Per molte donne con endometriosi, il sogno di diventare madre si scontra con dubbi e preoccupazioni. Per alcune può essere proprio la difficoltà di concepimento a portare alla diagnosi, in un percorso che può rivelarsi complesso, oltre che emotivamente intenso (ne abbiamo parlato qui). 

La ridotta fertilità è una delle possibili conseguenze dell’endometriosi, una malattia che in Italia interessa almeno 3 milioni di donne. Ma se è vero che l’endometriosi può rendere più difficile il cammino verso la gravidanza, è altrettanto vero che le possibilità di realizzare il desiderio di maternità sono oggi concrete, grazie ai progressi della medicina e a percorsi personalizzati di cura. Sono percorsi che richiedono pazienza, determinazione e il giusto supporto medico, ma che per molte donne si concludono con la gioia tanto attesa.

Approfondiamo la relazione tra endometriosi e fertilità e, soprattutto, quali sono le opzioni disponibili per una donna con endometriosi che desidera una gravidanza.

Posso rimanere incinta se ho l’endometriosi?

Di fronte alla diagnosi di endometriosi, per molte donne una delle prime domande è: «Posso comunque avere un bambino?». La risposta è sì: questa patologia non impedisce necessariamente la gravidanza, e anche nelle sue forme più gravi è possibile concepire naturalmente. Tuttavia, è vero che l’endometriosi può determinare problemi di fertilità, rendendo più difficile il concepimento. A fronte di una patologia così diffusa e a volte invalidante, può sembrare strano che sia ancora poco noto il legame tra l’endometriosi e la ridotta fertilità, eppure in effetti non conosciamo il meccanismo preciso che rende più difficile il concepimento per le donne con questa malattia. Come sintetizza uno studio, vi è una complessa interazione tra le diverse caratteristiche della malattia e i suoi effetti sull’apparato riproduttivo: dove l’endometriosi si localizza, come si presenta, l’infiammazione, la presenza di alterazioni dell’anatomia pelvica, l’eventuale presenza di aderenze, e ancora l’eventuale compromissione della riserva ovarica e della capacità dell’endometrio di consentire l’impianto dell’embrione, sono tutti fattori che possono entrare in gioco determinando una ridotta fertilità.

Endometriosi: le possibili complicanze della gravidanza 

Un altro aspetto da considerare è che l’endometriosi può non solo rendere più difficile il concepimento ma anche determinare alcune complicazioni della gravidanza. Per le donne con endometriosi è infatti maggiore la probabilità di: 

  • preeclampsia ed eclampsia; 
  • gravidanza ectopica;
  • aborto spontaneo;
  • parto pre-termine. 

Secondo alcuni studi, l’endometriosi potrebbe essere associata anche a un maggior rischio di sviluppare la placenta previa, una condizione in cui la placenta, l’organo che fornisce ossigeno e nutrimento all’embrione, si impianta nella parte inferiore dell’utero, coprendo parzialmente o completamente la cervice e che può rendere necessario un parto cesareo. 

Sono tutti elementi dei quali è bene essere consapevoli, ma ricordando anche, come fa la Fondazione Italiana Endometriosi, che si tratta di rischi non molto più elevati che per le gestanti senza endometriosi.

Endometriosi: i supporti per la fertilità

Non per tutte le donne essere madre è una priorità. Se lo è, però, il trattamento dell’endometriosi richiede un approccio multidisciplinare che consideri anche gli aspetti relativi alla fertilità. Per l’endometriosi sono infatti diversi gli approcci terapeutici possibili: farmacologici (basati sui contraccettivi ormonali o altri farmaci che agiscono inibendo la produzione di alcuni ormoni) oppure chirurgici. Quest’ultima opzione è rappresentata principalmente dalla laparoscopia che, attraverso piccole incisioni, consente di raggiungere e rimuovere il tessuto endometriale che cresce al di fuori dell’utero (detto ectopico; rappresenta la principale caratteristica dell’endometriosi), nonché di risolvere alcune altre anomalie determinate dalla malattia, come la presenza di aderenze e cisti ovariche (endometriomi). 

