Afasia
L’afasia è un disturbo nel linguaggio a causa del quale risulta compromessa la capacità di comunicare: è alterata cioè la capacità di parlare, ma a seconda dei casi anche di comprendere ciò che dicono le altre persone, di leggere o di scrivere, pur senza che siano modificate le abilità cognitive. In base alla disabilità linguistica prevalente, si possono distinguere diversi tipi di afasia, tra cui per esempio:
- afasia di Broca, caratterizzata soprattutto dalle difficoltà a parlare e meno nella comprensione;
- afasia di Wernicke, in cui il linguaggio è fluente ma manca il significato, e spesso sono presenti difficoltà di comprensione;
- afasia anomica, caratterizzata dalla difficoltà a trovare le parole corrette;
- afasia di conduzione, caratterizzata da una difficoltà specifica nella ripetizione di frasi o parole;
- afasia globale, in cui risultano compromesse sia la capacità di parlare sia quella di comprensione.
L’afasia è un disturbo acquisito, cioè che insorge dopo la nascita a seguito di fattori esterni: nel caso specifico dell’afasia, la causa principale è un danno cerebrale dovuto a ictus o, a volte, traumi cranici, tumori, cause infettive o patologie neurodegenerative. Secondo le Associazioni italiane afasici avere dati diretti sulle persone con afasia non è semplice e le stime possono essere indirette (per esempio derivate dall’incidenza delle malattie vascolari che ne sono la causa). In linea generale, è noto che si tratta di una condizione tutt’altro che infrequente.
Quali sono le cause dell’afasia?
L’afasia è dovuta a lesioni nei centri cerebrali deputati alla produzione e alla comprensione del linguaggio che, per la maggior parte delle persone, sono localizzati nell’emisfero sinistro del cervello. Dal punto di vista neuroanatomico è importante evidenziare che sono diverse le strutture coinvolte nel linguaggio: diversamente da quanto si riteneva in passato, infatti, il controllo del linguaggio non è localizzato in poche aree fisse, ma è piuttosto un sistema che coinvolge diverse regioni cerebrali che collaborano tra loro, creando una vera e propria rete. Un danno in una qualsiasi di queste aree può dunque compromettere la rete, interrompendo il circuito e causando effetti differenti a seconda dell’area interessata. Alcune forme di afasia prendono il nome proprio dall’area cerebrale coinvolta: è il caso per esempio dell’afasia di Broca (l’area di Broca ha un ruolo cruciale per la programmazione motoria del linguaggio) e delle diverse forme di afasia transcorticale, così denominate perché interessano non le aree della corteccia cerebrale principalmente deputate al linguaggio bensì le regioni più esterne o quelle di connessione; o ancora l’afasia di Wernicke, dove l’area di Wernicke è coinvolta nella comprensione del linguaggio.
La principale causa dei danni cerebrali che portano all’afasia, comunque, è rappresentata dall’ictus, soprattutto nella forma ischemica: secondo alcuni studi, circa il 30% delle persone che ha avuto un ictus ha poi afasia. Anche altre patologie e condizioni, tuttavia, possono causare afasia. Tra queste le principali sono:
- traumi cerebrali;
- tumori cerebrali (primari o metastasi);
- infezioni cerebrali (per esempio encefalite o meningite);
- malattie neurodegenerative come la malattia di Alzheimer (la forma di afasia che causano è detta afasia primaria progressiva, caratterizzata da un esordio lento e dal peggioramento della condizione nel tempo).
Quali sono i sintomi dell’afasia?
I sintomi dell’afasia variano a seconda del tipo di condizione: ciascuna, infatti, è caratterizzata dalla compromissione più marcata di specifiche abilità di comunicazione. A seconda dei casi, quindi, si possono presentare in modo più o meno preponderante (o anche assente), difficoltà:
- nella produzione del linguaggio, per esempio con problemi a parlare in modo fluente, presenza di parole alterate o inventate, assenza di significato nel linguaggio e, a volte, problemi a scrivere;
- nella comprensione del linguaggio, per esempio con incapacità di capire un discorso o, anche quando se ne riconoscono le singole parole, incapacità a comprendere una frase completa e, in alcuni casi, problemi a comprendere testi scritti o nell’uso dei numeri.
Sempre a seconda del tipo di afasia, inoltre, si può presentare la difficoltà a ripetere le frasi, anche semplici. Ancora, in base alle caratteristiche del disturbo, si distinguono:
- afasia fluente, nella quale il ritmo e l’intonazione del parlato appaiono normali, ma manca il significato (e la persona non ne è consapevole);
- afasia non fluente, nella quale si presentano difficoltà a terminare le frasi, o vengono saltati alcuni termini, i nomi di persone e oggetti risultano sbagliati e, in generale, il parlato è esitante.
