Disturbo da uso di alcol

Disturbo da uso di alcol: perché non si parla più alcolismo, quali sono i sintomi, quali i danni e qual è il trattamento
Korian Redazione

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Redazione scientifica
Articolo revisionato dalla nostra redazione scientifica
14 Gennaio 2025

    Il disturbo da uso di alcol è una patologia caratterizzata da una ridotta capacità di controllare o interrompere il consumo di alcolici. Rappresenta un disturbo mentale e determina gravi conseguenze a livello fisico e mentale, oltre ad avere un forte impatto negativo a livello personale, deteriorando la sfera sociale e professionale, senza contare i rischi per altre persone derivanti dal consumo eccessivo di alcol (per esempio, incidenti stradali).

    La malattia è ancora spesso chiamata alcolismo e chi ne soffre è spesso definito, in termini colloquiali, alcolista: l’uso di queste espressioni, tuttavia, porta con sé una stigmatizzazione della malattia che può essere controproducente per il trattamento. Altro termine associato alla malattia è dipendenza da alcol: in effetti, gli alcolici contengono etanolo, una molecola psicoattiva e in grado di causare dipendenza. Tuttavia, la dipendenza fisica da alcol non è necessaria per la diagnosi del disturbo da uso di alcol.

    A livello globale si stima che il 7% della popolazione dai 15 anni in su viva con un disturbo da uso di alcol e che il 3,7% viva con una dipendenza da alcol. Sebbene non vi siano dati epidemiologici sulla diffusione del disturbo da uso di alcol in Italia, si stima che nel 2021 fossero circa 750.000 le persone maggiorenni con un consumo dannoso di alcol, cioè il cui consumo di alcol causa danni alla salute psicofisica e che necessitano di un trattamento.

    Quali sono le cause del disturbo da uso di alcol?

    Come per altri disturbi da uso di sostanze, anche quello relativo all’alcol non ha una causa specifica. Tuttavia, sono noti diversi fattori di rischio che aumentano la vulnerabilità della persona e la probabilità che sviluppi la condizione. 

    Principali fattori di rischio per lo sviluppo del disturbo da uso di alcol

    • Fattori genetici. Il disturbo da uso di alcol ha una significativa componente di ereditarietà: sono state individuate le varianti di diversi geni, ciascuna delle quali ha un piccolo effetto sulla vulnerabilità individuale. Tra questi vi sono geni coinvolti, per esempio, nella risposta allo stress, al metabolismo dell’alcol, o nei fattori neurobiologici associati alle dipendenze.
    • Stress. La capacità di rispondere allo stress è a sua volta influenzata da diversi fattori che comprendono variabili quali genetica, sesso, età, ma anche caratteristiche personali come la stima di sé stessi e la personalità, l’esperienza (anche nell’infanzia), i legami sociali. A questi si uniscono il tipo di stress cui si è sottoposti e le sue caratteristiche (per esempio se è cronico, intermittente, prevedibile…). È noto comunque che le persone che hanno subìto traumi, soprattutto nell’infanzia, o sono sottoposte a uno stress significativo nel corso della loro vita hanno un maggior rischio di sviluppare un disturbo da uso di alcol che, nel breve termine, rappresenta per loro una strategia per affrontare lo stress stesso, ma che, a lungo termine, ha un costo significativo in termini fisici e mentali. In altre parole, come riportano alcuni autori, l’alcol ha l’abilità di riuscire contemporaneamente ad alleviare lo stress ed esserne la causa.
    • Disturbi mentali. Il disordine da uso di alcol è frequentemente accompagnato da altri disturbi mentali, quali depressione e disturbi d’ansia. Questi sono riconosciuti come fattori di rischio per lo sviluppo del disturbo da uso di alcol. Ma anche quest’ultimo è, allo stesso un tempo, un fattore di rischio per lo sviluppo e il peggioramento di questi disturbi.
    • Inizio del consumo di alcol in giovane età. Chi beve fin dalla prima adolescenza ha un maggior rischio di sviluppare un disturbo da uso in alcol in età adulta.

