Alluce valgo

Cos’è l’alluce valgo? Scopri le cause, i sintomi, come si arriva alla diagnosi e i trattamenti disponibili
Korian Redazione

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Redazione scientifica
Articolo revisionato dalla nostra redazione scientifica
13 Gennaio 2025

    L’alluce valgo è una condizione nella quale l’alluce, il primo dito del piede, si sposta verso le altre dita, sulle quali può in alcuni casi arrivare ad accavallarsi. All’alluce valgo è associata la comparsa di una protuberanza ossea, che si sviluppa a livello dell’articolazione dell’alluce. 

    Per capire meglio la condizione, vale la pena spendere qualche parola sulla struttura dell’alluce. Questo presenta due articolazioni e due falangi (come il pollice nella mano). L’articolazione superiore permette il movimento della seconda falange; l’articolazione inferiore collega l’alluce al primo metatarso, una delle ossa della parte anteriore del piede. L’alluce valgo si sviluppa proprio a livello di questa articolazione, con la deviazione della prima falange dell’alluce verso le altre dita e del primo metatarso verso l’interno del piede. A causa di questa condizione, l’articolazione risulta gonfia e infiammata. Una situazione sostanzialmente equivalente si può presentare anche sul quinto dito (il “mignolo”) del piede: si parla in questo caso di quinto dito varo, anche conosciuto come bunionette o callo del sarto.

    L’alluce valgo rappresenta uno dei più comuni disturbi del piede e interessa prevalentemente le donne, soprattutto in età più avanzata. Sebbene possa essere una condizione dolorosa, per l’alluce valgo sono disponibili diversi tipi di trattamento che migliorano i sintomi in modo significativo.

    Quali sono le cause dell’alluce valgo?

    Le cause precise dell’alluce valgo non sono del tutto note; sembra comunque derivare dal contributo di diversi fattori. La genetica ha un ruolo nello sviluppo della condizione, che si presenta più di frequente in persone con familiari che hanno a loro volta l’alluce valgo; anche alcune malattie osteoarticolari (come l’artrite reumatoide e l’artrite psoriasica) oppure disordini neuromuscolari o del tessuto connettivo (come la sindrome di Marfan, una malattia genetica) sono associate a un maggior rischio di alluce valgo. 

    Un altro possibile fattore di rischio per lo sviluppo della condizione è il tipo di calzature: si pensa infatti che l’uso di scarpe strette e tacchi, che forzano il dito in una posizione innaturale, sia associato a un maggior rischio di alluce valgo (vale la pena tenere presente che, comunque, questo si può presentare anche in persone che indossano abitualmente scarpe larghe e comode).

    L’alluce valgo è più comune nelle donne, probabilmente a causa di differenze nelle ossa e nei legamenti; anche l’invecchiamento rappresenta un fattore di rischio, a causa delle alterazioni nella meccanica articolare e nei modelli di carico plantare che si verificano con l’avanzare dell’età. 

    Sono infine fattori di rischio condizioni del piede quali, per esempio:

    • metatarso addotto, in cui i metatarsi sono inclinati verso l’interno, causando una deviazione del piede;
    • ipermobilità del primo raggio, caratterizzata da eccessiva mobilità del primo metatarso e dell’alluce;
    • piede piatto, in cui l’arco plantare è ridotto o assente.
    Alluce valgo

    Quali sono i sintomi dell’alluce valgo?

    L’alluce valgo si sviluppa lentamente e diventa visibile a occhio nudo. Alla deformità dell’alluce e alla protuberanza a livello dell’articolazione possono essere associati sintomi quali dolore all’articolazione (soprattutto durante il movimento), sensibilità, rossore, infiammazione. Sulla protuberanza ossea possono inoltre formarsi calli, mentre l’alluce può essere rigido, con mobilità limitata. Quest’ultima condizione può comportare anche difficoltà a camminare. Un altro possibile sintomo associato all’alluce valgo è la sensazione di formicolio nella parte dorsale della protuberanza ossea, indicativa di un’infiammazione del nervo cutaneo dorsale mediale (uno di quelli che innerva il piede), probabilmente per la compressione causata dalla deformazione.

    Si possono inoltre presentare vesciche, ulcerazioni, cheratosi interdigitale (un ispessimento della pelle tra le dita dei piedi) e irritazione della pelle in prossimità della protuberanza ossea.

    Sebbene nelle fasi iniziali l’alluce valgo possa essere più che altro un difetto estetico e per molte persone non causi particolari problemi, la condizione è progressiva e, con il passare del tempo, frequenza, durata e intensità del dolore possono peggiorare gradualmente, spesso limitando le attività fisiche. Nelle forme più gravi, la presenza di alluce valgo può alterare la postura della persona, e questo a sua volta può causare disturbi a ginocchia, bacino e colonna vertebrale. Altre possibili complicazioni dell’alluce valgo sono:

    • borsite, cioè l’infiammazione delle borse, piccole sacche ripiene di liquido che proteggono le articolazioni;
    • dito a martello, ossia una curvatura anomala del dito del piede (di solito quello accanto all’alluce), che può causare dolore;
    • metatarsalgia, un’infiammazione dei metatarsi che causa dolore nella parte anteriore del piede;
    • artrosi, cioè deterioramento della cartilagine dell’articolazione.

