Fibroma uterino
Il fibroma uterino è un tumore benigno che si sviluppa nell’utero, e che più precisamente prende origine dallo strato di muscolatura liscia e involontaria detto miometrio. Il termine più corretto per indicarlo dal punto di vista medico è leiomioma: con il termine “fibroma” si indica infatti di solito una particolare categoria di tumori benigni che si sviluppano dai fibroblasti, un tipo di cellule del tessuto connettivo, mentre il leiomioma origina, appunto, da cellule del muscolo liscio.
L’utero è infatti formato da tre strati di tessuto: il rivestimento interno (endometrio), uno strato muscolare intermedio responsabile delle contrazioni durante le mestruazioni e il parto (miometrio), e infine uno strato esterno che separa e protegge l’utero dagli altri organi (perimetrio).
Il fibroma uterino origina appunto nel miometrio, ma può estendersi in altre posizioni all’interno dell’utero. In base alla localizzazione, si parla di:
- fibromi intramurali, che crescono all’interno del miometrio;
- fibromi sottomucosi, che crescono nell’endometrio e possono protrudere nella cavità uterina;
- fibromi sottosierosi, che crescono al di fuori dell’utero.
Possono inoltre essere o meno peduncolati, cioè crescere su un peduncolo (una sorta di stelo) che li collega all’utero.
Il fibroma uterino rappresenta il più comune tumore benigno femminile, soprattutto per le donne in età fertile. Il fatto che si tratti di tumori benigni significa che, pur essendo costituiti da una massa di cellule anomale, queste crescono lentamente e non sono in grado di invadere gli organi e i tessuti circostanti; non aumentano (né escludono) inoltre la possibilità di sviluppo di tumori maligni nell’utero. Seppur benigno, a seconda delle sue caratteristiche, il fibroma uterino può avere un impatto significativo sul benessere psicologico e fisico della persona.
Il fibroma uterino può svilupparsi come una singola massa, ma possono anche presentarsene molti in una singola paziente; anche le dimensioni possono essere estremamente varie.
Quali sono le cause del fibroma uterino?
Le cause precise che inducono lo sviluppo del fibroma o dei fibromi uterini non sono note. È noto però che questi tumori benigni sono più comuni nelle donne che hanno parenti che ne hanno sofferto, dunque vi è un certo grado di familiarità, e, soprattutto, che sono sensibili agli ormoni femminili (estrogeni e progesterone). Si sviluppano infatti più comunemente quando i livelli ormonali sono alti (per esempio con la gravidanza e in generale in età fertile), mentre smettono di crescere o ne diminuisce la dimensione durante la menopausa; sono inoltre estremamente rari prima della pubertà.
Tra i fattori di rischio descritti per lo sviluppo del fibroma uterino vi sono:
- età, perché sono più comuni a partire dai 30 anni;
- storia familiare, perché è più probabile si sviluppino se altre donne in famiglia, soprattutto la madre, presentavano fibromi;
- obesità;
- menarca precoce e/o menopausa tardiva.
Quali sono i sintomi del fibroma uterino?
In molti casi, il fibroma uterino non causa alcun sintomo, soprattutto se si tratta di fibromi intramurali o sottosierosi. In altri, e soprattutto nel caso di fibromi sottomucosi che si estendono nella cavità uterina, possono invece presentarsi irregolarità nelle mestruazioni, sia in termini di tempo sia per il tipo di sanguinamento, che risulta eccessivo (menorragia) e può portare ad anemia; le mestruazioni possono inoltre essere particolarmente dolorose. A causa del fibroma uterino si possono anche presentare, sebbene più di rado, gonfiore addominale, dolore alla schiena o durante i rapporti sessuali, problemi durante il parto e il travaglio (vi è un aumentato rischio di dover ricorrere a un cesareo), problemi riproduttivi (come l’infertilità), necessità di urinare spesso. Alcuni di questi sintomi sono un effetto della massa del fibroma: per esempio, un fibroma sottosieroso può, estendendosi al di fuori dell’utero, premere sulla vescica, portando alla minzione frequente, oppure sull’intestino, causando disturbi come la costipazione. In rari casi, gli effetti possono essere anche più gravi e portare, per esempio, all’occlusione intestinale.

Come si arriva alla diagnosi di fibroma uterino?
Poiché in molti casi sono asintomatici, è frequente che i fibromi uterini siano scoperti solo per caso, durante esami condotti per altre ragioni. In presenza di sintomi specifici, però, è bene rivolgersi a un/a ginecologa/a per accertamenti. I due principali esami per la diagnosi di fibroma uterino sono l’ecografia e l’isteroscopia.
