Papilloma virus (HPV)
Con il termine Papillomavirus umano (HPV, Human Papilloma Virus) si identifica un gruppo di oltre 200 virus, suddivisi in due categorie principali.
- Papillomavirus cutanei, che si trasmettono per contatto cutaneo accidentale e possono infettare la pelle, causando verruche comuni.
- Papillomavirus mucosali, che si trasmettono per contatto diretto durante l’attività sessuale, come rapporti vaginali, anali o orali, e colpiscono le mucose di cervice uterina, vagina, vulva, pene, ano, bocca e gola.
L’infezione da HPV a trasmissione sessuale è molto comune e colpisce sia i maschi sia le femmine. Quasi tutte le persone sessualmente attive vengono infettate almeno una volta nella vita da questo virus, spesso senza manifestare sintomi. Si stima che circa otto donne su dieci, sessualmente attive, contraggano un’infezione da HPV di qualsiasi tipo nel corso della loro vita, e che circa il 50% fra loro possa essere infettato da un ceppo ad alto rischio.
Infatti, gli HPV sessualmente trasmissibili si suddividono in due gruppi.
- HPV a basso rischio: possono causare verruche nei genitali, nell’ano, nella bocca e nelle vie respiratorie, ma raramente provocano tumori. Se le verruche si sviluppano nella laringe o nelle vie respiratorie può manifestarsi papillomatosi respiratoria, che può causare difficoltà respiratorie.
- HPV ad alto rischio: possono provocare alterazioni cellulari che, se non diagnosticate e trattate, nel tempo potrebbero evolvere in tumori. Sono noti 12 tipi di HPV ad alto rischio, tra cui HPV 16 e 18, responsabili della maggior parte dei tumori correlati a questa infezione.
Le infezioni da HPV e i tumori a esse associati possono essere prevenuti grazie ai vaccini, che però non possono curare le infezioni già presenti.
L’infezione da HPV a trasmissione sessuale è molto comune e colpisce sia i maschi sia le femmine, contagiando quasi tutte le persone sessualmente attive almeno una volta nella vita.
Quali sono le cause dell’infezione da HPV?
L’infezione da HPV si verifica quando il virus entra nel corpo, solitamente attraverso un taglio, un’abrasione o una piccola lacerazione della pelle.
Le infezioni genitali da HPV si contraggono durante i rapporti sessuali, il sesso anale e altri tipi di contatto diretto nella zona genitale. Alcuni ceppi di HPV che causano lesioni orali o delle vie respiratorie superiori possono essere trasmessi anche tramite il sesso orale.
Se una donna incinta è affetta da HPV con verruche genitali, è possibile che il bambino contragga l’infezione. In rari casi, l’infezione può causare la formazione di una crescita non cancerosa nella laringe del bambino.
Quali sono i fattori di rischio dell’infezione da HPV?
I fattori di rischio per l’infezione da HPV includono le seguenti condizioni.
- Numero di partner sessuali: maggiore è il numero di partner sessuali, più alta è la probabilità di contrarre un’infezione da HPV genitale. Inoltre, avere rapporti con un partner che ha avuto numerosi partner sessuali aumenta il rischio di trasmissione del virus.
- Età: le verruche comuni sono tipiche nei bambini, mentre le verruche genitali si riscontrano principalmente negli adolescenti e nei giovani adulti, che sono maggiormente esposti al virus.
- Sistema immunitario indebolito: le persone con un sistema immunitario compromesso, come per esempio quelle con HIV/AIDS o che assumono farmaci immunosoppressori dopo un trapianto d’organo, sono più vulnerabili alle infezioni da HPV e alle sue complicazioni.
- Pelle danneggiata: le aree della pelle che presentano tagli, abrasioni o lesioni sono più suscettibili allo sviluppo di verruche comuni, poiché il virus può penetrare più facilmente.
- Contatto diretto: il contatto con le verruche di altre persone o l’esposizione a superfici contaminate da HPV, come in docce o piscine pubbliche, senza protezione adeguata, può aumentare il rischio di contrarre il virus.

Quali sono i sintomi dell’infezione da HPV?
Nella maggior parte dei casi, l’infezione da HPV rimane asintomatica e viene eliminata spontaneamente dall’organismo senza necessità di trattamento, poiché il sistema immunitario riesce a sconfiggere il virus prima che causi manifestazioni, come le verruche, i condilomi o le lesioni nel cavo orale.
Quando le verruche si manifestano, il loro aspetto varia a seconda del tipo di HPV coinvolto.
