Polmonite

La polmonite è un’infiammazione dei polmoni: scopri quali sono i sintomi, le cause e come può essere curata
Korian Redazione

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Redazione scientifica
Articolo revisionato dalla nostra redazione scientifica
9 Gennaio 2025

    La polmonite è un’infiammazione dei polmoni che può compromettere la respirazione e quindi l’ossigenazione dell’organismo; può interessare un solo polmone oppure essere bilaterale. In generale, in medicina i termini con il suffisso -ite indicano una patologia infiammatoria: nel caso della polmonite, l’origine dell’infiammazione è di solito un’infezione, nella maggior parte dei casi di origine batterica.

    I polmoni sono organi vitali del sistema respiratorio, responsabili dello scambio di gas tra l’aria e il sangue: passandovi, il sangue rilascia l’anidride carbonica di scarto e si arricchisce invece di ossigeno, che trasporta a tutti i tessuti. L’unità funzionale dei polmoni è rappresentata dagli alveoli, piccole strutture a forma sferica e circondate da una rete di capillari: è in queste strutture che avviene lo scambio di gas vero e proprio. Infatti, l’ossigeno passa attraverso la sottile membrana alveolare nei capillari circostanti e si lega ai globuli rossi nel sangue; contemporaneamente, l’anidride carbonica si sposta dal sangue agli alveoli per essere eliminata con l’espirazione.

    In caso di polmonite, gli alveoli infiammati si riempiono di essudato, un fluido composto da cellule morte e proteine. Questo ostacola lo scambio di gas e la ventilazione, cioè l’espansione e la contrazione dei polmoni durante la respirazione. Nei casi più gravi, quando la polmonite interessa una vasta porzione dei polmoni, si riduce la capacità totale dell’organo di espandersi, e questo può causare insufficienza respiratoria: i polmoni non riescono più a garantire un adeguato scambio di gas, portando a riduzione dei livelli di ossigeno nel sangue (ipossiemia) e/o a un eccesso di anidride carbonica. Quando l’infiammazione non riguarda direttamente gli alveoli ma il sottile tessuto connettivo che li circonda e sostiene si parla più precisamente di polmonite interstiziale.

    Sebbene la polmonite possa in genere essere trattata con successo, a livello globale è tutt’ora una causa di morte infantile; nei Paesi occidentali, lo è anche anche per altri gruppi di persone, in particolare gli anziani e chi ha un sistema immunitario indebolito.

    Quali sono le cause della polmonite?

    La stragrande maggioranza delle polmoniti è dovuta a un’infezione, che può essere di origine batterica, virale o fungina. A seconda del microrganismo, la trasmissione dell’infezione può avvenire per contatto con superfici infette e/o per via aerea. In alcuni casi, però, possono verificarsi anche polmoniti dovute all’aspirazione di sostanze tossiche e/o irritanti, per esempio il cloro usato anche in alcuni prodotti disinfettanti per la casa. Anche vomito, oppure cibo e bevande, che entrano nelle vie respiratorie possono essere causa della patologia: si parla in questo caso di polmonite ab ingestis, per la quale sono a rischio soprattutto le persone che hanno difficoltà a deglutire (disfagia), per esempio a causa di malattie neurologiche come la sclerosi multipla o la demenza: il materiale estraneo può causare la polmonite di tipo chimico (dovuta per esempio all’acidità del vomito aspirato) oppure infettiva (dovuta ai batteri presenti nel materiale aspirato).

    I principali microrganismi responsabili di polmonite

    • Batteri. Sono una delle principali cause di polmonite e di solito interessano una porzione del polmone; si parla in questi casi di polmonite lobare (i polmoni sono distinti in lobi, separati tra loro da una sottile fessura: il polmone sinistro è formato da due lobi, mentre il destro, più grande, da tre). Streptococcus pneumoniae è una delle principali cause di polmonite batterica. Si tratta di un batterio commensale, cioè che fa parte della normale flora batterica del tratto respiratorio superiore e, in condizioni fisiologiche, può convivere con l’organismo senza causare malattie. Tuttavia, può diventare patogeno se riesce a superare le normali difese dell’organismo, per esempio in caso di indebolimento del sistema immunitario o infezioni virali (come l’influenza): in questi casi può raggiungere le vie respiratorie inferiori, il flusso sanguigno o le meningi (foglietti che rivestono il cervello), causando infezioni come polmonite, meningite oppure otite. Un altro batterio che può causare polmonite è Haemophilus influenzae tipo b (nonostante il nome, non è un microrganismo correlato all’influenza). Alcuni batteri, inoltre, sono responsabili della cosiddetta polmonite atipica (cioè con caratteristiche, per esempio per quanto riguarda i sintomi o la risposta al trattamento, diverse rispetto ad altre polmoniti): si tratta in particolare di Mycoplasma pneumoniae e Chlamydophila pneumoniae, oppure di Legionella pneumophila, che è responsabile di una forma grave un tempo nota come malattia del legionario.
    • Virus. Uno dei virus più comunemente responsabili di polmonite nei bambini è il virus respiratorio sinciziale, mentre tra gli adulti sono frequenti le polmoniti dovute al virus dell’influenza e a SARS-CoV-2 (l’agente patogeno responsabile del COVID-19). Sebbene in genere le polmoniti virali siano più lievi rispetto a quelle batteriche, possono in alcuni casi essere molto gravi e ulteriormente complicate da infezioni secondarie da parte di batteri.
    • Funghi. Le polmoniti fungine interessano in particolare le persone con un sistema immunitario compromesso, per esempio a causa di un’infezione da HIV o terapia con immunosoppressori (per un trapianto d’organo o per il trattamento di un tumore). Tra i funghi comunemente responsabili di polmonite vi sono Aspergillus e Candida.

