Sindrome dell’ovaio policistico

Cos’è la sindrome dell’ovaio policistico e come si scopre? Approfondisci nella scheda i sintomi, le cause e i possibili trattamenti di questa condizione
Korian Redazione

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Redazione scientifica
Articolo revisionato dalla nostra redazione scientifica
17 Luglio 2025

    La sindrome dell’ovaio policistico è una condizione caratterizzata da uno squilibrio ormonale a causa dell’eccessiva produzione di androgeni da parte delle ovaie. Rappresenta uno dei più comuni disturbi endocrini delle donne in età fertile a livello globale: secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, interessa una percentuale compresa tra il 6% e il 13% delle donne, sebbene una larga maggioranza rimanga priva di diagnosi.

    Le ovaie sono ghiandole endocrine che svolgono un ruolo fondamentale nella regolazione del ciclo mestruale e nella fertilità femminile. Producono principalmente due tipi di ormoni: gli estrogeni e il progesterone, responsabili dello sviluppo e del mantenimento delle caratteristiche sessuali femminili, dell’ovulazione e della preparazione dell’endometrio per una possibile gravidanza. Tuttavia, le ovaie producono anche una piccola quantità di androgeni, come il testosterone, ormoni solitamente considerati “maschili” perché presenti in quantità maggiori negli uomini (nei quali la produzione avviene principalmente nei testicoli).

    Anche nelle donne, però, gli androgeni svolgono funzioni importanti. Per esempio, contribuiscono al mantenimento della massa muscolare, al desiderio sessuale e al metabolismo osseo. Vale la pena osservare che, oltre alle ovaie (e ai testicoli negli uomini), anche le ghiandole surrenali, presenti in entrambi i sessi, partecipano alla produzione di androgeni.

    Nella sindrome dell’ovaio policistico, questo equilibrio si altera e aumenta la produzione di androgeni. Questa condizione ha una serie di effetti su tutto l’organismo ed è associata a diverse comorbilità, cioè ad altre condizioni patologiche, tra cui per esempio il diabete di tipo 2, l’obesità, la depressione e vari problemi cardiovascolari.

    sindrome dell'ovaio policistico

    Quali sono le cause della sindrome dell’ovaio policistico?

    Il meccanismo alla base della sindrome dell’ovaio policistico è legato all’alterata produzione ormonale da parte delle ovaie, che rilasciano una quantità eccessiva di ormoni androgeni. Tuttavia, le cause specifiche che determinano questa produzione alterata non sono del tutto note. La ricerca ha mostrato che questa condizione ha una base genetica: le varianti di numerosi geni sono infatti state associate alla sindrome dell’ovaio policistico che, però, è comunque una condizione complessa influenzata da diversi fattori. Tra questi, oltre a quelli genetici e ambientali, vi sono anche quelli epigenetici. Il termine epigenetica è riferito a modifiche del DNA che non riguardano la sua sequenza, bensì il modo in cui i geni possono essere espressi o meno. 

    Inoltre, varie condizioni patologiche sono associate alla sindrome dell’ovaio policistico e possono influenzarsi a vicenda. Tra queste, due delle più importanti sono obesità e insulino-resistenza, tra loro legate. In breve, infatti, nella sindrome dell’ovaio policistico è frequente una condizione di insulino-resistenza, che porta l’organismo a produrre più insulina. L’eccesso di insulina stimola le ovaie a produrre più androgeni; l’insulina alta, insieme con l’eccesso di androgeni, favorisce anche l’aumento di peso, in particolare a livello addominale. A sua volta, l’obesità peggiora la resistenza all’insulina e amplifica lo squilibrio ormonale tipico della sindrome, aumentando anche il rischio di complicanze metaboliche come diabete e sindrome metabolica. 

    Anche se le cause precise della sindrome dell’ovaio policistico non sono del tutto note,  obesità e insulino-resistenza influenzano questa condizione.

    Quali sono i sintomi della sindrome dell’ovaio policistico?

    I sintomi della sindrome dell’ovaio policistico possono variare da una persona all’altra e anche con il passare del tempo ma, in genere, si manifestano con la pubertà. Tra i più comuni segni e sintomi vi sono:

    • mestruazioni irregolari, anche con amenorrea;
    • infertilità;
    • irsutismo, cioè una crescita anomala di peli che può coinvolgere anche il volto;
    • acne che perdura anche dopo la pubertà (e che può essere difficile da trattare) e/o pelle grassa o unta;
    • capelli sottili e/o calvizie;
    • obesità o aumento di peso, soprattutto addominale.

    È importante ribadire che non tutti questi segni e sintomi sono presenti in ogni persona con sindrome dell’ovaio policistico; anzi, in molti casi la condizione può essere sostanzialmente asintomatica, tanto da essere diagnosticata solo durante esami e controlli per problemi di infertilità.

