Broncopolmonite
La broncopolmonite è un tipo di polmonite che interessa, oltre ai polmoni (e più precisamente gli alveoli polmonari) anche le vie respiratorie (più precisamente bronchi e bronchioli). Rappresenta quindi una condizione più grave rispetto alla bronchite, perché ostacola anche gli scambi gassosi nei polmoni. Si tratta di una condizione infiammatoria acuta: in medicina, infatti, i termini con suffisso -ite indicano in genere un’infiammazione dell’organo o del tessuto.
Prima di approfondire cause, sintomi e altri aspetti della broncopolmonite, vale la pena ricapitolare brevemente l’anatomia di bronchi e polmoni. La trachea si divide in due grossi rami, i bronchi principali destro e sinistro, che entrano nei polmoni; oltre a condurre l’aria nei polmoni, i bronchi hanno l’importante ruolo di filtrarla e di umidificarla. All’interno di ciascun polmone, i bronchi si ramificano in bronchi secondari e poi in bronchioli sempre più piccoli, fino ad arrivare agli alveoli polmonari, microscopiche sacche d’aria circondate da capillari sanguigni, dove avvengono gli scambi di ossigeno e anidride carbonica.
Di natura di solito infettiva, la broncopolmonite può interessare ogni persona, anche se alcuni fattori possono aumentare il rischio di essere infettati e/o la gravità della patologia. Inoltre, sebbene possa essere trattata con successo, la broncopolmonite è tutt’oggi un’importante causa di mortalità infantile nei Paesi a basso reddito e, in quelli ad alto reddito (compresa l’Italia), per le persone anziane o con un sistema immunitario indebolito.

Quali sono le cause della broncopolmonite?
Nella polmonite, l’infiammazione fa sì che gli alveoli polmonari si riempiano di un fluido composto da cellule morte e proteine, detto essudato, che ostacola lo scambio di gas; in caso di broncopolmonite, in cui sono coinvolti anche bronchi e bronchioli, si presentano anche l’ispessimento e l’irritazione delle loro pareti, con un aumento della produzione di muco, che peggiorano ulteriormente la ventilazione. La polmonite può essere lobare, cioè interessare una sola porzione del polmone (questi organi sono infatti distinti in lobi, separati tra loro da una sottile fessura: il polmone sinistro è formato da due lobi, mentre il destro, più grande, da tre). La broncopolmonite è invece di solito multifocale: non colpisce un solo lobo del polmone in modo uniforme, ma si manifesta con più focolai infiammatori sparsi in diverse zone, anche di entrambi i polmoni. Tuttavia, anche la broncopolmonite può essere localizzata: si parla in questo caso di broncopolmonite con focolaio, a indicare che l’infiammazione interessa una sola area localizzata del polmone, di solito attorno a un bronchiolo terminale. Può inoltre coinvolgere un solo polmone o entrambi (broncopolmonite bilaterale).
Alla base dell’infiammazione della broncopolmonite vi è di solito un’infezione, che può avvenire a causa di diversi tipi di microrganismi: a essere coinvolti sono principalmente batteri, ma anche virus (come i virus dell’influenza e SARS-CoV-2, l’agente patogeno responsabile del COVID-19), soprattutto nei bambini e negli anziani, e funghi. Questi ultimi sono di solito causa di infezione nelle persone con un sistema immunitario indebolito, per esempio a causa di terapie immunosoppressive (come quelle usate in caso di trapianto d’organo), presenza di alcuni tumori (come le leucemie) o ancora per infezioni come quella da HIV.
A seconda del patogeno coinvolto, l’infezione può essere trasmessa per contatto con superfici infette e/o per via aerea. Inoltre, è importante precisare che si possono presentare anche broncopolmoniti dovute all’inalazione di sostanze tossiche o irritanti. Un’ulteriore forma di broncopolmonite (o di polmonite) è quella detta ab ingestis, ossia dovuta all’ingresso di materiale estraneo (cibo, bevande, saliva o vomito) nelle vie respiratorie: i microrganismi presenti nel materiale inalato possono infatti causare un’infezione, ma l’infiammazione può essere dovuta anche a eventuali sostanze irritante (come l’acido cloridrico contenuto nel vomito). La broncopolmonite ab ingestis può essere molto comune e pericolosa tra le persone che hanno difficoltà a deglutire, per esempio a causa di malattie neurologiche come la demenza o la sclerosi multipla.
Tra i fattori di rischio che rendono una persona più vulnerabile alle infezioni che causano la broncopolmonite vi sono:
- presenza di patologie croniche preesistenti a livello polmonare (come la BPCO o la fibrosi cistica), o che coinvolgono altri organi e apparati (per esempio malattie cardiache), o ancora che causano disfagia (difficoltà di deglutizione);
- un periodo di ricovero in ospedale, che aumenta il rischio di infezioni, soprattutto se in terapia intensiva o con necessità di ventilazione meccanica;
- alcuni stili di vita, in particolare il fumo, ma anche l’abuso di alcolici e di sostanze psicoattive (che aumentano il rischio di broncopolmonite ab ingestis).