- Verruche genitali (condilomi): appaiono come lesioni piatte, piccole protuberanze simili a cavolfiori o minuscole escrescenze a forma di stelo. Nelle donne, si trovano principalmente sulla vulva, ma possono comparire anche vicino all’ano, sulla cervice uterina o nella vagina. Negli uomini, compaiono sul pene, sullo scroto o intorno all’ano. Raramente causano dolore, anche se possono provocare prurito, fastidio o disagio.
- Verruche comuni: appaiono come protuberanze granulose, ruvide e sollevate, solitamente sulle mani e sulle dita. Nella maggior parte dei casi sono solo antiestetiche, ma possono anche essere dolorose o soggette a lesioni o sanguinamenti.
- Verruche plantari: sono escrescenze dure e granulose che compaiono solitamente sui talloni o sulle piante dei piedi. Sono causate dallo stesso tipo di virus che provoca le verruche sulle mani ma, a causa della loro posizione, possono essere dolorose.
- Verruche piatte: sono lesioni leggermente sollevate e dalla superficie piatta. Di solito compaiono sul viso o sulle gambe e sono più comuni nei bambini e negli adolescenti che negli adulti.
- Verruche orali: sono piccole protuberanze che possono apparire sulla lingua, sulle gengive, sul palato o all’interno delle guance e possono essere dolorose, soprattutto se si trovano in punti sensibili. Oltre alle verruche possono manifestarsi anche lesioni o macchie piatte e bianche (leucoplachia) sulla mucosa della bocca. Se le verruche o le lesioni sono abbastanza grandi, potrebbero causare difficoltà e interferire con i movimenti della bocca, rendendo difficile la masticazione, la deglutizione o la fonazione.
Se l’infezione da HPV persiste e coinvolge un ceppo ad alto rischio, può portare alla formazione di lesioni precancerose, che nel tempo potrebbero evolvere in tumori. Per questo motivo, è fondamentale sottoporsi a controlli regolari per individuare e monitorare eventuali anomalie.
Le complicazioni dell’infezione da HPV
Le principali complicazioni dell’infezione da HPV sono le seguenti.
- Lesioni orali e delle vie respiratorie superiori: alcune infezioni da HPV possono provocare lesioni sulla lingua, sulle tonsille, sul palato molle o all’interno della laringe e del naso.
- Cancro: alcuni ceppi di HPV sono associati a un aumento del rischio di cancro, in particolare dell’ano, dell’orofaringe, dell’utero, della vagina, della vulva e del pene. Circa il 10% delle donne contagiate dal virus sviluppa un’infezione cronica che può evolvere in cancro della cervice uterina. I sintomi che possono far sospettare un coinvolgimento uterino includono: sanguinamento o flusso vaginale anomalo (specialmente dopo il rapporto sessuale), dolore nella parte bassa della schiena, dolore durante la minzione e dolore durante i rapporti sessuali. Questi sintomi non indicano necessariamente un tumore, ma è consigliabile consultare un medico o un ginecologo nel caso in cui si manifestino.
Come si arriva alla diagnosi dell’infezione da HPV?
La diagnosi può anche avvenire in maniera casuale durante una visita di controllo specialistica o di screening anche in assenza di segni o sintomi.
Generalmente, il percorso diagnostico inizia consultando il/la medico/a di famiglia. A seconda della posizione delle verruche, verrà consigliata una visita dermatologica, podologica, ginecologica o urologica.
Lo/la specialista effettuerà un’anamnesi per valutare sintomi, manifestazioni e abitudini sessuali rilevanti. Il/la medico/a potrebbe diagnosticare l’infezione da HPV osservando direttamente le verruche. Se le verruche genitali non sono visibili, potrebbero essere necessari uno o più dei seguenti test da parte del/la medico/a.
- Test con soluzione di acido acetico: applicando una soluzione di aceto sulle aree sospette, queste assumono un aspetto bianco, facilitando l’identificazione di lesioni piatte difficili da vedere.
- Pap test: è un esame di screening fondamentale per individuare precocemente il cancro della cervice uterina. Viene effettuato anche in donne sane, senza alcun segno di malattia, ed è consigliato a partire dai 25 anni o dopo l’inizio dell’attività sessuale. L’esame può essere eseguito anche in gravidanza, in menopausa o su donne vergini, adottando le necessarie precauzioni. Durante il Pap test, il/la medico/a preleva un campione di cellule dalla cervice uterina o dalla vagina. Questo viene fissato su un vetrino e analizzato in laboratorio per individuare eventuali anomalie precancerose o tumorali. Per non compromettere l’esito dell’esame, è importante evitare rapporti sessuali nelle 24 ore precedenti, non effettuare lavande vaginali o usare prodotti intravaginali nelle 48 ore precedenti e non eseguire il test durante le mestruazioni (preferibilmente almeno 5 giorni prima o dopo il ciclo mestruale). L’uso di contraccettivi orali o la presenza di una spirale intrauterina non influisce sull’esito del test.
