Epicondilite
L’epicondilite, nota anche come gomito del tennista, è una condizione dolorosa causata dalla degenerazione dei tendini che si inseriscono nell’articolazione del gomito e che collegano i muscoli estensori dell’avambraccio all’epicondilo laterale dell’omero, la prominenza ossea situata nella parte esterna del gomito. Questa degenerazione compromette la struttura e l’elasticità delle fibre tendinee, che vengono gradualmente sostituite da tessuto cicatriziale, provocando dolore e limitazione dei movimenti. Nonostante il nome, oltre il 90% dei casi non è legato alla pratica del tennis o di altri sport.
In Italia, l’epicondilite interessa circa l’1-3% della popolazione. Se non adeguatamente trattata, può cronicizzarsi e diventare invalidante, limitando le normali attività quotidiane e compromettendo significativamente la qualità della vita.
L’epicondilite è causata dalla degenerazione dei tendini dell’articolazione del gomito, che porta a dolore e limitazione dei movimenti.
Quali sono le cause dell’epicondilite?
L’epicondilite è causata soprattutto da un uso eccessivo e ripetuto dei muscoli dell’avambraccio, in particolare quelli preposti ai movimenti di estensione del polso e delle dita. Queste sollecitazioni possono provocare microlacerazioni a livello del tendine, nel punto di inserzione sull’epicondilo laterale dell’omero.
Più raramente, l’epicondilite può essere causata da un trauma diretto o da patologie del tessuto connettivo. In alcuni casi si manifesta senza una causa evidente né sforzi ripetitivi: si parla allora di forma idiopatica, cioè di origine sconosciuta.
Quali sono i fattori di rischio dell’epicondilite?
L’insorgenza dell’epicondilite può essere favorita da diversi fattori, tra cui:
- età: il disturbo è più frequente tra i 30 e i 50 anni;
- attività professionali o ricreative che comportano movimenti vigorosi e ripetitivi dei muscoli dell’avambraccio aumentano il rischio; le categorie professionali più esposte sono pittori, musicisti, cuochi, macellai, falegnami, idraulici, addetti alle pulizie, giardinieri, estetiste e operai;
- uso prolungato del computer: può sollecitare eccessivamente i tendini estensori dell’avambraccio;
- sport: il tennis e altre discipline con racchetta (come squash e padel), ma anche il baseball, il softball, il bowling, il golf e il sollevamento pesi sono associate a rischio maggiore;
- tabagismo: può compromettere la microcircolazione e rallentare i processi di guarigione dei tessuti tendinei;
- obesità: un indice di massa corporea pari o superiore a 30 rappresenta un fattore di rischio aggiuntivo.
Quali sono i sintomi dell’epicondilite?
I sintomi dell’epicondilite si sviluppano in modo graduale e includono:
- dolore o bruciore localizzati sulla parte esterna del gomito, che peggiorano con movimenti di torsione o flessione del braccio;
- rigidità articolare, soprattutto al mattino;
- gonfiore nella zona del gomito;
- debolezza della presa, che può rendere difficili gesti quotidiani, come afferrare o sollevare oggetti.
Nella maggior parte dei casi, il dolore inizia come un fastidio lieve, peggiora progressivamente e può irradiarsi dalla parte esterna del gomito lungo l’avambraccio fino al polso, specialmente di notte. Il braccio dominante è generalmente il più colpito; è meno comune, ma possibile, che si manifesti su entrambi gli arti contemporaneamente.
Come si arriva alla diagnosi di epicondilite?
Per capire se si ha l’epicondilite è necessario rivolgersi al/alla medico/a. Nella maggior parte dei casi, l’anamnesi e una visita ortopedica sono sufficienti per formulare una diagnosi.
Durante la visita il/la medico/a potrebbe eseguire un test fisico, premendo sull’area interessata o chiedendo di muovere il gomito, il polso e le dita in diverse direzioni, per verificare la presenza di dolore e la dolorabilità alla palpazione e per valutare l’eventuale limitazione funzionale.
