Alcuni piccoli, altri decisamente più grandi; alcuni volano, altri saltano, altri ancora camminano; qualcuno morde e qualcuno punge. Con l’estate si risvegliano tantissimi animali, tra cui alcuni insetti e aracnidi con i quali ci troviamo ad avere… una relazione un po’ complicata! 

Morsi e punture di alcuni di questi animali, infatti, possono essere decisamente fastidiosi. Non solo: in alcuni casi possono essere vettori di alcune patologie. Ecco perché è importante conoscerle, monitorarle e prevenirle. Ma, anche per i casi in cui non c’è questo rischio, perché non scoprire come alleviare il fastidio? 

Animali diversi lasciano spesso segni differenti. E se ciascuno di noi ha bene in mente le punture di zanzara, vale la pena iniziare capire come riconoscere le altre punture di insetti in base all’aspetto della lesione che lasciano sulla nostra pelle.

Come riconoscere la puntura di zecca

Partiamo dalle zecche, sulle quali vale la pena fare alcune importanti precisazioni. Prima di tutto, le zecche non sono insetti: sono invece parenti alla lontana di ragni e scorpioni e appartengono alla classe degli aracnidi. Si trovano soprattutto in boschi e prati e si nutrono di sangue tra uno stadio di sviluppo e il successivo. E il sangue, ovviamente, arriva dagli animali di passaggio – umani compresi.

Altra importante precisazione: quello della zecca è un morso, non una puntura. Più precisamente ancora, le zecche si attaccano all’ospite grazie al rostro, una parte della loro bocca in grado di penetrare la cute e succhiare il sangue. Per tenersi bene adese usano la saliva, che agisce come una sorta di cemento, e che in più contiene diverse molecole biologicamente attive che aiutano la zecca a contrastare la risposta infiammatoria dell’ospite.

È proprio nella saliva della zecca il pericolo: può infatti contenere patogeni che vengono trasmessi all’ospite. In Italia sono due, in particolare, le malattie trasmesse dalle zecche:

  • la malattia di Lyme, dovuta a un batterio e che richiede una terapia antibiotica
  • la meningoencefalite da zecche o TBE (Tick-Borne Encephalitis), dovuta a un virus, contro la quale abbiamo a disposizione un vaccino (distribuito gratuitamente o a prezzo agevolato nelle aree dove la TBE è endemica).

L’aspetto insidioso del morso di zecca è che non lascia tracce né causa sintomi riconoscibili, perché non dà né dolore né prurito, e nemmeno pomfi. A volte ci si può accorgere di avere una zecca addosso per una leggera irritazione, ma nulla di più: per questo è fondamentale, dopo una passeggiata nell’erba o per il bosco, controllarsi attentamente tutto il corpo per verificare non vi siano zecche attaccate. E, se sì, rimuoverle il prima possibile, disinfettando poi con cura l’area del morso. Non solo: anche una volta rimossa la zecca, è importante monitorare attentamente la comparsa di eventuali sintomi che possono essere ricondotti alla TBE o alla malattia di Lyme. Un indizio di quest’ultima può apparire anche nel sito del morso: è infatti caratteristica la comparsa di un eritema con una peculiare forma a bersaglio (si parla di eritema migrante) proprio nel sito del morso della zecca.

Come riconoscere le punture dei pappataci

Flebotomi, pappataci, mosche della sabbia: questi piccoli insetti hanno vari nomi. Come le zanzare, anche per i pappataci è la sola femmina a pungere per riempirsi di sangue con cui far sviluppare le uova. Ma se delle zanzare a volte ci accorgiamo facilmente grazie al loro ronzio (chi non si è mai svegliato in una notte estiva a causa di una zanzara che gli volava proprio accanto all’orecchio?), i pappataci sono molto silenziosi, ed è più difficile rendersi conto che ci stanno pungendo. Almeno sul momento, perché dopo un po’ la puntura inizia a farsi vedere e sentire, diventando arrossata e iniziando a prudere. Sono punture simili a quelle delle zanzare, ma spesso più infiammate; anche il prurito può essere più intenso e persistente nel tempo. 

Purtroppo, anche i pappataci possono essere vettori di alcune patologie che interessano la nostra specie. Tra le più note vi è la leishmaniosi, che è d’interesse tanto per la medicina umana quanto per quella veterinaria: è infatti causata da un protozoo che, trasmesso con la puntura dei pappataci, può infettare anche i cani. Per questo, per noi e per loro, prevenire il morso con il repellente adeguato è fondamentale: spray per noi, e collari repellenti o formulazioni spot on per i nostri cani (per loro è anche disponibile un vaccino, ma non è efficace al 100% e deve quindi comunque essere affiancato alle altre misure protettive).

