Tumore al colon-retto

Il tumore al colon-retto è una delle forme di cancro più diffuse: scopri quali sono i sintomi, le cause, i fattori di rischio e come si può prevenire e curare
Korian Redazione

Korian Redazione

Redazione scientifica
Articolo revisionato dalla nostra redazione scientifica
5 Marzo 2025

Il tumore del colon-retto è una delle neoplasie più diagnosticate al mondo, nonché una delle prime per mortalità, sebbene nei Paesi in cui sono disponibili strumenti per la diagnosi precoce e trattamenti efficaci sia in forte calo. Origina da cellule alterate del colon o del retto, le porzioni terminali dell’intestino.

L’intestino è l’organo deputato all’assorbimento dei nutrienti dagli alimenti. È diviso in due porzioni principali: il tenue, dove viene completata la digestione degli alimenti e che rappresenta il tratto più lungo di tutto l’organo, e il crasso, più breve e deputato principalmente all’assorbimento di acqua e sali minerali, compattando le feci. Colon e retto rappresentano i tratti terminali di quest’ultimo, e il colon è a sua volta suddistinto in:

  • ascendente; 
  • trasverso; 
  • discendente;
  • sigma.

La maggior parte dei tumori al colon-retto si sviluppa nel colon (soprattutto nel sigma), e solo una minoranza nel retto.

Come per altre forme di cancro, anche i tumori del colon-retto possono essere di diverse tipologie. Il più comune è l’adenocarcinoma, un tipo di tumore che origina da cellule epiteliali con funzione esocrina (cioè che secernono sostanze riversate all’esterno della cellula), mentre sono più rari i carcinomi, cioè i tumori derivanti da cellule epiteliali, distinti in carcinoma squamoso e carcinoma indifferenziato. Sempre come avviene spesso nei tumori, queste principali tipologie possono poi a loro volta essere distinte in sotto-categorie in base a specifiche caratteristiche.

Quali sono le cause del tumore al colon-retto?

I tumori hanno sempre origine da cellule che iniziano a proliferare in modo anomalo, sfuggendo ai normali meccanismi che ne limitano la replicazione. Questa capacità di proliferare in modo incontrollato dipende da mutazioni che si accumulano nel DNA delle cellule: tali mutazioni aumentano via via che le cellule si replicano e, nel tempo, conferiscono loro altre caratteristiche, come la capacità di sfuggire al controllo del sistema immunitario, quella di formare nuovi vasi sanguigni e, infine, quella di invadere altri organi e tessuti (cioè di formare metastasi). Nel caso dei tumori al colon-retto, la maggior parte evolve a partire da formazioni dette polipi, piccole escrescenze della mucosa intestinale. Esistono tre tipi di polipi intestinali:

  • polipi iperplastici;
  • polipi amartomatosi;
  • polipi adenomatosi.

Di questi, le prime due tipologie sono benigne; solo i polipi adenomatosi sono a rischio di malignità e pertanto considerati lesioni precancerose. Ciò non significa che ogni polipo adenomatoso evolverà con certezza in cancro: perché questa avvenga dipende da diversi fattori, come le caratteristiche del polipo stesso. Numero e dimensioni dei polipi sono due degli elementi che possono influenzarne lo sviluppo tumorale (più probabile se il polipo è più grande di un centimetro, o se vi sono più di tre polipi); a questi si unisce la presenza di displasie, cioè di cellule che, pur non essendo cancerose, presentano caratteristiche anomale.

Sono noti molti fattori di rischio che aumentano la probabilità di sviluppare un tumore al colon-retto. Come spesso avviene, comprendono fattori sia genetici sia ambientali.

