Pap test: come si fa?

Il pap test, o test di Papanicolaou (dal nome del medico che lo ha sviluppato), è un esame di screening utilizzato per rilevare eventuali anomalie cellulari nella cervice uterina prima che possano evolvere in tumore. Inoltre, consente di individuare la presenza di infezioni di origine batterica, micotica o virale. Grazie a questo test, è possibile anche diagnosticare i condilomi, piccole escrescenze benigne non visibili a occhio nudo.
Insieme all’HPV-DNA test, il pap test rappresenta uno degli strumenti di screening più importanti per la salute ginecologica. Questi esami vengono eseguiti anche su donne sane, prive di sintomi, con l’obiettivo di prevenire e diagnosticare precocemente il tumore della cervice uterina.
HPV-DNA test e pap test: le differenze
HPV-DNA test e pap test non sono la stessa cosa. Questi due test hanno delle differenze e vengono destinati a donne di età diverse.
In passato, lo screening per il tumore della cervice uterina si basava esclusivamente sul pap test, eseguito ogni tre anni a partire dai 25 anni o dall’inizio dell’attività sessuale.
Oggi, per le donne sopra i 30 anni, si preferisce l’HPV-DNA test, un esame più specifico che permette di individuare direttamente la presenza del papillomavirus umano (HPV), principale responsabile del tumore alla cervice. Grazie alla sua maggiore sensibilità, questo test consente di identificare precocemente le persone a più alto rischio. Se il risultato è positivo, si procede con il pap test, che funge da esame di completamento, utilizzato solo nei casi in cui sia necessario un approfondimento diagnostico.
Questi due screening cervicali sono offerti gratuitamente nell’ambito dei programmi di prevenzione oncologica organizzati dalle ASL, tramite il Servizio sanitario nazionale nei consultori familiari, nei poliambulatori o nei centri specializzati delle ASL. Inoltre, se il pap test è richiesto dal/la medico/a per il monitoraggio di condizioni specifiche, può essere esente da pagamento con un codice di esenzione. Nel caso in cui il test venga svolto in una struttura privata, il prezzo varia da struttura a struttura.
Come si fa il pap test?
Il pap test è un esame rapido e poco invasivo della durata massima di cinque minuti, che viene eseguito nel corso della visita ginecologica. Dopo aver fatto accomodare la paziente sul lettino, il/la ginecologo/a introduce delicatamente nella vagina uno strumento monouso, chiamato speculum, che consente di mantenere aperto il canale vaginale, permettendo una chiara visualizzazione del collo dell’utero.
Successivamente, preleva un piccolo campione di cellule e muco dalla cervice uterina utilizzando una spatolina o uno spazzolino conico. Il materiale raccolto viene quindi trasferito su un vetrino e fissato con uno spray specifico per preservarne le caratteristiche in vista dell’analisi di laboratorio, che permette, di individuare eventuali anomalie o alterazioni cellulari.
Una volta arrivato il risultato, il/la ginecologo/a ti indicherà cosa fare nel caso in cui sia positivo.
Cosa fare (e non fare) prima di effettuare il pap test?
Non è necessaria alcuna preparazione specifica per sottoporsi al pap test, né l’esame ha particolari controindicazioni; tuttavia, è importante seguire alcune precauzioni per garantire un campione di buona qualità.
L’esame non deve essere effettuato durante le mestruazioni: è consigliato eseguirlo almeno cinque giorni prima o dopo, e in ogni caso non devono esserci perdite ematiche in atto. Se dovessero sopraggiungere le mestruazioni, il pap test deve essere rimandato.
Si dovrebbero inoltre evitare i rapporti sessuali nelle 24 ore precedenti alla raccolta del campione.
È sconsigliato l’uso di lavande vaginali o l’inserimento di ovuli, prodotti spermicidi, creme, gel o schiume di qualunque tipo in vagina nelle 48 ore precedenti all’esame, a meno che siano stati prescritti dal/la medico/a, perché potrebbero eliminare o nascondere cellule con anomalie.
L’uso di contraccettivi orali o locali o la presenza della spirale intrauterina, invece, non interferiscono con il risultato del test.
Il pap test fa male?
Il pap test è generalmente indolore, anche se alcune persone possono percepirlo come più fastidioso rispetto ad altre, a seconda della propria sensibilità e della delicatezza dell’operatore. Per ridurre il lieve disagio legato all’inserimento dello speculum e al prelievo del campione può essere d’aiuto rilassarsi e respirare lentamente e profondamente durante la procedura.
Nei giorni successivi all’esame, possono verificarsi lievi perdite di sangue. In caso di dubbi o anomalie, è sempre consigliabile consultare il/la medico/a.
L’esame non richiede alcuna assistenza né durante né dopo l’esecuzione. È possibile recarsi all’appuntamento in autonomia e, una volta terminato l’esame, tornare a casa senza alcuna restrizione, anche guidando, riprendendo da subito la propria vita normale, senza nessun tipo di limitazione, anche in termini di igiene e attività sessuale.
Chi può fare il pap test e ogni quanto farlo?
Il pap test è uno strumento di prevenzione accessibile e sicuro, pensato per accompagnare le persone in tutte le fasi della loro vita. Le donne di età compresa tra i 25 e i 29 anni vengono invitate a sottoporsi al pap test ogni tre anni, mentre quelle tra i 30 e i 64 anni effettuano l’HPV-DNA test ogni cinque anni.
Anche chi è stata vaccinata contro l’HPV deve continuare a sottoporsi regolarmente ai controlli di screening. Infatti, sebbene il vaccino riduca il rischio di sviluppare un tumore del collo dell’utero, non lo elimina del tutto, poiché protegge solo dai ceppi del virus più comuni e più spesso associati a questa patologia.
Pap test in gravidanza
La gravidanza non rappresenta una controindicazione all’esame, ma è importante informare il personale sanitario prima di eseguirlo. Pur essendo raro, il tumore del collo dell’utero può svilupparsi anche in assenza di infezione da HPV da un eventuale partner; quindi è consigliabile effettuare comunque i controlli anche per le donne non ancora sessualmente attive. In questi casi, il medico adotterà tecniche più delicate e utilizzerà strumenti specifici, come uno speculum più piccolo.
Pap test in menopausa
Le donne in menopausa dovrebbero continuare a sottoporsi agli screening fino ai 65 anni, anche se non hanno più rapporti sessuali, poiché il test può fornire informazioni importanti sullo stato di salute della cervice uterina.
Pap test dopo isterectomia
Per chi ha subito un’isterectomia totale a seguito di un tumore ginecologico, è fondamentale seguire i controlli oncologici indicati dal/la medico/a. Se l’utero è stato rimosso per altre ragioni, il test non è necessario. Nel caso di un’isterectomia sub-totale, in cui il collo dell’utero non è stato asportato, è invece opportuno proseguire con gli screening secondo le raccomandazioni previste. In questo contesto, è importante sottolineare che il pap test è raccomandato anche per le persone transgender AFAB (Assigned Female at Birth) che non si sono sottoposte a interventi di affermazione di genere con isterectomia totale oppure per le quali l’intervento non ha previsto la rimozione del collo dell’utero (isterectomia sub-totale).
Insomma, la prevenzione non ha età né genere: non rinunciare a questo importante strumento di screening e ricorda che puoi sempre rivolgerti ai nostri specialisti per programmare i controlli più adatti a te.