Vene varicose (varici)

Scopri le cause, i sintomi e i rimedi disponibili per le vene varicose
Korian Redazione

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Redazione scientifica
Articolo revisionato dalla nostra redazione scientifica
8 Gennaio 2025

    Le vene varicose, dette anche varici, sono vene dilatate e ingrossate che appaiono in modo evidente sotto la pelle. Interessano soprattutto le gambe, ma possono presentarsi anche in altre aree del corpo.

    Rappresentano una condizione diffusa che, pur non essendo considerate una condizione grave dal punto di vista medico, può causare disturbi di vario tipo e, in rari casi, dare origine a complicanze.

    Quali sono le cause delle vene varicose?

    La dilatazione delle vene che le rende varicose è dovuta a un loro indebolimento. Per capire meglio come questo può portare allo sviluppo di varici bisogna capire come funzionano le vene. Questi vasi sono quelli che portano il sangue ai polmoni dove, rilasciata l’anidride carbonica, si arricchisce di ossigeno. Dai polmoni, il sangue ossigenato torna al cuore e un altro tipo di vasi, le arterie, lo trasporta al resto dell’organismo. 

    Per assicurare che il sangue mantenga la corretta direzione di flusso (dalle diverse aree del corpo, anche periferiche, ai polmoni), le vene sono dotate di valvole dette a nido di rondine, formate da due lembi che si uniscono tra loro: consentono al flusso di sangue di avanzare ma non di tornare indietro.

    Quando però la vena è dilatata, le valvole non riescono più a chiudersi. Ciò fa sì che, stando in piedi, il sangue possa fluire a ritroso, determinando un’ulteriore dilatazione delle vene, distorcendole e, infine, causando le vene varicose. Poiché le vene dilatate devono adeguarsi allo spazio disponibile, si attorcigliano, per cui appaiono rigonfie e torte sotto la pelle.

    Questo processo può verificarsi anche nei vasi più piccoli, i capillari, formando le cosiddette vene a ragnatela (o teleangectasia).

    L’indebolimento delle vene che provoca le varici avviene a causa di fattori che aumentano la pressione del sangue, portandole nel tempo ad allargarsi. In particolare, le principali cause di vene varicose sono:

    • mantenere a lungo la posizione eretta o, al contrario, seduta, che rende più difficile il flusso del sangue;
    • gravidanza, perché il sistema venoso è sottoposto a uno sforzo maggiore, soprattutto quando l’utero inizia ad aumentare di volume comprimendo la zona pelvica;
    • invecchiamento, perché negli anni le vene tendono a perdere elasticità;
    • sovrappeso e obesità, che aumentano la pressione del sangue indebolendo le valvole delle vene;
    • fumo di tabacco, che danneggia le pareti dei vasi sanguigni.

    Vi è inoltre una componente ereditaria che predispone allo sviluppo di vene varicose, tuttavia, gli studi non hanno del tutto chiarito la base genetica di questa condizione. Infine, le donne sviluppano le vene varicose più degli uomini.

    Quali sono i sintomi delle vene varicose?

    I sintomi e i segni caratteristici delle vene varicose sono il dolore e il senso di stanchezza e pesantezza alle gambe, prurito e/o bruciore nell’area delle varici, a volte crampi notturni alle gambe e gonfiore, sempre alle gambe. Le vene diventano molto visibili, gonfie e tortuose sotto la pelle; quest’ultima, inoltre, può cambiare colore o scolorire in prossimità delle varici.

    Sebbene le vene varicose non pongano particolari rischi possono, di rado, dare origine a complicanze. Tra le più lievi vi è l’eczema, dovuto al gonfiore: la pelle appare secca, a volte squamosa, e prude. Se non trattato, l’eczema può a sua volta causare ulcere, lesioni della pelle che si formano a causa del danno all’epitelio. Un’altra possibile complicanza delle vene varicose è la tromboflebite superficiale, ossia l’infiammazione dei vasi sanguigni nella quale si possono sviluppare anche dei trombi, cioè coaguli di sangue all’interno dei vasi che causano arrossamento e gonfiore. I trombi sono estremamente pericolosi quando profondi, ma la situazione cambia per i trombi superficiali che possono svilupparsi nelle vene varicose: è infatti molto limitato il rischio che si stacchino e, viaggiando nel circolo sanguigno, occludano un’arteria (embolia). Infine, le vene varicose possono essere un sintomo, e allo stesso tempo contribuire allo sviluppo, dell’insufficienza venosa cronica, una condizione nella quale le vene superficiali non riescono a lavorare correttamente a causa del malfunzionamento delle valvole, causando gonfiore, senso di affaticamento e a volte dolore e che può avere un impatto negativo sulla qualità della vita.

