Il Prolasso degli Organi Pelvici (POP) rappresenta una patologia emergente che interessa circa il 25% delle donne che hanno partorito, con una percentuale che aumenta al 50% dopo i 50 anni di età. Dati epidemiologici significativi, che stimano inoltre come nel 2050 vi sarà un incremento di tale patologia di ben venti volte rispetto all’incidenza attuale.

Il prolasso interferisce con la funzione della vescica e del retto, comportando spesso incontinenza urinaria da sforzo o da urgenza, ma anche difficoltà alla minzione, infezioni urinarie ricorrenti, e alterazione dell’alvo, come incontinenza fecale, stipsi cronica e sindrome da defecazione ostruita (ODS).

Il trattamento terapeutico più adeguato, in considerazione della scarsa risposta alla terapia farmacologica, alle tecniche riabilitative e soprattutto con l’avvento di tecniche chirurgiche mininvasive, è diventato essenzialmente chirurgico.

Una pratica che Korian svolge presso la sua struttura Sant’Elena di Quartu Sant’Elena (CA), di cui oggi vogliamo parlarvi grazie al prezioso contributo del Dottor Nardo Tola, Ginecologo e Responsabile Equipe.

Che cos’è il Prolasso degli Organi Pelvici (POP)

Il Prolasso degli Organi Pelvici (POP) è la discesa verso il basso delle pareti vaginali, dell’utero, e spesso anche della vescica e del retto. A seconda dell’entità della discesa dei visceri si distinguono quattro gradi di prolasso:

  1. quando l’organo è stato ancora contenuto nel canale vaginale
  2. quando affiora all’introito vaginale
  3. quando sporge al di fuori dell’introito
  4. quando l’utero assieme alle pareti vaginali, la vescica e il retto protrudono completamente dalla rima vulvare.

Normalmente, i visceri pelvici sono infatti mantenuti nella loro posizione anatomica da due tipi di supporti: un sistema muscolare ed un sistema fasciale, i quali nel corso della vita possono essere alterati da insulti traumatici o per invecchiamento cellulare. Scopriamo come.

Quali sono le cause più comuni del Prolasso?

Le cause più comuni del prolasso sono il parto e la menopausa. Nel parto, durante il periodo espulsivo, la testa fetale nella sua progressione lungo il canale vaginale può produrre delle lesioni sia delle strutture muscolari che fasciali. Nel corso della menopausa, invece, con la cessazione dell’attività funzionale delle ovaie, si verifica una progressiva perdita di fibre collagene ed elastiche. Vanno aggiunti inoltre altri fattori che comportano un aumento cronico della pressione addominale quali l’obesità, la tosse, la stipsi cronica e un’attività lavorativa pesante.

Sintomatologia del Prolasso: perché è importante prestare attenzione

La sintomatologia del POP varia da donna a donna, con i sintomi che non sono sempre proporzionali all’entità del prolasso. Ci sono infatti donne che pur avendo un prolasso minimo sono molto sintomatiche e altre le quali pur avendo un prolasso di grado elevato lo sono pochissimo.

Il sintomo più frequentemente riferito è la sensazione di caduta verso il basso dell’utero e della vagina, come un corpo estraneo. Se poi è presente un Cistocele (prolasso della vescica), un Rettocele (prolasso del retto) o un Enterocele (prolasso delle anse intestinali attraverso un’ernia del peritoneo del Douglas) si associano altri disturbi.

Cistocele

Il cistocele (prolasso della vescica attraverso la parete vaginale anteriore) causa difficoltà alla minzione e spesso costringe la donna ad urinare in posizione di semi seduta fino a dover riposizionare manualmente il prolasso per urinare; altre volte invece è presente una perdita involontaria di urina con urgenza minzionale, pollachiuria e nicturia (necessità di urinare frequentemente e di notte).

