Sclerosi laterale amiotrofica (SLA)

La SLA è una malattia rara che determina una progressiva perdita del controllo muscolare e che richiede un trattamento multidisciplinare: scopri di più su sintomi e possibili cause nell’approfondimento
Korian Redazione

Korian Redazione

Redazione scientifica
Articolo revisionato dalla nostra redazione scientifica
30 Aprile 2025

    La sclerosi laterale amiotrofica, in sigla SLA, è una patologia neurodegenerativa che causa il progressivo deterioramento dei motoneuroni, ossia le cellule nervose responsabili dei movimenti. Più precisamente, i motoneuroni consentono i movimenti volontari e parte di quelli involontari; sono distinti in due tipologie:

    • il primo motoneurone o motoneurone superiore, che è localizzato nella corteccia cerebrale e trasmette il segnale nervoso dal cervello al tronco encefalico e al midollo spinale;
    • il secondo motoneurone o motoneurone inferiore, che trasmette il segnale nervoso dal tronco encefalico e dal midollo spinale fino ai muscoli.

    Nella SLA, i motoneuroni sia superiori sia inferiori vanno incontro a degenerazione, con una progressiva perdita della capacità di controllo dei muscoli, mentre le funzioni cognitive, sensoriali, sessuali e sfinteriche (ossia quelle, per esempio, relative al controllo di vescica e intestino) rimangono nella stragrande maggioranza dei casi conservate. Purtroppo non c’è una cura: i trattamenti disponibili, pur non potendo né arrestare né invertire la progressione della malattia, possono aiutare a mitigare i sintomi e rallentare la degenerazione neuronale.


    La SLA fa parte di un gruppo di malattie dei motoneuroni che comprende anche, per esempio, la sclerosi laterale primaria e l’atrofia muscolare progressiva. Si tratta di patologie rare: la SLA rappresenta la più comune fra queste, con un’incidenza di circa 2-3 nuovi casi ogni 100.000 persone ogni anno. Si stima che le persone malate in Italia siano circa 6.000. 

    La malattia può colpire entrambi i sessi, sebbene sia leggermente più comune tra gli uomini; di solito si presenta intorno ai 60-65 anni di età, ma in rari casi ha un esordio più precoce.

    Il nome della malattia deriva dal greco e fa riferimento alle caratteristiche patologiche: “amiotrofica” indica la mancanza di nutrimento muscolare (più propriamente si tratta della mancanza dell’impulso nervoso necessario per il mantenimento del trofismo muscolare); “laterale” indica la posizione delle aree colpite nel midollo spinale, cioè le colonne laterali, dove si trovano i fasci di fibre nervose che controllano i muscoli. “Sclerosi”, infine, significa indurimento ed è riferito alla degenerazione e alla cicatrizzazione (sclerosi) del tessuto nervoso. In passato, comunque, la patologia era nota anche come malattia di Lou Gehrig: il nome era quello di un giocatore di baseball molto famoso negli anni Trenta cui era stata posta diagnosi di SLA.

    sla

    Quali sono le cause della SLA?

    La causa esatta della SLA non è nota, ma si ritiene che la malattia dipenda da fattori sia ambientali sia genetici. Nel 10% circa dei casi è di tipo familiare, legata a mutazioni in specifici geni che possono essere ereditati da uno o entrambi i genitori e che causano la malattia. Tuttavia, nella maggior parte dei casi la SLA si presenta in modo sporadico: non è possibile riconoscere una chiara causa genetica, ma sono stati individuate le varianti di molti geni che, insieme, possono contribuire allo sviluppo della patologia.