    Come si arriva alla diagnosi di alluce valgo?

    Per la diagnosi di alluce valgo, un/a ortopedico/a o podologo/a esamina il piede per valutarne la conformazione e la capacità di movimento, oltre a informarsi sui sintomi riferiti dal paziente. L’esame fisico è di solito sufficiente per la diagnosi; il/la medico/a può tuttavia raccomandare anche esami strumentali per valutare meglio la situazione e l’eventuale danno a carico dell’articolazione. L’esame di riferimento è la radiografia, in particolare la radiografia sotto carico, cioè eseguita mentre il paziente è in posizione eretta (infatti, l’allineamento delle ossa del piede cambia quando si è in piedi rispetto a quando si è seduti). L’esame permette di stabilire con precisione la gravità dell’alluce valgo, in base ai gradi di deviazione delle ossa, e di verificare se l’articolazione è infiammata.

    Alluce valgo sintomi

    Come si previene l’alluce valgo?

    Non vi sono strategie che permettano di prevenire lo sviluppo dell’alluce valgo; è però buona norma evitare calzature strette, soprattutto in punta, e scegliere invece scarpe confortevoli, adeguate alla forma del proprio piede.

    Qual è il trattamento dell’alluce valgo?

    A seconda della gravità dell’alluce valgo e delle condizioni del paziente, il trattamento può basarsi su un approccio conservativo (non chirurgico) oppure richiedere un intervento chirurgico. Il primo, pur non correggendo la deformazione dell’alluce, rappresenta comunque di solito la prima scelta per la gestione dei sintomi. Si basa innanzitutto sulla scelta di calzature basse e larghe e sulla somministrazione di antinfiammatori non steroidei per ridurre dolore e infiammazione; in quest’ottica, un altro rimedio utile in caso di alluce valgo è l’applicazione di ghiaccio sulla protuberanza infiammata. Possono essere raccomandati anche cuscinetti protettivi in silicone da indossare all’interno della scarpa, e ortesi, cioè dispositivi quali tutori, stecche, distanziatori per le dita o solette ortopediche. L’approccio conservativo può anche prevedere esercizi di stretching, per aiutare a mantenere la mobilità dell’articolazione interessata.

    Se questa prima strategia non è sufficiente, è possibile intervenire con la chirurgia. Esistono diverse tecniche chirurgiche per correggere l’alluce valgo, anche mininvasive, che si possono raggruppare in due categorie principali: l’osteotomia e l’artrodesi.

    L’osteotomia consiste sostanzialmente in un’incisione sull’osso per poterlo poi riallineare correttamente; la frattura causata dall’intervento è fissata con placche, viti o perni. Di solito questo intervento è eseguito in combinazione con procedure sui tessuti molli, cioè volte a riequilibrare i legamenti e i tendini attorno all’articolazione, perché sono spesso necessarie entrambe le operazioni per mantenere il corretto allineamento dell’alluce.

    L’artrodesi è usata di solito solo in alcuni casi (per esempio se interventi precedenti hanno fallito o se la condizione di alluce valgo è molto grave). Consiste nella fusione delle due ossa dell’articolazione tra primo metacarpo e falange dell’alluce (articolazione metatarso-falangea), così da stabilizzarla. La superficie articolare danneggiata viene rimossa e le ossa riposizionate correttamente e fissate con placche o altri dispositivi. L’artrodesi comporta una perdita di mobilità, perché le ossa fuse insieme non possono muoversi, ma l’intervento permette anche di eliminare il dolore e migliorare la deambulazione. 

    Per la fase di recupero dopo l’operazione è necessario indossare un bendaggio che permette di mantenere l’alluce nella posizione corretta; particolare attenzione deve anche essere prestata alle calzature da usare e a non caricare il peso sul piede operato. A seconda del tipo di operazione, il recupero può essere di durata variabile; è inoltre raccomandata di norma una scarpa specifica che permette, appunto, di proteggere il piede operato nella fase di recupero. 

    ISS Salute, Istituto superiore di sanità, Alluce valgo, https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/a/alluce-valgo

    Mayo Clinic, Bunions, https://www.mayoclinic.org/diseases-conditions/bunions/symptoms-causes/syc-20354799

    Khun J, Alvi F. Hallux valgus. StatPearls (2023) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK553092/

    OrthoInfo, Bunions, https://orthoinfo.aaos.org/en/diseases–conditions/bunions/

    Ray JJ, Friedmann AJ, Hanselman AE et al. Hallux valgus. Foot Ankle Orthop 4 (2), 2473011419838500 (2019) 10.1177/2473011419838500

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