Artrosi della spalla
L’artrosi della spalla è una malattia degenerativa caratterizzata da un danno progressivo della cartilagine che riveste le articolazioni che regolano il movimento della spalla, con la formazione di erosioni ossee, dolore e una graduale perdita della funzionalità motoria.
Per comprendere meglio come si sviluppa questa condizione patologica e quali parti colpisce, è utile conoscere come è composta l’articolazione della spalla. È costituita da tre ossa: la scapola, l’omero e la clavicola, che formano due articolazioni:
- l’articolazione gleno-omerale: è la principale articolazione della spalla, in cui la testa dell’omero si inserisce nella glenoide, la cavità della scapola;
- l’articolazione acromion-claveare: si trova dove la clavicola si unisce all’acromion, la parte superiore e laterale della scapola.
L’artrosi può colpire entrambe queste articolazioni, ma è più frequente nell’articolazione gleno-omerale (artrosi gleno-omerale). Normalmente, la cartilagine che riveste la testa dell’omero e la glenoide permette alle superfici ossee di scorrere senza attrito e funge da cuscinetto contro gli urti. Con il passare del tempo, questa cartilagine può deteriorarsi e quando si assottiglia e si consuma del tutto, le ossa iniziano a sfregare tra loro, provocando dolore, rigidità e limitazione dei movimenti.
L’artrosi della spalla può presentarsi in forma concentrica o eccentrica.
Nell’artrosi concentrica, l’usura della cartilagine è uniforme e la testa dell’omero rimane centrata rispetto alla glenoide, mantenendo il corretto allineamento articolare. Al contrario, nell’artrosi eccentrica l’usura è asimmetrica e la testa omerale si sposta rispetto alla sua sede naturale, spesso verso l’alto o indietro, generalmente a causa di una lesione della cuffia dei rotatori, un gruppo di muscoli e tendini che avvolgono l’articolazione gleno-omerale della spalla, stabilizzandola.
L’artrosi della spalla si sviluppa in quattro stadi principali:
- stadio 1 – iniziale: la cartilagine inizia ad ammorbidirsi, ma i sintomi sono assenti o molto lievi e poco significativi;
- stadio 2 – lieve: compaiono le prime crepe sulla superficie della cartilagine; si manifestano dolore e rigidità durante i movimenti della spalla;
- stadio 3 – moderato: la cartilagine si indebolisce e inizia a sfaldarsi, perdendo la sua funzione ammortizzante; il dolore diventa più frequente con il movimento, mentre la rigidità si accentua dopo lunghi periodi di inattività o riposo;
- stadio 4 – avanzato: la cartilagine è completamente consumata e l’osso sottostante rimane esposto; le ossa della spalla sfregano tra loro, provocando dolore, gonfiore e rigidità intensi, anche a riposo; in questo stadio si possono formare speroni ossei (osteofiti), che ostacolano il movimento e possono staccarsi, diventando corpi mobili all’interno dell’articolazione.
L’artrosi della spalla è meno frequente rispetto a quella dell’anca o del ginocchio, ma si stima che circa una persona su tre oltre i 50 anni, soprattutto di sesso femminile, ne sia colpita in qualche misura.
L’artrosi della spalla è meno comune rispetto a quella dell’anca o del ginocchio, ma si stima che circa una persona su tre sopra i 50 anni ne sia colpita in qualche misura.

Quali sono le cause dell’artrosi della spalla?
Nella maggior parte dei casi, l’artrosi della spalla si sviluppa senza una causa precisa e identificabile, come parte del naturale processo di invecchiamento.
Quali sono i fattori di rischio dell’artrosi della spalla?
