Spesso davanti a loro, quando manifestati dalle persone a cui vogliamo bene, ci troviamo inermi e non sappiamo come comportarci: i disturbi del comportamento quali sono e come saperli riconoscere correttamente?

Questi disturbi influenzano infatti il modo in cui una persona pensa, si comporta e interagisce con gli altri, compromettendo in alcuni casi la socialità all’interno della quotidianità. Un tema particolarmente delicato che è stato per questa ragione oggetto di analisi e formazione da parte della Struttura brianzola di Korian Sant’Andrea, attraverso il ciclo “Per mano: sapere aiuta, condividere aiuta”.

Un momento importante di condivisione che ha permesso di rispondere ad alcune domande utili, come per l’appunto, “disturbi del comportamento quali sono” e anche “come riconoscere i disturbi del comportamento?”. Un approfondimento che oggi vogliamo condividere con voi.

Disturbi del comportamento quali sono?

Quindi i disturbi del comportamento quali sono? Sfruttando con consapevolezza il contributo di “Per Mano – Sapere aiuta, condividere aiuta”, possiamo definire i disturbi del comportamento come disturbi della sfera psichica e comportamentale.

Sono in questo senso alterazioni della percezione, del contenuto del pensiero, dell’umore e del comportamento comuni a tutti i tipi di demenza. Allo stesso tempo è però bene sottolineare come non tutti questi disturbi siano contemporaneamente presenti in primis, e in secondo luogo è fondamentale considerare che in ogni individuo questi sintomi assumono espressioni diverse per forma e per gravità.

Sostanzialmente i disturbi sono considerati tali nel momento in cui avviene un cambiamento rispetto ad uno stato precedente. Queste manifestazioni vengono caratterizzate sulla base dei sintomi disturbi del comportamento:

  • Sintomi psicotici: deliri e allucinazioni
  • Sintomi affettivi: depressione, ansia e apatia
  • Sintomi positivi: agitazione, aggressività, irritabilità, labilità emotiva e disinibizione
  • Alterazione delle funzioni motorie: vagabondaggio, wandering e affaccendamento
  • Disturbi neurovegetativi: disturbi alimentari e disturbi del sonno

Disturbi del comportamento sintomi: come riconoscerli

Andando ad analizzare nello specifico i sintomi dei disturbi del comportamento, la prima categoria più diffusa è senza dubbio quella dei sintomi psicotici. Tra questi vi sono naturalmente le forme di delirio e allucinazione: di fatto la persona appare convinta di qualcosa che non è reale e crede che cose non vere stiano veramente accadendo.

In secondo luogo, i disturbi del comportamento si possono manifestare attraverso sintomi di natura affettiva, come nel caso di depressione, ansia e apatia. Lo stato d’animo della persona può dunque spaziare dall’ansia alla rabbia, ma anche dalla preoccupazione alla mancanza di stimoli.

I cosiddetti “sintomi positivi”, tra cui annoveriamo agitazione, aggressività, irritabilità, labilità emotiva e disinibizione sono generalmente quelli che creano maggiore disorientamento all’interlocutore della persona fragile, che mostra segni di agitazione e continui cambi repentini di stato d’animo.

Più evidenti anche a livello fisico sono invece le alterazioni delle funzioni motorie come il vagabondaggio, quando cioè la persona esprime il bisogno di comunicare irrequietezza, noia e bisogno di muoversi oppure tenta di rendere proprio un ambiente nuovo; o come l’affaccendamento, mediamente movimenti incessanti, ripetitivi e inconcludenti.

I disturbi neurovegetativi, infine, sono di tre tipi: i disturbi alimentari, quelli nel sonno o la cosiddetta “sindrome del tramonto”, con l’aumento verso sera di disorientamento, irrequietezza, reattività.

Disturbi del comportamento come intervenire

Come intervenire davanti ai disturbi del comportamento? L’aspetto più importante da considerare è che ogni sintomo approfondito precedentemente ha una sua differente modalità di intervento. Vediamoli nello specifico:

Deliri
Non contraddire, non deridere e non cercare di convincere la persona che ciò che crede non è reale, in quanto questo aumenterebbe la sua paura, la rabbia e l’angoscia. Occorre inoltre rispettare le sue convinzioni, sapendo che queste rispondono ad esigenze emotive altrimenti non gestibili in presenza di gravi deficit cognitivi.

Allucinazioni
È fondamentale cercare di riportare la persona al contatto con la realtà con un atteggiamento rassicurante e protettivo, ascoltando e mostrando comprensione. Se vi è consapevolezza, è bene aiutarla a superare l’angoscia e valorizzare le aree di funzionamento integre.

Depressione
Sono sempre utili i rinforzi positivi per aumentare l’autostima, ma anche stimolare attività ed occupazioni e far sentire utile la persona, gratificandola e valorizzandone il ruolo attivo.

Ansia
Evitare sempre di dire alla persona se deve arrivare qualcuno oppure se deve fare attività particolari, avvisandola solo quando è il momento di prepararsi. Ma anche cercare di tenerla impegnata in attività quotidiane, che gli facciano vivere momenti di gratificazione riducendo la noia e la frustrazione.

Apatia
Rispettare i suoi tempi e prevedere dei momenti di pausa/recupero, oltre a stimolarla in ogni occasione cercando di attirare la sua attenzione su quelle attività precedentemente predilette.

Agitazione, aggressività e irritabilità
La prima cosa da fare è ridurre le situazioni che la persona potrebbe vivere come minacciose, stando attenti a non rimarcare le difficoltà e non rimproverarla. Inoltre è bene distrarla, attirando l’attenzione su stimoli piacevoli.

Vagabondaggio/Wandering
Il tentativo di limitare questo comportamento può essere scorretto e scatenargli aggressività e agitazione: per questo è bene assecondare l’esigenza, accettando e creando un ambiente sicuro. Sorvegliando la persona.

Disturbi alimentari
Evitare di lasciare nell’ambiente cibo che il soggetto non deve mangiare, preparando pasti adeguati, i quali devono essere “ritualizzati”.

Sindrome del tramonto
È fondamentale ridurre richieste e stimoli ed aumentare l’illuminazione, evitando che si creino zone d’ombra, rifrangenze o abbagliamento.

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