Emorroidi

Cosa sono le emorroidi? A cosa sono dovute? Scopri le cause, i sintomi e i trattamenti disponibili per questa condizione
Korian Redazione

Korian Redazione

Redazione scientifica
Articolo revisionato dalla nostra redazione scientifica
5 Marzo 2025

Le emorroidi sono vene dilatate e ritorte che si sviluppano nella porzione terminale del retto o nell’ano. 

Il colon retto è l’ultima parte dell’intestino crasso (la parte di intestino che ha la funzione di assorbire acqua e sali minerali dal materiale digerito): è lungo tra i 12 e i 15 centimetri e ha il ruolo di accumulare le feci prima della defecazione. Quest’ultima avviene attraverso l’ano, l’orifizio terminale del tubo digerente, rivestito di una mucosa sensibile e vascolarizzata. L’ano presenta due sfinteri (muscoli circolari che aprono o chiudono l’orifizio): quello interno è formato da muscolatura liscia e involontaria, quello esterno invece da muscolo scheletrico a controllo volontario.

In base alla loro localizzazione, le emorroidi si distinguono tra: 

  • emorroidi interne, che si sviluppano sulla giunzione anorettale che collega retto e ano;
  • emorroidi esterne, che si sviluppano intorno all’ano.

Rappresentano una condizione diffusa sia tra le donne sia tra gli uomini, soprattutto dopo i cinquant’anni, sebbene possano presentarsi anche in età più giovanile. Possono causare dolore, fastidio e sanguinamenti, ma di norma è possibile trattarle in modo semplice; tuttavia, è importante evidenziare che possono dare alcune complicanze e richiedere un intervento chirurgico per risolverle.

Quali sono le cause delle emorroidi?

Per lungo tempo si è pensato che le emorroidi fossero vene varicose del canale anorettale. Oggi, però, questa prospettiva è stata abbandonata, perché è stato dimostrato che le due condizioni rappresentano entità distinte. Infatti, le emorroidi sono strutture vascolari fisiologicamente presenti nell’ano e nel retto, chiamate anche cuscinetti anali, che aiutano a chiudere il canale e trattenere le feci. Quando però si dilatano o prolassano (scivolano verso il basso), causando sintomi come dolore, sanguinamento, prurito o difficoltà nella defecazione, la condizione diventa patologica (malattia emorroidaria). Per questa ragione, parlare di emorroidi come malattia non è del tutto corretto dal punto di vista medico e sarebbe più preciso parlare di malattia emorroidaria; in questo articolo, per semplicità, si continuerà a utilizzare il termine emorroidi in riferimento alla condizione patologica.

Diversi fattori possono contribuire allo sviluppo delle emorroidi. Tra questi i principali sono:

  • alto peso corporeo, dovuto a condizioni come gravidanza e obesità;
  • costipazione o diarrea cronica;
  • frequente sollevamento di oggetti pesanti;
  • stile di vita sedentario;
  • invecchiamento (che determina un indebolimento del tessuto di supporto dei cuscinetti anali).
ematuria

Quali sono i sintomi delle emorroidi?

A seconda che le emorroidi siano interne o esterne, i sintomi differiscono. Le prime, infatti, di norma non danno sintomi; possono però sanguinare, e in tal caso è possibile trovare del sangue (generalmente dopo la defecazione, osservabile nelle feci o sulla carta igienica). Il sanguinamento si può presentare anche in presenza di emorroidi esterne, i cui sintomi e segni possono comprendere però anche la presenza di masse dure in prossimità dell’ano, che risultano doloranti al tatto, dolore durante la defecazione e prurito. È importante evidenziare che il sanguinamento rettale, che può essere associato alle emorroidi sia esterne sia interne, può essere un segno anche di altre patologie che interessano l’intestino, tra cui per esempio la malattia di Crohn, la colite ulcerosa e il tumore al colon-retto

Sia le emorroidi interne sia quelle esterne possono prolassare, cioè fuoriuscire dall’ano, causando dolore. Sebbene raramente, possono, inoltre, causare complicazioni quali trombosi emorroidaria (la formazione di un trombo all’interno delle emorroidi, in particolare di quelle esterne), infezioni e formazione di pieghe cutanee anali (piccole escrescenze di pelle morbida nella zona perianale). Le emorroidi prolassate possono anche rimanere intrappolate dallo sfintere anale, con compromissione del flusso sanguigno (una condizione indicata emorroide strangolata) che causa dolore intenso e può portare alla formazione di trombi.

Come si arriva alla diagnosi di emorroidi?

Una corretta diagnosi delle emorroidi è fondamentale per escludere altre cause dei sintomi, che possono essere dovuti anche ad altre condizioni intestinali (quali per esempio la malattia di Crohn, la colite ulcerosa e il tumore al colon-retto). La diagnosi di emorroidi richiede, di solito, solo l’esame medico, da parte del/la medico/a di famiglia o proctologo/a che, raccolti i sintomi riferiti dal paziente e valutati gli eventuali fattori di rischio, esamina l’area anale per verificare la presenza di emorroidi esterne. Per indagare quelle interne è invece necessario un esame rettale, condotto inserendo un dito nel retto così da poter palpare eventuali emorroidi.

