La scintigrafia è un esame di medicina nucleare appartenente alla diagnostica per immagini, che consente di valutare il funzionamento di organi e tessuti. L’indagine si basa sulla somministrazione di una sostanza radioattiva in piccole quantità, capace di concentrarsi nell’organo da esaminare ed emettere deboli radiazioni. Queste vengono rilevate da un’apparecchiatura dedicata, che le trasforma in immagini che consentono non solo di individuare eventuali patologie, ma anche di monitorarne l’evoluzione nel tempo e valutare l’efficacia delle terapie in corso.

Nel nostro articolo approfondiremo in cosa consiste la scintigrafia e risponderemo ad alcune delle domande più frequenti sull’argomento.

Come si fa la scintigrafia e quanto dura

La scintigrafia si compone di diverse fasi, tutte semplici e indolori.

Prima dell’esame, il/la medico/a specialista in medicina nucleare raccoglie l’anamnesi del paziente e valuta il motivo per cui è stato prescritto. In base al tipo di indagine da eseguire, vengono fornite istruzioni specifiche: in alcuni casi può essere necessario presentarsi a digiuno oppure sospendere temporaneamente determinati farmaci o integratori.

L’esame prevede la somministrazione di un radiofarmaco, una sostanza che si distribuisce nell’organismo e tende ad accumularsi in specifici organi o tessuti, oppure a evidenziare aree in cui l’attività biologica è maggiore (come accade, per esempio, nella scintigrafia ossea). Nella maggior parte dei casi la somministrazione avviene tramite iniezione endovenosa, ma talvolta il radiofarmaco può essere assunto anche per via orale o inalatoria.

Dopo la somministrazione è necessario attendere un tempo variabile: per alcuni esami non è necessario attendere, mentre in altri casi l’attesa può variare da pochi minuti a diverse ore o, in rari casi, a qualche giorno. Talvolta il radiofarmaco viene iniettato al termine di una prova da sforzo o dopo la somministrazione di un farmaco specifico (test farmacologico).

A questo punto il/la paziente viene posizionato/a sotto la gamma-camera, che rileva le radiazioni emesse e le trasforma in immagini. La scansione dura in genere 20-30 minuti, ma la durata complessiva della scintigrafia dipende dal tipo di indagine e può richiedere anche più sedute distanziate nel tempo. Per non compromettere la qualità dell’esame è importante rimuovere eventuali oggetti metallici (collane, bracciali, ecc.).

Le immagini devono essere elaborate e analizzate dallo/a specialista in medicina nucleare, quindi il referto non è disponibile subito ma solo dopo una valutazione accurata.

A che cosa serve la scintigrafia e per quale motivo si esegue

La scintigrafia è un esame che viene utilizzato quando il/la medico/a ha bisogno di informazioni che non riguardano soltanto la forma o la struttura degli organi, ma anche il loro funzionamento. A differenza di altre indagini come la radiografia, l’ecografia o la TC, che mostrano soprattutto aspetti anatomici, la scintigrafia permette di osservare i processi biologici in atto, come la circolazione del sangue, il metabolismo cellulare o l’attività di un determinato tessuto.

Oltre a fornire una diagnosi, la scintigrafia consente di monitorare l’evoluzione di una malattia nel tempo e di valutare se un trattamento farmacologico, chirurgico o radioterapico sta dando i risultati desiderati. In questo modo lo/la specialista può ottenere una visione più completa della condizione clinica del paziente e decidere la strategia terapeutica più adatta alle sue necessità.

Tipologie di scintigrafia

Esistono diversi tipi di scintigrafia, ognuno con un ruolo specifico nello studio degli organi e delle funzioni vitali.

  • La scintigrafia ossea è una delle più richieste e permette di diagnosticare fratture non visibili con la radiografia tradizionale, rilevare infezioni e infiammazioni delle ossa, ma soprattutto individuare metastasi scheletriche nei soggetti oncologici. Per questo motivo rappresenta un esame fondamentale in ortopedia e oncologia.
  • La scintigrafia miocardica viene eseguita per valutare la perfusione del muscolo cardiaco e diagnosticare ischemie o esiti di infarto. Spesso si associa a un test da sforzo, farmacologico o su tapis roulant o cyclette, che aumenta l’accuratezza dell’indagine. È un esame molto utile nel monitoraggio delle malattie coronariche e nella prevenzione delle complicanze cardiovascolari.
  • La scintigrafia tiroidea è indicata nello studio dei noduli alla tiroide e nella valutazione delle alterazioni funzionali della ghiandola, come l’ipertiroidismo. Fornisce informazioni preziose sull’attività metabolica tiroidea e guida nella scelta del trattamento più appropriato.
  • La scintigrafia renale consente di analizzare la funzionalità dei reni, individuare eventuali ostruzioni delle vie urinarie e monitorare l’efficacia delle terapie mediche o chirurgiche. È spesso prescritta anche nei bambini per valutare anomalie congenite dell’apparato urinario.
  • La scintigrafia polmonare è particolarmente importante nei casi di sospetta embolia polmonare, perché permette di studiare la ventilazione e la perfusione dei polmoni, fornendo dati che completano quelli di TC ed ecografia.
  • La scintigrafia cerebrale, meno diffusa ma clinicamente rilevante, trova applicazione nello studio dell’ictus e in altre patologie neurologiche. In alcuni casi viene associata ad altre tecniche di imaging per ottenere un quadro più dettagliato del metabolismo cerebrale.

Queste diverse tipologie di scintigrafia non solo aiutano a ottenere diagnosi più accurate, ma si integrano nello studio di patologie oncologiche e non oncologiche, tra cui malattie cardiovascolari e condizioni come il reflusso gastroesofageo.

La scintigrafia ha effetti collaterali? Per quanto tempo si rimane radioattivi?

La scintigrafia è un esame sicuro, indolore e generalmente ben tollerato. Al termine della procedura, si può tornare subito a casa senza particolari limitazioni.

Nelle ore successive all’esame è consigliabile bere molta acqua per favorire l’eliminazione del radiofarmaco attraverso le urine. Poiché una piccola quantità di radioattività rimane temporaneamente nel corpo, si raccomanda di evitare un contatto ravvicinato e prolungato con donne in gravidanza e bambini molto piccoli per le prime 24-48 ore.

Raramente possono verificarsi reazioni lievi nella sede di iniezione (rossore o fastidio temporaneo). Se dovessero comparire sintomi insoliti, come reazioni cutanee diffuse, difficoltà respiratorie o altri disturbi, è bene contattare tempestivamente il centro che ha eseguito l’esame.

In alcuni casi la presenza del radiofarmaco nel corpo potrebbe attivare i rilevatori di radioattività negli aeroporti o in aree ad alta sicurezza. Per questo motivo, il centro di medicina nucleare può rilasciare un certificato che attesti l’avvenuto esame.

L’unica controindicazione assoluta all’esecuzione di questo esame è la gravidanza, poiché le radiazioni potrebbero nuocere al feto. Nel caso in cui l’indagine fosse indispensabile e non rimandabile, il/la medico/a informerà sui rischi possibili e provvederà ad adottare tutte le precauzioni necessarie per proteggere la madre e il bambino.

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