L’ecografia sfrutta gli ultrasuoni per ottenere immagini dell’interno dell’organismo. Nel caso di sospetti fibromi uterini si esegue l’ecografia addominale e/o transvaginale: la prima consiste nel passare la sonda a ultrasuoni sulla pelle dell’addome, la seconda all’interno della vagina.
L’isteroscopia è invece un esame che si esegue introducendo una telecamera su un apposito strumento (l’isteroscopio) all’interno dell’utero, dopo averlo dilatato con del gas o del liquido. Si tratta di una procedura eseguita in anestesia locale o totale e durante la procedura possono essere prelevati campioni di tessuto per condurre un esame istologico (biopsia).
Possono inoltre essere raccomandati esami del sangue per escludere altre possibili cause dei sintomi e verificare la presenza di anemia dovuta al fibroma uterino.
Come si previene il fibroma uterino?
Non essendo note le cause che portano allo sviluppo di fibroma uterino, non esistono strategie per prevenirlo con certezza. Tuttavia, è noto che l’obesità rappresenta un fattore di rischio, perché associata a una maggiore produzione di ormoni femminili che ne favoriscono lo sviluppo: mantenere il proprio peso nella norma o dimagrire in caso di sovrappeso/obesità può dunque essere un modo per limitare il rischio di sviluppare fibromi uterini.
Secondo alcuni studi preliminari, inoltre, una dieta ricca di frutta e verdura può avere un ruolo protettivo contro lo sviluppo del fibroma uterino; anche un sufficiente apporto di vitamina D potrebbe giocare un ruolo protettivo.

Qual è il trattamento del fibroma uterino?
Il trattamento del fibroma uterino è stabilito in base a diversi fattori, comprese dimensioni, posizione e altre caratteristiche del/dei fibroma/i, condizioni della paziente, desiderio o meno di avere figli e gravità dei sintomi. Se il fibroma è asintomatico, può essere raccomandata la sola sorveglianza con controlli periodici, senza alcun trattamento aggiuntivo. Per ridurre i sintomi legati alle irregolarità mestruali e al dolore associato alle mestruazioni possono essere invece consigliati farmaci quali per esempio:
- contraccettivi ormonali;
- antinfiammatori non steroidei;
- analoghi ormonali delle gonadotropine (GnRHas), farmaci somministrati per iniezione che agiscono sull’ipofisi, una ghiandola situata nel cervello che regola la produzione di diversi ormoni, tra cui estrogeni e progesterone; l’effetto di questi farmaci è bloccare la produzione di estrogeni da parte delle ovaie;
- ulipristal acetato, un farmaco utilizzato in casi particolari che influenza l’attività dell’ormone progesterone.
Nel caso la terapia farmacologica non sia sufficiente a limitare i sintomi del fibroma, è necessario ricorrere all’intervento chirurgico (vale la pena precisare che comunque la somministrazione di farmaci può essere raccomandata in ogni caso prima dell’intervento). Tra le operazioni disponibili per il trattamento del fibroma uterino vi sono:
- isterectomia, cioè la rimozione dell’utero, che può essere raccomandata nei casi più gravi;
- miomectomia, che consiste nella rimozione dei fibromi lasciando l’utero intatto, ma che è possibile solo per alcuni tipi di fibroma e non esclude la possibilità che possano nuovamente svilupparsi;
- resezione isteroscopica, nella quale i piccoli fibromi possono essere rimossi durante l’isteroscopia (la stessa indagine usata per la diagnosi).
Esistono inoltre alcuni possibili interventi che, pur essendo invasivi, rappresentano un’alternativa che non richiede né incisioni né la rimozione dei tessuti. Questi sono:
- ablazione endometriale, che consiste nella rimozione del rivestimento dell’utero attraverso laser, con l’inserimento di un particolare palloncino contenente un liquido ad alta temperatura, con microonde o con altre procedure. L’obiettivo di questo intervento è ridurre il sanguinamento abbondante dovuto al fibroma;
- procedure guidate dalla risonanza magnetica, come il trattamento a ultrasuoni focalizzati guidati dalla risonanza magnetica, che usa il calore per distruggere le cellule del fibroma, che vengono poi riassorbite dal tessuto circostante;
- embolizzazione delle arterie uterine, una tecnica mininvasiva che blocca i vasi sanguigni che alimentano l’utero, diminuendo l’afflusso di sangue ai fibromi, le cui dimensioni si riducono, e riducendo i sintomi emorragici.
È importante ricordare che la scelta del trattamento deve essere presa tenendo conto di diversi fattori; alcuni interventi sono d’introduzione recente e, per esempio, in alcuni casi non è del tutto noto se possano influenzare la fertilità. Questa considerazione vale anche per i trattamenti farmacologici, che possono avere effetti collaterali anche gravi e devono essere assunti sotto controllo medico.
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Korian Redazione
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