Parlare di HIV non significa parlare solo di medicina. Significa parlare anche di aspetti storici e sociali, non meno che di ricerca scientifica: dalla pandemia negli anni Ottanta, con la pesante stigmatizzazione subita da chi veniva infettato, alla strenua ricerca per capire prima quale fosse l’agente patogeno responsabile (il virus fu identificato solo alla fine del 1983) e poi come sconfiggerlo. Una ricerca che perdura ancora oggi perché, in effetti, una cura risolutiva per l’infezione da HIV non è ancora disponibile, così come non abbiamo un vaccino in grado di prevenirla come avviene per varie altre patologie. Eppure, nel corso degli anni, per l’infezione da HIV di cose ne sono cambiate davvero tante: vale per il trattamento e vale anche per la prevenzione.

Vediamo meglio quest’ultima, parlando in particolare di quella nota come PrEP o profilassi pre esposizione. 

Cos’è la PrEP per HIV

La PrEP è una delle principali strategie di prevenzione dell’HIV. Non è l’unica: oltre alle strategie comportamentali, basate sui rapporti sessuali protetti (e l’uso di strumenti iniettivi sterili), è disponibile anche un altro tipo di profilassi, quella post esposizione (PPE). Se quest’ultima serve a posteriori, dopo che è avvenuta l’esposizione al virus (per esempio con un rapporto sessuale non protetto), la PrEP agisce a monte, prima che sia avvenuta l’esposizione. Ecco perché è raccomandata per tutte le persone a rischio, per esempio perché non usano o usano solo in modo sporadico le protezioni durante i rapporti sessuali occasionali, o anche nelle coppie in cui solo un partner è sieropositivo e non ha ancora raggiunto la non rilevabilità della carica virale (vale la pena ricordare che, infatti, quando il virus non è più rilevabile non è nemmeno trasmissibile, secondo l’equivalenza U=U, Undetectable=Untransittable). In linea generale, è importante ricordare che la PrEP non è raccomandata a tutti, ma alle persone sieronegative a rischio di contrarre l’infezione da HIV.

Quando assumere la PrEP?

Proprio per la sua modalità d’azione, la PrEP richiede di essere programmata: deve infatti essere assunta in un preciso arco temporale prima del rapporto a rischio. L’assunzione può avvenire secondo due schemi principali:

  • modalità continuativa, che consiste nell’assunzione di una compressa tutti i giorni, a partire da una settimana o tre mesi prima dell’esposizione al rischio, a seconda del tipo di rapporto;
  • modalità on demand o intermittente, in cui la PrEP è assunta solo al bisogno secondo un preciso schema di tempo e quantità (rimandiamo alla brochure della Lega italiana per la lotta contro l’AIDS per i dettagli).

 

Come funziona la PrEP

 Approvata nell’Unione europea nel 2016, la PrEP per l’HIV è basata su due farmaci antiretrovirali, tenofovir ed emtricitabina, che appartengono alla classe degli inibitori nucleosidici della transcriptasi inversa (NRTI). Per capire come funzionano, bisogna avere chiaro come HIV si replica nelle cellule: questo virus ha come materiale genetico l’RNA e, per riprodursi, lo deve trascrivere il DNA. Lo fa con un enzima molto particolare detto trascrittasi inversa, che le nostre cellule non possiedono e che agisce “montando” i nucleosidi del DNA, cioè le singole molecole che lo compongono. 

I farmaci NRTI agiscono proprio su questo passaggio, fornendo a HIV dei nucleosidi “finti” che impediscono sul nascere la formazione del DNA virale. Oltre che nella PrEP, infatti, sono usati anche nel trattamento dell’infezione da HIV/AIDS, nel quale però sono combinati con ulteriori farmaci che agiscono su diversi stadi del ciclo vitale di HIV.

Nel caso della PrEP, l’uso di questo antiretrovirali fa sì che, anche se l’organismo entra in contatto con HIV, il virus non possa stabilire l’infezione.

 

Efficacia, effetti collaterali e limiti della PrEP

La PrEP è di solito molto ben tollerata; gli effetti collaterali più comuni sono di solito temporanei e lievi (di solito nausea, diarrea, stanchezza, mal di testa). In rari casi, a lungo termine, la terapia con la PrEP può avere effetti collaterali più seri sui reni: per questa ragione è sempre importante rivolgersi al/la medico/a e sottoporsi ai controlli periodici quando si assume la terapia. Uno degli aspetti più importanti da conoscere prima di iniziare la PrEP è che la terapia è indicata solo per chi ha la certezza di non aver già contratto l’HIV, perché se il virus è già presente può sviluppare resistenza ai farmaci usati per il trattamento. Per questa ragione, è necessario eseguire un test per HIV di quarta generazione, cioè di quelli in grado di rilevare il virus già nelle prime fasi dell’infezione, prima di iniziare la PrEP.

L’efficacia della PrEP contro HIV ha un’efficacia molto ben documentata, anche se strettamente legata all’aderenza al protocollo di profilassi. In altre parole, è fondamentale che sia assunta nei modi e nei tempi prescritti perché possa essere davvero efficace: gli studi real-world (cioè nella vita quotidiana e reale, al di là di quelli che sono i trial clinici) evidenziano infatti che nei contesti in cui la discontinuità alla terapia è maggiore, l’efficacia diminuisce. Sotto questo aspetto, vale la pena accennare che, anche per facilitare l’aderenza alla terapia, gli studi stanno indagando anche altri tipi di profilassi pre esposizione. Tra queste, quella basata sul farmaco lenacapavir, che richiede due sole iniezioni l’anno, sono risultate particolarmente valide. Infatti il lenacapavir, già approvato da tempo per il trattamento dell’infezione da HIV, da agosto 2025 lo è anche per la PrEP.

Infine, è importantissimo sottolineare che la PrEP è efficace nel prevenire l’infezione da HIV – ma non altre malattie sessualmente trasmissibili. In altre parole, non sostituisce in alcun modo una protezione a barriera come il preservativo (maschile o femminile) per patologie come clamidia, gonorrea, herpes e molte altre, alcune delle quali peraltro spesso asintomatiche. È quindi sempre fondamentale sottoporsi a regolari controlli medici se a rischio per queste patologie, e rivolgersi tempestivamente al/la medico/a in presenza di sintomi.

PrEP, a chi rivolgersi

La PrEp per HIV è senza alcun dubbio uno strumento di enorme importanza per prevenire l’infezione di un virus che fino a una quarantina di anni fa era letale per gran parte delle persone che ne venivano infettate. E se oggi il quadro del trattamento dell’HIV è sostanzialmente cambiato, la malattia rimane pur sempre cronica e richiede trattamenti a vita. 

In Italia, la PrEP basata su tenofovir ed emtricitabina è oggi rimborsata dal Servizio sanitario nazionale. La prescrizione può essere fatta solo da un/a infettivologo/a, che prescrive anche gli esami e i test necessari prima di iniziarla (come quelli per HIV e per malattie sessualmente trasmissibili), indicando anche quelli da ripetere periodicamente. Con la prescrizione, è possibile avere la PrEP in una farmacia ospedaliera (o in una farmacia privata, dove però è a pagamento). L’associazione Plus asp ha realizzato un elenco dei centri che rendono disponibili i servizi per la PrEP, disponibile qui. L’organizzazione LILA Milano, inoltre, ha creato il servizio TelePrEP per la gestione della profilassi a distanza, per persone che non hanno centri nelle vicinanze o per qualsiasi ragione non avessero modo di accedervi.

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