Rinite allergica
La rinite allergica è una condizione comune di infiammazione delle mucose nasali, dovuta all’esposizione a sostanze dette allergeni che attivano in modo anomalo il sistema immunitario dell’organismo. Si manifesta con sintomi simili al raffreddore (starnuti, produzione di muco, tosse eccetera) e può essere stagionale, cioè presente solo alcuni mesi dell’anno, oppure permanente.
È importante evidenziare da subito che non tutte le forme di rinite sono allergiche. Infatti, il termine rinite si riferisce propriamente all’infiammazione della mucosa del naso (in genere, in medicina il suffisso -ite indica una condizione infiammatoria), che può avere diverse cause. Tra le forme di rinite non allergica vi sono infatti, per esempio, il raffreddore (che è una forma di rinite acuta), oppure forme la cui causa non è del tutto chiara quali la rinite atrofica e quella vasomotoria, che comunque non sono collegate all’allergia.
Come accennato, la rinite allergica rappresenta un disturbo comune, ed è anche in crescita a livello globale. Può interessare persone di ogni età, ma la prevalenza aumenta tra gli adulti.
Quali sono le cause della rinite allergica?
La rinite allergica è, appunto, una forma di allergia. In breve, quest’ultima è una reazione eccessiva del sistema immunitario a sostanze normalmente innocue, chiamate allergeni. La risposta immunitaria inizia con l’esposizione iniziale all’allergene, durante la quale il sistema immunitario produce anticorpi specifici, le immunoglobuline E (IgE), che si legano a cellule coinvolte nella risposta infiammatoria. Alla successiva esposizione allo stesso allergene, gli anticorpi IgE innescano il rilascio di mediatori chimici, tra cui l’istamina, che causano i sintomi tipici della reazione allergica. L’istamina provoca dilatazione dei vasi sanguigni, aumento della permeabilità capillare e stimolazione delle terminazioni nervose, determinando sintomi come prurito, gonfiore, arrossamento e secrezione di muco. La gravità della reazione può variare da manifestazioni non pericolose, come avviene di norma nella rinite allergica, a condizioni più gravi come l’anafilassi, che rappresenta un’emergenza medica.
Nel tempo, l’esposizione ripetuta agli allergeni può intensificare la risposta immunitaria, rendendo i sintomi più gravi o cronici.
La rinite allergica è tutt’oggi spesso chiamata “febbre da fieno”. Tuttavia, gli allergeni che possono causarla non sono rappresentati solo dal fieno bensì da molte altre sostanze. Tra queste, sono comunemente responsabili della rinite allergica:
- i pollini di varie specie vegetali;
- le spore di alcuni funghi (muffe);
- gli acari della polvere, aracnidi invisibili a occhio nudo (l’allergia è dovuta più precisamente ai loro escrementi);
- proteine presenti per esempio nelle desquamazioni della pelle o nelle secrezioni (come la saliva) di alcuni animali, quali cani e gatti.
La rinite allergica permanente si presenta quando gli allergeni sono presenti nell’ambiente in modo costante, mentre quella stagionale è di solito dovuta all’allergia ai pollini, che aumentano in alcuni periodi dell’anno. Per esempio, in estate aumentano i pollini di alcune piante graminacee, in autunno quelli di specie come l’ambrosia (una specie infestante e fortemente allergenica), in primavera quelli di diverse specie vegetali, soprattutto arboree.
I fattori di rischio e di protezione della rinite allergica sono tutt’oggi molto studiati, ma non sempre i risultati delle ricerche sono conclusivi. In linea generale, comunque, sembra esservi una componente genetica che aumenta la probabilità di sviluppare il disturbo; un altro fattore di rischio è l’esposizione al fumo di sigaretta nella primissima infanzia. Inoltre varie ricerche stanno indagando il possibile ruolo di altri fattori, come l’inquinamento.

Quali sono i sintomi della rinite allergica?
I sintomi della rinite allergica comprendono di solito congestione nasale, starnuti, produzione di muco e naso che cola, prurito al naso, tosse.
I sintomi non riguardano necessariamente ed esclusivamente il naso ma possono interessare anche gola e occhi: entrambi possono prudere, e gli occhi possono apparire arrossati e lacrimanti.
I sintomi della rinite allergica possono essere più o meno gravi da una persona all’altra e associarsi ad affaticamento, irritabilità e disturbi del sonno, arrivando a interferire con le attività e gli impegni quotidiani.
