Reflusso gastroesofageo

Il reflusso gastroesofageo è un problema clinico comune: approfondisci quali sono le sue cause, i sintomi, come può essere prevenuto e trattato
Korian Redazione

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Redazione scientifica
Articolo revisionato dalla nostra redazione scientifica
5 Febbraio 2025

    Il reflusso gastroesofageo (o malattia da reflusso gastroesofageo) è un disturbo caratterizzato dalla risalita del contenuto dello stomaco attraverso l’esofago, con conseguenti disturbi e alterazioni delle strutture con cui viene in contatto.

    L’esofago è un organo del sistema digerente che funge da “tubo” di trasporto del cibo e dei liquidi dalla bocca allo stomaco. Gli sfinteri esofagei sono due strutture muscolari che delimitano l’esofago e che controllano il passaggio degli alimenti.

    • Sfintere esofageo superiore: si trova all’inizio dell’esofago, tra la faringe e quest’ultimo. È un muscolo che si apre quando si deglutisce, permettendo il passaggio degli alimenti dalla bocca all’esofago. Una volta che il cibo o i liquidi sono passati, lo sfintere si richiude, impedendo una risalita di quanto già in esofago.
    • Sfintere esofageo inferiore: è situato alla fine dell’esofago, tra quest’ultimo e lo stomaco. È un muscolo che si apre durante la deglutizione e si richiude per trattenere il contenuto gastrico: una delle sue funzioni principali è impedire il reflusso di acidi e contenuti gastrici dallo stomaco all’esofago, prevenendo così il reflusso gastroesofageo, che può causare bruciore e danni all’esofago.

    Tipi di reflusso gastroesofageo

    Ci sono diverse tipologie di reflusso gastroesofageo:

    • non erosivo: caratterizzato dalla presenza di sintomi di reflusso acido, ma senza evidenza di danni alla mucosa esofagea;
    • erosivo: quando l’esofago presenta danni alla sua mucosa a seguito del contatto ripetuto con il contenuto acido dello stomaco; può variare da un’infiammazione moderata a lesioni più gravi;
    • extraesofageo o atipico: quando il contenuto acido dello stomaco raggiunge aree al di fuori dell’esofago, come laringe, faringe, vie respiratorie superiori o orecchie;
    • notturno: quando si verifica prevalentemente durante il sonno, con il paziente in posizione supina;
    • con stenosi esofagea: quando l’infiammazione cronica causata dal reflusso gastroesofageo porta al restringimento dell’esofago, impedendo il corretto passaggio del cibo;
    • silente: quando mancano sintomi chiari, ma  il reflusso può comunque causare danni alla mucosa esofagea.

    Il reflusso gastroesofageo è una condizione che interessa circa il 10-20% della popolazione europea ed è meno comune nelle popolazioni asiatiche. Colpisce uomini e donne in modo simile e si manifesta generalmente in età adulta, tra i 30 e i 50 anni, ma possono esserne affetti anche neonati e bambini molto piccoli.

    Reflusso Gastroesofageo

    Quali sono le cause del reflusso gastroesofageo?

    Il reflusso gastroesofageo è causato principalmente da alterazioni funzionali e anatomiche che compromettono la capacità di mantenere il contenuto gastrico nello stomaco.

    Tra le cause principali vi è il rilassamento anomalo dello sfintere esofageo inferiore: quando si indebolisce o si rilassa in modo anomalo, l’acido dello stomaco può rifluire nell’esofago, causando reflusso gastroesofageo.  Inoltre, una ridotta motilità esofagea, che rallenta o impedisce la corretta espulsione dei liquidi risaliti, può prolungare l’esposizione dell’esofago al contenuto acido, favorendo danni alla mucosa. Ci sono diversi fattori di rischio che possono influenzare negativamente la funzionalità dello sfintere esofageo inferiore e contribuire all’insorgenza del reflusso.

