Esami per il cuore: quali sono i principali
Sede dell’anima e dell’intelligenza per molte culture passate, il cuore è rimasto protagonista di espressioni comuni che ancora oggi ne ricordano il significato simbolico di un tempo: mi spezza il cuore, mi sta a cuore, non ho cuore di farlo, è senza cuore… Certo, oggi sappiamo che quest’organo ha un ruolo più “meccanico” che spirituale, ma rimane pur sempre assolutamente vitale per l’organismo.
Eppure, proprio le patologie cardiovascolari rimangono una delle principali cause di mortalità a livello globale, complici stili di vita scorretti come il fumo, una dieta troppo ricca di grassi e sali, la mancanza di attività fisica. Ecco perché monitorare – oltre che naturalmente proteggere – la salute del cuore è sempre fondamentale: ma come, esattamente?
Gli esami principali per controllare il cuore
Per monitorare la salute del cuore esistono diversi esami, ciascuno con una specifica funzione. La base è però la visita cardiologica, che può essere inserita nell’ambito del controllo medico annuale di solito raccomandato di routine: soprattutto a partire dai 40 anni, ma anche prima in caso siano presenti fattori di rischio come ipertensione, familiarità per malattie cardiache eccetera, si basa innanzitutto sulla misurazione della pressione arteriosa e l’auscultazione del cuore, ed è importante per capire se sono necessari ulteriori approfondimenti. Tra questi, i principali e più comuni esami strumentali sono l’elettrocardiogramma e l’ecocardiogramma.
Il ritmo del cuore: l’ECG
L’elettrocardiogramma (ECG) è un esame che permette di registrare l’attività elettrica del cuore tramite elettrodi applicati su torace, braccia e gambe. Il tracciato che ne emerge riflette le diverse fasi del ciclo cardiaco e dà informazioni su eventuali anomalie del ritmo (aritmie), o indicative di sofferenza del tessuto (in caso di cardiopatia ischemica), o anche di infarto in corso o pregresso. L’ECG ha anche il vantaggio di essere un esame non invasivo e indolore, che non richiede una preparazione specifica, pur potendo dare moltissime informazioni sulla salute del cuore. Inoltre è, in un certo senso, versatile: alcuni particolari declinazioni dell’ECG possono infatti dare informazioni su come il cuore lavora in contesti specifici o nel tempo. Per esempio:
- l’esame sotto sforzo è un ECG eseguito mentre si svolge un’attività fisica (di solito su un tapis roulant o su una cyclette) per valutare la risposta del cuore all’esercizio, quando lo sforzo richiesto è maggiore, così da individuare problemi che non risultano quando è a riposo;
- l’holter ECG permette di rilevare aritmie occasionali o alterazioni transitorie analizzando l’attività cardiaca nel tempo, di solito per 24-48 ore, tramite un piccolo apparecchio portatile collegato a elettrodi che può essere indossato mentre si svolgono le attività quotidiane.
Un film del cuore: l’ecocardiogramma
L’ecocardiogramma è un esame di imaging, cioè permette di vedere il cuore in tempo reale grazie agli ultrasuoni. Anch’esso è indolore e non invasivo e consente al/la medico/a di visualizzare l’anatomia e i movimenti delle diverse strutture cardiache (atri, ventricoli, valvole cardiache); inoltre permette di valutare il flusso di sangue nel cuore e la sua capacità di pompaggio. Anche per l’ecocardiogramma esistono alcune varianti: è il caso dell’ecocardiogramma transesofageo, un esame che dall’esofago permette di esaminare il cuore. Invece di appoggiare la sonda sul torace, si introduce una sonda flessibile e sottile nella gola fino all’esofago. Poiché quest’ultimo si trova molto vicino al cuore, senza tessuti o ossa interposte (come lo sterno o i polmoni), si possono ottenere immagini ad alta definizione delle strutture cardiache interne.
Gli esami del sangue per il cuore
Anche gli esami del sangue hanno un ruolo importante, anche se spesso più indiretto, per valutare la salute cardiaca. Infatti, controlli regolari di parametri come quelli del colesterolo e dei trigliceridi permettono di evidenziare se vi è il rischio di aterosclerosi, che a sua volta può causare danni al cuore; così come il controllo della glicemia può indicare un possibile diabete, anch’esso importante fattore di rischio cardiovascolare. Per la loro importanza, la valutazione di questi parametri è di norma inclusa di routine negli esami ematici (anche quelli che si fanno con la donazione di sangue).
In alcuni casi particolari possono essere anche indicati esami più specifici. Per esempio, la valutazione dei peptidi natriuretici è usata nell’ambito della diagnosi di scompenso cardiaco; si tratta infatti di molecole rilasciate dal muscolo cardiaco quando è sotto stress. Più nel dettaglio, si tratta di:
- BNP (Brain Natriuretic Peptide) o peptide natriuretico atriale, una molecola prodotta dai ventricoli cardiaci in risposta all’allungamento delle pareti dovuto a sovraccarico di volume o pressione;
- NT‑proBNP, un frammento inattivo di una molecola più grande, rilasciato contemporaneamente al BNP ma che rispetto a quest’ultimo ha una vita ematica più lunga, per cui risulta più stabile nel tempo.
Una nota importante: se la visita cardiologica e alcuni esami del sangue regolari sono buona norma per ogni persona, soprattutto dopo una certa età, ulteriori esami di approfondimento non sono di routine. Sono invece indicati se, dal confronto con il/la medico/a, emergono sintomi o fattori di rischio specifici che supportano la necessità di ulteriori indagini. Per esempio, nelle sue più aggiornate linee guida, la European Society of Cardiology raccomanda un approccio di prevenzione basato su un’accurata valutazione dei fattori di rischio e sull’intervento su quelli modificabili (come l’astensione dal fumo e la dieta).