi, cioè coaguli di sangue. A loro volta, questi possono causare direttamente l’occlusione dell’arteria o dare origine a frammenti (emboli) che, viaggiando nel torrente circolatorio, occludono arterie distanti da quella in cui si è sviluppato il trombo. In entrambi i casi, il flusso di sangue risulta bloccato; a seconda di dove si verifica l’occlusione, può portare a infarto cardiaco, ictus, ischemia dei tessuti e altre gravi conseguenze. 

    L’aterosclerosi è una delle più comuni malattie cardiovascolari a livello globale e rappresenta una delle principali cause di morte. Si sviluppa lentamente nel tempo, spesso a partire già dall’infanzia. 

    Non va confusa con l’arteriosclerosi, una condizione caratterizzata dall’indurimento e dalla perdita di elasticità della parete delle arterie: il termine aterosclerosi è infatti riferito in modo specifico alla formazione delle placche e rappresenta una forma di arteriosclerosi. 

    Quali sono le cause dell’aterosclerosi?

    Diversi fattori possono contribuire a danneggiare il tessuto interno delle arterie (endotelio): ipertensione, fumo di tabacco, ipercolesterolemia, diabete sono solo alcune delle condizioni e abitudini che possono creare danni endoteliali. Il danno endoteliale rende la parete delle arterie più permeabile, permettendo l’accumulo di colesterolo; più precisamente, penetrano nella parete le cosiddette lipoproteine a bassa densità (Low Density Lipoprotein, LDL), responsabili del trasporto del colesterolo dal fegato alle cellule.

    All’interno della parete dell’arteria, le LDL vanno incontro a un processo chimico detto ossidazione e stimolano la risposta infiammatoria, attirando cellule del sistema immunitario, che si accumulano. Con il tempo, nella massa formata da colesterolo e cellule si depositano calcio e fibre di collagene, che ne determinano l’indurimento. A causa del ruolo del processo di infiammazione nella formazione delle placche, l’aterosclerosi è ormai considerata una malattia infiammatoria.

    Sono noti diversi fattori di rischio che aumentano la probabilità di sviluppare aterosclerosi. Spesso sono anche collegati tra loro: per esempio, una dieta eccessivamente ricca di grassi, colesterolo e sale aumenta la probabilità di sviluppare il diabete, la mancanza di attività fisica aumenta tra gli altri il rischio di obesità eccetera. In generale, comunque, l’aterosclerosi ha alla base fattori sia genetici sia ambientali e legati allo stile di vita.

    I principali fattori di rischio per l’aterosclerosi

    • Genetica. Chi ha parenti che hanno sofferto di aterosclerosi ha a sua volta una maggiore probabilità di sviluppare la condizione; gli studi hanno evidenziato alcune varianti di geni che possono aumentare il rischio. In generale, inoltre, alcune condizioni e patologie note per essere fattori di rischio per l’aterosclerosi hanno anch’esse una componente familiare (per esempio, l’ipercolesterolemia).
    • Ipertensione. Una pressione arteriosa alta danneggia le pareti dei vasi, innescando i meccanismi di formazione delle placche, ed è considerata uno dei principali fattori di rischio per l’aterosclerosi. A sua volta, aumentando la resistenza al flusso sanguigno, l’aterosclerosi può peggiorare l’ipertensione. 
    • Diabete. L’aterosclerosi rappresenta una delle principali complicanze del diabete e l’eccesso di glucosio nel sangue (così come l’eccesso di grassi e di colesterolo) accelera lo sviluppo delle placche.
    • Sindrome metabolica. È rappresentata da diverse condizioni che, insieme, aumentano il rischio di alcune malattie, dal diabete a, appunto, l’aterosclerosi. Tra queste condizioni vi sono in particolare gli alti livelli di grassi e zuccheri nel sangue, mentre sono bassi i livelli delle lipoproteine ad alta densità (High Density Lipoprotein, HDL), che trasportano il colesterolo in eccesso dalle cellule al fegato, dove può essere smaltito.
    • Malattie infiammatorie, cioè che inducono uno stato di infiammazione cronico. È il caso, per esempio, di artrite reumatoide, psoriasi, lupus eritematoso sistemico, malattia di Crohn, condizioni che aumentano l’infiammazione dei vasi, promuovendo la formazione delle placche. 
    • Obesità. È un importante fattore di rischio per l’aterosclerosi, cui contribuisce allo sviluppo attraverso diversi meccanismi: per esempio, è associata a uno stato di infiammazione e a un aumento della pressione arteriosa e dei livelli di grassi e zuccheri nel sangue, contribuendo così contemporaneamente anche al rischio di ipertensione, diabete e altre patologie.
    • Dieta scorretta. Una dieta eccessivamente ricca di zuccheri, grassi e colesterolo aumenta il rischio di aterosclerosi.
    • Fumo di tabacco. Il fumo, anche passivo, aumenta il rischio di diverse patologie, compresi diabete e ipertensione, e si pone come un fattore di rischio anche per l’aterosclerosi promuovendo l’infiammazione delle arterie.
    Aterosclerosi sintomi

    Quali sono i sintomi dell’aterosclerosi?