In alcuni casi, per l’accertamento della diagnosi possono essere necessari altri esami. In particolare, si ricorre di solito all’anoscopia. Consiste nell’inserire nel canale anale un tubo dotato di una fonte di luce all’estremità, così che sia possibile esaminare meglio la mucosa rettale; prima dell’esame viene applicata al paziente una pomata lubrificante e anestetica. Per escludere altre patologie responsabili dei sintomi, comunque, potrebbero essere raccomandati ulteriori esami (per esempio la colonscopia).

Oltre ad accertare la presenza di emorroidi interne o esterne, la diagnosi permette di stabilirne la gravità. Le emorroidi, e più precisamente quelle interne, possono essere classificate in quattro gradi:

  • di primo grado quando le vene sono dilatate (può essere presente il sanguinamento);
  • di secondo grado quando sporgono all’esterno (prolasso) durante l’evacuazione, ma rientrano spontaneamente;
  • di terzo grado quando il prolasso può essere fatto rientrare manualmente;
  • di quarto grado quando il prolasso non può essere risolto manualmente.

Una corretta diagnosi delle emorroidi è fondamentale per escludere altre cause dei sintomi.

Come si prevengono le emorroidi?

Sebbene le emorroidi siano comuni, soprattutto con l’invecchiamento, è possibile mettere in atto strategie per limitare la probabilità che si sviluppino. La prevenzione delle emorroidi si basa soprattutto su abitudini che aiutano a limitare il rischio di stitichezza. In particolare, è utile seguire una dieta ricca di fibre, bere acqua a sufficienza e svolgere regolarmente attività fisica: le prime due strategie aiutano a mantenere morbide le feci, mentre l’esercizio fisico contribuisce ai movimenti intestinali. Vale la pena osservare che queste abitudini contribuiscono anche, globalmente, al benessere dell’organismo.

Un’altra strategia che può limitare il rischio di sviluppare emorroidi è evitare gli sforzi durante la defecazione.

La prevenzione delle emorroidi si basa soprattutto su abitudini che aiutano a limitare il rischio di stitichezza.

Qual è il trattamento delle emorroidi?

Il tipo di trattamento delle emorroidi più adeguato dipende dalla loro gravità. Nella maggior parte dei casi, per le emorroidi più lievi, sono spesso sufficienti rimedi e accorgimenti che possono essere messi in atto a casa, sempre dietro controllo medico. Tra questi vi sono:

  • aumentare il consumo di alimenti ricchi di fibre;
  • applicare specifiche creme antidolorifiche e/o assumere antinfiammatori non steroidei per mitigare il dolore;
  • effettuare dei semicupi, cioè un bagno tiepido locale in cui si immerge solo la parte inferiore del corpo, o la sola zona pelvica, per alcuni minuti;
  • usare carta igienica inumidita o specifiche salviette per l’igiene intima (ricordandosi di non smaltirle nel water, perché non si degradano nell’acqua).

Se queste strategie non sono sufficienti, è possibile intervenire in vari modi. In particolare, nel caso di emorroidi interne e a seconda della loro gravità, un’opzione può essere rappresentata da procedure quali:

  • legatura delle emorroidi, che consiste nel legarle con appositi elastici di gomma per impedire l’afflusso di sangue, determinando il distacco spontaneo dell’emorroide, che è eliminata con le feci;
  • fotocoagulazione, che mira a indurre la cicatrizzazione e la riduzione dell’emorroide sfruttando il calore (di solito generato da infrarossi) per coagulare i vasi sanguigni che la alimentano;
  • scleroterapia, che consiste nell’iniezione di una sostanza sclerosante (cioè che induce indurimento) nell’emorroide, inducendone il restringimento.

Infine, nei casi più gravi, può essere necessario ricorrere all’intervento chirurgico. Sono principalmente due gli interventi effettuati per il trattamento delle emorroidi: l’emorroidectomia e l’emorroidopessi. La prima si esegue in caso di emorroidi esterne oppure emorroidi interne prolassate, che vengono rimosse chirurgicamente, mentre la seconda, usata per le emorroidi interne prolassate, riposiziona il tessuto in eccesso (senza rimuovere le emorroidi) interrompendone l’afflusso sanguigno e favorendone la riduzione nel tempo.

Cleveland Clinic, Hemorroids, https://my.clevelandclinic.org/health/diseases/15120-hemorrhoids

Fontem RF, Eyvazzadeh D. Internal Hemorroids. StatPearls (2023) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK537182/

ISS Salute, Istituto superiore di sanità, Emorroidi, https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/e/emorroidi

Lawrence A, McLaren ER. External Hemorroids, https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK500009/

Lohisiriwat V. Hemorrhoids: From basic pathophysiology to clinical management. World J Gastroenterol 18 (17), 2009–17 (2012) 10.3748/wjg.v18.i17.2009

National Insitute of Diabetes and Digestive and Kidney Disease, NHI, Hemorroids, https://www.niddk.nih.gov/health-information/digestive-diseases/hemorrhoids/

Korian Redazione

Korian Redazione

Redazione scientifica

L’attività redazionale di Korian si basa su un approccio rigoroso e responsabile alla divulgazione scientifica, con l’obiettivo di offrire contenuti che siano clinicamente accurati e accessibili. Grazie al supporto di un pool di esperti, tra cui medici, biologi e professionisti del settore, specializzati in comunicazione medica, sviluppiamo testi che riflettono l’attualità delle conoscenze scientifiche…Leggi di più