    Principali fattori di rischio per il reflusso gastroesofageo

    • Età. Con l’invecchiamento, i muscoli e i tessuti che sostengono la struttura gastroesofagea possono perdere elasticità e tono.
    • Ernia iatale. Si verifica quando la parte superiore dello stomaco si spinge attraverso l’apertura del diaframma, comprimendo stomaco ed esofago e favorendo l’intrappolamento del contenuto acido.
    • Gravidanza. È causa comune di reflusso acido temporaneo. L’aumento della pressione addominale e del volume interno può comprimere e stirare i muscoli del diaframma, indebolendo il sostegno dello sfintere esofageo inferiore.
    • Obesità. Aumenta la pressione e il volume nell’addome, influenzando lo sfintere esofageo inferiore in modo simile alla gravidanza. Essendo una condizione maggiormente duratura, l’obesità può indebolire i muscoli in modo più permanente.
    • Difetti congeniti. L’atresia esofagea e l’ernia iatale possono compromettere lo sfintere esofageo.
    • Malattie del tessuto connettivo. Patologie come la sclerodermia possono colpire i muscoli dell’esofago e comprometterli.
    • Condizioni mediche sottostanti. Malattie croniche come il diabete, che può causare gastroparesi (rallentamento dello svuotamento gastrico), possono peggiorare i sintomi del reflusso acido.
    • Interventi chirurgici pregressi. Chirurgie nell’area toracica o addominale superiore possono danneggiare l’esofago.
    • Fumo e alcol. Il fumo di tabacco rilassa lo sfintere esofageo e stimola la tosse, che può diventare cronica e indebolire i muscoli del diaframma, favorendo lo sviluppo di ernia iatale. Inoltre, rallenta la digestione e stimola lo stomaco a produrre più acido. L’alcol produce ipersecrezione gastrica, rallenta la digestione e riduce lo svuotamento gastrico. Inoltre, irrita la mucosa esofagea, aumentando la sensazione di fastidio.
    • Farmaci. Alcuni farmaci possono rilassare lo sfintere esofageo inferiore o irritare la mucosa gastrica. Tra questi vi sono benzodiazepine, calcio-antagonisti, antidepressivi triciclici, antinfiammatori non steroidei (FANS), teofillina e terapie ormonali per la menopausa.
    • Stress e ansia: Possono aumentare la produzione di acido gastrico, ridurre l’efficacia della motilità esofagea e alterare la funzione dello sfintere esofageo inferiore, aumentando il rischio di reflusso. 

     Quali sono i sintomi del reflusso gastroesofageo?

    La malattia da reflusso gastroesofageo si presenta con una vasta gamma di sintomi, classificati in tipici, atipici ed extra-esofagei. I sintomi tipici includono il rigurgito acido e il bruciore di stomaco, caratterizzato da una sensazione di bruciore retrosternale che può irradiarsi verso la bocca, con o senza rigurgito. Tra i sintomi atipici ci sono dispepsia, nausea, vomito, gonfiore, eruttazioni frequenti, disfagia, sensazione di “nodo” alla gola (globus) e dolore epigastrico. In assenza di sintomi tipici, i sintomi atipici non dovrebbero essere automaticamente attribuiti al reflusso gastroesofageo. I sintomi extra-esofagei, sebbene siano comuni, sono frequentemente sottovalutati. Questi sono spesso associati al reflusso che raggiunge la laringe e includono tosse persistente e stizzosa, necessità di schiarire frequentemente la gola, raucedine, erosioni dentali e condizioni come asma, laringite e broncospasmo.

    I sintomi del reflusso gastroesofageo si manifestano principalmente a livello dell’apparato gastrointestinale, ma non solo.

    Come si arriva alla diagnosi di reflusso gastroesofageo?

    La diagnosi di reflusso gastroesofageo si basa su tre elementi: sintomi clinici, risposta alla terapia empirica e test diagnostici. Nei pazienti con sintomi tipici, l’endoscopia non è solitamente necessaria, ma è fondamentale in caso di fattori di rischio o sintomi di allarme, come odinofagia, anemia, sanguinamento o perdita di peso inspiegabile, per escludere complicazioni. I pazienti con reflusso non complicato possono iniziare un trattamento empirico, generalmente con inibitori di pompa protonica ; se i sintomi rispondono alla soppressione acida, si conferma la diagnosi. Se non c’è miglioramento, è necessaria una valutazione ulteriore per confermare la diagnosi ed escludere altre patologie.

