Fibrillazione atriale quando preoccuparsi concretamente? Ce lo domandiamo spessissimo, soprattutto quando esiste alla base un fattore di ereditarietà, ma anche in seguito a un episodio acuto in un momento totalmente inaspettato.

La fibrillazione atriale è infatti una condizione che richiede monitoraggio costante perché può comportare una serie di rischi e complicanze per la salute, che possono comunque essere prevenute attraverso attività di screening, ma soprattutto grazie ad una buona prevenzione. Con il benessere del nostro cuore, infatti, non si scherza mai: ecco perché quella di oggi vuole essere una pratica guida per rendervi maggiormente consapevoli sul tema della fibrillazione atriale e quando preoccuparsi.

Che cos’è la fibrillazione atriale?

Partiamo definendo in maniera chiara e semplice che cos’è la fibrillazione atriale. La fibrillazione atriale è un disturbo del ritmo cardiaco che colpisce le camere superiori del cuore, chiamate atri. In questa condizione avviene che gli atri non si contraggono in modo coordinato, tremando o fibrillando in modo irregolare e disorganizzato. Normalmente, infatti, il cuore batte in modo regolare grazie a un sistema di conduzione elettrica che coordina le contrazioni delle diverse parti. Nella fibrillazione atriale, invece, il segnale elettrico si trasmette in modo caotico e veloce attraverso gli atri, causando una contrazione irregolare degli atri.

La fibrillazione atriale, come vedremo, può anche essere associata ad altre condizioni cardiache o metaboliche, come l’ipertensione arteriosa o il diabete. Per questa ragione il monitoraggio regolare permette di individuare eventuali complicanze o condizioni associate, che possono richiedere un’attenzione e un trattamento specifici.

Fibrillazione atriale sintomi principali e fattori da monitorare

Saper riconoscere i sintomi principali della fibrillazione atriale è molto importante, soprattutto nell’ottica della prevenzione.

Per questa ragione è bene premettere che la fibrillazione atriale può essere sia parossistica, cioè una condizione in cui il ritmo cardiaco ritorna spontaneamente alla normalità, o persistente, in cui il ritmo irregolare persiste fino a quando non viene trattato. In alcuni casi, può diventare anche permanente nel tempo, il che significa che il ritmo irregolare diventa costante e non può essere ripristinato alla normale funzione senza un intervento medico.

Questa condizione può causare sintomi principali della fibrillazione atriali come palpitazioni, sensazione di battito cardiaco irregolare o accelerato, affaticamento, dispnea (difficoltà respiratorie), vertigini, sensazione di svenimento e dolore toracico. Ma non solo, visto che la fibrillazione atriale aumenta anche il rischio di complicanze gravi, tra cui ictus, insufficienza cardiaca e altre complicanze cardiovascolari.

Cause fibrillazione atriale: riconoscerle fa la differenza

Le cause della fibrillazione atriale possono naturalmente variare da persona a persona, tanto che in molti casi la causa specifica può non essere identificata da subito. Tuttavia, esistono diversi fattori che possono aumentare il rischio di sviluppare la fibrillazione atriale:

Età avanzata
Il rischio di fibrillazione atriale aumenta con l’avanzare dell’età. Per questa ragione si tratta di una condizione più frequente nelle persone over 65.

Malattie cardiache preesistenti
Le condizioni cardiache come l’ipertensione arteriosa, le malattie coronariche, le valvulopatie cardiache, l’insufficienza cardiaca o le cardiomiopatie aumentano tutte il rischio di fibrillazione atriale.

Ipertiroidismo o ipotiroidismo
I disturbi della tiroide, in particolare l’ipertiroidismo (eccessiva produzione di ormoni tiroidei) possono aumentare il rischio di fibrillazione atriale.

Obesità
L’obesità e il sovrappeso sono fattori di rischio per la fibrillazione atriale, poiché possono influire sulle dimensioni e sulla funzionalità del cuore.

Malattie polmonari
Alcune malattie polmonari croniche, come l’apnea ostruttiva del sonno, la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) o la polmonite, possono aumentare il rischio di fibrillazione atriale.

Consumo eccessivo di alcol
L’eccessivo consumo di alcol influenza il normale ritmo cardiaco e quindi il rischio di fibrillazione atriale.

Fibrillazione atriale quando preoccuparsi?

Quindi: fibrillazione atriale quando preoccuparsi concretamente? Esistono infatti diversi motivi per cui è necessario preoccuparsi per la fibrillazione atriale.

La fibrillazione atriale porta con sé un aumento del rischio di ictus, per cui è necessario valutare se deve essere inserito un anticoagulante, dietro prescrizione medica. Se si sperimentano sintomi gravi come dolore toracico intenso, difficoltà respiratorie estreme, svenimenti o sensazione di avere un battito cardiaco molto irregolare o veloce, è fondamentale cercare assistenza medica immediata. Allo stesso tempo, se la frequenza cardiaca rimane costantemente molto alta (oltre 150-160 battiti al minuto) o molto bassa (sotto 40-50 battiti al minuto) e si sperimentano sintomi associati come vertigini, confusione o debolezza, occorre intervenire prenotando alcune attività di monitoraggio e screening. Infine, è bene considerare anche l’intolleranza ad alcuni farmaci. Se si sviluppano reazioni avverse ai farmaci prescritti per la fibrillazione atriale, come gravi effetti collaterali o allergie, è importante segnalarlo preventivamente al vostro medico curante. Potrebbe in questo senso essere necessario modificare la terapia o trovare alternative.

In generale, comunque, vogliamo tranquillizzarvi ribadendo che il monitoraggio della fibrillazione atriale consente sempre e comunque una gestione adeguata della condizione, una prevenzione degli eventi avversi e un miglioramento complessivo della salute cardiaca del paziente. Per questa ragione è fondamentale volersi bene, ma soprattutto volerne al nostro cuore.