Per confermare la diagnosi di epicondilite ed escludere altre possibili cause del dolore al gomito, potrebbe essere necessario eseguire alcuni esami strumentali come:
- radiografia del gomito e dell’avambraccio (RX): utile per valutare lo stato delle strutture ossee e per escludere la presenza di artrosi, fratture o altre alterazioni articolari;
- ecografia del gomito e dell’avambraccio: consente di osservare in tempo reale i tendini e i tessuti molli, anche durante il movimento, in maniera rapida e non invasiva;
- risonanza magnetica del gomito e dell’avambraccio (RM): può essere utile per valutare l’entità del danno tendineo o per individuare altre patologie, come eventuali ernie discali o artrosi, che possano causare dolore irradiato al braccio;
- elettromiografia (EMG): impiegata per escludere eventuali compressioni nervose, che possono dare origine a sintomi simili a quelli dell’epicondilite.
Come si previene l’epicondilite?
Per prevenire l’insorgenza dell’epicondilite è importante limitare l’uso eccessivo e prolungato del braccio e del gomito. È consigliabile utilizzare attrezzature protettive adeguate e non ignorare eventuali segnali di dolore durante o dopo l’attività fisica. Concedersi pause regolari consente al corpo di recuperare e riduce il rischio di sovraccarico. Inoltre, è utile eseguire un corretto riscaldamento e dedicare tempo allo stretching dei muscoli prima e dopo l’attività sportiva. Svolgere esercizi per l’epicondilite per rafforzare i muscoli dell’avambraccio può contribuire a migliorare la resistenza e prevenire microtraumi da stress ripetuto.

Qual è il trattamento dell’epicondilite?
L’epicondilite, di solito, migliora spontaneamente una volta interrotte le attività che causano stress al gomito. Se il disturbo persiste nonostante le misure iniziali, è necessario intervenire. Le opzioni terapeutiche comprendono trattamenti conservativi non invasivi, procedure interventistiche e, nei casi più resistenti, interventi chirurgici.
Trattamenti conservativi non invasivi
Una delle metodiche non invasive più comuni per la cura dell’epicondilite è il protocollo R.I.C.E., che prevede quattro interventi principali:
- riposo (Rest): è fondamentale sospendere l’attività che ha causato l’infiammazione;
- ghiaccio (Ice): evitare impacchi caldi e applicare impacchi freddi con ghiaccio avvolto in un panno per proteggere la pelle da ustioni da freddo, per 15-20 minuti, 3-4 volte al giorno;
- compressione (Compression): avvolgere il gomito con una fasciatura elastica secondo indicazione medica;
- elevazione (Elevation): mantenere il gomito sollevato sopra il livello del cuore il più possibile, per ridurre gonfiore e congestione.
Oltre al metodo R.I.C.E., possono essere adottati altri rimedi conservativi:
- farmaci antidolorifici: i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), come ibuprofene o naprossene, oppure il paracetamolo, possono aiutare a ridurre dolore e infiammazione, ma non devono essere assunti per più di dieci giorni consecutivi e senza il parere medico;
- tutore o fascia: l’uso di un’ortesi sull’avambraccio, in corrispondenza della zona posteriore, aiuta a ridurre la tensione su muscoli e tendini, alleviando i sintomi;
- fisioterapia o terapia occupazionale: esercizi mirati di stretching e potenziamento muscolare migliorano la forza e la flessibilità dell’avambraccio; possono essere affiancati da tecniche complementari come il kinesio-taping o la stimolazione neuromuscolare, che favoriscono i processi di guarigione;
- controllo dell’attrezzatura sportiva: per chi pratica sport con racchetta, è consigliabile utilizzare attrezzature più rigide e leggere, in grado di ridurre lo stress biomeccanico sull’avambraccio.