    I fattori ambientali che possono contribuire ad aumentare la probabilità di sviluppare la SLA sono globalmente meno noti, anche a causa della rarità della malattia (che rende difficile raccogliere dati sufficienti a stabilire correlazioni chiare). Tuttavia, la ricerca ha identificato alcuni possibili fattori di rischio, tutt’oggi indagati:

    • esposizione a tossine (alcune ricerche si concentrano anche sul possibile ruolo della combinazione di diverse tossine);
    • aver subito traumi e lesioni al cervello o al midollo spinale;
    • occupazione professionale (che può rendere più probabile i traumi o l’esposizione a tossine);
    • fumo di tabacco (i dati al riguardo non sono del tutto concordi, ma portano a ritenere il fumo un possibile fattore di rischio). 

    Un aspetto che vale al pena evidenziare è la maggior incidenza di SLA nei veterani, un’osservazione nata principalmente dalla maggior frequenza della malattia tra i militari di ritorno dalla Guerra del Golfo (ma osservata anche per altri conflitti e, secondo uno studio, anche tra i militari che hanno prestato servizio nell’attacco alle Torri Gemelle del 2001). Questo elemento sembra rientrare nei fattori di rischio occupazionali della SLA: l’attività militare potrebbe cioè aumentare la probabilità di traumi e/o l’esposizione a tossine ambientali.

    Tra i fattori di rischio non modificabili per la SLA, infine, sono riconosciuti:

    • età (la SLA si presenta più di frequente dopo i 60 anni);
    • sesso biologico (gli uomini hanno un rischio leggermente più alto delle donne);
    • etnia (le persone bianche e non ispaniche sembrano avere una probabilità maggiore di sviluppare la SLA).

    Anche a fronte di questi fattori di rischio, comunque, è importante precisare che la SLA può presentarsi a diverse età, infanzia compresa, e in persone di ogni sesso ed etnia.

     

    Si ritiene che la SLA sia causata da fattori sia genetici sia ambientali; solo in una minoranza dei casi è possibile riconoscere una specifica causa genetica.

    Quali sono i sintomi della SLA?

    La SLA è una patologia progressiva: i sintomi iniziali tendono a peggiorare con il tempo, facendosi più gravi e invalidanti. Tuttavia, tale progressione è di solito lenta e un corretto trattamento può limitarne la rapidità di avanzamento. In linea di massima, tra i primi sintomi della SLA si possono osservare debolezza e rigidità muscolare; a seconda della forma d’esordio della patologia, questi sintomi possono presentarsi:

    • in gambe e braccia, quando l’esordio coinvolge gli arti (limb onset o esordio spinale);
    • nella parola (con disartria, cioè problemi motori del linguaggio) e nella deglutizione, quando l’esordio coinvolge le funzioni motorie legate alla parola, alla deglutizione e alla masticazione (bulbar onset o esordio bulbare).

    È importante notare che queste due forme d’esordio possono sovrapporsi. Indipendentemente dall’esordio, la SLA progredisce coinvolgendo altre aree del corpo. La capacità di movimento è progressivamente compromessa e può arrivare alla completa immobilità; anche le capacità di parlare, masticare e deglutire vanno deteriorandosi. I sintomi più gravi della SLA si manifestano con le difficoltà respiratorie, che possono portare alla paralisi respiratoria: l’unico modo per mantenere la respirazione diventa la ventilazione meccanica. L’insufficienza respiratoria è la principale causa di morte dovuta alla SLA; la malattia determina comunque una progressiva disabilità, per cui chi ne soffre ha bisogno di un supporto per ogni attività.

    La SLA interessa il solo sistema motorio, per cui anche nelle fasi più avanzate le altre funzioni neurologiche rimangono intatte. In rari casi, possono essere coinvolti i muscoli oculari (che controllano i movimenti degli occhi) e quelli sfinterici di intestino e vescica. Poiché di norma le abilità cognitive sono perfettamente conservate, le persone con SLA sono coscienti di ciò che avviene, compreso dunque l’avanzare della malattia. Come si può immaginare, quindi, questa patologia è spesso causa di depressione.

     

    Nelle persone con la SLA restano di norma inalterate le capacità cognitive, mentre si deteriorano quelle motorie.