Principali fattori di rischio per il tumore al colon-retto

  • Genetica. Chi ha parenti di primo grado che hanno avuto un tumore al colon-retto ha a sua volta maggiori probabilità di sviluppare questo tipo di cancro. Ci sono anche specifiche patologie genetiche caratterizzate da un aumentato rischio di tumore al colon-retto, quali per esempio il cancro non poliposico ereditario del colon e la poliposi adenomatosa familiare. È importante però precisare che queste condizioni sono rare e rappresentano solo una minoranza dei casi di tumore al colon-retto.
  • Età. Il rischio di sviluppare tumore al colon-retto aumenta con l’invecchiamento e si presenta più di frequente nelle persone con più di cinquant’anni.
  • Storia personale e altre condizioni patologiche. Chi ha già avuto un tumore al colon-retto ha una maggior probabilità, rispetto a chi non ne ha mai sofferto, che il tumore si ripresenti. Inoltre, alcune malattie e condizioni patologiche sono associate a un maggior rischio di sviluppare questa forma di cancro: è il caso, in particolare, delle malattie infiammatorie intestinali come la malattia di Crohn e la colite ulcerosa. Anche il diabete di tipo 2 è associato a un maggior rischio di tumore al colon-retto.
  • Peso corporeo e dieta. Sovrappeso e obesità sono associati a un maggior rischio di sviluppare tumore al colon-retto. Anche alcuni tipi di dieta rappresentano un fattore di rischio: in particolare, un consumo alto di carni rosse e processate aumenta la probabilità di sviluppare questo tipo di cancro; al contrario, un alto consumo di fibre (frutta, verdura, cereali integrali) sembra avere un ruolo protettivo. Ancora, anche il consumo di alcol può aumentare il rischio di tumore al colon-retto.
  • Fumo. Il fumo di tabacco è associato a una maggior rischio di sviluppare alcuni tipi di tumore, compreso quello al colon-retto.
tumore colon - retto

Quali sono i sintomi del tumore al colon-retto?

In genere, nelle fasi iniziali il tumore al colon-retto è asintomatico. I polipi possono dare origine a sanguinamenti, non necessariamente visibili a occhio nudo ma rilevabili con specifici test nelle feci (si parla di sangue occulto). Gli eventuali sintomi del tumore al colon-retto sono comunque spesso generici e aspecifici, facilmente assimilabili ad altre condizioni che interessano l’apparato digerente; possono comprendere, per esempio, perdita di appetito e di peso, diarrea o costipazione; all’esame del sangue può essere presente anemia. Molto dipende anche dall’estensione del tumore, dalla sua sede precisa, dal fatto che causi ostruzioni nel tubo digerente.

I sintomi del tumore al colon-retto sono spesso generici e aspecifici.

Come si arriva alla diagnosi di tumore al colon-retto?

La diagnosi di tumore al colon-retto si basa su esami clinici, di laboratorio e strumentali. Il/la medico/a raccoglie i sintomi e i fattori di rischio riportati dal paziente e conduce una visita completa che comprende l’esplorazione manuale rettale, attraverso la quale è possibile avvertire aree anomale presenti nel retto. Gli esami del sangue possono poi aiutare a indirizzare la diagnosi: in particolare, l’antigene carcino-embrionario (CEA) è un marcatore tumorale per il colon-retto, sebbene l’analisi dei suoi livelli sia utile soprattutto per il monitoraggio dell’efficacia del trattamento e della comparsa di eventuali recidive.

L’esame strumentale che consente di confermare la diagnosi è la colonscopia: si inserisce una sonda nell’intestino attraverso il retto in modo da raccogliere immagini del tessuto e, se necessario, prelevarne un campione per analisi più approfondite (biopsia). Possono eventualmente essere raccomandati ulteriori esami (come TC, risonanza magnetica o ecografia) per valutare l’estensione del tumore e la presenza di metastasi.

tumore al colon retto

Come si previene il tumore al colon-retto?

La prevenzione del tumore al colon-retto si basa essenzialmente sull’adozione di uno stile di vita sano e sull’adesione regolare ai programmi di screening, che consentono di individuare precocemente la presenza del tumore, aumentando l’efficacia del trattamento.

Non fumare, mantenersi normopeso e seguire una dieta equilibrata sono i tre punti cardine di uno stile di vita sano; in particolare, per quanto riguarda l’alimentazione, un effetto protettivo sembra averlo una dieta ricca di fibre e povera invece di carni rosse e processate. Anche limitare, o meglio ancora eliminare del tutto, il consumo di alcol può essere importante per limitare il rischio che si sviluppi questa forma di tumore.

In Italia, il programma di screening per il tumore al colon-retto è offerto dal Servizio sanitario nazionale alle persone tra i 50 e i 69 o 74 anni, a seconda delle Regioni, e raccomandato ogni due anni. È rappresentato dal test del sangue occulto nelle feci, che permette di rilevare eventuali sanguinamenti invisibili a occhio nudo riconducibili a polipi o adenomi. È importante precisare che la presenza di sangue può essere dovuta anche ad altre condizioni (per esempio le emorroidi), ma il programma di screening permette proprio di verificarne la causa: chi risulta positivo è infatti poi sottoposto a colonscopia come esame di approfondimento.

