Differentemente da quanto affermano molti luoghi comuni, definire la menopausa precoce come una “malattia” è un’imprecisione che non cancella comunque il disagio di una condizione che colpisce una bassa percentuale di donne, ma che per questa ragione non deve essere in alcun modo sottovalutata. Parliamo infatti di una problematica fastidiosa che una donna può affrontare in forma anticipata prima dei quarant’anni con la conseguente fine del ciclo mestruale e della vita riproduttiva.

Ma che cos’è la menopausa precoce nel concreto e come affrontarla? È ciò che intendiamo raccontarvi oggi, entrando accuratamente nel dettaglio su aspetti fondamentali come l’individuazione delle cause e il riconoscimento dei sintomi iniziali, fino a consigliarvi il percorso terapeutico maggiormente funzionale.

Che cos’è la menopausa precoce?

Iniziamo con fornire una definizione più ad ampio respiro del termine “menopausa”, vale a dire un evento naturale e obbligato nella vita di ogni donna, caratterizzato dall’assenza dei cicli mestruali per almeno 12 mesi, e dovuto sostanzialmente all’esaurirsi dell’attività ovarica. Solitamente si verifica intorno ai 50 anni, segnando la fine della fertilità femminile a causa dell’esaurimento delle cellule uovo. Un processo che comporta modificazioni ormonali che possono portare a cambiamenti psico-fisici all’interno della quotidianità, con una capacità di accettazione notevolmente soggettiva.

Tuttavia, nell’1% dei casi, la menopausa può sopraggiungere anche prima dei 40 anni. È in questa evenienza che nel linguaggio medico scientifico si parla di “menopausa precoce” o “insufficienza ovarica precoce”.  Questa condizione può inoltre raggiungere un’evidenza del 10% prima dei 45 anni. Per questa ragione è importanza riconoscere cause e sintomi della menopausa precoce, così da avere modo di affrontarla con il miglior approccio possibile.

Cause e sintomi della menopausa precoce

Per quale ragione è così importante conoscere della menopausa precoce cause e sintomatologia? A nostro avviso la risposta migliore si traduce con una gestione efficace della condizione e del percorso terapeutico. Iniziamo quindi con il dire che le cause della menopausa precoce possono derivare da molteplici fattori. Tra questi, le cosiddette cause familiari o genetiche possono influenzare la durata della funzionalità ovarica. Allo stesso modo, fattori dismetabolici o endocrinologici possono giocare un ruolo significativo. Le malattie autoimmuni rappresentano un’altra causa importante, in cui il sistema immunitario attacca erroneamente le cellule ovariche, compromettendone la funzione. Inoltre, interventi chirurgici ginecologici che comportano l’asportazione dell’utero e delle ovaie, o terapie antineoplastiche come chemioterapia e radioterapia, rischiano di danneggiare irreversibilmente le cellule uovo ovariche, provocando la menopausa precoce di origine iatrogena. Infine, aspetto da non sottovalutare, è bene considerare anche l’esposizione a fattori ambientali che possono anch’essi contribuire alla menopausa precoce. È il caso di un errato stile di vita, con l’abuso di sigaretta, nutrizione sregolata o ipercolesterolemia.

Menopausa precoce sintomi iniziali come riconoscerli

La premessa è doverosa. Per la menopausa precoce i sintomi iniziali sono infatti i medesimi della normale condizione che colpisce la maggior parte delle donne dopo i 50 anni.

Tutti i sintomi iniziali della menopausa precoce possono variare in intensità da donna a donna e possono essere gestiti con vari approcci. Per questo motivo, come avremo modo di leggere tra poco, è sempre fondamentale consultare un ginecologo se si sospetta di soffrirne o se si stanno vivendo situazioni psicofisiche che influenzano eccessivamente la qualità della vita.

Generalmente i più rilevanti sintomi iniziali della menopausa precoce sono:

  • Variazioni del ciclo mestruale
    Aspetti come l’irregolarità nel ciclo, periodi più lunghi o più corti del solito, o addirittura l’assenza dello stesso.
  • Vampate di calore
    Improvvisi sbalzi di calore, spesso accompagnati da sudorazione e arrossamento della pelle, che possono verificarsi sia durante il giorno che la notte.
  • Secchezza vaginale
    Può verificarsi a causa delle modificazioni dei livelli ormonali, causando fastidio durante i rapporti sessuali e aumentando il rischio di infezioni vaginali.
  • Alterazioni dell’umore
    Facciamo nel concreto riferimento ai classici cambiamenti dell’umore, tra cui irritabilità, ansia, depressione o sbalzi d’umore.
  • Insonnia
    Le vampate di calore possono disturbare il sonno, causando insonnia o difficoltà nel mantenere un sonno continuo.
  • Affaticamento
    Molte donne possono sperimentare una maggiore stanchezza durante il giorno, soprattutto durante le attività professionali.
  • Cambiamenti nel desiderio sessuale
    Alcune donne possono notare una diminuzione del desiderio o della soddisfazione sessuale.
  • Sintomi urinari
    Può verificarsi un aumento delle infezioni del tratto urinario o un aumento della frequenza urinaria.

Menopausa precoce cosa fare e a chi rivolgersi

Quando ci si trova di fronte alla menopausa precoce è importante considerare molteplici opzioni terapeutiche disponibili. Oltre a un corretto stile di vita, la terapia principale consiste nell’assunzione di ormoni estro-progestinici, nota come terapia ormonale sostitutiva (TOS). Questa mira a ripristinare l’equilibrio ormonale alterato e mitigare i sintomi tipici, come vampate di calore, secchezza vaginale e cambiamenti dell’umore. La decisione di intraprendere questo percorso deve naturalmente essere concordata con il proprio medico dopo un’attenta valutazione delle controindicazioni e dei benefici potenziali. La TOS offre infatti allo stesso tempo una personalizzazione del trattamento, con l’obiettivo di prevenire le conseguenze a lungo termine della carenza di estrogeni su ossa, pelle, metabolismo e sistema cardiovascolare.

Ma concretamente a quale specialista affidarsi? È sicuramente imprescindibile consultare un ginecologo o un team medico specializzato per sviluppare un piano di trattamento personalizzato. Questo perché potrebbe rendersi necessario coinvolgere altri specialisti, come endocrinologi o psicologi, per una gestione trasversale della condizione.

Articolo realizzato con il contributo della Dottoressa Rosanna Cotardo.

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