    Come si arriva alla diagnosi di SLA?

    La diagnosi di sclerosi laterale amiotrofica richiede la figura del/la neurologo/a: è importante sia quanto più tempestiva possibile per massimizzare l’efficacia dei trattamenti. Tuttavia, bisogna anche evidenziare che può inevitabilmente richiedere del tempo, perché non c’è un esame specifico che consenta di riconoscere la patologia in modo immediato e univoco. In alcuni casi, può essere importante chiedere un ulteriore parere a un/a neurologa/a specializzato sulla SLA per confermare una diagnosi incerta.


    La diagnosi di SLA richiede innanzitutto la raccolta dell’anamnesi, compresi i sintomi riferiti dal paziente, e la visita fisica e neurologica (quest’ultima per valutare la funzionalità del sistema nervoso). Sono quindi raccomandati molteplici esami volti a escludere altre possibili cause dei sintomi e che possono dover essere ripetuti nel tempo, soprattutto:

    Ulteriori esami possono essere richiesti dopo la diagnosi per valutare l’evoluzione della SLA e in particolare il suo effetto sulla funzionalità respiratoria, e controllare l’andamento delle terapie.

    Come si previene la SLA?

    Le cause esatte della SLA non sono note e purtroppo, a oggi, non c’è un modo per prevenire la patologia.

     

    Qual è il trattamento della SLA?

    La ricerca scientifica è molto attiva tanto nell’indagare le possibili cause della SLA quanto nel tentativo di trovare una cura per questa patologia. A oggi, però, non esiste una cura risolutiva, né i trattamenti attualmente disponibili possono riparare il danno neuronale o arrestare la progressione della malattia. Possono, però, rallentarla e mitigare i sintomi, migliorando complessivamente la qualità della vita del paziente. In generale, la miglior gestione della SLA ha permesso negli anni di aumentare l’aspettativa di vita delle persone che ne soffrono: quest’ultima, però, è in media di 3-5 anni dalla diagnosi. 

    Sono tre i farmaci approvati per il trattamento della SLA: il riluzolo e l’edavarone, che possono aiutare a rallentare il danno ai motoneuroni, e il tofersen, che rallenta la progressione della malattia nelle persone che presentano uno specifico gene mutato. È importante evidenziare che l’efficacia di questi farmaci non è uguale per tutti i pazienti; inoltre, l’edavarone è stato escluso dai farmaci erogabili a totale carico del Servizio sanitario nazionale perché gli studi hanno evidenziato come i rischi della sua somministrazione fossero sproporzionati rispetto ai possibili benefici.

    Altri farmaci possono essere raccomandati per mitigare sintomi specifici, come i crampi muscolari, l’alterata salivazione, gli eventuali disturbi digestivi come la costipazione o mentali come la depressione. Inoltre, possono essere previsti ausili tecnologici specifici per la nutrizione e per la respirazione, mentre fisioterapia, logopedia e terapia occupazionale possono aiutare a mitigare le difficoltà legate al movimento e alla comunicazione.

    In linea generale, comunque, la gestione della SLA è inevitabilmente complessa e richiede un approccio multidisciplinare che coinvolga diverse figure professionali specialistiche. È comunque importante che non solo il paziente, ma anche le persone che lo supportano nella gestione quotidiana (amici o familiari) possano avere un adeguato supporto, anche in forma di counselling, per affrontare le difficoltà, fisiche ed emotive, che la malattia comporta.

    Korian Redazione

    Korian Redazione

    Redazione scientifica

    L’attività redazionale di Korian si basa su un approccio rigoroso e responsabile alla divulgazione scientifica, con l’obiettivo di offrire contenuti che siano clinicamente accurati e accessibili. Grazie al supporto di un pool di esperti, tra cui medici, biologi e professionisti del settore, specializzati in comunicazione medica, sviluppiamo testi che riflettono l’attualità delle conoscenze scientifiche…Leggi di più