Alcune Regioni italiane combinano il test del sangue occulto con la rettosigmoidoscopia (da effettuarsi una sola volta tra i 58 e i 60 anni ed eventualmente da ripetere ogni dieci anni) come progetto pilota. Questo esame, sempre basato sull’uso di un endoscopio per analizzare i tessuti ed eventualmente procedere a una biopsia, consente di esaminare le porzioni dell’intestino più vicine all’ano ed è globalmente meno invasiva della colonscopia.

La prevenzione del tumore al colon-retto si basa su uno stile di vita sano e l’adesione regolare ai programmi di screening.

Qual è il trattamento del tumore al colon-retto?

Il trattamento del tumore al colon-retto dipende dal tipo specifico di tumore, dalla sua estensione e posizione, dall’eventuale presenza di metastasi e dalle condizioni generali del paziente. In linea generale, comunque, soprattutto se il tumore è nelle fasi iniziali, la prima scelta è rappresentata dalla chirurgia per la sua rimozione. A seconda dei casi, l’intervento può essere conservativo, cioè prevedere la sola rimozione del tumore e dei tessuti circostanti, oppure richiedere di asportare porzioni intestinali più estese, fino all’asportazione dell’intero tratto del colon o del retto interessato. In quest’ultimo caso, per l’eliminazione delle feci è necessaria la creazione di una stomia, ossia un’apertura artificiale sulla parete addominale che consente di raccogliere le feci formatesi nell’intestino all’interno di un apposito dispositivo.

Spesso all’intervento chirurgico è associata la chemioterapia (e, per il tumore al retto, anche la radioterapia) con intento neoadiuvante, cioè per ridurre le dimensioni del tumore prima della sua asportazione, e/o adiuvante, ossia impiegata dopo l’intervento chirurgico per distruggere eventuali cellule tumorali residue e ridurre il rischio di recidiva.

Inoltre, come per la terapia di altri tipi di tumore, negli anni hanno assunto un ruolo importante le terapie a bersaglio molecolare: si tratta di farmaci che agiscono in modo selettivo su specifiche alterazioni molecolari presenti nelle cellule tumorali, bloccando i meccanismi che favoriscono la crescita e la diffusione del tumore. La possibilità di impiegare la terapia a bersaglio molecolare in modo efficace dipende dalle caratteristiche specifiche del tumore. A questa strategia, che può essere impiegata in combinazione con la chemioterapia, si affianca anche l’immunoterapia, che mira a riattivare il sistema immunitario del paziente contro il tumore; anche in questo caso, non tutte le forme di cancro sono sensibili e l’immunoterapia può essere effettuata anche in combinazione con altre strategie terapeutiche.

È importante sottolineare che non sempre è possibile eliminare il tumore al colon-retto; un trattamento efficace, però, può comunque consentire di controllarlo. Inoltre, anche per chi è riuscito a eliminare completamente il tumore, è necessario sottoporsi a controlli regolari negli anni successivi al trattamento: il follow up è fondamentale per individuare precocemente eventuali recidive.

American Cancer Association, Colorectal Cancer, https://www.cancer.org/cancer/types/colon-rectal-cancer.html

Associazione italiana per la ricerca sul cancro (AIRC), Tumore al colon-retto, https://www.airc.it/cancro/informazioni-tumori/guida-ai-tumori/tumore-colon-retto

Ministero della Salute, Screening per il cancro del colon-retto, https://www.salute.gov.it/portale/tumori/dettaglioContenutiTumori.jsp?id=5541&area=tumori&menu=screening

Korian Redazione

Korian Redazione

Redazione scientifica

L’attività redazionale di Korian si basa su un approccio rigoroso e responsabile alla divulgazione scientifica, con l’obiettivo di offrire contenuti che siano clinicamente accurati e accessibili. Grazie al supporto di un pool di esperti, tra cui medici, biologi e professionisti del settore, specializzati in comunicazione medica, sviluppiamo testi che riflettono l’attualità delle conoscenze scientifiche…Leggi di più