La morte cardiaca improvvisa rappresenta uno degli eventi più drammatici e inaspettati che possono colpire un individuo, anche giovane e apparentemente in buona salute. Quando accade in ambito sportivo, il suo impatto è ancora più sconvolgente: il fisico allenato, la vitalità e l’energia tipica degli sportivi entrano in contrasto con l’improvvisa vulnerabilità del cuore. È un evento raro, ma non così raro da essere trascurato. La buona notizia è che in Italia, grazie alla legge sull’obbligatorietà della visita medico-sportiva, con buone probabilità, può essere prevenuto.

In Italia, infatti, l’attenzione alla salute cardiovascolare degli sportivi è fortunatamente regolata da normative precise, nate proprio con l’obiettivo di tutelare chi pratica attività fisica, sia a livello amatoriale che agonistico. La medicina dello sport svolge in questo senso un ruolo chiave, ed è proprio in questo ambito che si inserisce l’impegno di Korian, che nei suoi ambulatori offre percorsi di prevenzione dedicati alla salute del cuore e all’inquadramento clinico degli sportivi, grazie all’esperienza di professionisti come il Dottor Francesco Nifosì, medico dello sport specializzato sulle problematiche cardiologiche degli atleti, che oggi ha gentilmente offerto il proprio contributo per questo articolo.

Conoscere i segnali, fare controlli periodici e adottare uno stile di vita corretto può infatti davvero fare la differenza, proteggendo atleti di ogni età dal rischio di eventi improvvisi potenzialmente fatali. Scopriamo insieme come.

Morte cardiaca improvvisa nello sport: un rischio da conoscere

Quando si parla di morte cardiaca improvvisa nello sport, si fa generalmente riferimento a un arresto cardiaco inatteso che avviene solitamente durante o subito dopo uno sforzo fisico. A causarlo sono spesso cardiopatie strutturali o elettriche, per lo più congenite, che a volte risultano asintomatiche fino all’insorgere dell’evento.

Nelle persone giovani, il rischio è principalmente legato a patologie congenite, mentre negli adulti o over 50 può dipendere da fattori acquisiti nel tempo, come ipertensione, coronaropatie o stili di vita non equilibrati. In entrambi i casi, l’attività fisica intensa può agire da innesco per aritmie pericolose, sottolineando l’importanza della prevenzione strutturata.

Morti improvvise negli sportivi: il ruolo centrale della visita medica sportiva

In Italia, le visite mediche sportive rappresentano un efficace strumento di prevenzione. A seconda del tipo di attività svolta, sono previste due tipologie di controlli:

  • Visita non agonistica, obbligatoria per chi pratica attività fisica non competitiva e/o a intensità medio-bassa, come palestra o corsi fitness. Include anamnesi, esame obiettivo ed elettrocardiogramma a riposo.
  • Visita agonistica, necessaria per atleti che partecipano a competizioni e legati a federazioni sportive, prevede anche spirometria, esame delle urine ed ECG da sforzo, utile a osservare come il cuore risponde in situazioni simulate di attività fisica, mentre si è monitorizzati con l’elettrocardiogramma.

Questi esami, effettuati in ambienti medici controllati, permettono di identificare eventuali criticità anche in assenza di sintomi evidenti, riducendo sensibilmente il rischio di morte cardiaca improvvisa.

Morti improvvise negli sportivi, età e prevenzione: quanto conta adattare e personalizzare gli screening?

La prevenzione alla morte cardiaca improvvisa nello sport agonistico deve essere calibrata in base all’età e al livello di allenamento. Nei soggetti sotto i 40 anni, si impiega solitamente il test da sforzo tramite “gradino”, come lo step test monitorizzato per una durata di circa 3 minuti di attività. Negli adulti sopra i 40 anni, è preferibile utilizzare il test da sforzo massimale al ciclo ergometro (o tapis roulant), che valuta la risposta cardiovascolare in condizioni di affaticamento crescente e che per definizione deve raggiungere il “massimo” dello sforzo possibile.

Anche la frequenza delle visite dipende dallo stato di salute generale: nei soggetti sani è consigliata almeno una volta l’anno, mentre per chi presenta patologie o fattori di rischio è necessario programmare controlli più ravvicinati.

Qual è la causa più frequente di morte improvvisa da sport?

Gran parte delle cardiomiopatie legate alla morte cardiaca improvvisa nei giovani ha una base genetica. Questo significa che la predisposizione è presente sin dalla nascita, ma la patologia può manifestarsi solo in presenza di determinati fattori ambientali. È qui che lo stile di vita gioca un ruolo chiave e questo è soprattutto vero negli adulti. Una corretta alimentazione, un sonno di qualità, l’attività fisica svolta in modo controllato e regolare rappresentano una vera e propria forma di prevenzione. Anche l’uso di integratori, pur non essendo direttamente responsabile di eventi cardiaci, se eccessivo o non monitorato, può creare squilibri che facilitano l’insorgenza di aritmie.

Non tutti gli sport, inoltre, presentano lo stesso livello di rischio. Alcune discipline, più intense dal punto di vista cardiovascolare, richiedono controlli più approfonditi. I protocolli di visita agonistica, infatti, variano a seconda dello sport praticato, tenendo conto del tipo di sforzo richiesto e delle sue implicazioni fisiologiche.

Anche in questo, il ruolo della medicina sportiva è quello di adattare la prevenzione alle caratteristiche individuali e allo sport specifico, cercando di garantire massima sicurezza in ogni ambito.

Morte cardiaca improvvisa prevenzione e sintomi da riconoscere

Dolori al petto, capogiri durante o dopo l’attività fisica, affanno, palpitazioni e senso di svenimento sono tutti sintomi che non andrebbero mai sottovalutati. Questi segnali, spesso associati ad ansia o stanchezza, possono invece indicare la presenza di aritmie pericolose. La sfida principale è riuscire a riconoscere ciò che non è immediatamente evidente, soprattutto nei più giovani, meno abituati ad ascoltare il proprio corpo.

Anche nei soggetti ansiosi alcuni sintomi vengono talvolta minimizzati, rendendo più complesso l’inquadramento clinico. Per questo è essenziale affidarsi a professionisti esperti in grado di distinguere i segnali d’allarme reali da quelli meno rilevanti.

La medicina dello sport in Korian: un pilastro per la prevenzione

La medicina dello sport rappresenta una risorsa fondamentale non solo per monitorare la salute degli sportivi, ma anche per promuovere uno stile di vita sano e attivo in chi soffre di patologie croniche. In questo senso, l’attività fisica diventa uno strumento terapeutico, integrato nei percorsi di cura come una vera e propria “farmacoterapia”.

Korian, con la sua competenza ambulatoriale, investe in modo crescente in questo approccio, offrendo percorsi di prevenzione cardiologica e promuovendo la salute a 360 gradi. Il medico dello sport, in questo contesto, non si limita a valutare l’idoneità fisica, ma diventa una figura chiave nella gestione della salute nel lungo termine.

 

Articolo realizzato con il contributo del Dottor Francesco Nifosì, Medico dello Sport.

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