Stress lavoro-correlato: quali sono i sintomi (e cosa fare)

C’è un famoso detto che recita “Lavorare bene significa vivere bene”. Spesso attribuito a San Tommaso d’Aquino (anche se si tratta più che altro di una parafrasi del suo pensiero), è senz’altro una massima in cui moltissime persone possono riconoscersi. Vale anche al contrario, però: lavorare male può significare vivere male. E non solo per modo di dire: lo stress lavoro-correlato è un fenomeno riconosciuto, a livello scientifico e normativo, come un fattore di rischio per varie patologie, in particolare cardiovascolari.
Stress lavoro-correlato: una definizione
Non esiste una vera e propria definizione dello stress lavoro-correlato, ma l’accordo europeo del 2004 lo descrive come una “condizione, accompagnata da sofferenze o disfunzioni fisiche, psichiche, psicologiche o sociali, che scaturisce dalla sensazione di non essere in grado di rispondere alle richieste o di non essere all’altezza delle aspettative”.
Secondo gli studi, lo stress da lavoro correlato è in aumento e coinvolge la maggior parte degli ambienti professionali. Oltre a danneggiare il singolo lavoratore o la singola lavoratrice, può avere ripercussioni su tutta la realtà lavorativa, perché è associato a problemi quali l’assenteismo (o viceversa il “presenteismo”, cioè la presenza anche quando non si è in grado di svolgere il proprio lavoro), la diminuzione delle prestazioni lavorative, un aumento di errori e incidenti, e in estrema sintesi una diminuzione del rendimento aziendale complessivo. È insomma un fenomeno che richiede attenzione tanto dal punto di vista economico quanto da quello etico: investire nella prevenzione e nella gestione dello stress lavorativo rappresenta una strategia in cui vincono tutti, perché tutela contemporaneamente gli interessi economici dell’azienda e il benessere dei lavoratori.
Come sempre avviene, però, una gestione efficace parte dalla conoscenza: tu conosci i sintomi dello stress da lavoro correlato? E soprattutto, sai cosa fare se si presentano?
I sintomi fisici (e non) dello stress lavoro-correlato
Una caratteristica dello stress, e non solo quella lavoro-correlato, è la sua capacità di influenzare diversi ambiti, manifestandosi non solo a livello fisico ma anche a livello mentale e comportamentale. Non essendo di per sé una patologia, non è del tutto corretto parlare di “sintomi” dello stress lavoro-correlato, ma nell’indicarne le manifestazioni possiamo mantenere questa dicitura per semplicità.
L’Istituto nazionale per l’assicurazione sul lavoro (INAIL) riassume così i principali sintomi dello stress lavoro-correlato:
- sul piano fisico, possono presentarsi per esempio disturbi del sonno, tic e tremori, alterazioni della pressione e del ritmo cardiaco, comparsa frequente emicrania, stato generale di debolezza (astenia) e mancanza di energie, problemi digestivi, respiro affannoso, tensione muscolare, maggior predisposizione alle allergie (in effetti, lo stress non è una causa di allergie ma secondo alcuni studi può alterare il sistema immunitario e influenzare condizioni infiammatorie e allergiche come l’asma);
- sul piano psicologico, possono presentarsi problemi di memoria, difficoltà di concentrazione e attenzione, alterazioni dell’umore (per esempio con irritabilità e stati ansiosi), e ancora crisi di pianto, pessimismo e aumento dell’autocritica;
- sul piano comportamentale, lo stress lavoro-correlato può portare a indecisione, irrequietezza anche motoria, suscettibilità, tendenza all’isolamento e difficoltà relazionale, nonché disturbi da uso di sostanze o del comportamento alimentare.
È facile intuire come tutto ciò si rifletta quasi inevitabilmente anche sulla performance lavorativa. È importante ricordare, comunque, che le variabili individuali influenzano in modo significativo i sintomi, compresa la loro insorgenza, dello stress lavoro-correlato. Non solo possono variare tra una persona e l’altra, ma ciascuno di noi può reagire in modo diverso a una stessa situazione, per cui lo stress lavoro-correlato può avere un impatto maggiore o minore a seconda degli individui.
Stress lavoro-correlato: cosa fare, a chi rivolgersi?
Lo abbiamo già anticipato: lo stress lavoro-correlato sembra essere un fenomeno in crescita, cui contribuiscono sia fattori in un certo senso “storici”, legati per esempio all’organizzazione del lavoro o la scarsa autonomia decisionale, sia fattori più attuali, come la precarietà del lavoro che caratterizza purtroppo molte realtà. Ma cosa fare se si sospetta di soffrire di stress lavoro-correlato? A chi rivolgersi?
Se riconoscere i sintomi è il primo passo, il secondo è rivolgersi a un/a medico/a: può essere quello/a di base, oppure uno specialista, come il/la medico/a del lavoro (aziendale o privato) che, oltre a una valutazione dello stato di salute, ti può raccomandare specifici accertamenti e può suggerire misure preventive o correttive a datore o datrice di lavoro. Ricorda che il/la medico/a del lavoro è comunque tenuto al segreto professionale, per cui non devi temere ripercussioni professionali.
La figura medica non è comunque l’unica a cui puoi, o anzi dovresti, rivolgerti in caso di stress lavoro-correlato. Infatti è importante anche confrontarti con il tuo supervisore. Attenzione, questo confronto non va inteso come lamentela, ma dev’essere visto nell’ottica di affrontare in modo costruttivo un problema professionale che, peraltro, può non interessare soltanto te ma anche altri colleghi e colleghe. Affrontarlo insieme, in modo partecipativo, è fondamentale.
In questo senso, è importante notare che la riduzione e la corretta gestione dello stress lavoro-correlato non dipendono esclusivamente da te ma richiedono un approccio che coinvolga anche l’azienda. Tuttavia, è vero che ci sono alcune strategie che puoi applicare nel tuo quotidiano per iniziare ad affrontarlo in modo costruttivo e cercare di ridurlo. L’American Psychological Association, per esempio, consiglia di:
- prendere nota di ciò che ti crea stress (situazioni, ambiente, richieste) e di come reagisci;
- imparare a reagire in modo sano per scaricare lo stress, per esempio scegliendo di andare a fare una passeggiata (invece che, per esempio, buttarsi sul cibo spazzatura, sull’alcol o sulle sigarette);
- cercare di tutelare la propria igiene del sonno, cioè dormire a sufficienza e avere un sonno di qualità (per esempio limitando il consumo di caffeina ed evitando schermi luminosi come quello dello smartphone o della televisione prima di coricarsi);
- stabilire dei limiti, imparando per esempio a non controllare le mail fuori dall’orario di lavoro, spegnendo il telefono la sera eccetera;
- prendere il tempo di ricaricarsi, con periodi (come le ferie o i fine settimana) in cui si è completamente disconnessi dal lavoro;
- provare tecniche di rilassamento, come yoga o mindfulness, per imparare a gestire lo stress;
- chiedere supporto quando necessario, parlando dei propri problemi non solo ad amici e familiari ma anche, eventualmente, a un/a psicoterapeuta.
Ricorda sempre di non trascurare il tuo benessere professionale: il lavoro è una necessità per quasi tutti, è vero, ma non c’è ragione per cui non possa anche arricchire la nostra vita, invece di danneggiarla.