Bradicardia

La bradicardia può essere del tutto fisiologica, è importante individuare le condizioni patologiche che possono causarla. Scopri sintomi e trattamento
Korian Redazione

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Redazione scientifica
Articolo revisionato dalla nostra redazione scientifica
3 Ottobre 2025

    La bradicardia è una condizione nella quale il cuore batte a un ritmo più lento rispetto a quello fisiologico, ossia inferiore ai 60 battiti per minuto. Dal punto di vista etimologico, infatti, il termine bradicardia significa proprio “cuore lento” (l’opposto della tachicardia o “cuore veloce”). Questa condizione rappresenta quindi un’alterazione del ritmo cardiaco: spesso è asintomatica e non rappresenta un rischio per la salute, soprattutto se si presenta in persone in buone condizioni fisiche. In particolare, la bradicardia è fisiologica nelle persone che svolgono attività fisica costante e regolare, per le quali rappresenta un adattamento cardiaco legato all’allenamento.

    In altri casi, quando invece la bradicardia è associata alla presenza di sintomi, può dipendere da problemi del nodo senoatriale, del sistema di conduzione elettrica del cuore o da altre malattie e richiede un trattamento; in questi casi, comunque, la bradicardia non è considerata una patologia in sé, quanto piuttosto il sintomo della condizione che l’ha causata.

    Quali sono le cause della bradicardia?

    Per alcune persone, in particolare per chi è molto attivo fisicamente, la bradicardia rappresenta un adattamento fisiologico all’attività fisica, secondo vari meccanismi: per esempio, l’allenamento rafforza il muscolo cardiaco, che dunque riesce a pompare una maggior quantità di sangue all’organismo con ogni battito (gittata sistolica); a sua volta, ciò fa sì che sia sufficiente un minor numero di contrazioni per assicurare all’organismo il sangue ossigenato di cui ha bisogno. Inoltre, i muscoli diventano più efficienti nell’uso di ossigeno e nutrienti, riducendo il carico di lavoro sul cuore. Un altro caso in cui la bradicardia rappresenta una condizione del tutto fisiologica è il sonno: quando si dorme, infatti, la frequenza cardiaca diminuisce naturalmente. Infine, va specificato che anche l’avanzare dell’età può determinare un certo grado fisiologico di bradicardia, legato a un naturale declino del sistema di conduzione dei segnali elettrici.

    In altri casi, la bradicardia è un possibile effetto legato a diversi disturbi e condizioni che possono o meno essere legate al cuore stesso.

     

    Alcune possibili cause patologiche di bradicardia

    • Patologie extra-cardiache. La bradicardia può essere associata a molte malattie che non coinvolgono direttamente o primariamente il cuore: è il caso, per esempio, dell’ipotiroidismo, dell’anoressia nervosa e delle apnee notturne. Inoltre, alcune malattie infettive possono arrivare a coinvolgere il cuore: ne sono esempi la febbre reumatica e la malattia di Lyme.
    • Patologie cardiache. Varie condizioni cardiache possono direttamente o indirettamente causare bradicardia. È il caso del blocco cardiaco, un termine ombrello che indica disturbi della conduzione dei segnali elettrici nel cuore, per cui la trasmissione dei segnali tra gli atri (le camere superiori) e i ventricoli (le camere inferiori) risulta ritardata o bloccata. Un altro esempio è la malattia (o sindrome) del nodo seno-atriale, la struttura che rappresenta il naturale pacemaker del cuore: quando non riesce a generare impulsi elettrici regolari e adeguati, si presenta la bradicardia. Anche le cardiomiopatie, l’infarto, l’insufficienza cardiaca e gli interventi chirurgici al cuore possono portare a bradicardia. 
    • Farmaci e tossine. Vari trattamenti farmacologici e alcune tossine possono determinare un rallentamento del ritmo cardiaco. Tra questi vi sono per esempio i beta bloccanti e i calcio antagonisti (in particolare quelli non diidropiridinici), il cui obiettivo è proprio diminuire la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa (sono infatti usati nel trattamento dell’ipertensione), e molti altri farmaci.

    La bradicardia può essere del tutto fisiologica oppure legata a condizioni mediche sottostanti, delle quali rappresenta una manifestazione.

    Quali sono i sintomi della bradicardia?

