Il freddo e la pioggia che spingono a restare a casa, la luce che sparisce in poche ore: l’inverno può essere tanto una cozy season, una stagione da godersi rannicchiandosi sul divano, quanto un periodo… un po’ deprimente. È così per molte persone, che in inverno vivono un cambiamento dell’umore che, come il tempo, vira al brutto. 

Ma è importante distinguere quello che è un vero e proprio disturbo mentale da quella nota come winter blues, che in italiano si può tradurre più o meno come “depressione invernale” – ma che della depressione reale, quella psichiatrica, ha ben poco. Vediamo perché.

Perchè l’umore può cambiare in inverno?

La sensazione di tristezza che si può presentare nei mesi invernali non è solo e necessariamente psicologica, ma ha anche delle basi biologiche. Gli studi mostrano infatti chiaramente che l’esposizione alla luce ha un impatto diretto sui nostri ritmi circadiani (quelli che regolano le nostre funzioni nell’arco delle 24 ore), sul sonno e sull’umore. È un tema indagato in moltissime ricerche, non solo per i suoi effetti sul benessere quotidiano delle persone, ma anche per il ruolo delle luci artificiali (cui tutti noi siamo ampiamente abituati), così significativo che l’inquinamento luminoso è oggetto di studi anche per i suoi possibili effetti sulla salute umana. Addirittura, alcuni studi valutano come tipi specifici di luce (per esempio quelle blu) possano essere usate per limitare la sonnolenza e modifichino i livelli di melatonina, un ormone coinvolto nella regolazione del ritmo circadiano. Anche la serotonina, ormone noto per la sua associazione con gli stati di benessere psicologico, può essere influenzata dall’esposizione alla luce e dalla stagionalità.

Insomma, luce e umore (e più in generale il nostro stato di benessere) hanno una relazione concreta, che passa per meccanismi genetici e neuroendocrini non del tutto noti – ma certo non puramente teorici. Da cui le valide ragioni per spiegare i cambiamenti d’umore nei mesi invernali, evidenziati anche da alcune ricerche (per esempio, un piccolo studio condotto in Svezia ha mostrato come nei mesi con meno luce naturale l’umore positivo e la vitalità si riducono).

Facciamo chiarezza sulla depressione invernale: sintomi e rimedi

Sembra quindi esserci soprattutto la luce, più che il freddo, alla base dell’abbassamento del tono dell’umore che tante persone sperimentano in inverno. E, in linea di massima, in questo non c’è niente di patologico: tra i “sintomi” che possono caratterizzare questa depressione invernale o winter blues ci sono per esempio la stanchezza, il calo della motivazione e dell’interesse per le nostre attività quotidiane, la malinconia, a volte anche un aumento dell’irritabilità – tutti elementi magari anche nutriti da un raffreddore passato da un membro all’altro della famiglia, o dal non potersi più sfogare così tanto all’aperto.

Tutto questo, però, non compromette in modo marcato il nostro “funzionamento” e, soprattutto, è temporaneo. Il nostro organismo si adatta alle condizioni invernali, senza che vi siano modifiche profonde dei circuiti legati al nostro umore. Al tornare della primavera e delle giornate luminose, possiamo salutare il winter blues. Nel frattempo, per affrontare la depressione invernale, possiamo ricorrere ad alcuni rimedi e semplici accorgimenti: uscire al mattino o in pausa pranzo per godere di quanta più luce possibile, vedere gli amici e in generale curare le relazioni sociali senza farci scoraggiare dal maltempo, e scacciare il freddo con attività fisica regolare, che ha un ruolo preziosissimo tanto per la salute fisica quanto per quella mentale.

 

Ma se la depressione invernale non passa? Se in effetti arriva a impedirci di svolgere le nostre attività e compromette in modo significativo il nostro benessere?

 

Conoscere il disturbo affettivo stagionale

In questo caso, potrebbe non trattarsi di depressione invernale ma di una condizione medica precisa, il disturbo affettivo stagionale. La sigla usata per indicarlo in inglese suona quasi onomatopeica: SAD, triste, da Seasonal Affective Disorder. Si tratta di un sottotipo di depressione che segue un pattern stagionale, cioè i cui sintomi si manifestano tipicamente in inverno (è meno comune, ma per alcune persone il disturbo peggiora invece in primavera). L’effetto di questa condizione è ben più profondo di quello del winter blues. I sintomi (e qui possiamo usare il termine senza virgolette, proprio perché si tratta di una condizione patologica) possono comprendere per esempio l’ipersonnia, una sonnolenza profonda che non passa neanche dormendo a lungo, o al contrario insonnia; cambiamenti nell’appetito, che nella maggior parte dei casi porta a mangiare troppo o avere un intenso desiderio di carboidrati, e soprattutto la continua tristezza, le difficoltà a concentrarsi, i sentimenti negativi e il pessimismo, la perdita di interesse per ogni attività. Sintomi che, appunto, tendono a coincidere con quelli della depressione (e che possono variare da una persona all’altra).

Per il disturbo affettivo stagionale non si può parlare di rimedi come per la depressione invernale. Trattandosi di una condizione patologica, in questo caso è necessario un trattamento più mirato, basato di solito sulla terapia della luce (che essenzialmente consiste in un’esposizione alla luce secondo protocolli specifici in termini di intensità, tipo, durata e periodicità), psicoterapia, farmaci antidepressivi ed eventualmente l’assunzione di specifici integratori. L’American Psychological Association suggerisce che i rimedi per il winter blues possono comunque essere d’aiuto anche in questo caso; non sono tuttavia sufficienti, da soli, a trattare in modo efficace la condizione.

Insomma, anche se abbiamo sostituito l’alba con la sveglia dello smartphone, il ritmo del nostro umore può ancora seguire quello della natura da una stagione all’altra. L’importante è esserne consapevoli, senza sovrastimare ma nemmeno sottovalutare ciò che succede al nostro umore.

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