    Sebbene lo sviluppo dell’aterosclerosi inizi nella maggior parte dei casi già durante la giovinezza (anche in età pediatrica), le sue manifestazioni si presentano di solito a partire dall’età adulta. In generale, comunque, l’aterosclerosi nelle fasi iniziali è asintomatica e purtroppo i sintomi si manifestano spesso solo quando la placca inizia a causare conseguenze gravi nell’organismo. Inoltre, i sintomi dipendono dall’arteria interessata e possono essere sia fisici sia neurologici. Si possono presentare per esempio:

    • dolore o senso di pressione al petto (angina), mancanza di fiato, sudore freddo, nausea, profonda debolezza in caso di aterosclerosi che interessa una coronaria, cioè una delle arterie che forniscono sangue ossigenato al cuore;
    • problemi di ragionamento o di memoria, debolezza o intorpidimento a un lato del corpo, disturbi alla vista, che possono essere sintomi di un attacco ischemico transitorio o di un ictus che si presenta in caso di aterosclerosi che interessa le carotidi, importanti arterie che portano sangue al cervello;
    • dolore, pesantezza o crampi agli arti inferiori quando si cammina o si salgono le scale, sintomi che possono sparire dopo un periodo di riposo, nel caso sia interessata un’arteria periferica che porta il sangue alle gambe;
    • dolore dopo i pasti, diarrea e perdita di peso quando è interessata l’arteria mesenterica che irrora l’apparato digerente. 

    Come si arriva alla diagnosi di aterosclerosi?

    Poiché l’aterosclerosi è fondamentalmente asintomatica, è importante sottoporsi a controlli regolari che possano evidenziare la presenza di una condizione di rischio. In particolare, il/la medico/a raccoglie anamnesi e fattori di rischio e può raccomandare controlli della pressione arteriosa ed esami del sangue volti a valutare i livelli di grassi, zuccheri e colesterolo, e anche la presenza di eventuali molecole che sono associate all’infiammazione. In caso di sospetta aterosclerosi, sono inoltre raccomandati specifici esami strumentali per raccogliere informazioni sul flusso sanguigno e l’attività elettrica del cuore, per controllarne lo stato di salute. Tra questi esami vi sono per esempio:

    • elettrocardiogramma (ECG) che, tramite elettrodi applicati sulla pelle, registra l’attività elettrica del cuore per rilevare eventuali anomalie del ritmo cardiaco;
    • stress test, un esame che valuta la risposta cardiaca all’attività fisica ed è eseguito mentre il paziente è sulla cyclette o su un tapis roulant;
    • calcolo dell’indice ABI (ankle-brachial index), che fornisce indicazioni sul flusso sanguigno negli arti inferiori; 
    • esami di imaging, che restituiscono immagini del cuore e delle arterie (per esempio ecodoppler, risonanza magnetica, PET, TC, angiografia).
    Cause aterosclerosi

    Come si previene l’aterosclerosi?

    La prevenzione dell’aterosclerosi si basa essenzialmente su uno stile di vita sano, agendo quindi sui fattori di rischio modificabili. Per prevenire l’aterosclerosi è quindi necessario innanzitutto non fumare, seguire una dieta equilibrata con le dosi adeguate di grassi, zuccheri e colesterolo, e condurre un’attività fisica regolare per il benessere cardiocircolatorio e per mantenere il proprio peso nella norma. Per quanto riguarda quest’ultimo, è anche importante dimagrire se sovrappeso oppure obesi e, in generale, chi ha una malattia associata a un maggior rischio di aterosclerosi (per esempio diabete, ipertensione, malattie infiammatorie eccetera) deve seguire la terapia e le indicazioni del/la medico/a per gestirla in modo corretto.

    È importante precisare che l’aterosclerosi inizia spesso già nella giovinezza e perfino in età pediatrica: per la sua prevenzione è quindi importante che anche i genitori promuovano e incoraggino uno stile di vita sano per i propri figli.

    Qual è il trattamento dell’aterosclerosi?

    Sebbene alcuni farmaci e interventi chirurgici possano aiutare il trattamento dell’aterosclerosi, parte essenziale della sua gestione per ridurre il rischio di complicanze al cuore o ad altri organi è l’adozione di uno stile di vita sano (che si configura quindi sia come una forma di prevenzione sia come un trattamento della condizione). Smettere di fumare, iniziare a svolgere un regolare esercizio fisico (verificando con il/la proprio/a medico/a che sia un’attività adatta alle proprie condizioni), iniziare a seguire una dieta equilibrata che sfavorisca gli alimenti troppo ricchi di grassi e zuccheri, dimagrire in caso di sovrappeso oppure obesità sono tutte strategie importanti per la gestione dell’aterosclerosi e a volte rappresentano l’unico intervento necessario.

    Diversi farmaci possono inoltre limitare i rischi legati all’aterosclerosi e, in alcuni casi, anche invertire il processo di accrescimento delle placche. Per esempio, medicine come le statine permettono di abbassare i livelli di LDL, riducendone l’accumulo negli ateromi; alcuni farmaci permettono invece di abbassare la pressione arteriosa, prevenire la formazione di trombi o dissolverli se già presenti. In generale, comunque, la scelta del farmaco più idoneo deve avvenire sotto stretto controllo medico e in base alle condizioni del paziente e alle patologie pre-esistenti.

    In alcuni casi è necessario infine ricorrere all’intervento chirurgico per la rimozione delle placche aterosclerotiche. I più comuni sono:

    • angioplastica con stent, nella quale si gonfia un palloncino all’interno dell’arteria per allargarla, spesso associata all’inserimento di uno stent (una piccola rete metallica) per mantenere il vaso aperto e migliorare il flusso sanguigno;
    • bypass coronarico o periferico, che crea una nuova via per il sangue intorno a un’arteria ostruita (una coronaria o un’arteria degli arti inferiori), usando un vaso sanguigno prelevato da un’altra parte del corpo (di solito dalla gamba o dal torace);
    • endoarteriectomia carotidea, che consiste nella rimozione della placca aterosclerotica dalle arterie carotidee del collo, riducendo il rischio di ictus.

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