Rettocele ed Enterocele

Il rettocele e l’enterocele (prolasso del retto e delle anse intestinali attraverso la parete vaginale posteriore) possono essere anche asintomatici, seppur gradi elevati possono causare difficoltà alla defecazione per cui obbligano la donna a riposizionare il rettocele per defecare, incontinenza fecale, dolori pelvici. Spesso è riferita dalla donna anche difficoltà e disagio nei rapporti sessuali.

Incontinenza urinaria

L’incontinenza urinaria quando presente rappresenta il disturbo più grave sotto il profilo igienico-sociale. È inoltre importante per un adeguato approccio terapeutico distinguere tra incontinenza da sforzo (IUS), incontinenza da urgenza ed incontinenza mista.

Trattamento chirurgico del Prolasso degli Organi Pelvici

Lo scopo del trattamento chirurgico del Prolasso degli Organi Pelvici è quello di migliorare la qualità di vita della donna. Gli obiettivi della terapia sono essenzialmente quattro:

  • ricostruire una anatomia normale
  • alleviare la sintomatologia
  • ristabilire un normale funzionalità
  • garantire un risultato duraturo nel tempo

Per la correzione del prolasso, l’intervento tuttora più utilizzato è la Colpoisterectomia con plastica vaginale anteriore e posteriore, cioè l’asportazione dell’utero per via vaginale con rimozione della parete vaginale anteriore e posteriore in eccesso. Tale intervento, tuttavia, spesso non risolve i problemi urinari e di defecazione associati al Prolasso.

La tecnica I-POPS

Lo sviluppo delle tecniche Laparoscopiche ha consentito, rispetto alle soluzioni precedenti, un approccio terapeutico meno invasivo e più rispettoso dell’anatomia e funzionalità degli organi pelvici.

Uno studio accurato della Teoria Integrale di P.Petros ha ispirato negli ultimi 10 anni una evoluzione delle procedure chirurgiche già praticate per tale via (POPS, Sospensione laterale), permettendo di ottenere risultati nettamente migliori rispetto alle tecniche chirurgiche precedenti. Tale procedura è stata standardizzata ed è stata denominata I-POPS (Integral – Pelvic Organ Prolapse Suspension).

La I-POPS consente la correzione integrale del prolasso degli organi pelvici per via Laparoscopica con conservazione dell’utero e la correzione del prolasso della cervice e cupola vaginale, in pazienti precedentemente sottoposte ad isterectomia, costituendo un’alternativa agli interventi di Istero, Cervico e Colposacropessi laparoscopica ritenuti in tutto il mondo il gold standard ma più complessi, lunghi e soggetti a più complicanze rispetto alla I-POPS.

La rete I-POPS, della quale il dottor Nardo Tola detiene il brevetto Italiano ed Europeo, è costituita da monofilamento intrecciato di Polipropilene, che è un materiale sintetico biocompatibile già utilizzato nella chirurgia protesica della parete addominale da decenni. Viene posizionata con tre accessi nella parete addominale di 5 mm e uno di 10 mm, e viene fissata nella sua porzione centrale alla metà superiore della parete vaginale anteriore e all’anello cervicale, canalizzata per via extra peritoneale attraverso lo scavo pelvico e quindi fissata con le braccia laterali alla fascia interna dei muscoli della parete addominale.

La tecnica protesica Laparoscopica I-POPS fornisce ottimi risultati e si presta sia a donne molto giovani che a quelle in età avanzata. Il trauma chirurgico minimo consente una rapida ripresa post-operatoria, senza dimenticare che le recidive del prolasso sono minime e la vagina mantiene la sua abitabilità e funzionalità.

Infine, è bene dire che il problema dell’incontinenza urinaria da sforzo, quando non risolto dalla I-POPS (meno del 10% dei casi), viene trattato con successivo intervento protesico mininvasivo (TOT) che risulta la tecnica che dà il miglior risultato e le minori complicanze.

 

Articolo realizzato con il contributo del Dottor Nardo Tola, Ginecologo.