Flebite
La flebite è un’infiammazione delle vene superficiali, i vasi che portano il sangue ricco di anidride carbonica al cuore. Questa condizione è spesso dovuta alla formazione di un trombo, cioè un coagulo di sangue che ostacola il flusso sanguigno, e si parla in questo caso di tromboflebite. Non è considerata un disturbo grave perché, a differenza di quanto avviene in altre condizioni e in particolare nella trombosi venosa profonda, è difficile che i trombi superficiali si distacchino e diano origine a un embolo, cioè l’occlusione di un’arteria. Tuttavia, non va neanche sottovalutata, perché una tromboflebite superficiale può essere associata a (e aumentare il rischio che si sviluppi) una trombosi venosa profonda, una condizione più pericolosa.
La flebite interessa le vene più superficiali, in prossimità della pelle (tromboflebite superficiale) e in particolare, nella maggior parte dei casi, la grande vena safena, la vena superficiale più lunga del corpo umano, che parte dal piede e arriva all’inguine. Di conseguenza, sono soprattutto gli arti inferiori (gamba, caviglia, piedi) a essere interessati dalla flebite che, tuttavia, può presentarsi anche in altre aree del corpo come le braccia o il collo. Inoltre, la flebite può presentarsi anche bilateralmente.
Quali sono le cause della flebite?
Sono diverse le cause che possono danneggiare le pareti delle vene, causandone l’infiammazione; in linea generale, la causa è di solito legata ad anomalie nella circolazione sanguigna, che a sua volta può essere dovuta per esempio a:
- traumi alla vena, come si può verificare con l’inserimento di un’agocannula (il dispositivo medico usato per avere accesso continuo alla vena quando è necessario un trattamento endovenoso) o catetere (simile all’agocannula ma progettato per rimanere in posizione più a lungo);
- immobilità prolungata, che fa sì che il sangue fluisca più lentamente, per esempio nel caso di un periodo di riposo a letto o anche in lunghi viaggi in macchina, aereo o altri mezzi in cui il movimento è limitato;
- disturbi della coagulazione del sangue come la trombofilia, una malattia che determina un aumento della probabilità di sviluppare trombosi.
Sono inoltre noti alcuni fattori che aumentano il rischio che si presenti la flebite: tra questi vi sono le vene varicose, l’obesità, l’uso di contraccettivi ormonali o farmaci ormonali sostitutivi, il fumo di tabacco, la gravidanza (o parto recente) e l’età (la flebite si presenta più di frequente nelle persone con più di 60 anni).
Esiste inoltre una forma particolare di flebite nota come “migrante” o sindrome di Trousseau, nella quale l’infiammazione dei vasi si presenta prima in un certo gruppo di vene, quindi migliora e poi si ripresenta in un altro gruppo di vene; a volte sono coinvolte in modo simultaneo varie vene in diverse aree del corpo. La flebite migrante è associata ad alcuni tipi di cancro e malattie sistemiche.
Quali sono i sintomi della flebite?
I segni e sintomi più comuni della flebite sono gonfiore, arrossamento e dolore nell’area interessata (più comunemente gli arti inferiori, sebbene la flebite possa presentarsi anche in altre parti del corpo). La pelle appare calda e dolorante al tatto. Intorno all’area possono manifestarsi edema (un accumulo di liquido che provoca gonfiore) e prurito.
Sebbene la flebite sia considerata un disturbo lieve, è importante prestare attenzione nel caso si presentino altri sintomi quali febbre, dolore al petto e difficoltà a respirare. Queste manifestazioni possono infatti indicare la presenza di un embolo polmonare, ossia un frammento di trombo che, staccatosi dalle vene più in profondità (trombosi venosa profonda), ha raggiunto attraverso il flusso sanguigno un’arteria che porta sangue ai polmoni, ostruendola. Si tratta di una condizione molto pericolosa che richiede un trattamento medico tempestivo.

Come si arriva alla diagnosi di flebite?
