L’occhio è un organo complesso e prezioso, che ci fornisce gli strumenti per uno dei nostri sensi più immediati e (spesso) appaganti: la vista. Ma, soprattutto con l’avanzare degli anni, la vista può peggiorare. I disturbi che la interessano sono molti, e la cataratta è uno dei più diffusi: in effetti, si stima sia tra le principali cause di cecità a livello globale. È dovuta alla formazione di aggregati proteici nel cristallino, una struttura dell’occhio che agisce come l’obiettivo di una macchina fotografica, permettendo di regolare la messa a fuoco degli oggetti. Man mano che gli aggregati proteici aumentano e si fanno più grandi, opacizzano l’intero cristallino: la luce non riesce più a passare e la vista si fa sempre più offuscata, fino a perdersi del tutto.

La cataratta non regredisce spontaneamente, né esistono farmaci in grado di curarla (anche se la ricerca al riguardo è molto attiva). Quando la vista è seriamente compromessa, quindi, l’unica soluzione è l’intervento chirurgico: in cosa consiste e come si svolge? Cerchiamo di dare un quadro delle caratteristiche principali dell’intervento per la rimozione della cataratta.

Intervento per la cataratta: come si svolge

L’intervento per la cataratta è una procedura chirurgica mirata a rimuovere il cristallino naturale dell’occhio. Si tratta di un intervento di routine, rapido e sicuro, eseguito nella maggior parte dei casi in anestesia locale, mediante l’instillazione di colliri anestetici (ma non temere: non avrai modo di vedere nulla di ciò che fa il team chirurgico!).

La tecnica chirurgica più comunemente utilizzata si basa sull’uso di ultrasuoni ed è detta facoemulsificazione: dopo aver praticato una piccola incisione nella cornea, solitamente di pochi millimetri, si introduce una sonda molto sottile che emette ultrasuoni ad alta frequenza. Tuttavia, l’avanzamento tecnologico ha permesso di implementare anche tecniche ancora più precise: nelle strutture Korian, per esempio, l’intervento per la cataratta può avvalersi di una tecnica detta femtocataratta, o chirurgia della cataratta assistita da laser a femtosecondi: questo strumento ha un’elevatissima precisione nelle incisioni e riduce l’uso del laser, per cui crea anche minore stress ai tessuti oculari.

Una volta che il cristallino è stato frammentato, può essere aspirato delicatamente. Al suo posto è impiantata una lente intraoculare (Intraocular Lens, IOL), in materiale biocompatibile, che sostituisce le funzioni ottiche del cristallino naturale. La lente rimane nell’occhio in modo permanente e può aiutare a correggere anche altri difetti della vista (per esempio, possono essere monofocali o multifocali e aiutare per problemi come miopia e astigmatismo), a seconda delle esigenze visive del paziente.

Intervento per la cataratta: durata e possibili rischi

L’intervento per la cataratta dura di solito meno di un’ora. Se la cataratta interessa entrambi gli occhi, sono raccomandati due interventi differenti, eseguiti a distanza di qualche settimana. Questo permette innanzitutto di ridurre il rischio di complicanze bilaterali: infatti, anche se quello per la rimozione della cataratta è un intervento ben consolidato e sicuro, presenta comunque, come ogni operazione chirurgica, dei rischi. Tra questi, come ricorda l’American Academy of Ophtalmology, si possono per esempio annoverare:

Dopo l’intervento per la cataratta: precauzioni e convalescenza

Dopo l’intervento per la rimozione della cataratta è fondamentale un periodo di riposo e di recupero. La durata dipende da come procede la convalescenza: può richiedere alcuni giorni o qualche settimana. Durante questo periodo, proprio per evitare il rischio di infezioni o infiammazioni, è raccomandato l’uso di antibiotici e antinfiammatori, di solito topici: assicurati di seguire con precisioni le indicazioni del/la tuo/a medico/a sulle dosi necessarie, i tempi e le modalità di somministrazione.

Durante la convalescenza è anche fondamentale proteggere l’occhio da traumi e lesioni. Significa evitare di sfregarlo, toccarlo e farlo entrare in contatto con acqua o sapone. Contrariamente a quanto molte persone pensano, però, non si rimane bendati: possono essere raccomandate delle protezioni da indossare mentre si dorme, ma la benda applicata dopo l’intervento viene rimossa già nella visita post-operatoria e, da quel momento, l’occhio rimane scoperto. 

La vista può rimanere sfocata o comunque non ottimale per un certo periodo; sono anche frequenti fastidi come la sensazione di secchezza agli occhi, l’impressione che vi sia un corpo estraneo e l’arrossamento. In genere, però, il pieno recupero della vista non richiede appunto più di qualche giorno o settimana.

Per molte persone, la priorità è ricominciare a svolgere le proprie attività quotidiane, come per esempio la ginnastica o la possibilità di guidare. Quando è possibile farlo in sicurezza, per sé e per gli altri? Purtroppo non c’è una risposta univoca: dipende da paziente a paziente, e l’unica persona a poterlo stabilire è il/la medico/a. 

 

Privacy(Obbligatorio)
Newsletter
Comunicazioni commerciali
Profilazione
*i campi contrassegnati da asterisco sono obbligatori