Rizoartrosi

Cos’è la rizoartrosi? Questa forma di artrosi del pollice è comune con l’avanzare dell’età: scopri le possibili cause, i sintomi e come si cura
Korian Redazione

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Redazione scientifica
Articolo revisionato dalla nostra redazione scientifica
6 Agosto 2025

    La rizoartrosi è una forma di artrosi, cioè una degenerazione della cartilagine di un’articolazione, che interessa in modo specifico l’articolazione trapezio-metacarpale, ossia quella tra il primo osso metacarpale (una delle ossa che costituiscono la parte centrale della mano) e l’osso trapezio del polso, cioè la base del pollice.

    Rappresenta una delle forme più comuni di artrosi della mano e si può associare ad altri disturbi in questa area, come per esempio la sindrome del tunnel carpale

    La rizoartrosi, come ogni altra forma di artrosi, non deve essere confusa con l’artrite. Sebbene entrambe le condizioni interessino le articolazioni, infatti, l’artrite è una malattia infiammatoria (infatti il suffisso -ite in medicina indica in genere un’infiammazione) che può avere molte cause diverse, dalle patologie autoimmuni a quelle infettive. L’artrosi, invece, è una condizione degenerativa che si sviluppa nel tempo a causa dell’usura della cartilagine dell’articolazione; per questa ragione, è più comune con l’avanzare dell’età.

    La rizoartrosi può interessare una sola mano o entrambe (rizoartrosi bilaterale).

    rizoartrosi

    Quali sono le cause della rizoartrosi?

    Come le altre forme di artrosi, anche nella rizoartrosi il meccanismo patologico coinvolge un’usura progressiva della cartilagine articolare. Quest’ultima è un tessuto liscio, elastico e resistente che riveste le estremità delle ossa all’interno delle articolazioni e permette di ridurre l’attrito tra le superfici ossee durante i movimenti e di assorbire gli urti, proteggendo così le articolazioni dallo stress meccanico. Più specificatamente, nell’articolazione trapezio-metacarpale, situata alla base del pollice, la cartilagine ricopre l’osso trapezio e il primo metacarpo. Questa articolazione consente i movimenti complessi e fondamentali del pollice, come l’opposizione (cioè toccare le altre dita), la presa e la rotazione. Con la degenerazione dovuta alla rizoartrosi, le ossa possono arrivare a sfregare tra di loro, causando frizione e ulteriore danno all’articolazione.

    La rizoartrosi può interessare ogni persona, ma è più comune nelle donne rispetto agli uomini. Inoltre, è molto più frequente con l’avanzare dell’età, soprattutto dopo i quarant’anni. Altri fattori di rischio per questa condizione sono rappresentati da:

    • genetica, perché l’artrosi tende e presentarsi più di frequente in persone i cui familiari ne soffrono;
    • precedenti lesioni all’articolazione, compresa per esempio la frattura del pollice;
    • presenza di altre patologie che possono alterare funzionalità e struttura delle cartilagini articolari, come per esempio l’artrite reumatoide.

    Quali sono i sintomi della rizoartrosi?

    Il sintomo principale della rizoartrosi è il dolore localizzato alla base del pollice, che tende a peggiorare quando si compiono movimenti ripetitivi o si esercita pressione (per esempio aprendo un barattolo, ruotando una chiave o sollevando oggetti). Il dolore si manifesta di solito in modo graduale, facendosi più intenso con il passare del tempo, e può essere accompagnato da:

    • rigidità dell’articolazione;
    • gonfiore dell’articolazione; 
    • perdita di forza e mobilità del pollice.


    Nel tempo si può inoltre formare una sporgenza visibile alla base del pollice, dovuta alla combinazione di deformazioni ossee e alterazioni articolari causate dalla malattia. Infatti con la progressiva usura della cartilagine nell’articolazione trapezio-metacarpale, le superfici ossee iniziano a sfregare tra loro, provocando infiammazione e stimolando la formazione di osteofiti, cioè piccoli speroni ossei che si sviluppano ai margini dell’articolazione. Queste escrescenze ossee, insieme al rigonfiamento dei tessuti molli per l’infiammazione cronica, contribuiscono alla comparsa della protuberanza.

    Se non trattata, la rizoartrosi può portare a importanti difficoltà a compiere i movimenti fini (per esempio scrivere o afferrare piccoli oggetti), fino a compromettere in modo significativo la qualità della vita quotidiana.

    Il dolore localizzato alla base del pollice è il sintomo principale di rizoartrosi.

    Come si arriva alla diagnosi di rizoartrosi?