- HPV-DNA test: anche questo esame è uno screening condotto su cellule della cervice uterina, in grado di identificare il DNA dei ceppi ad alto rischio di HPV associati ai tumori genitali. Per le donne sopra i 30 anni, si raccomanda l’HPV-DNA test e, solo se questo dà un risultato positivo, si procede con il Pap test come esame di completamento.
Se l’HPV-DNA test e il Pap test risultano positivi, viene eseguito un esame di secondo livello, la colposcopia. Questo esame, tramite uno strumento ottico e l’uso di specifiche colorazioni, permette una visione ingrandita del collo dell’utero, facilitando l’identificazione di eventuali lesioni sospettate tramite lo screening. Se la colposcopia evidenzia aree anomale, si procede con una biopsia per confermare la presenza di lesioni precancerose. In caso di conferma, in base al quadro clinico, la lesione può essere rimossa.

Come si previene l’infezione da HPV?
La prevenzione dell’infezione da HPV si basa principalmente sulla vaccinazione, oggi considerata la strategia più efficace e sicura per ridurre il rischio di contagio. Attualmente sono disponibili tre tipi di vaccino: il bivalente, il quadrivalente e, dal 2017, il 9-valente. Tutti e tre i vaccini sono indirizzati contro i ceppi 16 e 18, responsabili della formazione di lesioni neoplastiche nella cervice uterina. Inoltre, il vaccino quadrivalente e il 9-valente offrono protezione contro i ceppi 6 e 11, che causano i condilomi genitali sia negli uomini sia nelle donne, mentre il vaccino 9-valente amplia ulteriormente la copertura.
Il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale ha integrato la vaccinazione anti-HPV nel calendario per tutti gli adolescenti, di entrambi i sessi, a partire dall’undicesimo anno, sottolineando l’importanza di vaccinare prima dell’inizio dell’attività sessuale, dato che l’efficacia si riduce se la persona è già stata esposta ai ceppi bersaglio del vaccino. Poiché non è possibile stabilire con certezza la durata della protezione e poiché il vaccino non copre tutti i ceppi dell’HPV, si raccomanda che anche i soggetti vaccinati si sottopongano a regolari controlli di screening per il tumore del collo dell’utero a partire dai 25 anni.
L’uso del profilattico, pur non garantendo una protezione totale, unitamente a una corretta educazione sessuale e informazione sull’HPV, riduce il rischio di trasmissione del virus e di altre malattie sessualmente trasmissibili.
La principale strategia di prevenzione dell’infezione da HPV è rappresentata dalla vaccinazione.
Qual è il trattamento dell’infezione da HPV?
Nella maggior parte dei casi, l’HPV scompare spontaneamente senza necessità di trattamento entro 1-2 anni. Tuttavia, il virus può rimanere latente nell’organismo. È importante sottolineare che non c’è una cura definitiva per l’HPV. I trattamenti disponibili si concentrano principalmente sulla rimozione delle lesioni visibili o delle cellule precancerose, ma non eliminano il virus stesso.
Quando compaiono verruche e condilomi questi possono essere trattati con creme ad azione antivirale o immunomodulatrice, che vanno applicate direttamente sulle lesioni e richiedono più somministrazioni per ottenere risultati efficaci.
In alternativa, è possibile procedere con trattamenti chirurgici locali, utilizzati sia per la rimozione di condilomi e verruche, sia per l’eliminazione delle cellule precancerose localizzate nel collo dell’utero:
- crioterapia, congela le verruche o distrugge le cellule anomale mediante azoto liquido;
- escissione elettrochirurgica, utilizza un filo sottile a forma di ansa caricato con una corrente elettrica per rimuovere un sottile strato di tessuto dalla cervice uterina;
- elettrocoagulazione, utilizza una corrente elettrica per eliminare le verruche;
- laserterapia, sfrutta una luce intensa per distruggere le verruche e le lesioni precancerose;
- conizzazione con bisturi a lama fredda, intervento chirurgico che rimuove una porzione conica della cervice uterina e permette di eliminare piccoli frammenti di tessuto cervicale contenenti cellule anomale.
L’asportazione chirurgica delle cellule precancerose localizzate nel collo dell’utero garantisce ottimi risultati senza compromettere le funzioni riproduttive della donna. Tuttavia, se la condizione si è evoluta in tumore, il trattamento varia in base alla gravità e può prevedere l’asportazione parziale o totale dell’utero, oltre a chemioterapia e radioterapia.
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Korian Redazione
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