Un esempio tipico di afasia fluente è quella di Wernicke, nella quale la persona parla senza apparenti problemi, ma con parole senza senso, e ha difficoltà a comprendere ciò che gli altri dicono. Il tipo più comune di afasia non fluente è invece quella di Broca, in cui la comprensione di ciò che le persone dicono può rimanere inalterata, ma il paziente ha difficoltà a trovare le parole per esprimersi, o non riesce a parlare che con poche parole.
In ogni caso, l’afasia può insorgere in modo improvviso ed essere più o meno grave a seconda del tipo di danno subito dal cervello. Può, in generale, essere estremamente frustrante, proprio perché impedisce la corretta comunicazione: per esempio, chi ne soffre può sapere esattamente ciò che desidera o di cui ha bisogno, ma non riuscire a farsi comprendere. Questo può portare all’isolamento e alla depressione. Non meno importante sottolineare che le stesse fatiche possono essere vissute dal/la caregiver, che si trova in difficoltà ad aiutare la persona cara.
L’afasia si manifesta in modo diverso a seconda del tipo specifico: ciascuna forma, infatti, è caratterizzata da una compromissione differente della comunicazione (per esempio nella capacità di parlare o comprendere).

Come si arriva alla diagnosi di afasia?
La principale figura di riferimento per la diagnosi di afasia è il/la neurologo/a, ma è importante evidenziare da subito che nel contesto della valutazione funzionale (non meno che del piano riabilitativo) è molto importante anche il/la logopedista.
La diagnosi si basa su un’accurata anamnesi, nell’ambito della quale il/la medico/a valuta la storia clinica del paziente e la fluidità nell’espressione verbale, capacità di comprensione, di ripetizione, di nominare gli oggetti, di lettura e di scrittura. Tutte queste abilità possono essere valutate tramite test specifici.
Come si previene l’afasia?
Prevenire l’afasia significa essenzialmente prevenire i danni cerebrali che possono causarla. Tra questi, il più comune è l’ictus, nella cui prevenzione ha un ruolo fondamentale uno stile di vita sano, basato sull’astensione dal fumo, una dieta equilibrata, regolare esercizio fisico e un consumo di alcol moderato o assente.
Qual è il trattamento dell’afasia?
Il trattamento dell’afasia si basa innanzitutto sulla risoluzione della causa sottostante: la rimozione del trombo, per esempio, in caso di ictus ischemico, o la terapia farmacologica adeguata in caso di infezioni cerebrali. Questo può consentire di prevenire danni cerebrali più gravi e permanenti. Qualora comunque questi fossero presenti, il trattamento dell’afasia si basa principalmente sulla logopedia, che mira da una parte a ricostruire le abilità di linguaggio e dall’altra, a gestire i sintomi specifici anche con strategie compensatorie. Tra queste vi sono per esempio materiali per scrivere, uso di immagini di oggetti comuni per favorirne l’identificazione, o ancora tablet e altri dispositivi elettronici.
La prognosi è molto differente a seconda dei casi: a volte l’afasia può essere risolta con successo, in altri casi no e anzi, in presenza di patologie neurodegenerative, può essere progressiva. La ricerca nell’ambito dei trattamenti per l’afasia, comunque, è molto attiva: ha dato risultati a oggi contrastanti per quanto riguarda le terapie farmacologiche, ma le tecniche basate sulla stimolazione cerebrale, pur essendo al momento usate nell’ambito della ricerca e non in quello clinico, stanno dando risultati promettenti.
Il trattamento dell’afasia si basa sulla risoluzione della causa sottostante e sulla logopedia, ma la ricerca è molto attiva nello studio di ulteriori strategie, come la stimolazione cerebrale.
- American Speech-Language-Hearing Association, Aphasia, https://www.asha.org/public/speech/disorders/aphasia/
- Cleveland Clinic, Aphasia, https://my.clevelandclinic.org/health/diseases/5502-aphasia
- Federazione Associazioni Italiane Afasici, L’afasia-La persona afasica-La riabilitazione. (2017) https://www.aitafederazione.it/aita/wp-content/uploads/2017/10/libretto_AFASIA.pdf
- Le H, Lui F, Lui MY. Aphasia. StatPearls (2024) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK559315/
- National Aphasia Association, What is Aphasia?, https://aphasia.org/what-is-aphasia/
Korian Redazione
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