    In molti casi, la bradicardia è del tutto asintomatica: questo vale soprattutto quando la condizione è fisiologica. Quando presenti, i sintomi sono da ricondurre al minor apporto di sangue pompato dal cuore: in particolare, sono comuni stanchezza/debolezza, dispnea (difficoltà a respirare, soprattutto quando si compiono sforzi fisici) e vertigini o anche svenimenti. Soprattutto nelle persone anziane, il diminuito afflusso di sangue al cervello può anche causare confusione mentale e problemi cognitivi.

    Inoltre, a seconda delle cause della bradicardia, si possono presentare anche altri sintomi: per esempio, se è presente la malattia del nodo seno-atriale, alla bradicardia si può alternare la tachicardia e così via. 

    Come si arriva alla diagnosi di bradicardia?

    Come anticipato, la bradicardia non è necessariamente una condizione patologica. È però fondamentale riconoscerla correttamente per capire se dipenda da un’altra condizione medica e, se sì, quale. In questo contesto, la valutazione dei sintomi è essenziale, così come un’accurata anamnesi che consenta di mettere in evidenza fattori di rischio per patologie cardiache e non e la storia medica, compreso l’uso di farmaci che possono alterare il ritmo cardiaco. 

    Alla valutazione clinica sono inoltre associati esami strumentali, in particolare l’elettrocardiogramma (ECG), che permette di registrare l’attività elettrica del cuore tramite elettrodi applicati sulla pelle. Ne risulta un tracciato grafico che rappresenta le diverse fasi dell’attività cardiaca, dal quale si possono valutare ritmo, frequenza e conduzione elettrica del cuore, nonché eventuali anomalie. Oltre a evidenziare la presenza di bradicardia, l’ECG consente di valutare da dove nasce il rallentamento: per esempio, nella bradicardia sinusale l’origine è il nodo seno-atriale, mentre in altri casi il problema non risiede nella generazione dell’impulso elettrico da parte del pacemaker del cuore bensì nella sua conduzione dagli atri ai ventricoli (blocchi atrioventricolari).

    In base ai risultati dell’ECG e alle altre informazioni raccolte, il/la medico/a può poi indicare ulteriori e più specifici esami per indagare le cause della bradicardia (compresi esami del sangue e altre indagini strumentali).

    L’ECG è il principale esame di riferimento per la valutazione della bradicardia.

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    Come si previene la bradicardia?

    Non sempre la bradicardia è interamente prevenibile, né, d’altronde, è necessariamente un problema patologico: per esempio, nel caso della bradicardia legata all’attività sportiva regolare e intensa, si tratta del riflesso di un cuore più efficiente. 

    In linea generale, si possono comunque adottare strategie per limitare il rischio di condizioni patologiche che hanno tra le manifestazioni la bradicardia. Ciò significa essenzialmente seguire le norme igieniche per la prevenzione delle infezioni, trattandole prontamente e nel modo corretto se comunque si presentano, e seguire uno stile di vita sano basato su un’attività fisica regolare, una dieta equilibrata e l’astensione dal fumo per tutelare la salute del cuore. 

    Qual è il trattamento della bradicardia?

    Una bradicardia fisiologica e non sintomatica non richiede alcun trattamento; quest’ultimo può invece essere necessario se la condizione è sintomatica o associata ad altre patologie. Il corretto trattamento di queste ultime, peraltro, può permettere di risolvere anche la bradicardia (vale anche nel caso in cui la bradicardia sia indotta da farmaci, con la loro interruzione o aggiustamento dell’assunzione se possibile).

    In linea di massima, comunque, il trattamento della bradicardia si basa sull’uso di farmaci o di un pacemaker.

     

    Trattamenti medici per la bradicardia

    • Terapia farmacologica. La bradicardia può essere trattata con farmaci come l’atropina: questa strategia è di norma applicata in contesti ospedalieri, come trattamento d’emergenza se la bradicardia causa per esempio una grave ipotensione.
    • Impianto di un pacemaker. È particolarmente indicato in presenza di bradicardia sintomatica dovuta a problemi al nodo seno-atriale del cuore, o blocchi atrioventricolari gravi: consiste nell’inserimento di un dispositivo elettronico che genera impulsi elettrici per stimolare il cuore.

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