Spondilolistesi

Scopri cos’è la spondilolistesi, quali sono le cause, i sintomi e i trattamenti disponibili
Korian Redazione

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Redazione scientifica
Articolo revisionato dalla nostra redazione scientifica
13 Gennaio 2025

    La spondilolistesi è una condizione nella quale una vertebra si sposta in avanti o indietro rispetto a quella adiacente.

    La colonna vertebrale è composta da 33 vertebre posizionate l’una sopra l’altra, separate da dischi intervertebrali che agiscono come ammortizzatori e collegate da legamenti e muscoli che garantiscono stabilità e movimento. Nella colonna vertebrale si distinguono diverse regioni: cervicale (formata da 7 vertebre), toracica (12 vertebre), lombare (5 vertebre), sacrale (5 vertebre fuse) e coccigea (4 vertebre fuse). La spondilolistesi interessa di rado la regione toracica, più comunemente la regione cervicale e, soprattutto, lombare; in particolare, è frequente tra l’ultima vertebra della regione lombare e la prima della sacrale (spondilolistesi L5-S1).

    Quali sono le cause della spondilolistesi?

    La spondilolistesi può avere diverse cause: infatti, ogni tipo di processo che indebolisce i supporti grazie ai quali le vertebre si mantengono allineate può causare questa condizione. La spondilolistesi si può classificare in alcune forme principali.

    Forme di spondilolistesi

    • Degenerativa, di solito correlata alla degenerazione combinata delle faccette articolari (piccole articolazioni che collegano le vertebre tra loro) e del disco intervertebrale, che porta a instabilità e allo spostamento in avanti di un corpo vertebrale rispetto a quello adiacente. È più comune negli adulti, soprattutto per le donne, e l’obesità rappresenta un fattore di rischio.
    • Istmica, una forma le cui cause sono ignote (anche se è possibile origini da microtraumi verificatisi durante l’adolescenza a causa del ripetersi di movimenti che allungano la regione lombare della colonna vertebrale, come può avvenire in alcuni sport). È più comune tra adolescenti e giovani adulti, ma i sintomi possono rimanere inosservati fino alla piena età adulta.  
    • Traumatica, che si verifica a seguito di traumi della faccetta articolare oppure nell’istmo vertebrale, una piccola porzione dell’arco vertebrale situata tra le faccette articolari superiore e inferiore di una vertebra. L’istmo vertebrale, in particolare, rappresenta una struttura delicata e molto soggetta allo stress meccanico; una sua frattura è detta spondilolisi e non necessariamente si verifica in seguito a traumi specifici.
    • Displasica, che rappresenta una forma congenita nella quale le vertebre sono allineate in modo anomalo; si manifesta più comunemente nell’età pediatrica, soprattutto tra le bambine. 
    • Patologica, cioè dovuta ad altre malattie (la spondilolistesi è già di per sé una condizione patologica) come quelle che interessano le ossa (per esempio l’osteoporosi), le infezioni o i tumori.

    Quali sono i sintomi della spondilolistesi?

    Non sempre la spondilolistesi determina la comparsa di sintomi; quando presenti, questi sono rappresentati principalmente dal dolore, localizzato nell’area in cui si è verificato il disallineamento delle vertebre, quindi per esempio all’altezza del collo nel caso la spondilolistesi interessi la regione cervicale, a livello lombare se interessa le vertebre lombari. Il dolore può peggiorare con il movimento, migliorando invece con il riposo, soprattutto con posizioni, come quella supina, che alleviano la pressione sulle ossa. Il dolore può comportare anche difficoltà a camminare e stare in piedi.

    Se la condizione determina lo schiacciamento o l’irritazione delle strutture nervose (per esempio i nervi spinali), possono presentarsi sintomi neurologici come dolore radicolare, cioè che si irradia dalle natiche agli arti inferiori (sciatica), debolezza muscolare o intorpidimento agli arti inferiori e, più raramente e nei casi più gravi, incontinenza intestinale o urinaria.

    Come si arriva alla diagnosi di spondilolistesi?