Gli studi hanno mostrato che le terapie ormonali, pur efficaci nel ridurre il dolore causato dall’endometriosi, non migliorano la fertilità. Invece, la laparoscopia risulta in grado di aumentare le probabilità di concepimento, soprattutto nei casi lievi e moderati. Tuttavia, anche questa opzione va valutata con consapevolezza e con l’adeguato supporto di una figura specializzata, perché richiede alcune cautele. Infatti, quando impiegata per la riduzione degli endometriomi ovarici, può danneggiare le ovaie. Inoltre, è importante ricordare che queste strategie terapeutiche non rappresentano una cura risolutiva per l’endometriosi, che tende a presentare recidive.

L’opzione della procreazione assistita

Insomma, è fondamentale poter contare anche su un/a specialista in fertilità con cui confrontarsi per valutare le opzioni più idonee per sé. Tra queste, oltre al tipo di trattamento più idoneo per l’endometriosi, vi può essere la procreazione medicalmente assistita (PMA), cioè un insieme di tecniche per aiutare il concepimento, distinte tra quelle in cui la fecondazione avviene nell’apparato riproduttivo femminile (metodiche di I livello, come l’inseminazione intrauterina) e quelle che richiedono la fecondazione in vitro (metodiche di II e III livello). 

In questo contesto, un’opzione che può essere valutata in caso di endometriosi è la crioconservazione degli ovociti, cioè la conservazione a bassissime temperature delle cellule uovo, in modo da preservare la fertilità quando è necessario posticipare la gravidanza. 

Vale la pena ricordare che le forme più gravi di endometriosi (III e IV grado) sono riconosciute tra i Livelli essenziali di assistenza (LEA), così come le procedure di PMA, per cui le pazienti possono accedere a queste cure tramite il Servizio sanitario nazionale.

La gravidanza diminuisce i sintomi dell’endometriosi?

Una buona notizia è che per molte donne la gravidanza migliora i sintomi dell’endometriosi, diminuendo il dolore e i problemi causati dalle mestruazioni troppo abbondanti che spesso si associano alla malattia. Si pensa che questo effetto sia dovuto all’incremento dei livelli di progesterone, uno dei principali ormoni femminili, che aumenta con la gravidanza. Tuttavia, è importante precisare che questo non vale per tutte le donne: per alcune la gravidanza può non essere di beneficio sui sintomi della malattia e per altre può addirittura peggiorarli, perché l’aumento di volume dell’utero può stirare i tessuti ectopici e creare ulteriori disagi.

Inoltre, è importante precisare che il miglioramento dei sintomi durante la gestazione è solo temporaneo: dopo la nascita del bambino, con il ritorno delle mestruazioni, i sintomi si ripresentano a causa del ripristino dei cicli ormonali.

Endometriosi e gravidanza: un percorso possibile, con il giusto supporto

Convivere con l’endometriosi e desiderare una gravidanza può sembrare una sfida impegnativa, ma oggi esistono numerose possibilità per realizzare il sogno di diventare madre. La chiave è un approccio personalizzato, che tenga conto delle caratteristiche specifiche della malattia, delle esigenze individuali e del progetto di vita della donna. Senza dimenticare il benessere psicologico, perché affrontare l’endometriosi mentre si cerca una gravidanza può essere emotivamente estenuante. Le difficoltà nel concepimento, i trattamenti medici, la gestione del dolore e l’incertezza sul futuro possono generare stress, ansia e frustrazione: per questa ragione, i percorsi di sostegno psicologico individuale o di gruppo, dove le donne possono condividere esperienze, timori e speranze possono essere di enorme importanza, una parte integrante del percorso verso la maternità.

Vale la pena ricordare che la maternità rappresenta una scelta personale e non un passaggio obbligato nella vita. Molte donne con endometriosi scelgono consapevolmente percorsi di vita diversi e altrettanto appaganti. Ciò che conta è che questa scelta possa essere libera e non condizionata dalla patologia.