    L’impatto di questi fattori varia in relazione all’età e al sesso. Riguardo a quest’ultimo, vale la pena notare che, se storicamente il disturbo da uso di alcol registrava tassi più alti negli uomini, oggi il gap tra i sessi sembra essere diminuito. Inoltre, il rischio di sviluppare il disturbo è più alto per le donne con orientamento sessuale di minoranza (per esempio omosessuali o bisessuali), mentre questo non si osserva nei maschi. I dati sulle minoranze legate al genere (transgender, non binari, genderfluid…) sono ancora scarsi.

    Quali sono i sintomi del disturbo da uso di alcol? 

    Il disturbo da uso di alcol è caratterizzato da diversi sintomi, che non sono necessariamente tutti presenti nella persona che ne soffre. Gli aspetti usati per la diagnosi: 

    • alcol spesso assunto in quantità maggiori o per un periodo più lungo di quanto previsto;
    • desiderio persistente o tentativi infruttuosi di ridurre o controllare l’uso di alcol;
    • impiego di molto tempo in attività necessarie per ottenere l’alcol, usare l’alcol o riprendersi dai suoi effetti;
    • desiderio intenso o una forte voglia di assumere alcol (craving); 
    • incapacità di soddisfare obblighi al lavoro, scolastici o familiari a causa del consumo ricorrente di alcol;
    • uso continuativo di alcol nonostante i persistenti o ricorrenti problemi sociali causati o esacerbati che determina;
    • abbandono o riduzione di attività sociali, lavorative o ricreative a causa dell’uso di alcol;
    • uso ricorrente di alcol in situazioni in cui è fisicamente pericoloso;
    • uso di alcol mantenuto nonostante la consapevolezza di avere un problema fisico o psicologico persistente o ricorrente che è probabilmente causato o esacerbato dall’alcol
    • tolleranza, intesa come la necessità di quantità notevolmente aumentate di alcol per raggiungere l’intossicazione o l’effetto desiderato, oppure effetto notevolmente diminuito con l’uso continuativo della stessa quantità di alcol;
    • astinenza, che si può manifestare sia con il ricorso all’alcol o a sostanze con effetto simile (come le benzodiazepine) per alleviare i sintomi, sia con la caratteristica sindrome da astinenza da alcol.

    La sindrome di astinenza da alcol si manifesta inizialmente con sintomi lievi quali ansia, insonnia, mal di testa e disturbi intestinali, ma progredisce verso sintomi ben più gravi, dei quali il più pericoloso è il delirio da astinenza da alcol. Noto un tempo come delirium tremens, è caratterizzato da allucinazioni, battito cardiaco accelerato (tachicardia), febbre, ipertensione, eccessiva sudorazione, convulsioni. La sindrome da astinenza da alcol è potenzialmente fatale e deve essere trattata prima che si presentino i sintomi più gravi. 

    Un’altra complicanza che può essere letale è il coma etilico, o intossicazione acuta da alcol.

    A lungo andare, il consumo disfunzionale di alcol ha gravi conseguenze su tutto l’organismo. In generale, non esistono dosi sicure per il consumo di alcolici: quantità anche modeste possono infatti essere dannose. A livello gastrointestinale, i danni al fegato sono tra i più noti. È infatti il fegato l’organo responsabile del metabolismo di questa sostanza ed è dunque esposto sia all’alcol sia ai metaboliti tossici originati dalla sua degradazione. Tra i danni che l’alcol può causare al fegato vi sono steatosi alcolica (anche nota come fegato grasso), cirrosi (che rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di tumore al fegato) e infiammazione (epatite). L’alcol può comunque danneggiare anche pancreas e intestino, nonché altri sistemi e apparati, compresi quelli respiratorio, cardiovascolare e nervoso (per esempio, l’alcol contribuisce allo sviluppo di demenza). È particolarmente pericoloso in presenza di altre malattie: per esempio, può contribuire alla progressione del diabete, oltre a rappresentare un fattore di rischio, in sé, per questa e altre malattie, compresi alcuni tumori.

    Per le donne, i problemi si manifestano prima e con consumi minori di alcolici. In gravidanza, inoltre, il consumo di alcolici anche in minime quantità e durante tutta la gestazione è estremamente pericoloso per lo sviluppo del feto e può portare allo spettro dei disordini feto alcolici, la manifestazione più grave dei quali è la sindrome feto-alcolica, che determina problemi a livello del sistema nervoso centrale e nella crescita.