    Sebbene la polmonite possa svilupparsi in ogni persona e in ogni fascia d’età, alcuni fattori di rischio possono rendere più vulnerabili alle infezioni. Tra questi vi sono per esempio:

    • patologie preesistenti croniche (per esempio disturbi cardiaci o diabete), e/o che interessano i polmoni (come BPCO o fibrosi cistica), o ancora che rendono difficile la deglutizione (per esempio demenza, ictus, sclerosi multipla), o malattie recenti che hanno coinvolto l’apparato respiratorio (per esempio influenza o raffreddore);
    • ricovero in ospedale, soprattutto se in terapia intensiva e se è stata necessaria la ventilazione meccanica (le infezioni acquisite in ambiente ospedaliero sono spesso definite “nosocomiali”);
    • fumo di tabacco, che danneggia i polmoni rendendoli più vulnerabili;
    • abuso di alcol o di altre sostanze psicoattive, che aumentano il rischio di polmonite ab ingestis;
    • esposizione a fumi e vapori tossici (compreso il fumo passivo).

    Le cause della polmonite interstiziale possono essere differenti e legate non solo alle infezioni ma anche, per esempio, a malattie autoimmuni o a particolari trattamenti medici (per esempio antibiotici o chemioterapici). Questa particolare forma di polmonite fa parte delle malattie interstiziali polmonari e può portare alla formazione di tessuto cicatriziale (fibrosi) nei polmoni, causando un danno irreversibile che compromette la respirazione.

    Quali sono i sintomi della polmonite?

    A seconda di diversi fattori, in particolare la causa della polmonite, l’età e le condizioni generali di chi ne soffre, i sintomi della patologia possono essere molto lievi oppure gravi, anche tali da dover richiedere il ricovero. Segni e sintomi principali comprendono tosse (con o senza catarro), febbre e brividi, mancanza di fiato, dolore al petto che si fa più intenso respirando profondamente o tossendo. Possono inoltre presentarsi nausea e vomito, stanchezza e perdita di appetito.

    I sintomi possono dipendere anche dall’età della persona: gli anziani, chi presenta un sistema immunitario indebolito e i bambini, per esempio, possono non presentare i sintomi tipici. Nelle persone anziane può essere presente confusione mentale; nei bambini piccoli, la difficoltà a respirare si può osservare per esempio quando emettono grugniti, oppure le narici si allargano a ogni atto respiratorio.

    Come si arriva alla diagnosi di polmonite?

    La diagnosi di polmonite si basa sia su un esame fisico, durante il quale il/la medico/a ausculta i polmoni con uno stetoscopio per rilevare suoni anomali che possano indicare un’infiammazione, sia su esami strumentali e di laboratorio. Per quanto riguarda questi ultimi, gli esami del sangue permettono di valutare i globuli bianchi per confermare la presenza di un’infezione; un esame dell’espettorato (cioè del muco) può consentire l’identificazione dell’agente infettivo che causa la polmonite. Inoltre, l’ossimetria è un semplice esame per verificare i livelli di ossigeno nel sangue, per capire se l’ossigenazione è stata alterata dalla polmonite.

    Per quanto riguarda gli esami strumentali, sebbene non sempre necessari, quello principale per la diagnosi di polmonite è la radiografia polmonare, grazie alla quale è possibile valutare la posizione e la dimensione dell’area interessata dall’infiammazione.

    Come si previene la polmonite?

    Il rischio di polmonite infettiva può essere limitato sia seguendo le norme igieniche per prevenire le infezioni sia, soprattutto per le persone più vulnerabili, con le vaccinazioni disponibili. Lavare frequentemente le mani e coprire naso e bocca durante colpi di tosse o starnuti sono le due principali strategie per limitare la trasmissione di batteri e virus; i vaccini per esempio anti-influenzale e anti-COVID-19 (da ripetere stagionalmente) e anti-pneumococcico (contro le infezioni da S. pneumoniae) sono raccomandati e coperti dal Servizio sanitario nazionale per bambini e anziani, nonché per alcune persone a rischio, per esempio per specifiche patologie croniche.

    Inoltre, non fumare è importante per tutelare i polmoni e ridurre il rischio di polmonite.

    Qual è il trattamento della polmonite?

    Il trattamento più idoneo per la polmonite dipende da molti fattori, in particolare la causa della patologia, la sua gravità e lo stato di salute generale del paziente. 

    Se la polmonite è batterica, il trattamento si basa sulla somministrazione di antibiotici, mentre se di origine fungina sono prescritti specifici farmaci antimicotici. Per quanto riguarda la polmonite virale, possono a seconda dei casi essere prescritti farmaci antivirali (anche se non per tutti i virus sono disponibili farmaci efficaci); in linea generale, comunque, questa forma di polmonite si risolve spontaneamente. In ogni caso, oltre ai farmaci specifici contro l’agente patogeno che ha causato la polmonite, sono di solito prescritti trattamenti per la mitigazione dei sintomi, in particolare per abbassare la febbre; è inoltre importante mantenere un’idratazione adeguata, perché l’assunzione di liquidi contribuisce a rendere più fluido il muco ed eliminarlo più facilmente.

    Nei casi più gravi, la polmonite può richiedere il ricovero ospedaliero, dove il paziente può ricevere somministrazioni di antibiotico per via endovenosa e ossigenoterapia, oltre a eventuali altri trattamenti mirati.

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