Procedure interventistiche
Quando i trattamenti conservativi non sono sufficienti, è possibile ricorrere a procedure interventistiche, rigorosamente sotto controllo medico, per stimolare la guarigione come:
-
- infiltrazioni di corticosteroidi: utilizzate per ridurre l’infiammazione; tuttavia, l’uso ripetuto o prolungato è sconsigliato, poiché può indebolire ulteriormente il tendine;
- iniezione di plasma ricco di piastrine (PRP): le piastrine, ricche di fattori di crescita, vengono iniettate nella zona infiammata per favorire la rigenerazione tissutale;
- dry needling: consiste nell’inserimento ripetuto di un ago sottile nel tendine danneggiato, con lo scopo di attivare la risposta di guarigione;
- fenestrazione con ago: eseguita sotto guida ecografica, prevede il passaggio controllato di un ago attraverso il tendine, precedentemente anestetizzato, per stimolare la riparazione del tessuto;
- tenotomia ecoguidata con ultrasuoni (TENEX): tecnica simile alla fenestrazione, in cui un ago speciale vibrante ad alta frequenza frammenta e rimuove il tessuto degenerato;
- terapia con onde d’urto extracorporee (ESWT): attraverso l’applicazione cutanea di uno strumento che emette onde d’urto, si stimola la rigenerazione del tendine e si contribuisce a ridurre il dolore.
Trattamenti chirurgici
Se i sintomi non migliorano dopo un periodo compreso tra 6 e 12 mesi, può essere necessario l’intervento chirurgico per la rimozione del tratto di tendine danneggiato e la reinserzione del tendine sano sull’osso. Le due opzioni principali sono:
- tecnica a cielo aperto, che rappresenta la procedura più comune, solitamente eseguita in day hospital, in cui viene praticata un’incisione ampia sulla parte esterna del gomito per accedere direttamente alla lesione e trattarla in modo efficace;
- tecnica artroscopica, che prevede l’utilizzo di strumenti miniaturizzati introdotti attraverso piccole incisioni; anche questo approccio viene generalmente eseguito in regime ambulatoriale e rappresenta una soluzione meno invasiva, con potenziali vantaggi in termini di recupero e minore dolore post-operatorio.
La chirurgia per l’epicondilite presenta un tasso di successo alto, compreso tra l’80% e il 90%, anche se in alcuni pazienti può persistere una lieve riduzione della forza muscolare.
L’epicondilite spesso si risolve con il riposo e la modifica delle attività che sollecitano il gomito, ma se i sintomi persistono è necessario un trattamento mirato.
- American Academy of Orthopaedic Surgeons AAOS. Tennis Elbow (Lateral Epicondylitis). https://orthoinfo.aaos.org/en/diseases–conditions/tennis-elbow-lateral-epicondylitis/
- Cleveland Clinic. Tennis Elbow (Lateral Epicondylitis). https://my.clevelandclinic.org/health/diseases/7049-tennis-elbow-lateral-epicondylitis
- Mayo Clinic. Tennis elbow, symptoms and causes. https://www.mayoclinic.org/diseases-conditions/tennis-elbow/symptoms-causes/syc-20351987
- Mayo Clinic. Tennis elbow, diagnosis and treatment. https://www.mayoclinic.org/diseases-conditions/tennis-elbow/diagnosis-treatment/drc-20351991
- Buchanan BK, Varacallo MA. Lateral Epicondylitis (Tennis Elbow). 2023 Aug 4. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2025 Jan–. PMID: 28613744. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK431092/
Korian Redazione
L’attività redazionale di Korian si basa su un approccio rigoroso e responsabile alla divulgazione scientifica, con l’obiettivo di offrire contenuti che siano clinicamente accurati e accessibili. Grazie al supporto di un pool di esperti, tra cui medici, biologi e professionisti del settore, specializzati in comunicazione medica, sviluppiamo testi che riflettono l’attualità delle conoscenze scientifiche…Leggi di più