    Infine, vale la pena specificare che il consumo di alcol può indurre alterazioni a livello cerebrale che rinforzano la spinta a consumare alcol, facendo sì che il comportamento da controllato e occasionale diventi incontrollato e cronico. Questi cambiamenti possono durare a lungo dopo che il consumo di alcolici è stato interrotto, contribuendo alle ricadute dopo un periodo di astinenza.

    Come si arriva alla diagnosi di disturbo da uso di alcol?

    Purtroppo, spesso chi soffre di disturbo da uso di alcol ha difficoltà a cercare supporto in prima persona perché tende a negare il problema. Può dunque essere necessario che siano i familiari e persone vicine a spingere il paziente dal/la medico/a; è anche disponibile il Telefono Verde Alcol, un servizio che può indicare le strutture territoriali pubbliche, le associazioni di volontariato e di auto e mutuo aiuto. Nella diagnosi, il disturbo da uso di alcol si distingue tra lieve, moderato e grave in base ai sintomi sperimentati dal paziente nei 12 mesi precedenti.

    Per la diagnosi sono importanti:

    • anamnesi, raccolta se necessario anche con il supporto di un familiare o persona vicina al paziente;
    • valutazione clinica per evidenziare eventuali segni e sintomi che possono indicare il disturbo da uso di alcol (per esempio la presenza di lividi e contusioni, causati da urti involontari quando sotto effetto di alcolici) e suggerire anche eventuali danni organici indotti dall’alcol;
    • test specifici, i più usati dei quali sono i questionari MAST, CAGE e TACE;
    • esami del sangue, che possono anche evidenziare eventuali danni al fegato indotti dall’alcol.

    Come si previene il disturbo da uso di alcol?

    Non esistono dosi sicure per il consumo di alcol: l’indicazione degli esperti si riassume nell’espressione less is better, meno è meglio. Infatti, le Linee guida per una sana alimentazione non indicano dosi a rischio zero, bensì a basso rischio (identificate come 2 unità alcoliche al giorno per gli uomini, 1 per le donne e le persone con più di 65 anni, 0 per i minorenni e le donne in gravidanza). Un’unità alcolica si riferisce a 12 grammi di alcol (equivalente a un bicchiere di vino da 125 ml, una lattina di birra da 330 ml, un aperitivo da 80 ml o 40 ml di superalcolico).

    A livello politico e sociale, gli interventi di prevenzione possono comprendere diverse strategie come il divieto di vendita di alcolici ai minorenni, la restrizione della vendita di alcolici in specifiche fasce orarie, la tassazione sulle bevande alcoliche. Anche le campagne di sensibilizzazione e informazione, con particolare attenzione ai giovani, sono uno strumento importante per far conoscere i rischi derivanti dal consumo di alcol, compreso lo sviluppo di disturbo da uso di alcol, e contribuire alla loro prevenzione.

    Qual è il trattamento del disturbo da uso di alcol?

    Il trattamento del disturbo da uso di alcol dipende dalle caratteristiche del paziente, dalla gravità del disturbo, dalla presenza di eventuali altre patologie: deve dunque essere adattato a ogni persona. L’approccio è comunque multidisciplinare e sono fondamentali il supporto psicoterapeutico e il counselling per il paziente e la sua famiglia.

    Può essere necessario un periodo di disintossicazione, che prevede la somministrazione di farmaci (benzodiazepine) in dosi scalari, fino alla scomparsa dei sintomi da astinenza. Può essere necessaria anche la somministrazione di integratori vitaminici ed elettroliti (sali quali magnesio e calcio) che spesso risultano carenti nelle persone con disturbo da uso di alcol, e i cui deficit hanno potenziali complicanze sull’organismo.

    Nel contesto della terapia del disturbo da uso di alcol, un elemento importante è la prevenzione delle recidive, cioè un ritorno al consumo di alcolici. A questo scopo possono essere somministrati farmaci che diminuiscono il desiderio di alcol e che devono essere assunti sotto controllo medico, continuando con regolarità il follow up con il/la medico/a di riferimento.

    Infine, il contatto con i gruppi di auto-aiuto, quali Alcolisti anonimi e i Club alcologici territoriali, può fornire un valido supporto e contribuire al recupero del disturbo da uso di alcol.

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