Alopecia areata
L’alopecia areata è una condizione autoimmune caratterizzata dalla perdita dei capelli e dei peli in aree circoscritte del cranio (o della cute). Il termine “areata” è usato proprio per indicare che tale perdita non è diffusa, bensì concentrata in aree ben delimitate; “alopecia”, invece, indica in medicina la mancanza o la caduta dei capelli.
Sebbene in alcuni casi vi possa essere una remissione spontanea, l’alopecia areata è una condizione cronica, dalle cause non del tutto note, che può interessare sia i bambini sia gli adulti, sebbene l’incidenza tenda ad aumentare con l’età (nella maggior parte dei casi si presenta nei primi trent’anni di vita). Inoltre, anche se a essere interessati sono primariamente peli e capelli, l’alopecia areata può causare alterazioni anche alle unghie e, in rari casi, alla retina dell’occhio. Non determina rischi per la salute generale dell’organismo, ma può causare molto disagio in chi ne soffre: per questa ragione può essere importante affiancare ai trattamenti farmacologici per la condizione anche il supporto psicologico.
Quali sono le cause dell’alopecia areata?
Le cause dell’alopecia areata non sono chiare. Si ritiene comunque che la condizione sia autoimmune e legata a una risposta infiammatoria che attacca i follicoli piliferi, le strutture della pelle in cui nascono e crescono peli e capelli. Vale la pena precisare che questi ultimi non sono sempre attivi: seguono un ciclo di tre fasi distinte in quella di crescita attiva, che può durare anni (anagen), in quella di transizione (catagen) e infine in quella di riposo, quando il capello cade e il ciclo può ricominciare (telogen). Nelle persone con alopecia areata, i follicoli piliferi si arrestano all’inizio della fase anagen, determinando una rapida reversione alla fase telogen con conseguente perdita del capello.
Come anticipato, le ragioni per cui si verifica questo blocco non sono note: gli studi suggeriscono che la condizione abbia una forte base genetica, sulla quale però influiscono anche fattori ambientali sconosciuti. Sono stati riportati comunque alcuni fattori che possono innescare la perdita del capello, agendo come trigger: tra questi vi sono lo stress fisico o emotivo, le infezioni virali, le vaccinazioni e l’uso di alcuni farmaci.
L’alopecia areata interessa in egual proporzione maschi e femmine e può essere associata ad altri disturbi, in particolare vitiligine, dermatite atopica, lupus eritematoso sistemico, psoriasi, rinite allergica e disturbi della tiroide (come la tiroidite di Hashimoto), condizioni anch’esse caratterizzate da un coinvolgimento del sistema immunitario (e molte di esse a base autoimmune).
Le cause dell’alopecia areata non sono note, ma si ritiene sia una condizione autoimmune influenzata da fattori genetici e ambientali.
Quali sono i sintomi dell’alopecia areata?
L’alopecia areata è caratterizzata dalla perdita dei capelli in aree circoscritte e ben delimitate, che si verifica in modo improvviso, nell’arco di poche settimane. Si differenzia quindi da altre forme di alopecia, come quella androgenetica, caratterizzata da una perdita di capelli più diffusa e progressiva. Inoltre, quella areata è un tipo di alopecia non cicatriziale: significa che il follicolo pilifero non viene distrutto e dunque il capello può ricrescere. In molti casi, in effetti, si può avere una remissione spontanea dell’alopecia areata: bisogna comunque ricordare che questa condizione è cronica e di solito si presentano ulteriori recidive (cioè nuovi episodi di perdita dei capelli) nell’arco di qualche mese o anno dalla remissione.
In linea generale, l’alopecia areata ha un andamento imprevedibile, e anche la perdita dei capelli può essere più o meno marcata e diffusa. Proprio in base a quest’ultima caratteristica, l’alopecia areata può essere distinta in vari tipi, anche atipici rispetto alla manifestazione classica: si parla per esempio di alopecia totale quando la perdita dei capelli coinvolge l’intero scalpo, universale quando coinvolge non solo lo scalpo ma anche gli altri peli del corpo (comprese ciglia, sopracciglia e barba). Altre forme meno tipiche sono l’alopecia areata incognita e quella diffusa, nelle quali si ha una perdita di capelli diffusa, senza le chiazze caratteristiche.
Inoltre, il 10-15% circa delle persone con alopecia areata presenta anche alterazioni delle unghie. Per esempio, si possono presentare piccole fossette puntiformi sulla superficie dell’unghia (pitting ungueale), o macchiette bianche, o ancora fragilità o irregolarità nella superficie.
Infine, sebbene la relazione non sia ancora del tutto chiara, l’alopecia areata sembra essere associata anche ad alterazioni della retina dell’occhio, la struttura che converte il segnale luminoso in stimolo elettrico e che ne consente l’interpretazione da parte del cervello. Le persone con alopecia areata hanno infatti un maggior rischio di condizioni quali distacco della retina e retinopatie.