 

Come riconoscere la puntura di tafano

Se i pappataci sono piccoli e silenziosi, i tafani non passano inosservati. Infatti sono piuttosto grossi, fino a 25 millimetri di lunghezza, spesso con occhi colorati e corpo robusto. Anche per questi insetti, le pungitrici sono le femmine, che hanno bisogno del sangue per far sviluppare le uova. Ma zanzare e pappataci sono, a modo loro, delicati nella puntura: hanno un apparato buccale che penetra nella cute senza causare dolore, e il prurito è solo successivo. I tafani, invece, lacerano la pelle dell’ospite grazie a una bocca con mandibole a lama, causando una vera e propria ferita, benché piccola. Altro che punturina!

Anche in questo caso, quindi, è più corretto parlare di morso che di puntura. E quello di tafano è un morso doloroso, non tanto (e solo) per il taglio ma anche per le sostanze irritanti contenute nella saliva dell’insetto. Tipicamente si formano un pomfo gonfio e arrossamento, con prurito intenso; l’area può indurirsi e apparire calda al tatto.

La buona notizia è che, almeno per gli umani, i tafani non sono vettori di malattie gravi. Tuttavia, possono causare infezioni locali: è quindi bene evitare di grattarsi, e invece pulire l’area e applicare ghiaccio ed eventualmente creme specifiche per mitigare prurito e infiammazione. E, per limitare il rischio di morsi, via libera a repellenti e soprattutto abiti coprenti.

Come riconoscere la puntura di ragno

Concludiamo questa breve rassegna con un altro gruppo di animali che non sono insetti: i ragni. Ne esiste un’enorme varietà di specie e, se non tutti i ragni sono uguali, nemmeno lo sono i loro morsi. In Italia, solo poche specie sono realmente pericolose per l’essere umano. Tra queste vi sono in particolare il ragno violino, che può causare lesioni necrotiche, e la vedova nera mediterranea, che oltre a essere dolorosa può causare sintomi sistemici importanti.

Tuttavia, queste specie sono rare e di morsi infrequenti. Nella stragrande maggioranza dei casi, i morsi dei ragni sono innocui: spesso assomigliano a punture d’insetto, con la formazione di un piccolo pomfo e un po’ di arrossamento, a volte prurito e, di solito, guariscono spontaneamente in pochi giorni.

Punture di insetti e altri animali: quali rimedi?

Tanti animali, tanti tipi di morsi e punture, effetti a volte molto differenti tra loro. Questa varietà implica che il trattamento migliore dipenda sostanzialmente dall’animale che ci ha morso (o punto); in linea di massima, comunque, ci sono alcuni rimedi validi in molti casi. Vediamo quali.

Rimedi per punture e morsi di insetti

  • Per prevenire le infezioni. Sebbene la stragrande maggioranza di morsi e punture di insetti o di altri animali non sia pericolosa, vale sempre la pena lavare accuratamente l’area interessata per limitare il rischio di infezioni. Particolare attenzione, in questo senso, va dato alla rimozione di eventuali corpi estranei: le api (ma non le vespe!), per esempio, quando pungono lasciano il proprio pungiglione nella cute. Questo deve essere rimosso con delicatezza. Anche le zecche, ovviamente, devono essere rimosse il prima possibile (sempre lavando e disinfettando con cura l’area in cui si sono attaccate).
  • Per mitigare i sintomi. Che sia per alleviare il prurito oppure il bruciore, il ghiaccio è sempre un ottimo alleato in caso di morsi o punture: la raccomandazione è applicare impacchi freddi più volte al giorno, per diversi minuti. È anche possibile usare creme lenitive, per esempio a base di aloe vera, pramoxina o calamina, o antistaminici topici. 

Ovviamente, questo vale per le punture “normali”, con sintomi lievi. Se compaiono segni di infezione, per esempio la febbre, la raccomandazione è quella di contattare subito il/la proprio/a medico/a. E, anche se qui non approfondiamo il discorso delle reazioni allergiche, è importante evidenziare che se si presenta l’anafilassi, con gonfiore e problemi respiratori, bisogna somministrare immediatamente epinefrina (se disponibile) e contattare il numero di emergenza.

Solo una nota per concludere. Quando ci punge o ci morde un insetto, la reazione istintiva è spesso il fastidio. Ma insetti e altri animali pungono per necessità: per nutrirsi, riprodursi o difendersi. E c’è di più: molti di questi piccoli “nemici estivi” hanno in realtà un ruolo importante negli ecosistemi. Le zanzare e i pappataci, per esempio, sono una fonte di cibo fondamentale per uccelli, pipistrelli e pesci. I tafani, per quanto molesti, contribuiscono all’impollinazione e fanno parte della catena alimentare di predatori più grandi. E i ragni, spesso temuti, sono in realtà preziosi alleati contro altri insetti infestanti.

Conoscere le loro abitudini ci aiuta a proteggerci meglio, ma anche a imparare a convivere, con prudenza e consapevolezza.

 

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