    La diagnosi di spondilolistesi si basa su esami sia clinici sia strumentali. Il/la medico/a raccoglie informazioni su possibili traumi che possano aver causato il disallineamento delle vertebre e valuta i sintomi, indagando anche il movimento e la postura del paziente. 

    Per quanto riguarda gli esami strumentali necessari per la diagnosi, sono diversi i test che possono essere utilizzati. Per esempio, la radiografia, basata sui raggi ionizzanti, consente di vedere con chiarezza le ossa, evidenziando eventuali fratture (per esempio in caso di spondilolisi) e il disallineamento vertebrale. Può essere consigliata anche una TC, utile per definire chiaramente il tipo di spondilolistesi; può essere impiegata anche la risonanza magnetica, in modo da valutare eventuali danni ai dischi intervertebrali o ai nervi.

    In base ai risultati degli esami e al disallineamento delle vertebre, il/la medico/a può anche stabilire la gravità della spondilolistesi in un grado da I a V. Il V grado di spondilolistesi si ha quando la vertebra è completamente spostata rispetto a quella vicina (slittamento del 100%): in questo caso si parla di spondiloptosi.

    Come si previene la spondilolistesi?

    Sebbene non esista un modo per prevenire con sicurezza la spondilolistesi, che può originare da traumi imprevisti o da condizioni pre-esistenti, uno stile di vita sano, che preveda regolare attività fisica volta anche a rafforzare i muscoli addominali e della schiena e una dieta equilibrata, permette di mantenere globalmente la salute dell’organismo, comprese le ossa.

    Qual è il trattamento per la spondilolistesi?

    A seconda della gravità della spondilolistesi e delle condizioni del paziente può essere raccomandato un trattamento conservativo oppure l’intervento chirurgico. 

    Il trattamento conservativo, pur non permettendo di ripristinare la condizione fisiologica delle vertebre, può consentire di ridurre il dolore e riprendere le proprie attività quotidiane. Si basa sul riposo a letto e sulla somministrazione di antinfiammatori non steroidei per la riduzione dei sintomi dolorosi, e se necessario sulla fisioterapia. In alcuni casi può essere consigliato per un certo periodo l’uso di un tutore per la schiena, così da limitare i movimenti della colonna vertebrale e consentire a un’eventuale spondilolisi di guarire. 

    Per i casi più gravi, o quando il trattamento conservativo non è efficace, oppure se si osserva un aumento dello scivolamento tra le vertebre, è necessario l’intervento chirurgico. Il più comune per il trattamento della spondilolistesi è la fusione delle vertebre, dopo averle riallineate, così da prevenirne un ulteriore scivolamento; questa operazione consente di stabilizzare la colonna vertebrale, anche se la flessibilità delle vertebre interessate risulta ridotta. In alcuni casi può essere possibile intervenire con una procedura mininvasiva.

    Comunque, dopo un periodo di recupero è di solito possibile riprendere le proprie attività, comprese quelle sportive: è però importante confrontarsi con il/la proprio/a medico/a per stabilire se l’attività fisica sia idonea e quali esercizi siano invece da evitare (per esempio per verificare che non comportino uno stress eccessivo per la colonna vertebrale).

    Advanced Orthopaedics&Sports Medicine, Minimally Invasive Spine Surgery for Spondylolisthesis, https://www.advancedosm.com/minimally-invasive-spine-surgery-for-spondylolisthesis-orthopaedic-sports-medicine-specialist-cypress-houston-tx/

    Cleveland Clinic, Spondylolisthesis, https://my.clevelandclinic.org/health/diseases/10302-spondylolisthesis

    Devlin VJ, Spondylolysis and spondylolisthesis in pediatric patients. Chapt. 38 in Spine Secret Plus, Second edition, 261-7 (2012) https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/B9780323069526000476

    OrthoInfo, Spondylolysis and Spondylolisthesis, https://orthoinfo.aaos.org/en/diseases–conditions/spondylolysis-and-spondylolisthesis/

    Tenny S, Hanna A, Gillis CC. Spondylolisthesis. StatPearls (2023) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK430767/

     

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