Ci sono diversi fattori di rischio che possono contribuire allo sviluppo dell’artrosi della spalla, tra cui:
- traumi o infortuni: fratture, lussazioni o impatti gravi possono danneggiare la superficie cartilaginea dell’articolazione;
- malattie infiammatorie articolari: in condizioni autoimmuni come l’artrite reumatoide, il sistema immunitario attacca i tessuti sani, compreso il rivestimento dell’articolazione;
- lesioni ai tendini della spalla: per esempio alla cuffia dei rotatori;
- problemi neurologici: compromettono la funzionalità della spalla;
- osteonecrosi: morte di parte della testa dell’omero causata da un’interruzione del flusso sanguigno, spesso dovuta a traumi o ad alcune malattie;
- instabilità gleno-omerale: può alterare i normali movimenti dell’articolazione;
- malattie sistemiche: per esempio la gotta o l’anemia falciforme;
- età superiore ai 50 anni;
- sesso femminile;
- obesità: può favorire l’usura delle articolazioni;
- familiarità per la malattia;
- condizioni climatiche: per esempio l’umidità o la pioggia possono accentuare i sintomi dolorosi;
- attività lavorative o sportive: professioni fisicamente impegnative o sport che prevedono movimenti ripetitivi e sopra la testa possono aumentare il rischio di sviluppare artrosi della spalla;
- tabagismo e disturbo da uso di alcol.
Quali sono i sintomi dell’artrosi della spalla?
I sintomi dell’artrosi della spalla possono variare notevolmente da persona a persona e la loro gravità non sempre corrisponde al livello di danneggiamento della cartilagine.
Il dolore è il sintomo più comune. Inizialmente si avverte durante l’attività o con il movimento del braccio, ma tende a peggiorare progressivamente e può comparire anche in assenza di movimento, diventando continuo e persistendo anche a riposo, fino a interferire con il sonno e le attività quotidiane. Spesso il dolore si irradia lungo il braccio e, nelle forme più gravi, può estendersi fino al gomito o al polso. La malattia è caratterizzata da un andamento alternante, con fasi di dolore intenso che possono durare settimane o mesi, seguite da periodi in cui i disturbi sono lievi o assenti.
Altri sintomi comuni includono:
- rigidità e perdita della mobilità: la spalla può risultare rigida, con una progressiva riduzione della libertà di movimento; la rigidità può essere più marcata al mattino o dopo lunghi periodi di inattività, ma tende a migliorare con il movimento;
- rumori articolari (crepitii): durante i movimenti si possono percepire sfregamenti, clic, scrosci o schiocchi causati dall’irregolarità delle superfici articolari, che possono manifestarsi con o senza dolore;
- versamento articolare: talvolta si verifica un accumulo di liquido all’interno dell’articolazione;
- disturbi del sonno: il dolore e la difficoltà a trovare una posizione comoda possono compromettere il riposo notturno.

Come si arriva alla diagnosi di artrosi della spalla?
In genere, la diagnosi dell’artrosi della spalla viene formulata dal/la medico/a durante una visita ortopedica. Oltre alla raccolta anamnestica, viene eseguito un esame obiettivo approfondito, valutando la forza muscolare, la presenza di dolore alla palpazione o crepitii e di eventuale gonfiore o ingrossamento della spalla, la mobilità dell’articolazione e l’eventuale presenza di segni di lesioni recenti o pregresse o di artrosi in altre articolazioni.
Dopo la visita ortopedica potrebbero essere necessari ulteriori esami quali:
- radiografia della spalla (RX): consente di valutare lo stato delle ossa e lo spazio articolare, pur senza permettere la visualizzazione diretta della cartilagine; in presenza di artrosi, può evidenziare la riduzione dello spazio articolare, alterazioni ossee, osteofiti e cisti;
- tomografia computerizzata della spalla (TC): permette di individuare eventuali difetti articolari e spesso è indicata per la pianificazione di un intervento chirurgico;
- risonanza magnetica della spalla (RM): permette di identificare lesioni dei tessuti molli o alterazioni sottili della cartilagine; la presenza di edema è indice di un coinvolgimento avanzato della cartilagine.
Come si previene l’artrosi della spalla?
