Dito a scatto

Cos’è il dito a scatto? In questa condizione, un dito, di solito pollice o anulare, risulta bloccato in posizione flessa: scopri quali sono le cause e i rimedi disponibili
Korian Redazione

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Redazione scientifica
Articolo revisionato dalla nostra redazione scientifica
10 Settembre 2025

    Il dito a scatto è una condizione in cui uno o più dita della mano si bloccano in posizione flessa e poi si raddrizzano bruscamente, come con uno scatto. In inglese si parla di trigger finger, letteralmente “dito del grilletto”, proprio per la posizione che assume il dito, come se stesse schiacciando un grilletto invisibile. Sia il termine italiano sia quello inglese sono comunque parte del linguaggio comune e non tecnico: nel linguaggio medico, la denominazione precisa è infatti tenosinovite stenosante.

    Questa condizione può presentarsi in ogni dito della mano, ma quelli più comunemente interessati sono l’anulare e il pollice. Dal punto di vista epidemiologico, è più frequente nell’infanzia, prima degli otto anni di età, e negli adulti tra i 40 e i 50 anni; globalmente, comunque, è proprio l’età adulta a registrare più casi. Da segnalare anche che, sebbene rara, esiste una condizione di dito a scatto congenito, spesso bilaterale.

    dito a scatto

    Quali sono le cause del dito a scatto?

    Dal punto di vista anatomico, il dito a scatto è dovuto a un’interferenza nel normale scorrimento di un tendine infiammato all’interno di un canale fibroso che, in condizioni normali, gli permette di muoversi senza attrito. Più precisamente, il disturbo si presenta nei tendini flessori, cioè le strutture che collegano muscoli e ossa del dito e servono per piegarlo. Questi tendini sono avvolti da una guaina e scorrono attraverso strutture fibrose chiamate pulegge che li tengono aderenti all’osso.

    La puleggia più frequentemente coinvolta nel dito a scatto è quella situata alla base del dito, detta puleggia A1. Quando si infiamma o si ispessisce, lo spazio all’interno della puleggia diventa troppo stretto per il passaggio del tendine, che non riesce quindi più a scorrere liberamente e si blocca. Quando poi riesce a superare il punto ristretto, lo fa di colpo, provocando il caratteristico scatto, spesso accompagnato da dolore o da una sensazione di blocco meccanico. Il movimento di flessione del dito, invece, di norma non risulta compromesso.

    La causa specifica che porta all’instaurarsi di questa condizione non è del tutto nota. Alcuni fattori possono comunque contribuire all’insorgenza del dito a scatto. Tra questi vi sono:

    • attività ripetitive delle dita della mano, per esempio uso prolungato di utensili, strumenti musicali, attività manuali pesanti;
    • aver subito traumi locali o microtraumi ripetuti sul palmo o alla base delle dita;
    • anatomia individuale, perché alcune persone possono avere una conformazione più stretta del canale tendineo o anomalie congenite dei tendini;
    • presenza di patologie quali artrite reumatoide, diabete, disturbi della tiroide come ipotiroidismo, gotta, amiloidosi.

    Il dito a scatto è dovuto all’impossibilità da parte del tendine flessore di scorrere nella guaina che lo circonda.

    Quali sono i sintomi del dito a scatto?

    Il dito a scatto è caratterizzato principalmente dalla difficoltà a estendere il dito, che risulta piegato e si raddrizza bruscamente. Questo comporta anche fastidio e difficoltà a usare il dito interessato. Inoltre, possono presentarsi altri segni e sintomi che insorgono in modo graduale o viceversa in modo improvviso. Tra questi i principali sono: 

    • rigidità quando si piega il dito verso il palmo della mano;
    • indolenzimento o dolore alla base del dito interessato, che tendenzialmente peggiora quando si afferra un oggetto;
    • gonfiore o anche presenza di un nodulo palpabile nel palmo della mano.

    Spesso i sintomi, in particolare dolore e rigidità, sono peggiori dopo un periodo di inattività, per esempio al mattino appena svegli, e migliorano muovendo la mano e le dita.

    Pur non essendo pericoloso, il dito a scatto può rendere difficile svolgere alcune attività quotidiane.

    Come si arriva alla diagnosi di dito a scatto?

    Come ogni diagnosi, anche quella del dito a scatto non può prescindere dall’anamnesi e dalla raccolta dei sintomi. La valutazione è comunque essenzialmente clinica: il/la medico/a esamina la mano, con particolare attenzione alla capacità di piegare e stendere le dita e alla presenza di segni quali un nodulo sul palmo.

    In alcuni casi, per una miglior valutazione della condizione, possono essere raccomandati anche esami di imaging, in particolare l’ecografia, grazie alla quale è possibile rilevare l’assottigliamento della puleggia e l’infiammazione tendinea. Se necessario per escludere altre condizioni, possono essere raccomandati anche ulteriori esami, quali la risonanza magnetica e la TC.

    La diagnosi di dito a scatto è clinica, anche se possono essere raccomandati esami di imaging per escludere altre patologie o valutare meglio la condizione.

    Come si previene il dito a scatto?

    Non essendo del tutto nota la causa del dito a scatto, questa condizione non è interamente prevenibile. È tuttavia buona norma tutelare le mani dai traumi (per esempio nell’ambito di attività sportive e/o professionali) e assicurarsi di fare pause quando si svolgono attività ripetitive che ne richiedono un uso intenso.

    Qual è il trattamento del dito a scatto?

    Il trattamento del dito a scatto può basarsi su strategie conservative oppure richiedere un intervento chirurgico: la scelta dell’approccio più idoneo dipende da vari fattori, tra cui la gravità della condizione e le necessità del paziente.

     

    Trattamento conservativo del dito a scatto

    È di norma la prima scelta di trattamento, soprattutto se i sintomi si sono manifestati da poco tempo e la condizione non presenta particolari complicanze. Ha l’obiettivo di ridurre l’infiammazione e migliorare la mobilità del dito, e si basa su:

    • riposo, evitando quei movimenti e attività che aggravano l’infiammazione;
    • uso di un tutore per il dito, per limitare il movimento del tendine e ridurre l’infiammazione (di solito per 6-10 settimane);
    • uso di antinfiammatori non steroidei per ridurre infiammazione e dolore e, se necessario, iniezioni di corticosteroidi; 
    • fisioterapia con esercizi di stretching e mobilizzazione del dito.

     

    Trattamento chirurgico del dito a scatto

    Può essere necessario quando l’approccio conservativo si rivela inefficace, quando il dito risulta permanentemente bloccato e non si riesce più a estendere e anche nell’infanzia. In età pediatrica, infatti, il dito a scatto può facilmente rimanere bloccato in posizione flessa. L’obiettivo della chirurgia è liberare il tendine flessore dal restringimento che ne impedisce il movimento fluido: l’intervento consiste nel rilascio della puleggia, che viene incisa per eliminare il punto di attrito. L’intervento per il dito a scatto si esegue di norma in anestesia locale e non richiede il ricovero: la mano può essere usata già dopo pochi giorni.

    In alcuni casi si può eseguire un rilascio percutaneo, basato sull’uso di un ago o uno strumento sottile per sezionare la puleggia senza aprire la cute. Questa tecnica è meno invasiva rispetto alla chirurgia tradizionale, ma richiede maggior attenzione ed esperienza chirurgica (per evitare di danneggiare i nervi e assicurarsi un rilascio completo della puleggia) e non è adatta a tutti i casi.

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