La diagnosi di flebite è innanzitutto clinica: significa che il/la medico/a esamina la zona interessata e stabilisce la diagnosi in base ai segni e sintomi presentati dal paziente. Tuttavia, allo scopo di verificare che in associazione alla flebite superficiale non ci sia anche una condizione di trombosi venosa profonda, possono comunque essere raccomandati anche esami di imaging. Questi permettono di ottenere immagini dell’interno dell’organismo e quindi di evidenziare un’eventuale presenza di trombosi venosa profonda, oltre che di confermare la diagnosi di flebite. In particolare, in caso di flebite, gli accertamenti si basano solitamente sull’ecografia e la variante ecocolordoppler (anche detta ecografia Doppler), che permette di valutare il flusso sanguigno all’interno dei vasi.
Come si previene la flebite?
Sebbene non sia possibile agire su tutti i fattori di rischio che aumentano la probabilità di sviluppare la flebite, alcuni di essi sono modificabili. È il caso per esempio dell’obesità e del fumo di tabacco: dimagrire e smettere di fumare sono quindi due possibili strategie per ridurre il rischio di sviluppare il disturbo. Inoltre, se si deve restare fermi a lungo, è consigliabile cercare di fare un po’ di movimento a intervalli regolari, idealmente passeggiando o, se impossibile, muovendo almeno gambe e caviglie.

Qual è il trattamento della flebite?
Il trattamento della flebite mira a ridurre l’infiammazione e risolvere i trombi associati. In alcuni casi, possono essere sufficienti semplici strategie come un’attività fisica, l’uso di impacchi caldi per ridurre il dolore e di creme antinfiammatorie e antidolorifiche; è inoltre importante cercare di tenere la gamba (o le gambe) interessata in posizione sollevata, per esempio durante la notte, per favorire la circolazione sanguigna ed evitare la stasi del sangue. Può inoltre essere raccomandato l’uso di calze elastiche a compressione graduata, realizzate in modo da applicare una pressione decrescente dalla caviglia verso la coscia, così da favorire il ritorno venoso. Dal punto di vista farmacologico, possono essere consigliati antinfiammatori non steroidei per ridurre dolore e infiammazione. Eventualmente, soprattutto nei casi più gravi o se vi è un alto rischio per il paziente di sviluppare trombosi venosa profonda, possono essere raccomandati anche farmaci anticoagulanti (per favorire la fluidificazione del sangue) e fibrinolitici (per aiutare a dissolvere il trombo). Questi trattamenti sono di solito efficaci, ma non limitano il rischio che la flebite si ripresenti successivamente
Cleveland Clinic, Superficial Thrombophlebitis, https://my.clevelandclinic.org/health/diseases/17523-superficial-thrombophlebitis
Czysz A, Higbee SL. Superficial Thrombophlebitis. StatPearls (2023) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK556017/
ISS Salute, Istituto superior di sanità, Flebite, https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/f/flebite
Jinna S, Khoury J. Migratory Thrombophlebitis. StatPearls (2022) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK547702/
Mayo Clinic, Thrombophlebitis, https://www.mayoclinic.org/diseases-conditions/thrombophlebitis/symptoms-causes/syc-20354607
Scovell S. Superficial vein thrombosis. BMJ Best Practice (2024) https://bestpractice.bmj.com/topics/en-us/335
Società italiana di angiologia e patologia vascolare, Modello di percorso diagnostico e terapeutico per la trombosi venosa superficiale, https://www.sidv.net/file_doc/TVS12.pdf
Korian Redazione
L’attività redazionale di Korian si basa su un approccio rigoroso e responsabile alla divulgazione scientifica, con l’obiettivo di offrire contenuti che siano clinicamente accurati e accessibili. Grazie al supporto di un pool di esperti, tra cui medici, biologi e professionisti del settore, specializzati in comunicazione medica, sviluppiamo testi che riflettono l’attualità delle conoscenze scientifiche…Leggi di più