Spesso quando si sente parlare di microbiota intestinale, si è portati a pensare che si tratti di un concetto complesso e quasi distante dalla quotidianità. Eppure, oggi più che mai, la ricerca sta dimostrando quanto questo piccolo universo interno al nostro organismo sia fondamentale per la salute globale. Il microbiota intestinale è infatti l’insieme di microorganismi che vivono nel nostro intestino e che influenzano processi decisivi, come la digestione, la regolazione del sistema immunitario, l’umore e persino la qualità del sonno.

Quando si altera il suo equilibrio, una condizione nota come disbiosi, possono dunque comparire disturbi che toccano ogni aspetto della vita quotidiana: dai disturbi gastro-intestinali, ad alterazioni della sfera psico-emotiva come affaticamento mentale, ansia e depressione, dalle problematiche dermatologiche o urogenitali, fino ad alcune forme di patologie autoimmuni.

Il consorzio microbico intestinale, seppur fulcro della salute generale, non è però l’unico a essere interessato da una possibile alterazione nella sua composizione quali quantitativa. Vi è difatti il microbiota vaginale, legato ad alterazioni urogenitali o infezioni recidivanti, il microbiota della pelle, la cui alterazione si rivela con disturbi di carattere dermatologico, il microbiota delle vie respiratorie, e il microbiota orale, sempre più rilevante e legato a disturbi come la sovra crescita nell’intestino tenue, nota come SIBO, o alcune condizioni autoimmuni come l’artrite reumatoide.

Proprio per questo motivo, il benessere dell’intestino merita attenzione e un approccio olistico e concreto. Al “CIMI – Centro Interdisciplinare per la cura del Microbiota Intestinale”, presso l’ambulatorio Korian di Piazza Stauto a Torino, la presa in carico di pazienti affetti da disturbi legati alle diverse disbiosi è affidata a un’equipe multidisciplinare guidata dal dottor Marco Baroni, esperto in microbiomica clinica. In collaborazione con nutrizionisti, fisioterapisti, osteopati, psicologi,e che quotidianamente si confronta con medici specialisti gastroenterologi, dermatologi, ginecologi, con l’obiettivo di valutare a più mani il caso clinico del singolo paziente, offrendo percorsi integrati, mirati e personalizzati. Solo così è possibile aiutare davvero le persone a ritrovare l’equilibrio e migliorare la qualità della loro vita, giorno dopo giorno.

Microbiota, cos’è davvero?

Quando parliamo di microbiota ci riferiamo dunque all’insieme dei microrganismi – batteri, virus, funghi e fagi – che popolano il nostro organismo. Sebbene ancora oggi venga spesso erroneamente definito “flora batterica“, il microbiota è in realtà molto più complesso. Si compone principalmente di due grandi categorie: i batteri fermentativi e quelli putrefattivi.

I primi si occupano della fermentazione dei carboidrati non assorbiti direttamente dal nostro organismo, come le fibre . Da questa fermentazione derivano vitamine e acidi grassi a catena corta, come il butirrato, preziosi alleati della salute intestinale perché nutrono le cellule del colon e riducono l’infiammazione.

I batteri putrefattivi, invece, sono attivi nella scomposizione delle proteine, producendo prevalentemente sostanze potenzialmente tossiche, tra le quali ammoniaca e ammine biogene, come l’istamina. Un eccesso di fermentazione proteica, spesso dovuto a una dieta squilibrata, o lunghe terapie antibiotiche, può dunque generare infiammazione mucosale e incremento nella permeabilità di parete, con attivazione del sistema immunitario e interessamento sistemico.

Il segreto per un intestino in salute, dunque, sta nell’equilibrio tra queste due componenti. Quando questo si spezza, per stress, cattiva alimentazione, farmaci, si instaura, come detto, la disbiosi, uno squilibrio che può avere effetti anche distanti dalla sede intestinale d’origine.

