Apnee notturne

Cosa sono le apnee notturne? Approfondiamo sintomi, cause, diagnosi e rimedi
Korian Redazione

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Redazione scientifica
Articolo revisionato dalla nostra redazione scientifica
9 Gennaio 2025

    Le apnee notturne, anche chiamate sindrome delle apnee notturne, sono una condizione nella quale, durante il sonno, la respirazione si interrompe e riprende più volte, in modo ripetuto. Di conseguenza, l’ossigenazione dell’organismo risulta alterata; il sonno è inoltre frammentario e porta a un minor senso di riposo. In questo modo, le apnee notturne determinano un peggioramento della qualità della vita di chi ne soffre, ma comportano anche un maggior rischio di sviluppare disturbi cardiovascolari e metabolici, legati alle fluttuazioni dei livelli di ossigeno che causano. 

    Le apnee notturne sono un disturbo diffuso a livello globale: si stima che la forma più comune, l’apnea ostruttiva del sonno, interessi circa un miliardo di persone in tutto il mondo.

    Quali sono le cause delle apnee notturne?

    Esistono due diverse forme di apnee notturne, ciascuna dovuta a cause differenti, che possono presentarsi anche in combinazione tra loro.

    Tipi di apnee notturne

    • Apnea ostruttiva del sonno. Rappresenta la forma più comune e si verifica quando le vie aeree superiori (la parte del sistema respiratorio che comprende naso, bocca, faringe e laringe) rimangono ripetutamente bloccate durante il sonno, interrompendo la respirazione in modo parziale o totale. Può derivare dalla conformazione anatomica della persona (per esempio la presenza di tonsille e/o adenoidi particolarmente voluminose). Uno dei più importanti fattori di rischio per questo tipo di disturbo è l’obesità, perché il grasso in eccesso si deposita anche a livello delle vie aeree superiori, restringendone il diametro. Sono stati comunque individuati anche altri fattori di rischio, tra cui diabete, disturbi ormonali (per esempio l’ipotiroidismo), gravidanza, fumo di tabacco e consumo di alcol. L’apnea ostruttiva del sonno è più comune tra gli uomini che tra le donne, soprattutto con l’invecchiamento; per le donne, il disturbo si presenta più comunemente dopo la menopausa, a causa dei cambiamenti ormonali che si verificano.
    • Apnea centrale del sonno. È la forma più rara e si verifica quando il cervello non manda adeguatamente i segnali ai muscoli necessari per la respirazione; l’interruzione momentanea di quest’ultima non dipende quindi da un’ostruzione fisica delle vie aeree. L’apnea centrale del sonno si può verificare a seguito di diversi disturbi quali ictus, fibrillazione atriale, insufficienza cardiaca o renale. I disturbi cardiovascolari rappresentano quindi un fattore di rischio per questa condizione, ma ne sono anche influenzati negativamente. L’apnea centrale del sonno può insorgere anche quando si dorme ad alte quote o con l’uso di alcuni farmaci, in particolare oppioidi. In alcuni casi, la causa dell’apnea non è identificabile e si parla quindi di apnea centrale idiopatica. 

    A volte, il trattamento per l’apnea ostruttiva del sonno può far emergere l’apnea centrale: si parla in questo caso di apnea del sonno complessa.

    Vale la pena evidenziare che la gravidanza può portare alla comparsa di apnee notturne, soprattutto nel terzo trimestre. In questo caso, le apnee notturne possono essere causa di complicanze quali per esempio diabete gestazionale, nascita prematura e basso peso del neonato.

    Sintomi apnee notturne

    Quali sono i sintomi delle apnee notturne?

    I sintomi delle apnee notturne sono più facilmente rilevabili da un partner o un familiare, che si può accorgere di come il respiro durante la notte s’interrompa e riprenda improvvisamente, del forte russamento (che caratterizza in particolare l’apnea ostruttiva) e dell’ansimare in cerca d’aria durante il sonno. Spesso, infatti, il paziente non si accorge dei sintomi. 

    Si possono comunque presentare anche alcuni sintomi di cui si può accorgere il paziente stesso, come la stanchezza durante il giorno, la bocca secca, il mal di testa mattutino, disfunzioni sessuali o diminuita libido, la necessità di urinare spesso durante la notte. Alcuni di questi sintomi (come il mal di testa) sono più comuni nelle donne che, inoltre, possono manifestare sintomi differenti quali insonnia e ansia

    I sintomi dell’apnea ostruttiva del sonno e di quella centrale sono sovrapponibili, anche se il russamento è un aspetto prevalente nel caso dell’apnea ostruttiva (sebbene non sia obbligatoriamente presente). 