    Infine, è importante osservare che la sindrome dell’ovaio policistico è di frequente associata ad altre condizioni patologiche. Oltre alla già citata obesità, che può rappresentarne sia un sintomo sia una causa, infatti, questa sindrome può essere accompagnata da diabete di tipo 2, problemi cardiovascolari, sindrome metabolica, ipertensione, apnee notturne e tumore all’utero. Ancora, la sindrome dell’ovaio policistico comporta anche alcuni rischi durante la gravidanza, quali eclampsia e preeclampsia, diabete gestazionale e parto pretermine. A queste patologie fisiche possono accompagnarsi anche disturbi mentali quali depressione e disturbi d’ansia, nonché problemi di autostima, tanto più che la sindrome dell’ovaio policistico può portare a stigma sociale. In linea generale, tutte queste condizioni possono influenzare in modo negativo vari aspetti della vita personale e relazionale.

    Come si arriva alla diagnosi di sindrome dell’ovaio policistico?

    La sindrome dell’ovaio policistico è diagnosticata essenzialmente sulla base dell’anamnesi e sulla raccolta dei segni e sintomi. Il/la medico/a si informa infatti sulla storia medica familiare, per verificare se vi siano stati altri casi di questa condizione, e sui sintomi riferiti; conduce quindi una visita per raccogliere ulteriori informazioni, misurando la pressione, esaminando l’eventuale irsutismo, eccetera. Può anche raccomandare esami del sangue per verificare i livelli di glucosio e di colesterolo e valutare la presenza di patologie o condizioni associate alla sindrome dell’ovaio policistico; gli esami del sangue possono anche servire per valutare i livelli ormonali ed evidenziarne eventuali anomalie, sebbene non sempre siano presenti. Come esami strumentali, può far eseguire un’ecografia pelvica per esaminare l’apparato riproduttivo: la sindrome dell’ovaio policistico deve il suo nome alla frequente presenza di cisti nelle ovaie delle persone con questa condizione, che possono essere rilevate proprio con l’ecografia. Tuttavia, è importante osservare che le cisti possono anche non essere presenti.

    Secondo le linee guida internazionali, la sindrome dell’ovaio policistico può essere diagnosticata quando si presentano almeno due di queste tre condizioni:

    • iperandrogenismo, cioè l’eccessiva presenza di ormoni androgeni (rilevati con esami del sangue o da segni clinici come l’irsutismo);
    • disfunzioni ovariche, rappresentate per esempio dalle irregolarità mestruali;
    • presenza di cisti ovariche o livelli alti dell’ormone Anti-Mülleriano (Anti-Müllerian Hormone, AMH), che può indicare una disfunzione ovarica.

     

    Come si previene la sindrome dell’ovaio policistico?

    Purtroppo, non essendo note le cause precise della sindrome dell’ovaio policistico, non vi sono nemmeno strategie per prevenirne l’insorgenza. Tuttavia, un corretto trattamento può aiutare a ridurre i sintomi e migliorare la qualità della vita delle persone con questa sindrome.

    Qual è il trattamento della sindrome dell’ovaio policistico?

    Non c’è una cura definitiva per la sindrome dell’ovaio policistico; tuttavia, un corretto trattamento può aiutare e ridurre e gestire i sintomi e aiutare le donne con infertilità a portare avanti una gravidanza. Il trattamento include modifiche dello stile di vita e terapie farmacologiche (la scelta del farmaco o dei farmaci più idonei dipende dalle caratteristiche e necessità della paziente).

    Per quanto riguarda lo stile di vita, nel caso della sindrome dell’ovaio policistico è importante mantenere il peso nella norma attraverso una dieta equilibrata e un regolare esercizio fisico: sovrappeso e obesità, nonché la condizione di insulino-resistenza, hanno infatti un ruolo importante nell’influenzare i sintomi della patologia. Una perdita di peso anche modesta, in effetti, ha dimostrato di poter migliorare per esempio la fertilità.

    Per quanto riguarda i trattamenti farmacologici, questi possono includere:

    • contraccettivi ormonali;
    • farmaci insulino-sensibilizzanti (che aiutano a migliorare la risposta delle cellule all’insulina);
    • farmaci antiandrogeni (per la gestione dell’iperandrogenismo).

    Inoltre, per le donne che desiderano una gravidanza, possono essere raccomandate alcune strategie per favorirla, contrastando i problemi di infertilità. Tra queste vi sono per esempio l’uso di farmaci in grado di indurre l’ovulazione e la fecondazione in vitro. È importante ricordare che, sebbene la sindrome dell’ovaio policistico sia una frequente causa di infertilità e che la gravidanza presenti rischi aggiuntivi, molte donne con questa sindrome riescono a portarla a termine con successo.

    Non esiste una cura per la sindrome dell’ovaio policistico, ma diversi trattamenti aiutano a mitigarne i sintomi e, per chi desidera una gravidanza, contrastare l’infertilità.

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