L’artrosi della spalla, pur essendo spesso legata all’invecchiamento e al naturale deterioramento delle articolazioni, può essere prevenuta o rallentata adottando alcune strategie utili per mantenere la salute articolare, quali:
- mantenere un peso corporeo sano: il sovrappeso aumenta il carico sulle articolazioni, comprese quelle della spalla, e può contribuire al deterioramento della cartilagine;
- praticare attività fisica regolare: esercizi mirati al rafforzamento dei muscoli che supportano la spalla aiutano a stabilizzare l’articolazione e a prevenire microtraumi;
- evitare movimenti ripetitivi e sovraccarichi: le attività che comportano gesti ripetitivi sopra la testa o il sollevamento di carichi eccessivi possono accelerare l’usura articolare;
- correggere eventuali difetti posturali: una buona postura riduce lo stress sulle articolazioni della spalla; in caso di squilibri muscolari o alterazioni della postura, può essere utile rivolgersi a un/una fisiatra;
- prevenire e trattare tempestivamente traumi alla spalla: fratture, lussazioni o lesioni ai tendini e ai legamenti devono essere gestiti correttamente per evitare danni secondari all’articolazione;
- adottare uno stile di vita sano: evitare il fumo e ridurre l’assunzione eccessiva di alcol contribuiscono alla salute generale delle ossa e delle articolazioni.
Qual è il trattamento dell’artrosi della spalla?
L’artrosi è una malattia cronica per la quale non esiste una cura definitiva. Le opzioni di trattamento di tipo conservativo hanno l’obiettivo di ridurre il dolore e mantenere la mobilità della spalla e comprendono:
- modifiche dello stile di vita: è indicato limitare le attività quotidiane e sportive che causano dolore alla spalla;
- esercizi per la spalla: lo stretching quotidiano (2-3 minuti al giorno) è utile per mantenere o migliorare la mobilità articolare e prevenire la perdita progressiva del movimento; il rafforzamento muscolare, non è generalmente consigliato poiché può aumentare il dolore, ma può essere eseguito se ben tollerato;
- tecniche aggiuntive: agopuntura, dry needling, massaggi, elettroterapia (TENS Stimolazione Elettrica Transcutanea dei Nervi), termoterapia, mobilizzazioni articolari, kinesio taping e analisi biomeccanica possono aiutare nella gestione del dolore;
- ghiaccio: l’applicazione più volte al giorno per 20-30 minuti contribuisce a ridurre l’infiammazione e ad alleviare il dolore; può essere utile anche prima di coricarsi in caso di dolore notturno;
- calore umido: può favorire il riscaldamento dell’articolazione prima dello stretching;
- farmaci per la gestione del dolore: il paracetamolo rappresenta l’opzione di prima scelta; i salicilati e soprattutto i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) risultano generalmente più efficaci, ma richiedono cautela nell’uso; è sempre buona prassi consultare il/la medico/a prima di assumere farmaci;
- infiltrazioni con corticosteroidi: possono ridurre l’infiammazione e alleviare il dolore; viene raccomandato di non superare tre somministrazioni l’anno e di evitare un intervento chirurgico entro tre mesi dall’ultima iniezione;
- infiltrazioni con acido ialuronico: possono migliorare dolore e funzione articolare, sebbene raramente riescano a eliminare completamente il dolore.
Se i rimedi conservativi non sono efficaci e l’artrosi progredisce, si procede con un approccio chirurgico:
- protesi di spalla: prevede la sostituzione delle parti articolari danneggiate con componenti artificiali in metallo e plastica; la sostituzione totale o inversa della spalla rappresenta la soluzione preferita nei casi di artrosi grave;
- debridement artroscopico: consiste nella rimozione dei frammenti di cartilagine danneggiata e nella pulizia dell’articolazione mediante strumenti introdotti attraverso piccole incisioni; è indicato nei casi lievi e può offrire sollievo dal dolore per 12-24 mesi, pur non rappresentando una soluzione definitiva.
L’obiettivo principale della chirurgia è il sollievo dal dolore, più che il recupero completo della funzione articolare. La scelta del tipo di intervento dipende da fattori quali età, occupazione, livello di attività, aspettative, dimensione e localizzazione delle lesioni.
I trattamenti per l’artrosi della spalla mirano a ridurre il dolore e mantenere la mobilità; se i trattamenti conservativi non risultano efficaci, si può ricorrere alla chirurgia.
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Korian Redazione
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