    Il disturbo può peggiorare la qualità della vita, portando alla stanchezza diurna che interferisce con le attività quotidiane. Inoltre, se non trattato, è associato a un maggior rischio di sviluppare problemi metabolici e cardiovascolari come ipertensione, diabete e infarto cardiaco e perfino morte prematura. Questo perché gli sbalzi nei livelli di ossigeno dovuti all’improvvisa interruzione della respirazione danneggiano il cuore e alterano i livelli di glucosio (il principale zucchero usato dall’organismo) nel sangue, aumentando la resistenza all’insulina (uno dei due principali ormoni che ne regola il metabolismo).

    Come si arriva alla diagnosi di apnee notturne?

    La diagnosi di apnee notturne può non essere facile, perché chi ne soffre spesso non si accorge dei sintomi. In ogni caso, se si sospetta di avere il disturbo (anche avvalendosi dell’osservazione di un partner o un familiare), è necessario rivolgersi al/la medico/a di famiglia, che può fare una prima valutazione clinica raccogliendo l’anamnesi ed eventuali fattori di rischio e controllando le vie aeree superiori, e indirizzare a un/a specialista. Oltre alla valutazione clinica, per la diagnosi di apnee notturne può essere richiesta la compilazione di un questionario del sonno (strumento che aiuta a valutare la sonnolenza diurna e la durata del riposo). Inoltre, possono essere richiesti test che consentano di valutare la respirazione e altre funzioni corporee durante il sonno. Tra questi vi è per esempio la polisonnografia, che si esegue in ospedale o in un centro del sonno e che permette il monitoraggio di diversi parametri (per esempio attività cerebrale, movimenti oculari, respirazione, movimenti degli arti eccetera). È anche possibile un monitoraggio domiciliare del sonno, eseguito con dispositivi portatili che permettono di valutare la respirazione e il battito cardiaco.

    Con la diagnosi è anche possibile classificare la gravità del disturbo, distinta tra lieve, moderata e grave in base al numero di eventi di apnea che si verificano nell’arco di un’ora di sonno. 

    Come si prevengono le apnee notturne?

    Sebbene non tutti i fattori di rischio per le apnee notturne siano modificabili (è il caso, per esempio, dell’età, del sesso e della conformazione anatomica delle vie aeree superiori), la prevenzione del disturbo è possibile agendo sui fattori modificabili, in particolare con un corretto stile di vita. Evitare le bevande alcoliche, non fumare e perdere peso se necessario sono tutte strategie che possono aiutare a prevenire la comparsa di apnee notturne. 

    Prevenire apnee notturne

    Qual è il trattamento delle apnee notturne?

    Esistono diverse strategie di trattamento delle apnee notturne, che si basano su modifiche dello stile di vita, sull’uso di particolari dispositivi notturni e in alcuni casi, se necessario, sull’intervento chirurgico. Non esistono invece rimedi farmacologici in grado di risolvere le cause fisiche o neurologiche delle apnee.

    In generale, la prima strategia per il trattamento del disturbo è basata su uno stile di vita sano, che comprende smettere di fumare, limitare il consumo di alcolici e mantenere il peso corporeo nella norma (o dimagrire in caso di sovrappeso oppure obesità). È inoltre consigliato dormire di lato, invece che sulla schiena, perché questa posizione favorisce l’apertura delle vie aeree. 

    A questo approccio si può unire l’uso di dispositivi che prevengono la chiusura delle vie aeree durante il sonno. Il più comune è il dispositivo per la ventilazione meccanica a pressione positiva continua (Continuous Positive Airway Pressure, CPAP): si tratta di uno strumento applicato sul viso con una mascherina, che assicura una pressione costante di aria per evitare che le vie aeree si chiudano. Sebbene possa essere necessario del tempo per abituarsi a dormire con il CPAP, il dispositivo è molto efficace nell’eliminare gli episodi di apnea. 

    In alcuni casi (per esempio per chi non riesce a tollerare il CPAP) può invece essere consigliato un dispositivo orale, come quello di avanzamento mandibolare (Mandibular Advancement Device, MAD): si tratta di uno strumento applicato in bocca (come un normale apparecchio ortodontico) che permette di portare leggermente in avanti la mandibola durante il sonno, così da aumentare lo spazio nella parte posteriore della gola. Questo dispositivo è comunque generalmente consigliato solo per i casi più lievi. 

    L’intervento chirurgico non è di norma consigliato, a causa della minor efficacia rispetto al CPAP. Tuttavia, in alcuni casi si può ricorrere alla chirurgia per correggere eventuali anomalie fisiche. Per esempio, possono essere rimosse le tonsille o le adenoidi che ostruiscono le vie aeree, oppure si possono eseguire interventi di avanzamento della mandibola per allargare lo spazio nella gola.

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