Esame della curva glicemica: cos’è e quando si fa
Tutte i nostri tessuti e le cellule che li compongono hanno bisogno di ossigeno e nutrienti per svolgere le loro funzioni. E, tra i nutrienti, uno dei più preziosi è il glucosio, uno zucchero semplice che rappresenta la principale fonte di energia per le cellule. In ogni momento, senza che ce ne accorgiamo, il nostro organismo lavora per assicurarsi che i livelli di glucosio in circolo non siano mai né troppo alti né troppo bassi, così che ogni cellula possa lavorare al meglio.
È proprio questo equilibrio a essere alterato dal diabete, una patologia sempre più diffusa a livello globale e che, senza un adeguato trattamento, può avere conseguenze anche letali. Ecco perché una diagnosi quanto più precoce possibile di questa patologia è fondamentale per evitare complicanze: in questo senso, un esame cardine è rappresentato dalla curva glicemica, più propriamente definita curva da carico orale di glucosio oppure OGTT (Oral Glucose Tolerance Test). Ma in cosa consiste?
Cos’è l’esame della curva glicemica
Le nostre cellule non assorbono il glucosio in circolo in modo spontaneo: lo fanno solo in risposta a un ormone prodotto dal pancreas, l’insulina. Nel diabete, la produzione di insulina è insufficiente, oppure le cellule non sono più in grado di rispondervi come dovrebbero (una condizione nota come insulina-resistenza). L’effetto globale, e caratteristico della patologia, è un aumento dei livelli di glucosio nel circolo sanguigno, cioè della glicemia. L’aumento di quest’ultima si può osservare non solo quando il diabete è conclamato ma anche in condizioni di pre-diabete, una sorta di segnale d’allarme che indica come l’organismo stia perdendo la capacità di regolare i propri livelli di glucosio.
Per rilevare un aumento eccessivo della glicemia e arrivare alla diagnosi di diabete vi sono essenzialmente due strategie: come raccomanda l’American Diabetes Association, infatti, la diagnosi può avvenire o con l’esame dell’emoglobina glicata (ne abbiamo parlato qui) o con un esame del sangue volto proprio a misurare la glicemia.
Sebbene quest’ultima possa essere misurata in diverse condizioni, uno degli esami più utili per la diagnosi di diabete e pre-diabete è proprio quello della curva glicemica, una forma specifica di valutazione della glicemia.
Come si fa l’esame della curva glicemica
Ma in cosa consiste l’OGTT? Di fatto, si tratta di un esame del sangue, o meglio di una serie di esami del sangue che permettono di valutare come l’organismo “gestisce” il glucosio disponibile. Vediamo fase per fase.
- Fase senza carico. È la fase “pre-esame”: con un primo prelievo di sangue, si misura la glicemia a digiuno (di almeno otto ore)
- Somministrazione del glucosio. Dopo la prima misurazione, ti viene chiesto di bere una soluzione di acqua contenente una quantità standard di glucosio (per essere precisi, 75 grammi).
- Misurazioni post-carico. Dopo un preciso lasso di tempo durante il quale l’organismo dovrebbe metabolizzare il glucosio, si eseguono ulteriori prelievi di sangue per la misurazione della glicemia, di solito dopo un’ora e due ore dalla somministrazione della soluzione.
Con questo processo si possono valutare non solo la presenza di diabete o pre-diabete ma anche se vi è già un’alterata glicemia a digiuno. I valori normali della curva glicemica sono stabiliti da linee guida nazionali e internazionali; sono considerati valori non ottimali una glicemia a digiuno superiore ai 100 mg/dl e una glicemia dopo due ore dall’OGTT di 140-199 mg/dl, che rappresentano un fattore di rischio.
In linea generale, dunque, l’esame della curva glicemica non richiede particolare preparazione a parte il digiuno. Può causare alcuni effetti collaterali, ma di norma lievi e transitori, come per esempio la nausea legata alla rapida ingestione della soluzione zuccherina.
Quando si fa la curva glicemica?
L’esame della curva glicemica non rappresenta un esame di routine: come molti altri test, infatti, è raccomandato solo in presenza di specifici fattori di rischio individuale, per esempio per le persone che hanno una storia familiare di diabete o condizioni come l’obesità. Altri fattori che possono rendere importante questo esame sono valori alterati della glicemia a digiuno, o la presenza di sintomi compatibili con il diabete, anche se la glicemia non risulta ancora alterata, oppure ancora se l’esame dell’emoglobina glicata (un altro test usato per la diagnosi di diabete, che dà una stima dell’andamento della glicemia nei mesi precedenti) indica valori borderline.
Una condizione particolare che rende importante l’esame della curva glicemica è la gravidanza. Le donne in gravidanza, infatti, possono sviluppare diabete gestazionale, una patologia pericolosa per loro stesse e per il feto, ma che difficilmente dà sintomi tali da essere immediatamente riconoscibile. Di solito il diabete gestazionale si sviluppa intorno alla metà della gravidanza: è in questo periodo, tra la 24esima e la 28esima settimana, quindi, che sono raccomandati gli esami della glicemia e della curva glicemica. Per le donne con specifici fattori di rischio, inoltre, l’esame può anche essere anticipato.
Vale la pena sottolineare, in conclusione, che in un’epoca come la nostra, in cui il diabete è in costante aumento e spesso silenzioso nelle sue fasi iniziali, disporre di strumenti affidabili per individuarlo per tempo rappresenta un’opportunità preziosa. Capire come il nostro corpo risponde al glucosio non significa solo rilevare una patologia, ma anche intercettare segnali di squilibrio che possono essere corretti con cambiamenti mirati dello stile di vita.