Microbiota intestinale sintomi e segnali da non trascurare

Quali sono i segnali che ci indicano che qualcosa non va a livello intestinale? La verità è che i sintomi di una disbiosi non sono sempre immediatamente collegabili all’intestino. Si può parlare di stanchezza cronica, umore instabile, affaticamento, problemi di concentrazione, manifestazioni cutanee, allergie, intolleranze, e persino disturbi del neurosviluppo o patologie neurodegenerative.

Tutto parte da un’alterazione del delicato equilibrio del microbiota intestinale e dal dialogo che esso intrattiene con i diversi consorzi microbici nel resto dell’organismo, esacerbato dal meccanismo infiammatorio che causa alterazione funzionale. La disbiosi può essere transitoria, ad esempio in seguito a un viaggio, a un cambio improvviso di alimentazione o a periodi di stress. Ma se non trattata, può diventare cronica e più difficile da gestire.

Per questo è fondamentale imparare ad ascoltarci e riconoscere i segnali, rivolgendosi se necessario a uno specialista in grado di analizzare con precisione la composizione del proprio microbiota, intervenendo in modo mirato.

Microbiota intestinale: funzioni chiave per l’organismo

L’intestino non è solo un organo deputato alla digestione, ma un vero centro operativo del nostro organismo. Le funzioni del microbiota intestinale sono infatti numerose e strategiche: protegge l’intestino da agenti patogeni, regola la risposta immunitaria, produce vitamine e aiuta a mantenere l’integrità della barriera intestinale.

Un microbiota equilibrato aiuta anche a prevenire la proliferazione di microrganismi potenzialmente dannosi, e a sostenere l’organismo in condizioni di stress. Il problema sorge quando lo stile di vita, la dieta o le terapie farmacologiche vanno a interferire con questo equilibrio.

Il primo passo per intervenire è dunque capire quali sono i fattori alteranti: un’alimentazione ricca di zuccheri semplici, insaccati, prodotti industriali e raffinati, uno stile di vita sedentario, o l’assenza di strategie per gestire lo stress. In ambito clinico, queste sono tra le prime domande che vengono poste al paziente. Solo da qui si può costruire un percorso personalizzato.

Come curare il microbiota intestinale

La buona notizia è che il microbiota può essere riequilibrato. Ma come curare il microbiota intestinale in modo efficace? È necessario effettuare un’analisi approfondita, che tenga in considerazione tutta la storia del paziente, dalla gestazione, tipo di parto e allattamento, familiarità specialmente con disturbi a carico dell’apparato gastro-digerente o ad esso correlati, abitudini alimentari, stile di vita, al fine di definire un piano terapeutico realmente personalizzato.

Un primo piano alimentare che nutra i ceppi batterici sottopopolati, e cha al contempo sottragga nutrimento riducendo le popolazioni sovra cresciute, rappresenta il primo pilastro. Questo per un periodo iniziale che può variare a seconda dell’intensità dell’intervento necessario, con l’obiettivo di redigere un piano vario ed equilibrato, soggettivamente e quantitativamente tollerato. Non si tratta dunque di eliminare del tutto alcuni alimenti, ma di imparare a gestirli. Il piano alimentare deve essere costruito sulle abitudini della persona, per essere concretamente sostenibile nel tempo.

A ciò si abbina l’integrazione probiotica in terapia batterica mirata, e prebiotica mediante utilizzo di nutrimenti selettivi, ceppo batterico specifici.

Ma c’è di più: per garantire risultati duraturi è fondamentale lavorare in sinergia con le diverse specialità mediche e professionisti sanitari. L’approccio Korian prevede una presa in carico globale, in cui nutrizionisti, fisioterapisti, psicologi e osteopati collaborano per affrontare il problema da ogni angolazione.

L’attività fisica, tecniche di respirazione e gestione dello stress come le tecniche di respirazione, lo yoga e la meditazione completano il quadro. Solo così il benessere intestinale diventa un obiettivo realmente raggiungibile e duraturo.

 

Articolo realizzato grazie al contributo del Dott. Marco Baroni, biologo del gruppo Korian, responsabile del CIMI-Centro Interdisciplinare per la cura del Microbiota Intestinale.

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