    La esofagogastroduodenoscopia, o endoscopia del tratto gastrointestinale superiore, impiega un sottile tubo flessibile con telecamera all’estremità, per esaminare la mucosa di esofago, stomaco e duodeno. Sebbene non siano sempre evidenti segni di reflusso gastroesofageo, può rilevare infiammazioni esofagee, ulcere, emorragie e altre complicazioni. Durante l’esame, è anche possibile eseguire una biopsia per diagnosticare condizioni come l’esofago di Barrett o alterazioni cellulari.

    La pH-impedenziometria delle 24 ore è un test diagnostico che prevede l’inserimento di un sondino naso-esofageo con sensori di impedenza per monitorare l’acidità e i flussi gastroesofagei per 24 ore, rilevando episodi di reflusso. Durante il test, è importante mantenere una dieta normale per garantire la precisione dei risultati, poiché le modifiche alimentari possono influenzare i dati.

    La radiografia del tratto gastrointestinale superiore prevede l’ingestione di una soluzione a base di bario, un mezzo di contrasto che permette di visualizzare meglio la morfologia e l’integrità del tratto digestivo superiore. È necessario un periodo di digiuno prima dell’esame per ottenere immagini chiare, dopodiché il paziente può riprendere normalmente l’alimentazione. La manometria esofagea misura la motilità e la forza delle contrazioni muscolari nell’esofago durante la deglutizione. Si effettua tramite un catetere inserito nel naso, dotato di sensori che registrano la pressione e la coordinazione dei muscoli esofagei. È utile per valutare il funzionamento dello sfintere esofageo inferiore.

    Come si previene il reflusso gastroesofageo?

    Il cambiamento dello stile di vita rappresenta uno dei rimedi più efficaci per far passare e prevenire il reflusso gastroesofageo. Una dieta equilibrata che eviti cibi irritanti come pietanze piccanti e speziate, grassi, fritti, agrumi, cioccolato, caffè, alcol e bevande gassate può ridurre notevolmente il disagio e la sovradistensione gastrica. È consigliato mangiare alimenti a bassa acidità e facilmente digeribili, come frutta povera di acido citrico, verdure crude e cotte, cereali integrali e proteine magre (carne bianca, uova, pesce, frutti di mare). Consumare pasti piccoli e frequenti durante la giornata aiuta a ridurre la pressione sullo stomaco; si consiglia di evitare di mangiare nelle due o tre ore precedenti il sonno per permettere una corretta digestione. È importante masticare lentamente e rimanere in posizione eretta per almeno mezz’ora dopo i pasti per agevolare la digestione. In caso di sovrappeso o obesità, la perdita di peso può alleviare la pressione sullo stomaco. Dormire con la testa sollevata può prevenire il reflusso notturno, mentre smettere di fumare e limitare il consumo di alcol aiuta a mantenere lo sfintere esofageo inferiore più efficiente. Infine, gestire stress e ansia attraverso pratiche come la respirazione profonda può favorire una digestione più serena e migliorare il benessere generale.

    Un corretto stile di vita è fondamentale per prevenire il reflusso gastroesofageo

    Qual è il trattamento del reflusso gastroesofageo?

    La cura farmacologica per il reflusso gastroesofageo si basa principalmente su farmaci che riducono o neutralizzano l’acido gastrico, migliorando i sintomi e prevenendo danni all’esofago. Gli antiacidi (idrossido di magnesio e idrossido di alluminio) agiscono neutralizzando l’acido, mentre gli antagonisti dei recettori H2 (famotidina) riducono la produzione di acido a livello gastrico.

    I farmaci più utilizzati per il trattamento del reflusso gastroesofageo sono gli inibitori di pompa protonica (PPI), come omeprazolo, pantoprazolo e lansoprazolo, che riducono in modo efficace la secrezione di acido, favorendo la guarigione dell’esofago danneggiato e alleviando i sintomi.

    Nei pazienti con disfunzioni della motilità esofagea, possono essere prescritti farmaci procinetici (metoclopramide e domperidone), che migliorano la peristalsi e favoriscono lo svuotamento dello stomaco e dell’esofago, riducendo il rischio di reflusso.

    Se i farmaci non risultano sufficienti o in presenza di complicazioni gravi, come l’esofagite da reflusso o l’ulcerazione esofagea, può essere necessario ricorrere a interventi chirurgici.

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