Gli esami per la prostata sono una tappa quasi scontata nella vita di ogni uomo, e più in generale per ogni persona con la prostata. Perché questa piccola ghiandola, dal ruolo importante per la fertilità maschile, può, soprattutto con l’avanzare dell’età, dare alcuni problemi. L’ipertrofia prostatica, più familiarmente nota come prostata ingrossata, è tra i più comuni, in particolare dai 40-50 anni. Ma anche varie altre condizioni e fattori di rischio possono rendere raccomandabile un controllo alla prostata. 

Come avviene allora questo controllo? In quali esami consiste?

Step 1 – Il controllo clinico della prostata: come si svolge

Può sembrare banale, ma la base della valutazione medica, anche quando riguarda la specifica prostata, è l’anamnesi: per il/la urologo/a è essenziale infatti raccogliere informazioni sulla presenza di eventuali sintomi (e le loro caratteristiche e durata) e sulla presenza di fattori di rischio. Per esempio, ci sono state infezioni o calcoli che possono aver causato una prostatite? Oppure, vi sono condizioni familiari e personali che possono rendere più probabile un’ipertrofia prostatica o un tumore alla ghiandola? Elementi di base, sì, ma non certo trascurabili.

Andando poi sugli aspetti più “pratici”, il primo passaggio per controllare la prostata è l’esplorazione rettale digitale. Si tratta di un esame che può risultare fastidioso e mettere a disagio, ma è rapido e di grande importanza. Il/la medico/a lo esegue introducendo un dito nel retto, ovviamente indossando un guanto lubrificato, in modo da palpare direttamente la prostata (che si trova subito davanti alla parete rettale). In questo modo, può fare una prima valutazione immediata di dimensioni e volume della ghiandola, della sua consistenza (per esempio valutando se sono presenti noduli), della dolorabilità e delle caratteristiche della superficie.

Per molte persone l’esame digitale della prostata è fonte di imbarazzo. Seppur comprensibile, questa sensazione non è giustificata: si tratta di un esame medico non differente dagli altri, e può fare la differenza nella diagnosi precoce di alcune condizioni (tumori compresi, che nelle fasi iniziali non danno sintomi).

Step 2 – Gli altri esami per la prostata: quali sono

Pur fondamentale, l’esame digitale della prostata deve di norma essere associato ad altre indagini, che permettono di avere un quadro più preciso. Quali? La risposta dipende dall’eventuale condizione sospettata. Cerchiamo di darne una panoramica.

  • Gli esami del sangue per la prostata sono usati soprattutto per la valutazione di un marker specifico, il PSA. Si tratta di una molecola prodotta dalla prostata e riversata nel liquido seminale, ma in parte anche nel sangue, i cui livelli aumentati sono indici di alterazioni e anomalie. Attenzione però: l’esame del PSA non è specifico, cioè da solo non dice quale tipo di anomalia sia presente, se si tratta di un’infiammazione, di un tumore o altre condizioni. Tuttavia, il PSA rimane un parametro molto importante nel contesto del monitoraggio della salute prostatica. Abbiamo raccolto tutte le più importanti informazioni al riguardo (compresi i limiti e le raccomandazioni per la preparazione all’esame) in questo articolo.
  • L’esame delle urine e del liquido prostatico/seminale può essere utile soprattutto se si sospetta una prostatite, perché permettono di individuare batteri o globuli bianchi che possono indicare uno stato infettivo o infiammatorio, rispettivamente.
  • L’ecografia prostatica transrettale è un esame di imaging, cioè che consente, grazie agli ultrasuoni, di vedere la prostata, così da valutarne dimensioni e morfologia. In alcuni casi può essere consigliato associarla all’uroflussometria (in particolare in presenza di prostatite o ipertrofia prostatica), un esame che permette di indagare alcuni parametri della minzione (per esempio la velocità del flusso urinario) per capire se ci sono ostacoli o difficoltà nello svuotamento della vescica.
  • La risonanza magnetica rappresenta un accertamento in caso di sospetto tumore alla prostata. Più precisamente, oggi si esegue la risonanza magnetica multiparametrica (mpMRI), un esame di imaging ad alta definizione che utilizza campi magnetici e radiofrequenze per ottenere immagini molto dettagliate della prostata e dei tessuti circostanti. Per questa ragione, è il miglior esame per individuare lesioni che possano essere riconducibili a un tumore e, se necessario, permette anche di avere immagini che, unite a quelle ecografiche, sono utili per guidare la biopsia (cioè il prelievo di un campione di tessuto, l’unico strumento per confermare con certezza la presenza del tumore). In altri casi, la biopsia può anche essere eseguita sotto guida ecografica, in tempo reale.

Esami per la prostata mirati, prevenzione per tutti

È importante sottolineare che tutti questi esami non sono una routine, ma vanno stabiliti in modo personalizzato confrontandosi con il/la proprio/a medico/a in base ai fattori di rischio e alla presenza di eventuali sintomi. Alcuni studi hanno evidenziato come gli uomini possano essere riluttanti o poco propensi a partecipare ai controlli prostatici, e magari si rivolgono al/la urologo/a solo quando i sintomi diventano più gravi. Ma lo ricordiamo: anche quella genitale è salute, e gli esami della prostata sono atti medici tanto quanto il controllo oculistico, dermatologico, e di qualsiasi altro organo e apparato.

Parlare apertamente con il/la medico/a, essere consapevole dei fattori di rischio – siano legati alla familiarità, allo stile di vita, o ad altre condizioni patologiche – è la base fondamentale per prendersi cura di questo aspetto della salute. Anzi, sono una vera e propria forma di prevenzione per riconoscere in modo tempestivo eventuali disturbi, favorire l’efficacia del trattamento e ridurre il rischio di complicanze.

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