L’infiammazione della rinite può anche portare nel tempo allo sviluppo di polipi nasali (rigonfiamenti anomali della mucosa), sinusite e otite nell’orecchio medio.
Come si arriva alla diagnosi di rinite allergica?
La diagnosi di rinite allergica è essenzialmente clinica: durante la visita allergologica, il/la medico/a raccoglie i sintomi riferiti dal paziente e il loro decorso, nonché eventuali fattori di rischio (per esempio la presenza di parenti con lo stesso disturbo). Per identificare la causa precisa dell’allergia che scatena la rinite possono essere raccomandati test allergologici, sul sangue o cutanei.
I principali test allergologici
- Esami del sangue. L’esame del sangue può essere raccomandato per verificare i livelli di IgE, gli anticorpi prodotti in risposta alla presenza dell’allergene. Può verificare sia un generale aumento delle IgE, sia la presenza di IgE specifiche, prodotte a seguito dell’esposizione con specifici allergeni (peli, pollini, eccetera).
- Prick test. È un test cutaneo nel quale una certa quantità di vari allergeni specifici viene applicata sulla pelle (o, in alcuni casi, sottocute) e si osserva la reazione dopo un certo periodo di tempo. In base all’area che reagisce (arrossandosi, iniziando a prudere o gonfiandosi) è possibile capire quale allergene abbia causato la reazione.

Come si previene la rinite allergica?
Vari studi stanno indagando se sia possibile prevenire lo sviluppo della rinite allergica. Diverse ricerche, per esempio, indicano un possibile ruolo protettivo di quello denominato farm effect: bambini e bambine cresciuti in ambienti rurali sembrano avere una ridotta incidenza di malattie allergiche, compresa la rinite (ma anche asma allergica o eczemi). Il meccanismo alla base del farm effect sarebbe legato all’ipotesi igienica, secondo cui l’esposizione a una maggiore diversità microbica nei primi anni di vita contribuisce a modulare il sistema immunitario, riducendo la predisposizione alle risposte allergiche. In questo senso si posizionano anche alcuni studi che suggeriscono come l’esposizione ad animali domestici nella prima infanzia possa limitare il rischio di sviluppare allergie.
Per le persone che hanno già la rinite allergica, comunque, è importante prestare attenzione alla prevenzione degli attacchi, che si basa essenzialmente sul limitare l’esposizione all’allergene (per esempio chiudendo porte e finestre durante i mesi in cui aumentano i livelli di polline a cui si è allergici, oppure limitando il contatto con gli animali ed evitando di farli salire sul letto o sul divano, utilizzando aspirapolveri con filtri ad alta efficienza ed eventualmente depuratori d’aria).
Molti studi stanno indagando le possibili strategie di prevenzione per la rinite allergica (e altre allergie)
Qual è il trattamento della rinite allergica?
Il trattamento della rinite allergica mira di solito alla mitigazione dei sintomi; nei casi più gravi può avere come obiettivo la desensibilizzazione dell’organismo all’allergene che scatena la risposta immunitaria.
Per mitigare i sintomi della rinite allergica è innanzitutto importante prestare attenzione alle misure di prevenzione degli attacchi: a seconda dell’allergene responsabile vi possono essere diverse misure più efficaci. Dal punto di vista farmacologico, può essere raccomandato l’uso di antistaminici, che agiscono bloccando i recettori cellulari dell’istamina (una molecola rilasciata dal sistema immunitario durante una reazione allergica), riducendo l’infiammazione e attenuando i sintomi allergici. Un altro tipo di farmaci che può essere raccomandato è rappresentato dai corticosteroidi, in forma di spray nasale, che agiscono come potenti antinfiammatori. Ancora, possono essere suggeriti decongestionanti nasali, oppure farmaci antagonisti del recettore dei leucotrieni, che agiscono inibendo l’azione di particolari sostanze chimiche prodotte durante la reazione allergica.
Per alcune allergie, soprattutto se gravi, è infine possibile l’immunoterapia, anche detta desensibilizzazione: si tratta di una pratica che permette di indurre una certa tolleranza all’allergene e che ne prevede l’introduzione graduale, a partire da piccole quantità, nell’organismo. È importante evidenziare, però, che l’immunoterapia richiede tempi molto lunghi per essere efficace: da quando si raggiunge la dose di mantenimento, cioè quella efficace nel ridurre la risposta immunitaria, l’immunoterapia deve essere proseguita per alcuni anni.
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Korian Redazione
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