    La diagnosi di rizoartrosi si basa innanzitutto sull’anamnesi, con la raccolta dei sintomi e di eventuali fattori di rischio, e sulla visita clinica: il/la medico/a osserva la mano, valutando la presenza di segni come il gonfiore, e conduce anche alcuni test per valutare lo stato dell’articolazione. Uno dei test più usati in caso di sospetta rizoartrosi è il test di compressione rotazionale dell’articolazione trapezio-metacarpale: il/la medico/a afferra il primo metacarpo (l’osso del pollice) e lo comprime contro l’osso trapezio, ruotandolo contemporaneamente in senso circolare. Questo movimento simula il carico e la frizione che normalmente avvengono nell’articolazione e, se si presentano dolore o si avverte una crepitazione (scricchiolio) o sensazione di attrito, il test è considerato positivo e suggerisce la presenza di danno cartilagineo. 

    Se necessario, può essere raccomandata anche una radiografia per meglio valutare il danno all’articolazione dovuto alla rizoartrosi. Inoltre, possono essere raccomandati altri esami per una valutazione della sindrome del tunnel carpale, che spesso si accompagna alla rizoartrosi.

    Come si previene la rizoartrosi?

    La rizoartrosi non è interamente prevenibile: tutelare la mano dalle lesioni può comunque aiutare a ridurre il rischio che si presenti, così come evitare movimenti ripetitivi e forzati che mettano sotto stress l’articolazione.

     

    Qual è il trattamento della rizoartrosi?

    Il trattamento della rizoartrosi può basarsi su un approccio conservativo oppure sull’intervento chirurgico a seconda della gravità della condizione e dei sintomi che causa. 

    • Approccio conservativo per il trattamento della rizoartrosi. È di solito usato nelle fasi più precoci dell’artrosi e si basa su tre misure principali:
      • applicazione di ghiaccio, più volte al giorno e per almeno cinque minuti, sull’articolazione, così da ridurre i sintomi dolorosi e il gonfiore;
      • uso di antinfiammatori non steroidei, sempre allo scopo di mitigare i sintomi dolorosi;
      • utilizzo di un tutore che protegge e mantiene in posizione e a riposo l’articolazione trapezio-metacarpale (per esempio durante la notte).

    È importante precisare che la rizoartrosi è una condizione progressiva: queste prime strategie non rappresentano una cura, ma possono aiutare a mitigare i sintomi consentendo di continuare a svolgere le proprie attività e migliorare la qualità della vita. A esse, sempre in ottica conservativa, possono doversi aggiungere infiltrazioni di corticosteroidi, cioè un antinfiammatorio che viene iniettato direttamente nell’articolazione.

    • Intervento chirurgico per la rizoartrosi. Quando l’approccio conservativo non è più sufficiente a gestire la rizoartrosi, può diventare necessario intervenire chirurgicamente. Sono disponibili diverse procedure chirurgiche che possono essere usate per questa forma di artrosi; la più idonea è decisa in base a fattori come l’età del paziente, la gravità della condizione, il livello di attività praticato.

    I principali approcci chirurgici per il trattamento della rizoartrosi

    • Trapeziectomia. Consiste nella rimozione dell’osso trapezio (che forma l’articolazione con il primo metacarpo). Dopo l’asportazione, si può lasciare lo spazio vuoto oppure riempirlo con un tessuto proveniente dal paziente stesso, per esempio da un tendine, per mantenere la funzionalità e ridurre il dolore.
    • Artroplastica. È una procedura in cui parte dell’articolazione è rimossa e sostituita con un impianto artificiale o con tendini del paziente stesso, e che può essere usata anche dopo la trapeziectomia.
    • Artrodesi trapezio-metacarpale. Prevede la fusione dell’articolazione tra trapezio e primo metacarpo. Consente di eliminare il dolore dovuto all’artrosi ma, inevitabilmente, parte della mobilità risulta compromessa.

    Indipendentemente dalla procedura scelta, dopo l’intervento chirurgico è necessario un periodo di riabilitazione, durante il quale è raccomandato anche un percorso di fisioterapia per ripristinare mobilità e forza nella mano interessata. La guarigione completa può richiedere tempi piuttosto lunghi, anche di alcuni mesi, ma di solito la funzionalità della mano (e con essa la possibilità di riprendere le proprie normali attività) può essere pienamente recuperata.

    Il primo approccio al trattamento della rizoartrosi è di tipo conservativo, ma quando non è più sufficiente a mitigare i sintomi può essere necessario l’intervento chirurgico.

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