In linea di massima, comunque, l’alopecia areata non è pericolosa. Può tuttavia causare un intenso disagio in chi ne soffre.
L’alopecia areata ha spesso un andamento con remissioni e recidive; l’estensione e altre caratteristiche possono variare rispetto alla forma più tipica della perdita di capelli a chiazze.
Come si arriva alla diagnosi di alopecia areata?
La diagnosi di alopecia areata è clinica, cioè si basa sulla valutazione medica, sull’osservazione diretta del paziente e sulla sua anamnesi. In questo contesto è anche importante valutare l’impatto psicologico sulla vita del paziente.
Oltre all’esame obiettivo del cuoio capelluto, il/la medico/a osserva anche le unghie e può condurre una tricoscopia, tecnica che permette di studiare i capelli e il cuoio capelluto con uno strumento che ingrandisce e illumina la pelle. Questo aiuta a confermare la diagnosi individuando i segni caratteristici dell’alopecia areata (come quelli di danno al follicolo), a valutare l’attività della malattia e anche, in seguito, a monitorare l’efficacia del trattamento.
Infine, nell’ambito della diagnosi di alopecia areata, sono spesso raccomandati anche esami per malattie che possono esservi associate.

Come si previene l’alopecia areata?
Non essendo note le cause della condizione, non esistono strategie per prevenire l’alopecia areata.
Qual è il trattamento dell’alopecia areata?
La scelta del trattamento per l’alopecia areata dipende da diversi fattori, tra cui l’estensione della perdita di capelli, l’attività della malattia (che può andare incontro a cicli di remissione e recidive) e, non ultimo, l’impatto psicologico che ha sulla vita della persona. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, è importante ricordare che le linee guida italiane raccomandano un percorso di counseling e, se necessario, il supporto psicologico.
Oggi non c’è un trattamento in grado di cambiare l’andamento a lungo termine dell’alopecia areata: esistono però diverse terapie farmacologiche, topiche o sistemiche, che aiutano a fermare la progressione della caduta dei capelli e la loro rigenerazione. Come anticipato, la decisione della cura più idonea deve essere personalizzata.
Terapie per l’alopecia areata
- Corticosteroidi. I corticosteroidi sono farmaci antinfiammatori e, in quanto tali, possono aiutare a ridurre il danno al follicolo pilifero. Possono essere somministrati in diverse modalità, in base alle condizioni e caratteristiche del paziente: per esempio, se le chiazze sono limitate, possono essere iniettati nel cuoio capelluto; in altri casi può invece essere preferibile l’uso topico, con lozioni o creme e, nelle forme più gravi, eventualmente l’uso sistemico.
- Immunoterapia topica. Consiste nell’applicazione sul cuoio capelluto di sostanze che provocano una reazione allergica controllata, in modo che il sistema immunitario, “distratto” da questa nuova reazione, smetta di attaccare i follicoli piliferi. È usata soprattutto nelle forme estese e croniche.
- JAK inibitori. Approvati di recente, sono farmaci biologici che agiscono sulle molecole infiammatorie, impedendo il passaggio del segnale che mantiene l’infiammazione. Di norma, questi farmaci richiedono di proseguire la terapia per mantenere il beneficio clinico.
- Altri possibili trattamenti. A seconda dei casi possono essere raccomandate altre strategie di seconda linea, come il minoxidil, usato anche in altre forme di alopecia, che può stimolare la crescita del capello. Un altro possibile trattamento, sempre di seconda linea, può essere per esempio rappresentato dalla fototerapia, che sfrutta la luce ultravioletta, o dal plasma arricchito di piastrine (in cui si preleva sangue dal paziente, lo si centrifuga per concentrarne le piastrine, e poi lo si inietta nel cuoio capelluto, dove le piastrine rilasciano molecole per stimolare la crescita del capello).
È importante precisare che ciascuno di questi trattamenti può avere effetti collaterali, e il controllo medico è dunque essenziale.
- Cleveland Clinic, Alopecia areata, https://my.clevelandclinic.org/health/diseases/12423-alopecia-areata
- Lepe K, Syed HA, Zito PM. Alopecia areata. StatPearls (2024) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK537000/
- Rossi A, Muscianese M, Piraccini BM et al. Italian Guidelines in diagnosis and treatment of alopecia areata. G Ital Dermatol Venereol 154 (6), 609-23 (2019) 10.23736/S0392-0488.19.06458-7
- Società italiana di dermatologia e malattie sessualmente trasmesse (SIDeMaST), Innovazione terapeutica in tricologia: Jak-inibitori e alopecia areata (2024) https://www.sidemast.org/blog/innovazione-terapeutica-in-tricologia-jak-inibitori-e-alopecia-areata
- Ting H-C, Ma S-H, tai Y-H et al. Association between alopecia areata and retinal diseases: A nationwide population-based cohort study. J Am Acad Dermatol 87 (4), 771-78 (2022) 10.1016/j.jaad.2021.10.045
Korian Redazione
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