La broncopolmonite è di solito di origine infettiva: i principali agenti patogeni responsabili sono batteri e virus.

Quali sono i sintomi della broncopolmonite?
I sintomi della broncopolmonite possono essere diversi per gravità a seconda della causa della condizione, dell’età e dello stato di salute generale del paziente, con una situazione che può variare da lieve a grave. Sono comunque sovrapponibili a quelli della polmonite e possono comprendere:
- tosse persistente;
- febbre e affaticamento;
- dispnea, cioè difficoltà a respirare, e respiro sibilante;
- dolore al petto;
- a volte nausea e vomito.
È importante evidenziare che la broncopolmonite può presentarsi in modo atipico, soprattutto nelle persone immunocompromesse, nei bambini e negli anziani, cioè i gruppi per i quali i rischi di complicanze sono maggiori. Tra queste, le principali sono l’insufficienza respiratoria, cioè una compromissione degli scambi gassosi tale da non garantire sufficiente ossigenazione del sangue, la sepsi, ossia la diffusione dell’infezione attraverso il sangue, e il versamento pleurico, cioè la diffusione dell’infiammazione alla pleura, la membrana che riveste i polmoni.
I sintomi della broncopolmonite sono rappresentati principalmente da tosse, dispnea, febbre e dolore al petto.
Come si arriva alla diagnosi di broncopolmonite?
Per la diagnosi di broncopolmonite sono necessari sia un esame fisico sia esami strumentali e di laboratorio. L’esame fisico, che deve comunque essere preceduto da un’accurata anamnesi e raccolta dei sintomi, si concentra soprattutto sull’auscultazione dei polmoni, con la quale il/la medico/a può rilevare eventuali suoni anomali indicativi dell’infiammazione. Gli esami di laboratorio possono poi comprendere:
- esami del sangue, per rilevare l’infezione attraverso la valutazione dei globuli bianchi e per valutare le condizioni generali del paziente;
- esame dell’espettorato, che permette di identificare lo specifico agente infettivo responsabile dell’infezione;
- ossimetria, un semplice esame non invasivo che permette di valutare l’ossigenazione del sangue e che può supportare la diagnosi e dare un miglior quadro delle condizioni del paziente.
Per quanto riguarda gli esami strumentali, seppur non sempre necessari, possono essere importanti per meglio valutare l’area interessata dalla broncopolmonite: il principale è rappresentato dalla radiografia.
Come si previene la broncopolmonite?
Prevenire la broncopolmonite significa essenzialmente prevenire le infezioni che possono causarla. In quest’ottica sono fondamentali due strategie:
- seguire le corrette norme igieniche e di prevenzione delle infezioni lavandosi accuratamente e di frequente le mani (e in generale coprire la bocca durante starnuti o colpi di tosse per prevenire la diffusione di infezioni);
- vaccinazione contro virus e batteri che possono causare broncopolmonite.
Per quanto riguarda quest’ultimo punto, i riferimenti principali sono i vaccini stagionali contro l’influenza e contro SARS-CoV-2 e il vaccino anti-pneumococcico, che agisce prevenendo l’infezione da Streptococcus pneumoniae, uno dei principali batteri responsabili di polmonite. Questi vaccini sono raccomandati e coperti dal Servizio sanitario nazionale per le persone più a rischio, in particolare persone anziane o con alcune specifiche patologie croniche.
Seguire uno stile di vita sano, a partire dall’astensione dal fumo, è inoltre un ulteriore modo per prevenire la broncopolmonite e, più in generale, tutelare la salute dell’organismo, anche rendendolo meno vulnerabile e fragile nei confronti delle infezioni.
Qual è il trattamento della broncopolmonite?
Come in generale per la polmonite, il trattamento più idoneo per la broncopolmonite dipende in primis dalla causa della patologia. In caso di infezione batterica sono di norma prescritti farmaci antibiotici, mentre in caso di infezione fungina sono prescritti specifici antimicotici. Per le forme virali non sempre sono disponibili farmaci efficaci ma, nella maggior parte dei casi, queste infezioni si risolvono in modo spontaneo.
È comunque da evidenziare che nel trattamento della broncopolmonite è importante, oltre alla terapia volta a eliminare il patogeno che causa l’infezione, anche quella per la mitigazione dei sintomi (per esempio, antipiretici per abbassare la febbre), ed è essenziale mantenere un’idratazione adeguata.
A seconda della gravità della patologia e delle condizioni generali del paziente, può essere necessario il ricovero ospedaliero, con somministrazione dei farmaci per via endovenosa e ossigenoterapia (la somministrazione di ossigeno per via inalatoria). Nei casi più gravi, in presenza di insufficienza respiratoria, può essere necessaria anche la ventilazione assistita.
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Korian Redazione
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