    Come si arriva alla diagnosi di vene varicose?

    La diagnosi di vene varicose è fatta dal/lla medico/a, che raccoglie i sintomi, si informa su eventuali fattori di rischio ed esamina le gambe valutando la presenza di gonfiore e altri elementi che possano richiedere ulteriori valutazioni. Nella maggior parte dei casi, infatti, le vene varicose non rappresentano un problema; tuttavia, in presenza di dolore, prurito, eczema e ulcere può essere necessario capire meglio lo stato delle vene per valutare le opzioni di trattamento.

    L’esame con cui vengono analizzate le vene è l’ecodoppler, un esame non invasivo di imaging che sfrutta gli ultrasuoni per vedere i vasi e valutare velocità e direzione del sangue al loro interno. 

    Come si prevengono le vene varicose?

    La prevenzione delle vene varicose si basa essenzialmente su uno stile di vita che aiuti a tutelare il sistema vascolare. Questo comprende il non fumare, fare regolarmente esercizio fisico e seguire una dieta equilibrata per mantenere il peso corporeo nella norma (o dimagrire se si è sovrappeso oppure con obesità). Per ovviare al rischio rappresentato da un lavoro che richiede di stare a lungo in piedi, si consiglia di tenere, quando possibile, gambe e piedi sollevati per facilitare il flusso del sangue.

    In ottica di prevenzione, oltre che per alleviare i sintomi, sono anche sconsigliati abiti troppo aderenti, tali da rendere più difficoltosa la circolazione sanguigna.

    Qual è il trattamento delle vene varicose?

    Il trattamento delle vene varicose, che deve essere seguito da un/a medico/a, parte dai cambiamenti dello stile di vita: svolgere attività fisica, smettere di fumare, raggiungere il normopeso se vi è sovrappeso/obesità e non indossare abiti stretti (scarpe comprese) sono tutte strategie importanti per alleviare i sintomi delle varici ed evitare che la condizione peggiori. Inoltre, nel trattamento delle vene varicose si consiglia anche di evitare di stare seduti troppo a lungo e di sollevare regolarmente gambe e piedi per favorire la circolazione nella gambe. Soluzioni come le creme per le vene varicose possono avere un effetto temporaneo nella riduzione dell’inestetismo, per esempio riducendo il gonfiore. Non risolvono però il problema, perché agiscono solo a livello dell’epidermide. Per ridurre i sintomi, può aiutare anche l’applicazione di ghiaccio (avvolto in un telo o in un asciugamano) o compresse fredde per alleviare il dolore.

    Possono essere consigliate dal/la medico/a calze a compressione per le vene varicose, usate per migliorare la circolazione. Non si tratta di indumenti genericamente stretti (che, appunto, sono invece sconsigliati) ma progettati appositamente per favorire il flusso di sangue verso l’alto.

    Eventuali ulteriori cure devono essere stabilite sempre con il/la medico/a, che valuta il rischio di complicanze anche in base alla dimensione delle vene varicose e la loro gravità. I trattamenti più comuni sono l’ablazione endotermica, la scleroterapia e la rimozione chirurgica delle varici.

    L’ablazione endotermica sfrutta il laser oppure onde radio ad alta frequenza per chiudere le vene varicose. Si tratta di una procedura eseguita di norma in anestesia locale e che richiede l’inserimento di un catetere, attraverso il quale è fatta scorrere la sonda per la radiofrequenza o per il laser. Il calore emanato dalla sonda permette di sigillare la varice, in modo che il sangue sia indirizzato verso altre vene sane.

    Anche la scleroterapia consente di sigillare le varici ma, a differenza dell’ablazione endotermica, sfrutta liquidi o schiume chimiche che permettono la sclerotizzazione (cioè la chiusura) delle vene varicose. Si tratta di una tecnica più usata sulle vene piccole e sui capillari, e che ha il vantaggio di non richiedere anestesia. È bene precisare che può però avere alcuni effetti collaterali, come per esempio il cambiamento del colore della pelle nell’area trattata e, in casi molto rari, causare ictus.

    Infine, è possibile rimuovere le vene varicose con un intervento chirurgico: le vene vengono legate e asportate. Tuttavia, questa opzione non è una scelta di routine e si procede solo se per qualche ragione non sono possibili i trattamenti meno invasivi.

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